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Autore: SaraHiddleston    24/12/2013    4 recensioni
“Non vi sembra semplice, non è questo il vostro stato naturale? È la verità taciuta dell’umanità, voi bramate l’asservimento. Il luminoso richiamo della libertà riduce la gioia della vostra vita ad un folle combattimento per il potere, per un’identità. Voi siete nati per essere governati, alla fine vi inginocchierete sempre” dopo queste parole si avvicinò a Sofia.
Troppo vicino.
Così vicino da puntare lo scettro alla parte sinistra del petto di Sofia.
-Tratto dal II capitolo-
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il corridoio era buio, molto più buio dei giorni passati.
Loki si stava facendo spazio in quel posto mentre la sua mente stava vagando nei pensieri più remoti della sua testa. Il piano di conquista di Midgard era magicamente passato in secondo piano. Ora la sua prima preoccupazione era quella di tenere Sofia al sicuro, a qualunque costo.
Tutta quella gente che aveva reclutato sapeva benissimo che non poteva difendere lei come lui avrebbe potuto e voluto. Doveva parlare con Barton.
Quel corridoio aveva l’impressione che non sarebbe finito mai, come in un sogno.
Come aveva fatto Sofia a capitare su Asgard? Quando l’aveva vista a Stoccarda lei non aveva la minima idea di chi lui fosse e poi tutto d’un tratto a lei le è venuto un sogno. Uno strano sogno.
Gli passarono davanti agli occhi tutti quei bei momenti passati insieme. E quel momento in cui solo sua madre poteva vedere la ragazza. Perché?
Un turbine di sensazioni lo stava attraversando. Il bacio di una persona che finalmente lo capisse veramente era la causa del suo sorriso.
Chiunque poteva vedere in quel preciso istante come lui fosse felice. Non solo per il sorriso stampato in faccia ma anche per come si muoveva leggero tra i corridoi di quella struttura.
“Barton!” la figura che stava procedendo nella direzione opposta si fermò improvvisamente e tornò sui suoi passi fino ad arrestarsi in prossimità di Loki.
“Ho bisogno del tuo aiuto”

-

“So di cosa è capace, lo devo seguire. Ad ogni costo” pensò Sofia.
Sapeva veramente cosa stesse per fare, finalmente ora lo capiva. Non voleva che lui rimanesse ferito o anche peggio, morto. Rabbrividì al solo pensiero. Aveva appena trovato la sua metà e non avrebbe permesso molto facilmente a chicchessia di portarglielo via dalle sue braccia. Lo aveva toccato troppo poco, doveva ancora una volta stringerlo a sé per sentirsi veramente amata. Si domandò da dove le uscisse tutto questo coraggio, mai e poi mai avrebbe affrontato un viaggio solo per assicurarsi che una persona stesse male. Quel sogno l’ha illuminata per certi versi sull’intera faccenda.
Mentre i minuti passavano lei continuava a pensare. A pensare a tutto quello che era successo.
Al bacio così perfetto che sognava da una vita e alla sua fuga verso l’ignoto.
La maniglia era così invitante e per quello che stava per fare si maledisse più volte. Il corridoio dove uscì era più scuro del solito, stava per accadere qualcosa. Durante tutto il tragitto non incontrò neanche una persona. Le sembrò tutto alquanto strano poiché tutte quelle persone reclutate da Loki erano sempre al lavoro e non si placavano mai, neanche quando il loro capo non era presente.
Una porta che dava sul corridoio la incuriosì più delle altre e aprendola riconobbe subito chi ne era il padrone. Il colore predominante era il verde. Il letto era spazioso, molto più spazioso del suo, e sulla scrivania c’era un mucchio di carte e cartacce. Si avvicinò per poterle sfogliare e osservò come la sua calligrafia fosse elegante, molto probabilmente prodotto dei suoi studi su Asgard.
Una lettera piegata in due colpì la sua attenzione "Per Sofia".
La aprì e si mise subito a leggerne il contenuto.


"Cara Sofia,
non so se sarai così coraggiosa da leggere questa lettera ma so che perlomeno non te ne starai con le mani in mano ad aspettare il mio ritorno.
Mi hai chiesto cosa mi era accaduto dopo la caduta e con questa lettera spero di poterti rispondere. Sono caduto su un pianeta, uno di quelli quasi abbandonati e del tutto sfruttati, e dopo il primo indebolimento causato dalla caduta mi sono ripreso. Pensavo che quel pianeta fosse disabitato e così mi misi a camminare, ho camminato in lungo e in largo fino a trovare un popolo con cui ho stretto un accordo. I Chitauri sono un popolo estremamente arretrato dal punto di vista sociale ma le loro armi e le loro navi sono avanti anni luce da quelle di Midgard.
Volevo la mia vendetta e volevo anche un regno su cui governare, così stipulai con loro un patto.
Io con il loro aiuto mi sarei preso Midgard mentre loro si sarebbero impossessati del Tesseract, magico cubo che gli interessa più della loro stessa vita. Ma i Chitauri sono solo dei portavoci, il vero capo è Thanos. Se lo deludo o se solo penso di ingannarlo allora lui mi farà sperimentare una nuova forma di dolore. Non ti preoccupare, nessuno può intimidire il dio degli inganni.
Ho un piano e per questo tu dovrai stare tranquilla. Lo so che l’ultima volta che te l’ho detto poi le cose hanno preso una brutta piega ma questa volta devi credermi, siamo la stessa faccia della medaglia e per questo devi fidarti di me.
Sai perché lo scettro non ha funzionato su di te? Perché siamo uguali, siamo destinati a questo.
Voglio solo che tu mi prometta una cosa, non perdere mai la speranza.
Durante il mio esilio non ho mai perso la speranza di poterti vedere un giorno e per questo sono davvero felice. Sei la prima persona che dopo un periodo buio ha fatto apparire un sorriso sul mio viso e ti ringrazio per tutto quello che abbiamo passato insieme.
Tuo Loki."


Le lacrime incominciavano a incombere sulle sue guance, Loki l’aveva ritenuta davvero una persona speciale se le aveva scritto del suo passato a lei invisibile. Una lacrima scivolò dal suo controllo e cadde proprio sulle ultime due parole. Ora sapeva che cosa dovesse fare, doveva andare a New York.
Tutte le carte indicavano New York come meta plausibile per il suo piano e lei doveva andarci.
Mise la lettera in tasca e senza neanche pensarci, si asciugò le lacrime con la manica della maglia e incominciò a camminare.
Alla fine di tutto il giro del caseggiato trovò una porta, la sua salvezza e magari anche quella del suo amato.
Ora restava il problema di come raggiungere New York, lei non era assolutamente di quelle parti ma con l’inglese se la cavava abbastanza bene. Aprendo la porta si ritrovò davanti una moto, le moto le erano sempre piaciute ma non sapeva esattamente come guidarle.
“Ora è il momento di un’azione stupida” pensò Sofia mentre si mise a cavalcioni della moto.
-
Loki si trovava ad un’altezza alquanto elevata e mentre camminava avanti e indietro dal balcone dell’appartamento di Stark si ritrovò a pensare a tutto quello che gli era successo.
Gli Avengers tardavano ad arrivare ed il dr. Selvig era pronto per aprire il portale ad un suo minimo gesto.
Sofia era sempre nei suoi pensieri ora che finalmente l’aveva trovata e non poté fare a meno di preoccuparsi per lei.
Fece un cenno allo scienziato il quale azionò il portale per far scendere sopra le loro teste tutti i Chitauri pronti alla guerra.
La guerra era iniziata.


Eccomi finalmente con un nuovissimo capitolo!
Mi scuso innanzitutto per il tremendo ritardo e spero davvero che non abbiate abbandonato questa FF.
Ringrazio tutti quelli che hanno lasciato una recensione nei capitoli precendenti e anche tutti quelli che continuano a seguire la storia.
Con questo vi auguro un Buon Natale e Felice Anno Nuovo!!!
Baci,
Sara

P.S: scusate per il possibile OOC, ditemi pure tutto quello che vi passa per la testa.
   
 
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