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Autore: Phantom13    23/12/2013    2 recensioni
Wind Waker.
Link si imbarca con la ciurma di Dazel.
Casa è dietro, a poppa.
La Fortezza dei Demoni è davanti, oltre la prua.
I pensieri di un ragazzo inconsapevole che appena immagina ciò verso cui sta andando incontro.
L'inizio di una nuova leggenda. Di una nuova guerra.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aryll, Link, Tetra
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Phantom torna all'arrembaggio u.u 
e tutto in onore di Wind Waker! Lo sto giocando proprio di questi tempi per la prima volta, sul wii u!
Un gioco meraviglioso che merita almeno una fic, no? E siccome nessuno ancora ci ha pensato (o se l'ha fatto, la sottoscritta non se n'è accorta e chiedo preventivamente scusa), mi son detta: allora, lo faccio io!
ed ecco la mia terza fic in tre giorni ^.^ 
Ah! quasi dimenticavo! Questa storiella racchiude due delle mie più grandi passioni, cioè: Zelda e la navigazione/velieri/pirati. Già già ^_^' mi piacciono i velieri e il mondo dei pirati, che volete farci?
Quindi, non stupitevi se troverete tecnicismi marinareschi nel testo. Ignorateli, se non capite cosa significano. È soltanto Phantom che svalvola
E con questo, buona lettura!
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The birth of a journey

 
 
Link appoggiò i gomiti al parapetto di poppa, tenendo ancora lo sguardo fisso all’orizzonte, nel punto esatto in cui, se si scrutava bene, si poteva ancora intravvedere la sagoma sbiadita della sua isola natale.
Aveva il cuore pesante, maledettamente pesante. Per la cinquemilaseicentosessantacinquesima volta si chiese se aveva fatto la scelta corretta. Imbarcarsi a bordo di un veliero pirata non era uno scherzo. Ma in fondo, lui non aveva chissà quale scelta. Gli piaceva crederlo, ma non ne aveva. Lui semplicemente doveva riprendere Aryll, riportarla a casa. A qualunque costo. Compreso il rischiare la forca per pirateria.
Pirati. Un flagello che da sempre incancreniva i mari e che da sempre era soggetto a violenti tentativi di estirpazione da parte degli onesti cittadini isolani. Paura, i pirati ne incutevano molta. E lui ora era imbarcato con loro. Strano, come i peggiori degli uomini si stessero rivelando a lui come la unica speranza possibile.
Non importava. Lui rivoleva indietro Aryll, punto e basta.
Il monoalbero sobbalzò ad un’onda più grossa delle altre, beccheggiando.
-Uomini, a riva!- urlò il capitano. –Timoniere, due quarte a babordo! Mettersi con il vento in poppa! Rotta nord ovest!-
Link volse appena la testa. Erano di fretta, questi pirati. Meglio, avrebbero raggiunto prima la loro meta.
-Uomini!- continuò Dazel, -Spiegare tutte le vele! Issare la gabbia e il velaccio! Buttafuori, coltellacci e scopamari! Sciogliere gli stragli! Bonzo, alla coffa! Cannonieri, a riposo! Non siamo in caccia! Muoversi, muoversi! Timoniere, portaci a dodici nodi!-
-Aye, sir!- risposero ad un'unica voce i marinai, inerpicandosi su per le sartie, distribuendosi tra pennoni di gabbia e di velaccio e di velaccino, eseguendo al massimo della velocità le manovre richieste, mentre scotte e paterazzi venivano regolati e orientati. Il timoniere, con uno stupido ghigno stampato sulla faccia, diede un secco colpo alla ruota del timone, aggiustando la rotta. Il veliero rispose rapido, rollò appena, infrangendo di chiglia le onde, sollevando spruzzi che investirono con il loro biancore la polena a forma di serpe, schizzando addirittura la punta del bombresso.
-Fuori i fiocchi! Issate anche la trinchettina e il controfiocco! Raggiungiamo al più presto la Fortezza dei Demoni, topi di sentina! Muoversi!- continuava a sbraitare il capitano, sempre ferma al castello di poppa, sul ponte di comando, a dirigere con occhio attento tutte le operazioni.
Il veliero compì la sua manovra, piazzandosi infine con il vento in poppa. Le vele si gonfiarono, tendendosi, la nave beccheggiò, sorpresa dall’improvviso strappo di andatura ma, una volta infilato il vento, prese a volare sulle creste delle onde, fremendo appena nell’incontrare una corrente marina trasversale.
Un gabbiano sfrecciò loro accanto, piazzandosi a prua, sospeso nell’aria, sospinto in avanti dal loro stesso vento. Garrì, gioioso, un paio di volte. Due colpi d’ala ed era all’altezza del pennone di gabbia volante. Planò subito dopo, sistemandosi più basso, parallelo di nuovo al bompresso.
Link lo guardò per un attimo, come incantato.
Altri due andarono ad unirsi al volo del compagno, correndo lungo le fiancate. Tre gabbiani sulla prua del veliero spianavano loro la via.
Un mesto sorriso piegò le labbra di Link. Sua sorella amava i gabbiani, e i gabbiani amavano sua sorella. Uccelli portatori di fortuna, avevano sempre accompagnato la piccola Aryll, come ora accompagnavano lui che andava a riprenderla.
Un ondata di rinnovata determinazione lo investì. No, non si sarebbe mai tirato indietro, né mai aveva pensato di farlo.
Quasi quasi, gli parve già di intravvedere la cupa ombra a nord della Fortezza verso la quale si stavano dirigendo. Luogo di morte e spettri, quello. Lui, però, non poteva di certo permettersi di morire là, non prima di aver tratto fuori da quell’isola infernale la sua sorellina.
Strinse le mani a pugno, fino a sbiancare le nocche. L’avrebbe riportata a casa, dalla nonna. Non importava a che prezzo. Una ragazzina dolce e gentile come lei non meritava proprio di crepare così in un posto come quello.
Lui l’avrebbe portata fuori da là. Con l’aiuto di coloro più simili a demoni che c’erano in circolazione. Pirati.
Doveva però ammettere, almeno con sé stesso, che quella particolare ciurma sembrava tutto fuorché pericolosa. Certo, la capitana a volte aveva di quegli scatti furiosi … ma comunque molto inferiore a ciò che gli stereotipi comuni avevano addossato alle figure dei filibustieri.
-Ehi! Moccioso!- Dazel stava parlando a lui. –Vedi di non gironzolare troppo! Infastidisci le manovre. Vai sottocoperta, e restaci. Qui noi dobbiamo condurre un veliero!-
Link abbassò la testa. Anche se non sembravano particolarmente feroci, ancora non si fidava di quei pirati. Nessuno sano di mente l’avrebbe fatto. Meglio non dar loro occasione di arrabbiarsi con lui. Obbedì senza protestare, attraversando la coperta, tenendosi contro l’impavesata, fino a raggiungere il primo boccaporto, situato circa a mezza nave. Diede un’ultima occhiata mesta all’azzurro scintillante del mare, e all’azzurro più opaco del cielo, prima di mettere il piede sul gradino e scendere lentamente di sotto.
Aveva come la sensazione che quel viaggio non sarebbe finito semplicemente con la liberazione di Aryll. Era un qualcosa di più profondo, che avrebbe rivoltato alle radici la sua vita.
Stava iniziando un viaggio che non sarebbe finito con il ritorno a casa. Sapeva bene che quello che avrebbe visto da quel momento in poi avrebbe inesorabilmente stravolto tutto ciò che lui era stato fin ora.
Avrebbe visto cose, avrebbe provato sensazioni, avrebbe racimolato esperienze tanto forti e tanto devastanti che avrebbero finito per inglobare e soffocare ciò che lui era stato fin ora, trasformandolo in qualcosa di nuovo. Del resto, non era ciò che la vita e il destino amavano fare di più? Forgiare e riforgiare le persone?
Questo pensava lui, scendendo sottocoperta.
Ma ancora non aveva idea di quanto fossero veri quei pensieri, formulati quasi distrattamente.
Ancora non aveva idea di quanto quel viaggio appena nato lo avrebbe cambiato, fin in fondo all’anima.  
E così, iniziò una nuova leggenda.
 
 
 
 
 
 
  
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