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Autore: iwo    23/12/2013    1 recensioni
Brian, Matthew e Pinkly accolgono in famiglia un nuovo componente. Un bambino adorabile. C'è solo un componente della famiglia che si sente minacciato e non accetta subito la nuova figura in casa. Fra flashback e frammenti vita Brian si rende conto che questo bambino è diventato la sua via.
{Bratt}
Genere: Demenziale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Flashback e frammenti di vita


iwo © 
{23/12/2013}



 
17 giugno 2009 
Anniversario del mio matrimonio, già Synyster Gates aka Brian Haner ha sposato il suo compagno delle superiori. Forse vi starete domandando chi, beh… Matthew Shadows. Il cantante e co-fondatore degli Avenged assieme a Zacky, Johnny e Jimmy.
Sono passati sette anni da quando ho deciso di fare il grande passo, ho deciso (aiutato da Jimmy) di chiedere la sua mano.  Me lo ricordo ancora quel giorno. Zacky che era nervoso di non riuscire ad arrivare in tempo. Jimmy che rideva, Johnny fumava come un dannato ed io che cercavo di essere o almeno sembrare più tranquillo possibile.. eppure quello che stavo per fare era uno di quei passi che ti cambia la vita per sempre. che te la sconvolge e te la migliora. 

«Jimmy smettila di sorridere. mi stai agitando» mormora Zacky prima di risistemarsi la maglia che ha addosso.
«Zack se continui così quella maglia la rompi» lo becca Jimmy prima di ricominciare a ridere. Sono due ore che continuano a fare così. Neanche fossero loro a dover fare quella richiesta. Io me ne sto su una panchina sotto un albero all'ombra cercando di placare il calore del sole. Batto i piedi a terra e canticchiando distrattamente i Guns, ho un'ansia addosso che nessuno può capire. Mi balenano in testa domande e risposte assurde. Se dice di no? Se non è pronto? Se non vuole? Robe assurde che mi attanagliano e mi bloccano lo stomaco. Oramai non ho più le farfalle nello stomaco ma un vero e proprio cimitero. L'ansia ha distrutto tutto. 
«Smettetela. Zacky basta. Jimmy zitto!» alla fine ho sbroccato. Li ho messi a tacere e mi sono rimesso nella posizione di prima. Mi sono rimesso a pensare ed a canticchiare. 
«Bro sta calmo, lui ti ama» Jimmy mi abbraccia facendomi aderire del tutto al suo busto. Sospiro prima di abbracciarlo e conficcare le dita nella sua carne. «Hai proprio paura eh» ridacchia abbracciandomi di nuovo, ancora più forte. Ora si che capisco che non sono solo. Zacky ci guarda e ci scatta innumerevoli foto. Sorrido sul petto di Jimmy prima di allentare la presa e guardare Zacky. Sorrido. Johnny da dietro ho iniziato a fare facce buffe prima di abbracciarci. Purtroppo è il più piccolino, in quanto a statura, quindi decise furbamente di mettersi in piedi sulla panchina. È da li che supera anche Jimmy. Sorride dolcemente mentre ci stringe con le sue braccine. Click click. Altre foto. Ne stata scattando a migliaia. 
«Zacky vieni qui. mi serve un abbraccio di gruppo» sorrido dolcemente prima di fargli spazio e vederlo che si lancia su di noi. Fratelli. Amore. Famiglia, Ecco cosa questi ragazzoni mi trasmettono. Sorrido. Sono davvero felice ora. «Vi voglio bene» in risposta ricevetti tanti piccoli “anche io Gates” o “anche io Bri”. 
Sorrido perché sono felice, solo ora mi sto rendendo conto che mancava poco all’incontro con Matthew. Gli ho organizzato una appuntamento con i contro cazzi e se qualcosa andava storto sarei seriamente impazzito. Sono mesi che progettavo questo giorno, mesi che mento a Matthew per una giusta causa. Respiro a pieni polmoni prima di interrompere per primo il contatto con gli altri. A mano a mano tutti smisero di abbracciarsi. Guardo Jimmy e lui guarda d’istinto il cellulare. 
«Cinque minuti, ok. Andiamo a metterci ai nostri posti..» rivolse questa frase ai ragazzi prima di girarsi verso di me sorridendo. «Bri dimostragli che lo ami più di qualsiasi altra cosa. Più della tua chitarra e più di te stesso, ok?» ridacchia alla fine prima di accarezzarmi la parte destra del viso con una sua mano e posare la sua fronte sulla mia. «Fallo piangere e renditi felice. Conto su di te.»  mi bacia la fronte di scatto e mi lascia li a sorridere come un coglione mentre sento che le forze mi vengono meno. Inizio a respirare e ripetere a mente quello che voglio dirgli. L’ho fatto milioni di volte ma ora è davvero arrivato il momento. Lo stomaco si fa ancora più piccolo prima di vedere Matthew all’orizzonte. Gli altri si sono messi in posizione, io sono solo che lo aspetto. Come una preda aspetta il suo predatore. 
Sorride non appena mi vede, a quelle fossette un sorriso mi si dipinge sul volto. Mi accarezza lo stesso lato del viso che tre minuti prima aveva accarezzato Jimmy e mi bacia dolcemente sulle labbra. Un bacio carico di amore e dolcezza. Socchiudo gli occhi prima di spostare una mano su quella che Matthew ha sul mio viso. L’altra invece va a cercare la mano libera per intrecciare le dita fra di loro. Sorrido prima di aprire gli occhi e notare le fossette che mi salutano. 
«Ciao amore..»  mi saluta dolcemente prima di sorridere di nuovo e continuare a stringere le mani. 
«Ciao.. » bisbiglio prima di tornare ai pensieri di prima e abbassare lo sguardo. 
«Tutto bene?» domanda con un’espressione di preoccupazione Matthew, mentre quelle pietre verdi mi scrutano e cercano di capire cosa c’è che non va in quel momento. 
«Tutto bene» sorrido prima di scostarmi e guardarlo negli occhi. Lui è l’amore della mia vita. Lui è l’ossigeno di cui avevo bisogno. «Che ne dici di fare quattro passi?» gli domando prima di vederlo annuire. Mi segue tranquillamente, si fida di me. Sorrido pensando a quello che ora gli farò provare. Gli faccio fare il giro del parco, quel famoso parco dove ci vedevamo da piccoli di nascosto cosi da non farci vedere dai nostri amici e parenti. 
«Oggi sei più strano del solito sai?» mi domanda Matthew prima di fermarmi, mi scruta e si guarda intorno. «O mio dio. Sai che posto è questo?» sorride di stringermi le mani. Ed è li che comincia tutto. Rev inizia a suonare il piano, Zacky e Johnny partono con la prima strofa. Io stringo le mani a Matthew prima di cominciare a cantare a mia volta. 
«I’ll never feel alone again with you by my side» verbio prima di vedere che un ragazzo mi porta un microfono, lascio una mano di Matthew mentre mantengo la stretta con l’altra e continuo a cantare guardandolo negli occhi. C’è gente che si ferma, gente che applaude e cerca di andare a tempo con i corpi. C’è chi inizia a fare coretti e sinceramente si distinguono delle voce che sono davvero portate. 
Zacky e Johnny continuano indisturbati il canto mentre io ora non canto piu, lo sguardo negli occhi e sorrido. Muovo le labbra me non faccio uscire nessun suono. Voglio che la sua anima capisca quanto io davvero tengo a lui. Nel momento dell’assolo da parte del piano gli sussurro un ‘’ti amo’’ sorridendo prima di vederlo avanzare verso di me e darmi un piccolo bacio. Subito dopo ricomincio a cantare l’ultima parte della canzone. Alla fine delle note ripeto l’ultima frase della canzone guardandolo negli occhi.
«I give my heart, cause nothing can compare in this world to you» sussurro prima di dare il microfono allo stesso ragazzo che prima me lo aveva donato. Sorrido riposizionando gli occhi su Matthew. 
«Amore mio..» attiro la sua attenzione prima di continuare «Il mio cuore è per te*. Sei una persona eccezionale. Ti ringrazio di essere entrato nella mia vita e nel mio cuore. Te l’ho donato ricordi? Nel momento in cui te hai avuto le palle di baciarmi e dirmi che mi amavi. Mi hai aiutato a capire cosa vuol dire amare veramente con il cuore e l’anima una persona. Mi hai fatto capire che vuol dire rendersi partecipi di una cosa cosi grande che ogni tanto di scombussola qui..» indico il mio ed il suo cuore mentre gli occhioni verdi mi continuando a fissare. Non sta capendo. Lo vedo dalla sua espressione. Rev sta riprendendo tutto mentre Zacky e Johnny sorridono cercando di fare piu’ foto possibili. 
«Io non..» cerca di parlare ma io lo zittisco subito. Sorrido e continuo. 
«Sai bene che per me è difficile esternare i sentimenti, non perché non ci riesco ma ho paura di essere rifiutato eppure con te mi viene più che normale. Ogni giorno, ogni minuto di ogni ora mi viene da dirti che io ti amo sopra ogni cosi. Ti amo a tal punto che ogni tanto mi sembra di impazzire. Ti amo quando canti. Quando suoni o quando giochi alla play e non ti scolli se non per mangiare. Ti amo quando butti giù i testi per le canzoni o quando ti rinchiudi in stanza e non ne esci finché non sei soddisfatto del testo che ne è uscito. Amo i tuoi pregi ed amo ancora di più i tuoi difetti. Amo queste fossette..» la mia mano libera accarezza il suo viso soffermandosi proprio vicino alle sua labbra «..che ogni volta che spuntano mi migliorano la giornata. Ti amo. Volevo solo dirti questo e voglio dimostrarti che.. per te ci sarò sempre come ho fatto sino ad ora. C’è una cosa che voglio chiederti da mesi.. una cosa importante e che senza l’aiuto di Johnny, Zacky e Rev non sarei mai riuscito a fare..» lascio la sua mano prima di guardarlo. Lentamente cala il silenzio nel parco. La folla se ne rimane li a guardare e riprendere la scena. Il mio cuore non resiste. Socchiudo gli occhi prima di inginocchiarmi davanti a lui. Sorrido tornando a guardarlo. Lo vedo incredulo, con la bocca spalancata e con gli occhi lucidi. 
«Amore mio.. mi concederesti l’immenso onore di passare il resto della mia vita con me?» gli domando prima di tirare fuori l’anello e allungarglielo. Lo lascio fare. Lascio che sia a lui a metterselo. Non dice niente. MI guarda solo. Emozionato e sorridente. 
«Cazzo..» la sua dolcezza esce adesso. Le lacrime iniziano a rigargli il viso prima che io possa alzarmi in piedi. Lo vedo avvicinarsi. Intrappolarmi in una morsa d’acciaio e baciarmi con foga. Non una bacio casto. Un bacio che è carico di amore e passione. Il mio cuore perde innumerevoli battiti prima di venir rimesso a terra e liberato. «Cazzo si! Si. Si. Si.» urla prima di ribaciarmi di nuovo, questa volta piu’ dolcemente e castamente. Quindi ha detto di si. Era un dannato si. Sorrido come un demente prima di allontanarmi da lui di mezzo centimetro e urlare dalla felicità. Jimmy ride come un demente ma non smette di riprendere. 
«Signore e signori questo bel fusto è tolto dalla piazza. E’ UFFICIALMENTE MI….!» vengo interrotto da Matthew che mi ribacia di nuovo. Sta cercando di rilassarmi e ci riesce alla stragrande. Le sue mani che mi intrappolano in quella stretta cosi bella da essere illegalmente sexy. 
Mi sta dimostrando i suoi sentimenti in quel momento. E’ agitato perché sta tremando. E’ innamorato. E’ un sacco di emozioni insieme che ora mi sta trasmettendo, ed io sto trasmettendo a lui, tramite un bacio. 
«Allora ci sposiamo..» verbio non appena mi lascia cinque secondi per respirare. 
«Allora ci sposiamo.»  mi rassicura del tutto prima di abbracciarmi e infilare il suo viso nell’incavo del mio collo. Si sta godendo tutta la magnificenza di quel momento. Un altro bacio e poi decidiamo di dedicarci agli spettatori. 


Sospiro prima di aver rivissuto quel bellissimo flashback. Quanto tempo che è passato e soprattutto quante cose abbiamo affrontate da quel momento. Il periodo più difficile è stato quando la maggior parte dei fan che non erano in America vennero a sapere della nostra relazione e del nostro matrimonio. 
Ci sono stati fan che ci hanno amato ancora di più, altri che ci hanno abbandonato ed altri che si sono aggiunti. Ci siamo beccati degli insulti da parte di giornalisti e scrittori ma la maggioranza dei media e dei fan ci ha sempre supportato. Infondo volevano solo che noi stessimo bene e che fossimo felici. E cosi è stato. Mi guardo la fede prima di iniziare a giocarci, beh è passato tanto tempo. Alzo lo sguardo dal tavolino della cucina e noto Matthew che sta dormendo. Bell’anniversario. Mio marito dopo tre ore di play si è addormentato sul divano e credo li rimarrà per il resto della serata. Rubo una sigaretta dal pacchetto, l’accendo ed inizio tranquillamente a fumarla. Tempo fa Matthew parlava di adottare un bambino. Sono sempre stato contrario all’adozione, non perché non voglio che si adottino i bambini ma perché proprio non vado d’accordo con loro. C’è una sorta di odio fra me ed i bambini. Non ci sopportiamo. 
Eppure mio marito dopo mesi e mesi di litigate, discussioni e dopo un inganno per farmi firmare le carte di adozioni mi ha convinto. Non gli ho parlato per mesi perché quello che aveva fatto andava oltre l’inganno però alla fine mi sono affezionato a questo bambino che ora è mio figlio. 
I miei pensieri vengono interrotti dalla voce del mio baby che mi chiama. 
«Papà ho sonno» sbadiglia prima di portarsi le manine agli occhi e stropicciarseli, spengo la sigaretta nel posacenere in modo che dopo riesca a riaccenderla e finire di fumarla. Mi chino e lo prendo in braccio. 
«Allora tesoro, andiamo. Vuoi portare anche Orso con te?» gli domando tranquillamente prima di sorridere, mi si accoccola contro il petto prima di guardare Matthew. Si perché per chi non lo sapesse Orso è il soprannome di Matthew in questa casa. 
«No papà, Orso lasciamolo dormire..» poggia la testa nell’incavo del mio collo prima di continuare «papà.. dormi con me?» la sua vocina mi fa sorridere ancora di più. Lo abbraccio prima di entrare in camera sua e farlo sedere sul letto. 
«E va bene, allora cambiamoci e andiamo a dormire nel lettone ti va?» ecco alla parola ‘’lettone’’ al piccolo iniziano a brillare gli occhi. Si spoglia di fretta e furia e si mette il pigiamino che è praticamente un paio di pantaloncini suoi e una mia maglia. Ama addormentarsi con qualcosa che abbia il mio odore addosso. Sorrido prima di riprenderlo in braccio e portarlo in camera da letto. La mia camera da letto. 
Appena arrivati lui si posiziona al centro, sorridente come una pasqua. Sento il suo sguardo su di me non appena mi tolgo la maglietta. 
«Papà?» mi chiama, tranquillamente mi giro rimanendo in boxer davanti a lui prima di infilarmi una maglia di un paio di taglie più grandi. Almeno cosi sto comodo. «Papà ma.. di chi sono quelle mani tatuate?» al piccolo gli ho sempre detto che questo tatuaggio aveva una significato importantissimo per me. «..e quella zampetta?» a volte mi sorprendo per quanto è tonto e attento, insomma si capisce che ha preso l’esser tonto da Matthew. Lui neanche se glieli dici direttamente le cose non capisce. Sorrido prima di avvicinarmi a lui e alzare la maglietta. 
«Allora.. ti spiego, questa» il tatuaggio raffigura due mani, una grande di un uomo, una di un bambino e poi una zampetta. E’ situato sulla schiena, al centro proprio e sono rispettivamente di Matthew, di Andrew e di Pinkly. Quella a cui mi riferisco ora è la più grande «è del tuo papà che sta dormendo di sotto, questa..» indico quella al centro «..è la tua, tuo padre ha fatto il calco il primo giorno che ti abbiamo preso e alla fine ho deciso di tatuarmi quella al posto di queste manone che hai ora..» ridacchia divertito prima di alzarsi dal letto e avvicinarsi a me. Ci passa innumerevoli volte la mano sopra, vuole sentire davvero tutto. Alla fine si ferma sull’ultima impronta rimasta. 
«Questa è di Pinkly vero?» sorride prima di guardarmi, sbadiglia ma continua a guardarmi. 
«Esatto è la sua.» nel momento in cui lui inizia ad annuire e si rimette sul letto sdraiato, arriva la piccolina di cui stavamo parlando in quel momento «Eccola qui il nostro amore..» mi chino a prenderla prima di posarla sul letto. «Direi che ci siamo tutti per dormire..» mormoro prima di sdraiarmi e sentire che Andrew si sdraia su di me. Si fa piccolo piccolo, cercando di assaporare più che può il mio profumo. Lo abbraccio tranquillamente prima di sentire dei passi provenire dalle scale. Socchiudo gli occhi cercando di non pensarci ma non appena si apre la porta apro gli occhi. Matthew si è deciso ad alzarsi dal divano, secondo me solo per fare un cambio di postazione e continuare a dormire a letto. 
«Ehi..» la voce è impastata dal sonno, scosta le coperte prima di infilarsi anche lui a letto. «Scusa per oggi..» mormora prima di bloccarsi. Non sa che fare ed ha paura di far qualcosa di sbagliato. 
«Fa niente amore, l’importante è che sei qui.» mormoro prima di sentirlo muoversi e avvicinarsi a me. Alzo di poco il collo prima di sentire un suo braccio farmi da cuscino. Mi tira a se facendo attenzione a non svegliare Andrew. Mi bacia sulla guancia, aspettando il momento in cui io mi giri verso di lui e nel momento in cui lo faccio lui mi bacia con passione. 
«Buon anniversario amore mio..» mi sussurra ancora sulle labbra, non vuole allontanarsi e neanche io voglio. «..ti amo.» mi da un’altra serie di baci alternati fra stampo e con la lingua prima di avvicinarsi e socchiudere gli occhi. Si gira del tutto verso di me, incrociando le sue gambe con le mie e lasciando il suo braccio libero sulla parte del mio corpo che non è coperta dal corpicino di nostro figlio. Cioè fra l’ombelico e il mio ventre.
«Ti amo anche io Matthew..» lo bacio sul naso prima di socchiudere gli occhi. Ripenso a quel giorno in cui Mather ha portato a casa per la prima volta. La mia reazione, forse esagerata per quella situazione. Le litigate per quella che era stata una sua e non una nostra decisione. I ragazzi della band furono entusiasti dell’adozioni ma io no. Ero l’unico a non essere felice. 

Era martedì quando Matthew portò a casa Andrew, me lo ricordo perché avevo finito la mia maratona di film fantasy e non volevo avere rompimenti per tutto il resto della giornata. Nel momento in cui aveva messo a posto tutto il salotto e ripulito dalle briciole, nel momento in cui mi stavo per rimettere sdraiato sul divano il campanello suonò. Andai ad aprire e vidi Matthew sorridere come un demente. Si vedeva, sprizzava gioia da tutti i pori. Mi sorrise e mi baciò con tanto di lingua. Niente di strano finché portò le sue mani sui miei occhi. 
«Vieni piccolo..» mormorò subito dopo. In quel momento rimasi di stucco. Chi stava chiamando con il soprannome “piccolo”? Rimasi al mio posto, cercando di capire quel che potevo ma niente e nessuno mi davano una spiegazione. «Brian devo dirti una cosa..» mormorò subito dopo lasciandomi andare. Davanti a me c’era Matthew e tutta la band. Li guardai con una certa curiosità prima che il mio migliore amico uscì dal gruppo con un bambino in braccio. «..sei papà ora.» 
Fu l’unica cosa che riuscì a dire prima che riuscissi a prenderlo. Agii d’istinto, senza neanche rendermene conto gli diedi un cazzotto in pieno viso e mandai tutti a fanculo. Ero incazzato come pochi. Matthew non cercò di inseguirmi ne rincorrermi. Sparii per un giorno intero fu Jimmy a trovarmi. Sul molo di Huntington Beach a fumarmi una stecca di sigarette comprate precedentemente al tabacchi. Ero arrivato già al terzo pacchetto quando mi salutò e si mise affianco a me. Non disse niente. O meglio in quel silenzio c’erano mille parole che nessuno riusciva a sentire tranne noi. 
«..ok. ho capito.» mi alzai tranquillamente prima di racimolare tutto quello che avevo e sentirlo che mi seguiva. Dietro di me come un’ombra. «Mi avete tradito cosi.. ti odio.» mormorai prima di sentire lui sospirare. Sono sicuro che se lo aspettava e infatti non disse più nulla. Se ne stette zitto durante tutto il tragitto fino a casa. Rientrato in casa notai i ragazzi giocare con Andrew. Lui sorrideva e scorrazzava mentre io avevo una rabbia addosso che non potevo ne riuscivo a esternare. Salii le scale e rimasi nella stanza in cui avevo le chitarre, l’unica che stanza insonorizzata della casa. L’unica in cui mi riuscivo a sfogare quando ero carico di emozioni. 
Non so quante ore passarono da quando ero tornato a casa ma fu mio marito ad interrompere l’assolo di Dear God che stavo facendo. Non lo guardai in faccia. Non ci riuscivo ero troppo incazzato per la scelta che aveva fatto. Non mi aveva neanche interpellato, o meglio lo aveva fatto ma sotto inganno. 
Lo sentii parlare per circa dieci minuti ma non lo ascoltai veramente. 

«Brian dimmi qualcosa, ti prego.» mormorò cercando il mio viso. Abbassò il volume dell’amplificatore prima di avvicinarsi a me. 
«Ti odio. Vattene da qui.» mormorai lasciando che l’amore verso di lui scomparisse del tutto, tramutai le emozioni positive in negative cosi da fargli capire quanto mi aveva deluso e ferito dentro. Non disse nient’altro, si alzò e se ne andò. Dormivo sulla poltrona che c’era in stanza, mi lavavo di notte, mi preparavo dei panini quando Matthew non c’era cosi da esser rifornito nel caso avessi fame. 

Fu dopo trentatré giorni che Rev decise che cosi non si poteva andare più avanti. Entrò di scatto nella stanza, staccò tutte le chitarra e iniziò a fa buttare fuori cibo e vestiti sporchi. 

«Ora te, BRIAN ELWIN HANER JUNIOR TI ALZI DA QUESTA CAZZO DI POLTRONA.» mi svegliò cosi senza neanche avvisarmi. Aprii gli occhi e nel vederlo mi immobilizzai. «Non mi frega un cazzo che mi odi. Non mi frega un cazzo che sei arrabbiato. Hai avuto un settimana per smaltire. Hai un cazzo di marito che ti sta aspettando giù ed un fottuto bambino che non sa neanche com’è fatto il tuo viso. Non conosce la tua voce e non sa come sei fatto. Ora giuro su dio o chiunque ci sia li sopra le nuvole che se non ti alzi immediatamente che la prima cosa di te che vedrà tuo figlio sarà il tuo naso rotto e il tuo viso pieno di sangue.» mi alzai prima di guardarlo. Serrai la mascella, incrociai le braccia al petto in segno di sfida e lo guardai in cagnesco. «Benissimo.» si avvicinò a me quanto basta per bloccarmi. In quanto a forza lo battevo infatti lo vidi solo fare un passo e sorridermi. «Sei cosi coglione che non ti rendi conto quando cazzo sei patetico.. sai?» stava giocando sporco e puntava sull’orgoglio. «Brian c’è un bambino che chiede di te. Si domanda perché non vuoi parlargli. Mi ha chiesto piangendo se lo odiavi. Se gli avevi fatto qualcosa. Per dio ha paura. Lo stai spaventando. Sai che non riesce a dormire perché di notte ti sente mentre mangi e ti fai la doccia? Lo sai terrorizzando.» a quelle parole mi sbriciolai. Il mio mondo crollò su se stesso. Avevo un bambino. Lo stavo terrorizzando. Non dormiva a causa mia. Abbassai lo sguardo cercando di mettere a posto tutti i pezzi. Serrai la mascella e cercai di non piangere avanti a lui. Gli occhi lucidi mi appannarono la vista mentre il labbro inferiore iniziò a tremare. Avevo un bambino. Avevo un dannatissimo, cazzo di bambino. 
«Ok..» tirai su di naso prima di ricompormi. Asciugai gli occhi, feci un bel sospiro prima di uscire dalla stanza. Iniziai a camminare per le scale ma.. mi bloccai nel momento in cui vidi Matt giocare con quel bimbo tutto sorridente. Mi sedetti sulle scale e rimasi li a fissarli. Rev si mise vicino a me, sorridendo e guardando la scenetta. 
«Gli manchi. Quel bambino ti ama pur non avendoti mai visto.» mormorò prima di ritornare nel silenzio. Il mio silenzio. Avevo paura di non essere abbastanza in quel momento. Matthew sembra cosi bravo e felice che.. io a confronto ero solo un ragazzino. Non sapevo gestire la situazione. Non sapevo che fare. Mi nascondevo e basta. Avevo passato un mese e tre giorni rinchiuso nella mia stanza della musica lasciando vivere gli altri. Io invece mi ero bloccato e non sapevo che fare. Andrew in quel momento mi notò. Sorrise e scese da Matt. Si fece aiutare a scendere dal divano prima di venire verso la rampa di scale. 
«Papà!» gridò sorridente prima di iniziare a salire le scale. Io rimasi li fermo, a guardare quella palla di pelo e ossa venire verso di me. Ogni tanto inciampava, non si lasciava abbattere e continuava ad arrampicarsi sulle scale prima di toccare con una mano il mio piede. Lo guardai. Non dissi nulla. Quel tocco era caldo, trasmetteva amore. Mi riscaldò dentro. Si vidi arrampicarsi sulle mie gambe prima di abbracciarmi e darmi un bacio sulle labbra. Era cosi che salutava Matthew. Li avevo sbirciati una sera, prima che andassero a dormire. Mi sorrise e continuò ad abbracciarmi forte. «Papà!» persi il conto di quante volte lo disse. So solo che mi stava trasmettendo un’emozione che mi rendeva felice e mi spaventava allo stesso tempo. 


Dopo circa 5 mesi riuscii a dirgli ‘’ti voglio bene’’. Era stato un processo lungo e soprattutto con molti ostacoli ma alla fine ce l’avevo fatta. Avevo accettato di aver adottato insieme a mio marito un bambino e soprattutto avevo accettato di amarlo sopra ogni cosa. 
Andrew, Matthew, Pinkly e la mia band erano diventati la mia vita ora. Tutta la mia vita. 


Sospirai ancora trovandomi a fissare il soffitto della mia stanza dal letto. Accanto a me avevo Matthew, sopra avevo Andrew, ed invece ai piedi c’era Pinkly. La mia famiglia. Tutta riunita in una sola stanza. Sorrisi felice. Ora si che avevo tutto dalla vita. Ero amato ed amavo. Suonavo con i miei migliori amici e continuavo la carriera da chitarrista che sin da piccolo avevo sempre sognato. Richiusi gli occhi cercando Morfeo.
 Mi raggiunse subito dopo avermi fatto ricordare un ricordo davvero divertente. 
Andrew ed io che litigavamo per una caramella e Matthew che cercava di dividerci. Per consolazione ci comprò un sacchetto pieno di schifezze a testa. Ridacchiai prima di chiudere gli occhi e riuscire finalmente ad addormentarmi per davvero. 
 
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Ed insomma si. Avevo in mente di scriverla da tempo.. probabilmente diversa da come l'ho scritta ora però vabbè. 
E' un'altra Bratt, so che non è il massimo. 
Io sono disagiata perché queste cose me le sogno anche. 
Chiedo venia per gli orrori che ci saranno, l'ho corretta piu' di una volta ma sicuro qualcosa è rimasto. 
Fatemi sapere se vi piace o no. 
La vostra iwo.

Ps: questo è uno dei due regali di Natale che vi faccio :3

 
  
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