Fare sesso nascosti in un cesso, fumarsi una Marlboro e dopo l’amplesso…
La mattina. Mi sveglio. Tu dormi ancora. Il tuo odore. Quell’odore. È pieno di te, travolgente e variegato. Aprire gli occhi e vedere te, accanto a me. La tua aria innocente ma da stronzo che mi desidera, mi desidera più di ogni altra cosa in quel momento. Accendersi una sigaretta, vedere la tua mano che si avvicina al mio viso e, dopo avermi tolto la sigaretta da quella mano, la stessa mano che ti ha accarezzato tutta la notte e che vorrebbe toccarti, ancora, osservare i tuoi movimenti, lenti ed estremamente sensuali. Sfiori la mie dita fredde per prendere quella sigaretta. Ti scruto, non voglio perdermi neanche un minimo particolare. Le tue labbra, morbide e carnose, che aspirano la mia stessa aria tossica. Il fumo che ti esce da quella meraviglia di bocca. Lo spingi fuori come se dovessi dimostrarmi qualcosa, mentre mi guardi. Uno sguardo intrigante e pieno. Uno sguardo che mi fa sentire al sicuro. Ha lo stesso potere delle braccia che mi hanno tenuto stretta tutta la notte, e che vorrebbero stringermi ancora. Mentre aspiro e sputo quel maledetto cancro non posso fare a meno di pensare a quella notte, e a quella prima, e mi domando se sono abbastanza per te e se tutto ciò che mi hai detto era sincero. Mi basti, mi basti tu. I tuoi baci, il tuo accarezzarmi le gambe, il tuo sorriso. Mi uccidono ma allo stesso tempo mi fanno stare bene, anzi benissimo. Ho rinunciato all’amore forse perché non ne ho avuto mai. Forse dovrei smettere di essere così cinica a fredda e aprirmi, aprirmi a te. Togliere il lucchetto da sto cuore, a cui piace fare l’indifeso.