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Autore: lalad5    24/12/2013    1 recensioni
Fairy Oak è finalmente in pace. Ma se il male non se ne fosse andato per sempre? Se il dubbio si insinua anche nei cuori più puri? E se le certezze su cui avete costruito la vostra vita vi facessero vacillare? E avrete a forza di non cadere giù?
* * * * *
Il cuore mi si spezzò, sentì il crack. Non tanto come quando si rompe una specchio ma piuttosto quello di un pezzo di legno. Lui era lì che mi guardava. Non piansi, non mi buttai a terra battendo i pugni pregandolo di rimangiarsi tutto, non gli urlai contro cose che non pensavo, dandogli la colpa di tutta quella situazione, del colore del cielo o persino dell'esistenza dell'universo, qualsiasi cosa pur di non sentire il silenzio che si era creato tra noi. Ma non feci nulla. Non ne avevo la forza. La mia mente era svuotata. Immobile nella neve che aveva dolcemente cominciato a cadere dal cielo. Mi girò le spalle e se ne andò. Mi lasciò lì, col mio mantello scuro che risaltava sulla neve candida che aveva cominciato ad imbiancare il prato. Col freddo che mi circondava. Dentro e fuori.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Pervinca Periwinkle, Terribile 21, Un po' tutti, Vaniglia Periwinkle
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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Bei momenti si fa per dire.
Quel giorno era troppo afoso per i miei gusti. Mi ero alzata presto quella mattina. Presto. Io che al massimo mi alzavo solo perchè qualcuno mi buttava giù dal letto e/o mi prendeva a cuscinate e/o mi portava qualche kilo di dolci appena sfornati della Bottega delle Delicatezze. E ovviamente nessuna di queste opzioni mi faceva venir meno la voglia di far sparire o far cambiare posto a qualcosa della faccia del suddetto, anche se per la terza possibilità mi sarei limitata a trasformarlo in quacosa che striscia, possibilmente il più piccolo possibile e molto viscido. E quindi che nessuno osi dire che Pervinca Periwinkle non fosse buona e caritatevole. Ma ritornando a quella mattina forse sarebbe stato meglio dire che non mi ero andata proprio a coricare. Ero stata piuttosto occupata a rispettivamente: fissare il soffitto, fissare Rex, fissare una macchiolina inesistente sul tappeto, fissare una macchiolina inesistente sulla scrivania, avevo fatto un giro in volo per la casa, contato più volte le assi del pavimento della cucina ed infine disperata ero arrivata persino ad ordinare il mio armadio. Semplicemente sconcertante. Mah, dopotutto anche se mi ero data dell'idiota per non avere dormito neanche un secondo almeno un trilione di volte, fatto piuttosto evidente grazie a delle occhiacce viola da fare spavento che spiccava sul mio volto (per le quali guardandomi allo specchio avevo bestemmiato in tutte le lingue conosciute e non), quello era il giorno del mio matrimonio! Cazzo! Okay, ci stava parecchio. Alle nove casa mia era stato investito da uno stuole di donne sovraeccitate che proprio in quel momento creavano un baccano assurdo, cercando di sistemarmi il vestito, urlandosi da una stanza all'altra se per caso qualcuna si fosse ricordata di mettere questo o quello sul tavolo, se i fiori erano del giusto colore, se le panche fossero state lucidate bene o qualsiasi altra cose che passasse loro per la testa (chiedendo la stessa cosa anche quattro, cinque volte) per poi puntalmente finire col scapiccolarsi da qualche parte per quella cosa superurgente senza che poi fosse necessaria ma per colpa di un fraintendimento, cosa che aveva fatto salire i miei livelli di adrenalina e ansia a livelli mai sperimentati da un essere umano, e mai soprattutto da me. Verso le due e mezza dopo che persero una quantità di tempo assurda per i miei capelli che anche se erano corti non volevano proprio saperne. La cerimonia si sarebbe svolta sotto Quercia perchè era stata invitata tutta Fairy Oak, e vedendo come era stata addobbata la piazza non potei evitare di farmi scappare una lacrimuccia. Una sola però, ero pur sempre la dura io. Non che in quel momento fossi molto credibile visto che alla famosa lacrimuccia ce ne erano un altro bel po' pronte a seguire l'amica. Bastarde. Quercia era così contenta di avere tutte quelle persone ad ascoltarla che non la finiva più di parlare col suo vocione e vidi non poche persone che pensavano seriamente al suicidio oppure alla fuga. Appena cominciarono a notarmi tutti si zittirono e si alzarono. L'unica cosa che seppi fare fu deglutire piuttosto sonoramente, tentare di non inciampare da qualche parte facendo la figura della deficiente e aggrapparmi a mio padre come se stessi per andare al patibolo. Eh che cavolo, stavo andando a sposare l'amore della mia vita, non ad una esecuzione! " la tua " ci tenne parecchio a puntualizzare una vocina nella mia testa che prontamente provvedei a zittire prima che me la dessi a gambe. Non che il mio orgoglio me lo avrebbe permesso, sia ben chiaro. Ma tornando dalle mie elucubrazioni mentali il passare accanto alle panche degli invitati aveva fatto scattare una commozione generale (celebrale) che portò mia madre a scoppiare in lacrime consolata da una zia Tomelilla con gli occhi lucidi anche se non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura. " mi sa che oggi sono diventati tutti matti ". I miei occhi incrociarono quelli di Grisam e non si staccarono più. Certe volte mi chievo cosa ci avesse visto in me che avevo un brutto carattere, litigavavo spesso senza nessuno motivo per poi tenere il broncio per un bel po', io che ero lunatica da fare schifo, mentre lui era bello, popolare, capitano di qualsiasi cosa. Diciamocelo chiaramente: un gran di fico. Era così bello in smoking, perfetto. Arrivata davanti a lui tutto andò per il verso giusto. Lui era la mia roccia, la mia oasi, il mio rifugio sicuro. Il mio tutto. Fu senza dubbio il giorno più bello della mia vita.
  
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