Libri > La ragazza drago
Segui la storia  |       
Autore: Nephilim13    23/12/2013    8 recensioni
Sofia è scappata per proteggere coloro che più ama, i suoi amici, da se stessa.
Nida le ha rivelato un terribile segreto sul suo conto, e la ragazza lascia la sua casa e i suoi amici per difenderli dal Male più assoluto. Per difenderli da se stessa e la sua maledizione.
Per difenderli da ciò che ha scelto di essere per proteggere lui, per proteggere l'amore della sua vita.
L'amore genera sacrificio.
Il sacrificio, dolore.
Il dolore, vendetta.
"Sofia si avvicinò alla flebo che una volta era attaccata al suo polso, staccò l'ago e tornò dalla sua preda. Si inginocchiò accanto a lui e fece scorrere con forza l'ago sul suo collo, facendo sgorgare sangue a fiotti. Con un sorriso di vittoria, la sua bocca raggiunse il punto dove il sangue zampillava."
Genere: Azione, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fabio, Georg Schlafen, Nidafjoll, Sofia, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Pensate che Nida sia stata sincera? Che Sofia sia davvero sua prigioniera? - chiese Lidja, ancora un pizzico di speranza nella voce e nel cuore. 
-Non avrebbe senso mentire, Lidja. E poi ha detto che ce l'avrebbe fatta vedere. - rispose Fabio, la speranza assente come il sole di notte, la voce flebile come quella di un uccellino al quale hanno appena strappato le ali. Perchè era così, in fondo: Sofia era il suo tutto, l'unica possibilità che aveva per poter spiccare il volo verso la felicità. E ora volevano togliergli anche quella. No, non l'avrebbe permesso. Il gruppo di Draconiani era riunito nel cielo di Roma, tutti con un'unica meta quando il volo sarebbe finito: salvare Sofia. Fabio era in testa al gruppo, mentre gli altri facevano fatica a stargli dietro, tanto volava veloce. Nida aveva telefonato qualche ora prima, raccontando tutta la verità, ovvero che Sofia era stata nelle sue mani per tutto questo tempo. Per ben due mesi, maledizione! Se solo pensava a cosa avevano potuto farle, un istinto omicida si scatenava in lui.
Avrebbe dato qualsiasi cosa, anche l'anima al diavolo se questo avesse avuto come risultato poterla  riabbracciare di nuovo. Poter di nuovo toccare quei suoi ricci rosso fuoco, accarezzare la sua pelle di porcellana, contare le lentiggini sul suo viso, perdersi in quei suoi occhi verdi, baciare...
-Ma come diavolo abbiamo potuto essere così stupidi? - fece Karl, che ancora non riusciva a capacitarsi, interrompendo il filo dei suoi pensieri. -Credere che Sofia fosse scappata così, con un semplice bigliettino con su scritto: "Addio. Vi vorrò sempre bene. Sofia."?!
-Visti i precedenti, era stato facile crederlo, Karl. - rispose Lidja, piena di rammarico e pentimento. 
-Adesso non serve incolparci. 
-Ewan is right. - constatò sua sorella nella loro lingua madre. -The only thing che importa adesso è arrivare al cimitero.
"Aspettami, Sof" , pensò Fabio. "Sto arrivando a salvarti. E stavolta non ti lascerò andare. Mai più.

Sofia batteva compulsivamente il piede contro l'asfalto, stufa di aspettare: Nida era in ritardo di un quarto d'ora. Stava ormai calando la sera quando le arrivò un SMS.
"Cambio di programma" – scrisse Nida. "Vediamoci al cimitero tra dieci minuti."
Sofia sbuffò, irritata e contrita. Ma che diavolo stava combinando quella vipera?
Si mise gli occhiali da sole sulla testa, visto che se li avesse tolti non avrebbe avuto dove metterli.
Prese la metropolitana e arrivò al cimitero, che a quell'ora era ormai chiuso. Il cancello era alto circa tre metri e non c'era modo di scavalcarlo. Sofia si guardò intorno con circospezione, accertandosi che nei paraggi non ci fosse nessuno. Tirò fuori gli artigli e li usò per scassinare il lucchetto, quindi li ritirò ed entrò, richiudendo il cancello dietro di sè. Rabbrividì: cominciava a far freddo. Il cimitero era buio e non una luce rischiarava la silenziosa oscurità che avvolgeva quel luogo. Sofia trasferì raffiche di potere negli occhi, che le permisero di riuscire a vedere chiaramente al buio come un pipistrello. Si incamminò lungo la stradina lunga e stretta che si trovava al centro del cimitero. Ai lati, un rialzo di cemento e sopra di esso centinaia e centinaia di tombe. 
Sofia sentì una goccia d'acqua andare a bagnarle la punta del naso: alzò la testa e altre gocce le ricaddero su tutta la faccia. Stava per piovere. Poi, notò una figura avanzare verso di lei.
Era una sagoma alta e magra, con dei ricciolini che gli incorniciavano la faccia messa in ombra. 
Il respiro rimase bloccato nella gola di Sofia: non poteva, non doveva essere lui.
Il cuore di Sofia si bloccò di colpo contemporaneamente alla sagoma, come se improvvisamente si fosse ritrovato circondato da mura invisibili e invalicabili. Rimasero così, come nella scena di un film: entrambi immobili sotto la pioggia che aumentava sempre di più, il cuore che aumentava di un battito ogni goccia che toccava terra. Finchè la sagoma non parlò.
-Il cimitero è chiuso. 
Sofia espirò bruscamente, mandando al diavolo la sua immaginazione del cavolo. Perchè mai l'amore della sua vita sarebbe dovuto essere al cimitero? 
-Come ha fatto ad entrare? - chiese il giovane custode del luogo, che evidentemente aveva appena finito il suo ultimo giro di controllo e stava per tornarsene a casa. Prima ancora che Sofia aprisse bocca, qualcuno la precedette e parlò al suo posto.
-Siamo rimaste chiuse dentro, potrebbe farci uscire? - disse con voce suadente e ammaliante.
Sofia congelò Nida con lo sguardo, ma lei non la degnò di un'occhiata. Il suo sorriso sensuale era tutto dedicato al guardiano. Sofia ringraziò di non aver ancora mangiato nulla quella sera.
Il guardiano le superò e si avvicinò al lucchetto, mettondocisi ad armeggiare, credendo che fosse ancora chiuso. Nida si mise dietro di lui e posizionò le mani sulle orecchie del ragazzo, pronta a spezzargli il collo, ma Sofia non le lasciò strada spianata: spalancò le ali e le saltò addosso, e la stese sotto di lei riuscendo a coglierla di sorpresa.
-Scappa – gridò al ragazzo, che era rimasto a osservare come se stesse guardando la scena di un film horror. Immaginò come dove sentirsi: trovarsi all'improvviso davanti una ragazza che tirava fuori un paio di ali verdi, e un neo sulla sua fronte che si illuminava del medesimo colore.
-Và! - quasi ruggì. Il riccio non se lo fece ripetere due volte che scappò via a gambe levate, come se un leone affamato gli stesse correndo dietro.
-Non cambierai mai. - sospirò Nida, dopo che entrambe si furono alzate. La viverna si spazzolò via la polvere dai vestiti con la mano. Sofia soffocò l'impulso di cavarle gli occhi con gli artigli e tornò normale, la parte posteriore della felpa ridotta a brandelli. 
-Sexy. - fischiò Nida, che come risposta non ricevette altro che un'occhiata di fuoco da parte della Draconiana. 
-Perchè mi hai chiamata? - chiese, calandosi il cappuccio e lasciando uscire i selvaggi ricci rossi. Prese gli occhiali da sole e li gettò per terra: ne avrebbe comprato un paio nuovo, tanto le sue spese le pagava tutte Nida.
-Dovrai tornare a casa dai tuoi amichetti e lavorare per me da lì.
Il cuore di Sofia si divise in due parti: una contenta e una disperata. Quella contenta, lo era perchè avrebbe rivisto la sua famiglia, l'avrebbe riabbracciata. Quella disperata... lo era perchè nessuno sarebbe potuto venire a contatto con le sue labbra, con le sue lacrime o con il suo sangue. 
-Non possiamo continuare così? Come stiamo facendo adesso?
-Non sei contenta? Rivedrai finalmente il tuo Fabio...
-Stronza. - fece Sofia, la rabbia che le ribolliva nelle vene, pronta a esplodere come un vulcano.
La possibilità di cavarle gli occhi diventava via via più invitante.
-Ripetimi perchè non ti ho ancora ucciso. - disse Sofia, cercando di usare tutto l'autocontrollo che aveva a disposizione, e per farlo doveva sentirselo dire, ancora una volta.
-Perchè non ne sei grado, e anche se ci riuscissi attiveresti la maledizione nei confronti dei tuoi amici verso di te.
Sofia fece un profondo respiro e cercò di darsi una calmata, quindi chiese cosa avrebbe raccontato.
-Che sei stata mia prigioniera per tutto questo tempo. 
-E che sono riuscita a scappare. D'acc...
Nida scosse la testa ridendo. -No. Loro ti salveranno. Stanno arrivando qui per salvarti.
-Salvarmi da che cosa? - chiese Sofia, che cominciava a spaventarsi.
Lo sguardo di Nida si fece famelico. -Da me.

-Siamo arrivati. - annunciò Fabio mentre iniziava l'atterraggio. Gli altri lo imitarono e toccarono terra tutti e cinque all'unisono. Si guardarono intorno con attenzione, pronti a notare ogni più piccolo movimento nel loro raggio d'azione. Si divisero. Fabio avanzò lungo il sentiero e lo percorse tutto, gridando ai quattro venti il nome di Sofia. 
Quando cominciò ad intravedere il cancello, le sue orecchie acuite dal potere dei Draghi udirono l'eco una risata femminile rimbombare in tutto il cimitero.Si bloccò, guardando freneticamente da un lato e dall'altro per cercare di capire da dove la risata di Nida provenisse. Poi, dalla penombra, ecco comparire la sua figura snella e slanciata.
-Da come gridi il suo nome – urlò, beffarda -immagino che tu stia cercando il tuo amore.
-Dov'è lei, Nida? - le ringhiò in faccia Fabio. Si era avvicinato a lei e ora tra loro la distanza era di qualche centimetro. Nida sorrise.
-Fabio.
L'interpellato voltò la testa verso dove aveva udito quel mugolio sommesso e lì la vide.
Legata ad una tomba con il busto, le mani e le caviglie tenute ferme da una corda, la felpa e il jeans a brandelli, graffi profondi sulla faccia e sugli arti. Il cuore di Fabio risanò di gioia: la sua Sofia era ancora viva. Incurante della viverna, corse verso di lei e la slegò velocemente. Mentre lo faceva, ripeteva continuamente il nome della ragazza, cercando di tenerla sveglia. Batteva le palpebre freneticamente, come se le bruciassero gli occhi,  la fronte era imperlata di sudore, la felpa intrisa di sangue nei punti vicini agli strappi. Fabio gettò un'occhiata a Nida, la quale se ne restava lì impalata, braccia conserte ad osservare la scena. Lei notò il suo interrogativo e rispose allo sguardo con una scrollata di spalle.
-Puoi prendertela. Tanto ormai non mi serve più. - E sparì in una nuvola di fumo nero con una schioccata di dita.
-Lidja! Karl! - chiamò Fabio, con tutta la voce che aveva in corpo. Quelli accorsero dopo qualche secondo, seguiti dai due fratelli MacAlister. Non appena Lidja notò che il petto del corpo sanguinante di Sofia si abbassava e si alzava, seppur lentamente, lacrime di gioia le rigarono il volto. 
-Sof, Sof. - la chiamò. Quella aprì gli occhi con un evidente sforzo e le sorrise debolmente.
-Sapevo che sareste arrivati. - bisbigliò.
-Adesso andiamo a casa. - le disse Fabio con voce dolce e rassicurante. -Il professore ci aspetta.


Angolo autrice.
*Alla Bruno Vespa* Saalve! *Si strofina le mani*
Bene, bene. Come vi avevo promesso, il capitolo è mooolto più lungo rispetto al prologo,
anche se non ne sono molto soddisfatta onestamente :\
Dedico questo capitolo a tutte quelle sette anime buone che hanno recensito
quel capitolo di qualche righetta e che mi hanno pregato di continuare la storia.
Ho voluto aggiornarlo stasera in modo da poter fare anche gli auguri di buone feste
a tutto il fandom di EFP della Ragazza Dragom quindi...
Buone feste a tutti voi, Draconiani!
Spero recensirete in tanti e vi aspetto al prossimo capitolo!
N13
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > La ragazza drago / Vai alla pagina dell'autore: Nephilim13