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Autore: Euphemia    23/12/2013    5 recensioni
"Le strade della grande capitale di Kalos pullulavano di gente di tutte le età e di tutti i tipi, risuonando di voci di ogni timbro. Tutti, nel clima freddo dell’inverno, erano avvolti in pesanti cappotti dai mille colori, con berretti, guanti e sciarpe di lana.
[...]
Trevor voleva fare un bellissimo regalo a Serena, quel Natale, per poterla ringraziare di tutto, per poter vedere quel sorriso radioso sul suo bel viso candido come la neve che ricopriva la Caverna Gelata."
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OneShot incentrata su Trevor (Trovato, da X e Y).
Accenni Calem/Serena e Trevor/Serena.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Calem, Serena
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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#Prima di cominciare: Per la stesura di questa OneShot, ho ascoltato questa musica:  https://www.youtube.com/watch?v=QHDXS8hc0E0
Vi consiglio di ascoltarla durante la lettura, dà più pathos. (?) Se non dovesse bastare per tutta la lettura, vi consiglio caldamente di farla ricominciare. Quindi... Via alla lettura! ;)






 
Snowflake

 
 
Le strade della grande capitale di Kalos pullulavano di gente di tutte le età e di tutti i tipi, risuonando di voci di ogni timbro. Tutti, nel clima freddo dell’inverno, erano avvolti in pesanti cappotti dai mille colori, con berretti, guanti e sciarpe di lana.
L’aria era talmente ghiacciata a Luminopoli che i respiri della gente e dei Pokémon – che, usciti dalle sfere, facevano compagnia ai loro Allenatori – si condensavano in piccole nuvolette di vapore; il tempo atmosferico tuttavia contrastava con il calore dei cuori delle persone, più allegre e gentili del solito.
Il Natale faceva sempre quell’effetto, pensava il ragazzo dai capelli color zenzero osservando tutta quella moltitudine che passeggiava o tergiversava gioiosamente: era per questo motivo che quella festività gli piaceva così tanto.
Adorava vedere l’allegria nelle persone, gli sarebbe piaciuto osservarla di più anche in altre occasioni al di fuori delle feste natalizie.
“Scusami Trevor, adesso devo proprio andare!” disse l’ologramma dell’amico dalla corporatura robusta al giovane, risvegliandolo dai suoi pensieri. “Finalmente è arrivato il momento della mia esibizione! Non vedo l’ora di sfoggiare le mie qualità da ballerino di fronte a tutta la mia famiglia!”
Sorrideva, Tierno, il ragazzo appassionato della danza; era sinceramente felice di avere un pubblico a cui mostrare le sue capacità e Trevor di questo ne era contento.
“D’accordo, Tierno.” Disse sorridendo il rossiccio. “Fammi sapere com’è andata! Ciao!”
“Ciao!”
L’ologramma dell’amico scomparve, così il giovane spense l’Holovox e tornò a guardare le persone attorno a sé, che si davano da fare anche con i regali di Natale.
Quel giorno anche lui era uscito per acquistare dei doni per poi poterli dare ai suoi amici: Tierno, Shana, Calem e... Serena...
Sospirò al ricordo dell’ultima ragazza e abbassò lo sguardo e il volto, affondando le labbra nella pesante sciarpa di lana verde e arrossendo leggermente. Trevor teneva molto a Serena, compagna di mille avventure e allo stesso tempo Rivale per il Pokédex: ne era rimasto infatuato sin da subito, quando per la prima volta l’aveva incontrata, assieme a Shana e a Calem, a Rio Acquarello. Quella folta chioma aurea, sicuramente più soffice di qualsiasi altra cosa, quegli occhi grigi così grandi e penetranti e quel viso così grazioso e delicato avevano fatto breccia nel cuore del rossiccio, il quale alla prima vista della ragazza era arrossito di botto, provocando poi uno sguardo interrogativo da parte dell’amico Tierno. 
Lui, timido com’era, non era mai riuscito ad esprimere i suoi sentimenti alla biondina, perciò aveva sempre cercato di attirare la sua attenzione attraverso la questione “Pokédex”: pensava che forse, dimostrandole la sua bravura nel riuscire a contemplare cotanto meraviglioso oggetto elettronico, sarebbe riuscito alla fine a suscitare interesse nei confronti dell’amica. Era per questo motivo che, ogni tanto, controllava il Pokédex di lei per poter vedere se avessero incontrato Pokémon in comune: era una delle poche occasioni e possibilità per parlarle. Dal canto suo, Serena  sembrava sempre così gentile e disponibile nei suoi confronti, e ciò non aveva fatto altro che accrescere il sentimento in Trevor: oltre ad essere meravigliosa in aspetto, lo era anche in carattere, ricca di bontà com’era.
Trevor voleva fare un bellissimo regalo a Serena, quel Natale, per poterla ringraziare di tutto, per poter vedere quel sorriso radioso sul suo bel viso candido come la neve che ricopriva la Caverna Gelata.
Ricordava quella volta quando, durante il viaggio, si ritrovò da solo con la ragazza a Frescovilla; nemmeno Tierno, che era sempre con lui, era lì, e ciò aveva messo Trevor in un grande imbarazzo. Sotto la neve, Serena era splendida quel giorno: i capelli dorati risplendevano con il biancore che ricopriva quel luogo, il suo viso sembrava persino più luminoso del solito, assieme agli occhi che, così belli, venivano risaltati dalla purezza dei fiocchi di neve, che danzavano assieme a lei durante quella giornata d’inverno.
Trevor non si sarebbe mai dimenticato di quella giornata: e anche lì, a Luminopoli, i fiocchi cadevano dal cielo leggiadri, intrecciandosi tra loro. Se solo ci fosse stata Serena, quello spettacolo di danza sarebbe stato persino più bello. Era lei, quella ragazza dal cuore nobile e dall’aspetto meraviglioso, la persona a cui teneva di più, che gli aveva rubato il cuore con così tanta dolcezza.
Si avviò sorridente al pensiero del viso di Serena verso un negozio di pietre, nei pressi di Piazza Rosa: le avrebbe comprato il regalo più bello di sempre, senza badare a spese. Perché lei, così pura, si meritava tutte le cose più incantevoli.
Si fece spazio tra la folla che invadeva le strade della grande capitale e, dopo qualche minuto, giunse finalmente in negozio: era grande, luminoso, ricco di ogni genere di pietre, da quelle evolutive a quelle preziose. Si guardò attorno, meravigliato da cotanta magnificenza ed eleganza: mai era entrato in un negozio così meraviglioso e pieno di bellezze per gli occhi.
Era sicuro che, guardando attentamente ogni articolo, avrebbe trovato il regalo perfetto per Serena.
Trevor, poiché distratto da tutto ciò che meravigliosamente gli si parava davanti, non si accorse di qualcuno che lo stava cercando di richiamare con un cenno della mano; tant’è che quello, non sapendo in che altro modo attirare la sua attenzione, lo chiamò per nome.
“Trevor!”
Solo allora, il rossiccio si risvegliò dall’incanto che le pietre gli avevano procurato, alzando lo sguardo verso colui che, più avanti, gli sorrideva: Calem, uno dei suoi vecchi compagni di viaggio, lo salutava con un cenno della mano. Sembrava felice, quel giorno: ma, dopotutto, era Natale. Aveva un motivo più che valido per sprizzare gioia da tutti i pori.
“Oh, Calem...” fece lui, salutandolo timidamente.
Di certo, Trevor non aveva perso la timidezza di quei giorni lontani e avventurosi che avevano visto loro come protagonisti.
“Che ci fai qui?” Calem si avvicinò a lui, stringendogli vigorosamente la mano, ma sempre con la sua solita gentilezza.
A quella domanda, il rossiccio arrossì di botto, cercando una scusa che Calem potesse bere senza sospettare di nulla; ma Trevor era troppo ingenuo per ingannare qualcuno in questo modo, gli si vedeva dalla faccia che non era intenzionato a dire il motivo della sua presenza in quel negozio; e di questo, il castano se ne era accorto subito.
“Ma... Non dirmi che vuoi fare un regalo per una ragazza!”
Ecco, l’aveva scoperto. Il giovane abbassò lo sguardo, balbettando qualcosa di incomprensibile, mentre cercava disperatamente una scusa per poter cambiare argomento, alla svelta. Non avrebbe mai detto a nessuno del suo amore per Serena, probabilmente nemmeno a lei.
“Beh, dopotutto come biasimarti? Anche io sono qui per comprare un regalo ad una ragazza.”
Trevor s’illuminò subito, alzando lo sguardo, sorpreso più che mai: gli occhi di Calem erano diversi dal solito, ora che li osservava più attentamente; erano pieni di qualcosa, che però lui non riusciva a comprendere. Ma di per certo sapeva che fosse qualcosa di meraviglioso.
“Una... Ragazza?” sussurrò, meravigliato.
“Beh, sì!” rispose Calem, con un sorriso. “E sai di chi sto parlando?”
No, il rosso non voleva crederci. Eppure, in fondo al cuore, sentiva di sapere chi fosse la ragazza di cui il castano stesse parlando e desiderò con tutto se stesso che si sbagliasse, che fosse solo una bugia, un’effimera bugia da parte dell’amico. Ma i suoi occhi non mentivano: era vero, ciò che si vedeva al loro interno.
“Di Serena.”
Il suo cuore fece un tuffo, per poi cominciare a battere più rapidamente. Il castano, alla faccia stupita dell’amico, si mise a ridere allegramente, posandogli poi una mano sulla  spalla.
“Ma come, non lo sapevi?”
Sapeva cosa stava per dirgli, non voleva sentirlo: eppure, pur volendo, non poteva scappare da quella nuda e cruda verità, dolorosa quanto una spada conficcata in petto.
“Io e Serena stiamo insieme!”
Ed ecco che il cuore si spezzò in mille pezzi e la testa cominciò a girargli sempre di più. Guardò Calem fisso negli occhi, mortificato; ma il castano non poteva vedere l’abbattimento nello sguardo dell’amico, troppo preso invece dalla sua immane felicità. Era come cieco e non si accorgeva di come, con qualche parola, aveva ferito il ragazzo dai capelli color zenzero, facendogli totalmente perdere la ragione, in quegli istanti di smarrimento e delusione.
“Sono così contento, Trevor!”
Perché non si accorgeva di lui? Perché non si accorgeva dei suoi sentimenti, del suo cuore andato in frantumi? Si sforzò di sorridere, respingendo le lacrime. Si vedevano gli occhi diventare lucidi, eppure Calem continuava a non accorgersi di nulla; oppure, a far finta di non comprendere.
“Sono... Sono felice per voi...” mormorò Trevor, con una voce spezzata, quasi, bassa.
Calem sembrava anche essere sordo, non accorgendosi nemmeno della voce dell’amico.
Senza dire altro, Trevor guardò ancora una volta il viso del castano, così allegro e spensierato; poi, si voltò, poiché non capace di trattenere le lacrime. Scappò via, sotto lo sguardo sorpreso dell’amico e dei presenti nel negozio, correndo più veloce che mai fuori e, successivamente, per il grande viale della capitale, facendosi spazio tra la gente, con le mani agli occhi, che tentavano di asciugarli dalle amare lacrime che continuavano a sgorgare senza alcun freno.
Finalmente, si fermò in un luogo nascosto, ai margini della città. Si accucciò ai piedi di un albero e, constatato che non ci fosse nessuno attorno, cominciò a piangere più liberamente, singhiozzando sempre più forte, coprendosi gli occhi con le mani, chinando il capo verso il basso.
Si odiava, perché era un debole, solo e unicamente un insulso codardo che non sapeva far altro se non scappare dalle situazioni. Non era riuscito ad esprimere i suoi sentimenti a Serena, come poteva dunque essere triste? Era lui che aveva deciso di non dichiararsi, dunque la sua stessa delusione era solo e unicamente colpa sua. Poteva mai Serena interessarsi a un ragazzo così timido, chiuso, timoroso  di tutto e di tutti? Ovviamente no. Calem era forte, allegro e determinato: perfetto, per lei. E invece, lui era insulso, nemmeno degno di stare al fianco di una ragazza come Serena.
Continuò a piangere più forte, sfogandosi per tutta la frustrazione che provava. Lui stesso, con quella timidezza, quel carattere, si era chiuso in una gabbia da cui difficilmente sarebbe riuscito ad uscire. E mai avrebbe potuto trovare la chiave, mai avrebbe potuto comunicare i suoi sentimenti al mondo.
Era destinato ad essere così per sempre: triste, in un mondo fatto dei suoi fantasmi.
Alzò lo sguardo, osservando il cielo grigio: un fiocco di neve gli si posò sulla mano, leggiadro, candido.
Non avrebbe mai smesso di amare Serena, lo sapeva. Quel fiocco era come lei, bello, perfetto e immacolato. L’avrebbe sempre amata, sempre, anche se lui era destinato a soffrire, per questo, e non avrebbe mai potuto dimenticarla.
E già, con impazienza, aspettava il momento di rivederla danzare ancora una volta con i fiocchi di neve, per poter riammirare il suo splendore e la sua purezza incontaminata. Per poter vedere il suo sorriso. Per poterla osservare di nuovo. Per poterla amare ancora. Per sempre.

 
Snowflake.


 
#Angolo dell’Autrice

Ciao a tutti!
A dire il vero, ho scritto questa OneShot agli inizi di Novembre, un bel po’ di tempo fa. So che Trevor (alias Trovato), di Pokémon X e Y, non è molto filato come personaggio, però, beh... A me piace davvero tanto. Non saprei, forse perché rispecchia molto una parte del mio carattere: la timidezza e la paura. Io lo capisco, Trevor, lo capisco davvero tanto. Mi è dispiaciuto scrivere una cosa del genere...
Ho fatto Calem un po’ stronzo, sì. Ma a me nel videogioco pare un po’ bastardo, a dir la verità, quindi... Io lo shippo molto con Serena, però buh, ho sempre immaginato che Trevor magari provasse qualcosa nei confronti della Rivale. E niente, essendo introverso, timoroso non s’è dichiarato e Calem le ha fregato Serena, ecco. :c
Ok, so che questa OS è stata un po’ triste, ma non deprimetevi, bitte. <3 E Trevor è entrato a far parte dei miei preferiti, sappiatelo. <3 Quindi penso che scriverò mooolto altro su di lui. Nel senso che lo inserirò ovunque, AHAHAH
Che dire... Se avete qualche consiglio da darmi, o se avete errori da segnalarmi, oppure quello che volete (?), per favore, vi prego di contattarmi e di dirmi tutto. <3
Comunque, approfitto di questo breve spazietto per far pubblicità (?): io e la dolce Saku abbiamo deciso di scrivere una storia a quattro mani e questo è il nostro nuovo account condiviso: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=600155
Abbiamo quasi finito il primo capitolo e la pubblicazione è imminente, quindi, che dire... Vi aspettiamo, se siete interessati. <3
Vi auguro comunque un buon Natale e un felice anno nuovo, miei dolci lettori! <3
Tanti baci e pandori (?)
Alla prossima!
Euphemia >.^
  
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