Wallflower.
Oggi inizio così. E voglio dedicare il mio pensiero a quelli come me, quelli che non hanno capito un cazzo, ai confusi cronici che non si sentono capiti. Alle persone che quando sono in mezzo alla gente sembrano e si sentono felicissime, e che, quando sono sole, iniziano a pensare e a struggersi la mente su tutti i perchè da cui sono ossesionate. Noi siamo un branco di scoppiati, una generazione di sconvolti che non hanno santi né eroi. Siamo ereditieri pieni di sogni, che proviamo a realizzare, ma con scarsi risultati, perchè siamo legati alla beat generation e i nostri "idoli", se così si possono chiamare, erano grandi poeti, musicisti e animali da palcoscenico, ma fragili da morire. 
Siamo innamorati dei ricordi, innamorati dell'amore, inteso come ideale, credo. Non so neppure cosa sia il vero amore. Spesso mi chiedo: "sono mai stata innamorata?"
"Alza gli angoli della bocca e lo fa di nuovo. Mi sorride. Gli sorrido."
C'è qualcosa nei nostri sorrisi capace di capovolgere il mondo. In effetti è così. L'intreccio dei nostri sorrisi è megnifico, ma, nonostante ciò, sento addii nell'aria. Fiuto disinteresse. Non capisco che effetto mi faccia quel ragazzo, ma sento le farfalle nello stomaco e inizio a regalare sorrisi. Sono malata, mente contorta senza un filo conduttore. Mi innamoro degli sguardi. 
La sua bocca, i suoi denti, il suo sorridermi. é attento a me e, anche se parlo utopicamente, mi sento protetta e accettata. Sto esagerando, credo.
Quindi ora penso che mi alzerò da qui, andrò a fumare una lunga e intensa sigaretta e continuerò a cercare di capire qualcosa di me.