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Autore: Gloria Bennet    23/12/2013    2 recensioni
I pensieri di Tremotino, dopo aver scoperto che Baelfire è morto (nella 2x22).
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neal Cassidy/Baelfire, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Empty heart
 

 

Non era la prima volta che accadeva.

 

Era l'ennesima volta di una lunga serie.

E non si domandava neppure perché.

Sapeva che era solo colpa sua e sempre lo sarebbe stata.

Perché lui aveva lasciato la mano di suo figlio e Bae, da quel momento, se n'era andato per sempre.

Non importava che l'avesse ritrovato a New York, vivo e vegeto. Aveva perso parte della sua vita.

Non l'aveva visto crescere, non sapeva più quali fossero i suoi gusti, né tanto meno chi fosse la ragazza a cui aveva dato il suo primo bacio.

Si era perso così tante cose.

Si era perso tutto.

Non poteva pretendere che lo perdonasse così in fretta, non dopo tutto ciò che non aveva fatto per lui. Non era stato un padre per Bae, era stato un vero mostro.

L'aveva abbandonato e sempre avrebbe convissuto con quel rimpianto. Non si sarebbe mai perdonato. Come poteva perdonarsi per aver commesso l'errore più grande? Non poteva.

E capiva, capiva così bene quell'uomo, suo figlio adulto che, guardandolo negli occhi, gli aveva detto che non l'avrebbe perdonato.

Una parte di sé l'aveva sempre saputo.

Come poteva perdonarlo quando lui stesso non si riusciva a perdonare?

Eppure vedere i suoi occhi, così simili ai suoi, guardarlo in modo così distante, così lontano gli aveva fatto male.

Quegli occhi l'avevano ucciso, ricordandogli che non c'era nessun motivo per cui meritasse il suo perdono.

Quanto avrebbe voluto stringerlo tra le sue braccia e dirgli tutto quello che non gli aveva potuto dire in vent'anni.

Quanto avrebbe voluto cancellare quel tempo sprecato, stando separati, e ricoprirlo di nuovi, luminosi ricordi. Ricordi in cui non aveva abbandonato suo figlio, ma gli era rimasto accanto ogni giorno.

Sarebbe bastato tornare a quel maledetto momento in cui aveva lasciato la sua mano, facendolo cadere nel vortice. Se non avesse lasciato la sua mano, niente di tutto questo sarebbe accaduto.

Ricordava ancora la sensazione di pace e serenità che l'aveva avvolto nel momento in cui Bae gli aveva stretto la mano, mentre stava per morire.

La stessa sensazione che aveva provato quando il suo piccolo Bae, appena nato, aveva alzato la manina paffuta per toccare il naso del suo papà.

In quel momento, aveva ringraziato Uncino per averlo ferito mortalmente.

Perché gli aveva permesso di stringere la mano di suo figlio, di sentire il suo affetto.
Di vederlo ancora bambino, piccolo e fragile, tra le sue braccia.

Di sentirsi, dopo troppo tempo, ancora padre.

Era stata la sensazione più bella della sua intera esistenza.

Si era sentito indispensabile per qualcuno. Così importante da meritare la vita, da essere degno di viverla.

Eppure, non bastava.

Perché Bae era morto. Ed era stato lui a ucciderlo.

Non poteva, non doveva andare così. Ma c'era sempre un prezzo da pagare.

Non poteva accettare la morte di suo figlio, non dopo averlo ritrovato.

Un vortice si era aperto nel suo petto, squarciandogli l'anima.

Graffiandogli le viscere e distruggendo ogni fibra del suo essere.

Lacerandogli tutto ciò che restava dentro, svuotandolo completamente.

C'era solo vuoto dentro di lui. Un cuore vuoto che non aveva più amore da offrire e da ricevere.

Un vuoto talmente silenzioso da aver bisogno di urlare a squarciagola, di scoppiare fuori per esternare tutto quello che non c'era, più.

Tutto quello che mancava.

Perché ora sapeva che cosa significasse davvero perdere un figlio.

Lo sentiva dentro di sé.

C'era vuoto. C'era silenzio.

Un vuoto e un silenzio che non sarebbero stati colmati né dalle urla di rabbia di Bae, né dalle sue risate. Non avrebbe più visto il suo sorriso, non avrebbe più sentito la sua mano calda stringere la sua.

Non l'avrebbe più visto crescere.

E faceva così male. Faceva male da morire.

 

Non era la prima volta che accadeva.

Non era la prima volta che Tremotivo scoppiava a piangere, ma, questa volta, non avrebbe smesso. 

 

 

A/N

 

Tremotino & Baelfire sono due personaggi così interessanti.

Li adoro e amo il loro rapporto così travagliato, ma così vero.

Perché incarnano alla perfezione la relazione tra un padre e un figlio che si amano, pur essendo diversi e che, a volte, vorrebbero solo stare lontano l'uno dall'altro per evitare di ferirsi.

Ma, in fondo, quell'amore che li lega è più grande della distanza che li separa.

Ecco perché si vorranno sempre bene.

Fatemi sapere se avete gradito questo tuffo nei pensieri (e nel dolore) di Tremotino!

 

Buone feste e un abbraccio :*
Gloria

   
 
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