Era
uscita con la sua amica come ogni venerdì sera.
Niente di che, niente di nuovo all’orizzonte. Uscendo di
casa, buttando le
chiavi nel casino della sua borsa non si aspettava nulla. Solo la
solita
routine, il girovagare per locali con lei. Bere, magari ubriacarsi e
poi
tornare a casa più o meno integra. Niente di nuovo, niente
di che. Ma quella
sera il loro itinerario comprendeva un posto nuovo. Il Bazar.
“
non è troppo In per persone comuni come noi ? “
chiese
una delle due ragazze dai capelli mori e ricci vedendo passare davanti
alla
coda dell’ingresso praticamente una modella da catalogo
“
ma no, basta tenere
alta l’autostima “ fece
l’altra con un sorriso
“
parli bene tu, sei bellissima e hai sempre il tuo
corteo di pretendenti “
“
si, certo “ fece l’amica con fare poco convinto
“
perché non sono nata con le gambe così lunghe ?
“
domandò la mora
“
perché se avessi avuto le gambe così lunghe
nessun
ragazzo si sarebbe mai azzardato a baciarti. Paura di rimanere
incriccato con
il collo “
Entrarono
e superato un grande e grosso buttafuori si
avvicinarono al bancone. Dietro, tra bicchieri e bottiglie stava il
fratello
più grande della ragazza che tra le due aveva lunghi capelli
di un rosso
ramato.
“
Derek “ disse gridando sovrastando la musica
“
ehi , vi aspettavo “ disse continuando la preparazione
di un mohito.
“
tutto bene ? “
“
si , voi ? “
“
bene . sai dirci quale tavolo ci hai fatto riservare ?
“
“
si, allora lo vedi quello laggiù nell’angolo ?
quello
lì “
“
dove c’è il tipo coi capelli neri sparati ?
“
“
si, quello lì vicino “
“
grazie, ci vediamo dopo “
Attraversarono
la folla cercarono di arrivare fino al tavolo in
questione. Poi si sedettero e ordinarono. Quando Nicole si voltò
verso il tavolo
accanto che aveva approfittato della vicinanza della cameriera, le
prese quasi
un colpo.
Cazzo,
i Tokio Hotel .
“
Claire … Claire … “
“
cos’hai ? “
“
perché abbiamo accanto i Tokio Hotel ? “ fece
nervosamente
“
che cosa ? “ gridò l’altra sgranando gli
occhi e
cercando di guardare verso il tavolo accanto al loro
“
oh mio dio “ disse dopo aver incontrato lo sguardo di
Georg, bassista del gruppo
“
perché non hanno una loro saletta vip super figa ?
“
chiese la mora ancora
“
e che ne so, ma ti lamenti ? “ fece Nicole
“
sto bene ? “ chiede ancora Claire
“
benissimo . io piuttosto ? “
“
devo ripetere la solfa di prima ? “
“
no, basta paternali . “
“
oddio , oddio “
“
senti ma vogliamo sprecare questa occasione o facciamo
qualcosa ? “
“
qualcosa del tipo ? “
” tipo proviamo a vedere se ci degnano di uno sguardo o no
… “
“
se non ci degnano sarà drammatico da superare lo sai
vero ? “
“
ehm … si, presumo di si … però
… saremmo delle
imbecilli se non tentassimo no ?”
“
penso che lo rimpiangeremmo a vita … comunque
prego, la maga
della seduzione sei tu,
accomodati “
Scivolarono
sul divanetto mettendosi in una posizione
tale per cui entrambe riuscivano ad avere un contatto visivo con ogni
singolo
elemento della band.
“
ma il tuo preferito Nick sarebbe ?
“
“
ho sempre pensato che i rasta avessero
più fascino rispetto agli altri
“
E
con questa battuta riuscì a notare con piacere che Tom
Kaulitz, chitarrista dalla mania per il vestito taglia xxl, la stava
squadrando
per poi sussurrare qualcosa all’orecchio del vicino fratello
Bill designato
prima come “ il tipo coi capelli sparati “ .
L’aveva notata allora ? Nicole
cercò di rimanere tranquilla ma temeva che le pulsazioni
della sua carotide sul
collo fossero troppo evidenti tanto da manifestare al mondo intero la
sua
eccitazione. Sentiva gli occhi di Tom scorrerle sulla pelle, scorrerle
addosso,
fissarla. Ogni tanto lei alzava gli occhi, lo guardava di sbieco e
sorrideva
maliziosa, in modo appena accennato, con quel fare intrigante di cui
era
capace.
“
vuoi farlo impazzire ? un’altra occhiata di quel genere
e lo fai morire “
“
è Tom dei Tokio Hotel, è abituato ad avere tutto
e
subito. Non credo
si emozioni se una
ragazza lo guarda in questo modo … Credo che questo qui vada preso con
l’amo, cara ! “
“
se lo dici tu, stratega ! “
Nel
frattempo il locale si era affollato ancora di più
tanto che diventava praticamente impossibile arrivare in un qualsiasi
altro
punto della sala senza sgomitare tra la gente. Loro tuttavia se ne
stavano lì a
sorseggiare il loro jack e coca, incuranti,
a giocare con gli occhi con i ragazzi dell’altro
tavolo. O meglio,
Nicole giocava al gatto e al topo con Tom. Ad un tratto
arrivò un ragazzo, un
bel ragazzo di fronte a dove se ne stava seduta lei. Capelli castani,
occhi
verdi. Non certo da buttare.
“
scusa, vieni a ballare con me ? “
“
mi spiace ma sto aspettando il mio ragazzo “
E
questo se ne andò senza insistere oltre
“
quale tuo ragazzo ? “ chiese ridendo Claire conscia
dell’inesistenza di tale individuo
“
ehm ho detto ragazzo ? “ disse ridacchiando “ segui
le
mosse Claire che ci divertiamo … “ aggiunse
Tom
Kaulitz dall’altro tavolo seguì per un altro
po’ il
tram tram di ragazzi che venivano a domandare qualcosa alle due ragazze
e che
se ne andavano via con la coda tra le gambe, vinti, rifiutati.
Osservò per un
po’ i ragazzi arrivare e svanire di nuovo ingoiati dalla
folla. Questa li
mandava tutti via e poi lo guardava. Dove vuole arrivare ? Si
domandò
sorridendole. Prima uno, poi un altro, poi un altro ancora. Ed ogni
volta
seguiva quell’accennata inclinazione delle labbra, furtiva,
intrigante.
“
ma queste due non ballano con nessuno ? “ chiese al
fratello
“
non saprei … perché ? cosa vuoi fare ?
“
“
fra un po’ vado io a chiedere alla rossa se ha finito di
mandare via tanti poveri giovanotti “
“
tutto questo al fine di ? “
“
ballare con lei no ? avere la meglio sugli altri …
“
“
ah si, il delirio di onnipotenza “
Tom
lo guardò quasi offeso poi posate le braccia sui
cuscini del divanetto si rimise a osservare Nicole e ad aspettare le
prossime
mosse. Una partita a dama. Dove si rischia di finire mangiati
dall’avversario.
“
mi fai prendere un sorso ? “
Le
parole di Gustav lo fecero tornare alla realtà
“
si si, prendi … “ e gli porse il suo bicchiere di
cuba
libre.
“
sei ben concentrato ? “ chiese ancora
“
preda decisamente attraente “ disse solo e sorrise a
Nicole
“
oh cazzo “
“
cosa ? “
“
si sta alzando … oddio dove va ? oh viene qui, viene
qui ! “
“
vai ? “ fece Georg sorridendo
“
si, è ora “ rispose Tom stiracchiandosi un
po’
“
si , l’ora in cui farai cilecca … “
disse caustico Bill
“
Kaulitz non fa mai cilecca … almeno non Tom …
“ disse
il fratello
Bill
gli fece il verso
“ auguri … “ fece Gustav incoraggiante
” chiedile se la sua amica vuole ballare con me “
disse Bill
“
alza il culo e chiediglielo tu ! “
Bill
sbuffò mentre Tom si allontanava ciondolando nei
suoi pantaloni troppo grandi e nelle sue scarpe di grossa fattura.
Arrivò
davanti al tavolo con le pulsazioni aumentate, il sangue veloce e il cervello frenetico. Le
luci del locale le
rimbalzavano addosso, le illuminavano periodicamente i capelli ramati,
le sue
ciglia erano ancora più lunghe viste da vicino, i suoi occhi
nocciola, ancora
più profondi, come due vortici capaci di trascinare chiunque
nel loro abisso.
Si avvicinò e lei vedendolo sporgersi oltre al tavolo si
alzò per parlargli.
“
hai intenzione di mandare via anche me ? “
“
beh, se non ti mandassi via … ti sentiresti …
importante … “
“
potrei esserlo magari no ? “
“
non so se potresti in questo caso stupirmi … “
“
sei fortunata, so essere stupefacente…potrei dare
assuefazione “
“
addirittura ? beh, io sono una salutista, non voglio
avere a che fare con certe droghe “
Una
schermaglia di parole. Un piercing nel lato sinistro
del labbro che fa le bizze, come il sonaglio di un serpente.
Lui
rise divertito dalla situazione, divertito da lei che
lo stava stuzzicando maestralmente.
“
perché non dovrei mandarti via ? “
“
beh, perchè io sono diverso dagli altri
“ disse sorridendole inclinando la testa da
un lato e porgendole la mano
“
per favore “
aggiunse
“
e va bene “ disse “ ma solo perché hai
insistito
tanto …
“ e gli prese la mano
sorridente. Fu il primo contatto. Il calore della mano di Tom contro il
fresco
della pelle di Nicole. Si allontanarono dal tavolo mano nella mano, le
dita
intrecciate, palmo contro palmo, stretti. Andarono verso il centro,
pieno di
gente che saltava, che ballava, che si muoveva a tempo di musica. Tom
le si
mise di fronte, le posò le mani sui fianchi poi
lasciò scivolare una mano
dietro, sulla schiena facendola salire e scendere dolcemente, piano
piano. Lei
mise le mani sul suo petto, sulla maglietta troppo larga e ingombrante,
poi
afferratone un lembo lo tirò un po’ più
verso sé. I loro fianchi si toccarono. Erano
terribilmente vicini. Lei alzò gli occhi
guardandolo e lui abbassò il suo sguardo. Si persero per un
attimo in
contemplazione. Stesso colore delle iridi, notarono. Lui le prese una
mano, la
portò alla bocca e ne baciò il dorso. Poi le si
avvicinò all’orecchio,
poggiando la sua guancia contro quella di lei. Bollente.
Strusciò lievemente le
labbra e la punta del naso sul mento di lei, scendendo fino alla
clavicola,
risalendo lungo il lobo dell’orecchio.
“
come ti chiami ? “
“
Nicole “
“
io sono Tom “
Lei
gli si strinse ancora un po’ mentre lui con una mano
le alzava il mento.
“
sei davvero molto carina “ disse “ ma forse questo
te
l’avranno già detto no ? “
Lei
sorrise. Questo Tom Kaulitz alla fine non era
antipatico. Il Diavolo è sempre meglio di come lo si
dipinge.
Tom
le mise le mani dietro alla schiena, di nuovo,
portandola versò sé famelicamente, in modo tanto
saldo da fare quasi male. La
prese poi ancora per le mani, baciandole una spalla. Sentivano un gran
caldo. E
ogni volta che le labbra dell’uno si posavano su un qualsiasi
punto del corpo
dell’altro, quel punto diventava fatto di fuoco e lava.
Diventava una
bruciatura a labbra. Le mani di lui finirono rapidamente in picchiata
lungo i
fianchi di lei. Lei gli alzò appena la grossa maglietta
facendo passare le dita
sull’ombelico di lui, poi tra i passanti della cintura. Si
guardarono. Poi lei
si tuffò sul suo petto, baciandolo un paio di volte
all’altezza del cuore. Tom
la strinse ancora di più, si abbassò e le bacio
l’incavo tra le clavicole poi
tornò su al collo. Tom si chinò ancora, ballando,
senza lasciarla allontanare
di un solo millimetro, cercando di baciarle la bocca, cercando di
vincerla una
volta per tutte. Si chinò e lei girò il viso
dall’altro lato.
“
sai, anche io sono diversa dalle altre, Tom “
Sorrise
assolutamente divertito, in pieno gioco,
restandoci. Detto questo lei però gli baciò il
collo, mordendogli la pelle. Si
lasciò baciare ogni centimetro
portando
le sue mani sempre più in basso, assaporando di nuovo ogni
curva del corpo di
lei. L’abbracciava forte.
“
grazie per il ballo “ disse lei e sorridendogli
tornò a
sedersi.
Quando
alzò di nuovo gli occhi lui le era di fronte
ancora.
“
eh no Nick, adesso vieni al mio tavolo
! “
Si
sedette accanto a lui che le teneva la mano ancora,
baciandole il dorso dolcemente. Accarezzandole la pelle della mano con
il
gelido piercing.
“
loro sono Gustav e Georg “
“
ovviamente già visti “ fece lei “
piacere di conoscervi
“ e
sorrise solare
“
la mia amica ? “ domandò infine a Tom
“
io ho un fratello ricordi ? “ disse lui sorridente ed
eloquente
“
capisco … starà morendo di imbarazzo da qualche
parte “
“ non ti
preoccupare” disse lui “ è in buone mani
“
Tom
si avvicinò e le diede un bacio sul collo. Rovente.
Bollente.
“
allora ragazzi , com’è essere delle rockstar ?
“
Tom
la guardò mentre chiacchierava con gli altri due
componenti della band. Come diamine faceva ad essere così
spontanea ? Forse era
lui che era abituato a vedere orde di ragazzine piangere per lui e per
gli
altri oppure era lei ad avere qualche cosa in più ? Rimase
affascinato dal modo
in cui riusciva a farli sorridere a rendersi simpatica. Ad essere
naturale, a
interloquire con loro come se fossero dei normali ragazzi. Cosa che
poi,
pensandoci, in effetti, erano. Fama a parte.
Dopo
poco ricomparve Bill e si sedette accanto a lei con
Claire accanto, rossa in volto, paonazza, ammutolita. La sosteneva con
una mano
attorno alla vita.
“
Bill, Nicole, Nicole Bill “ si strinsero la mano e Bill
sorrise dolce, in modo così diverso da quello di Tom, in
modo quasi innocente.
“
piacere mio “ disse lui “ grazie per aver ballato
con
Tom, stava davvero cominciando a stressare “ aggiunse ridendo
“
io a stressare ? “ rispose il gemello “ veramente
sono
andato da lei solo perché mi spiaceva che tanti ragazzi
avessero deciso di
sedurla e abbandonarla “
Nicole
guardò Tom scettica poi sorrise
“
si, certo … ti piacerebbe ! in effetti Bill, è
stata un
po’ una scocciatura però tranquillo, non ti
preoccupare … “
Lei
guardò Tom sorridente. Lui la strinse in vita
“
chi sarebbe una scocciatura ? “
“
oh, hai sentito ? non volevo … “
Tom
rise ancora
“
vuoi qualcosa da bere ? “ “
“
no, sono a posto così grazie … “
Alla
fine era anche gentile, volendo … Le riprese la mano
e gliela baciò. Poi lei fece lo stesso. Aveva delle belle
mani lui. Robuste, da
ragazzo, ma anche ordinate. Quelle mani che sapevano suonare
così bene … Un
altro piccolo bacio sulla mano nella notte che avanza.
Il
locale poi chiuse, dopo
qualche sigaretta, dopo qualche altro
ballo, dopo qualche altro tentativo fallimentare di baciarla come si
sarebbe
dovuto. Il locale poi chiuse d’altro canto dopo qualche
tentativo di
difficilissima riuscita di resistere ai più begli occhi
nocciola del mondo e
alle labbra più carnose mai viste prima, pierciate in un
angolo. Si ritrovarono
così fuori, all’aria aperta della notte, sotto la
luce dei lampioni, sulla
strada oramai deserta.
“
me lo lasci il tuo numero ? “
“
che ti serve ? “
“
per chiamarti “
“
ah, pensavo da collezionare “
“
me lo lasci o no ? “
“
posso scegliere ? “
“
no che non puoi … voglio rivederti “
“
vuoi vuoi … e se a me non andasse ? “
“
ok, ok … allora riformulo la frase in modo più
cortese “
“
ti piacerebbe uscire con me ? “
“
se non ho niente di meglio da fare va bene … “
Nicole
sorrise scherzosa per poi incastrarsi
perfettamente sotto al suo braccio. La mano di Tom trovò
subito la sua e la
strinse. Lui le baciò i capelli.
Avevano
un profumo particolare. Come se quel rosso rame avesse una fragranza.
Rimasero
abbracciati mentre camminavano verso l’auto di lei.
“
seriamente. Ti chiamo e ci vediamo “
“
anche perché non potrai rimpiazzarmi con qualche altra
ragazza incontrata chissà dove “
“
quanta arroganza “ sorrise lui baciandole ancora la
testa
“
hai parlato tu “ e voltatasi gli diede un piccolo bacio
sul petto.
“
vedremo. Se non chiami, vorrà dire che
non eri alla mia altezza “
“
ma siccome lo sono, chiamerò “
“
scrivi e fammi uno squillo “
“
si signora “
“
fatto ? “
“
ti memorizzo sotto
cosa ? “
“
Tom Tokio Hotel ? “
“
tiriamocela perché hai un gruppo famoso “ e rise
“
scherzo, ok, vada per quello “
Nicole
sorrise e aperta la portiera della macchina se lo
trovò a pochi centimetri dal naso. Gli occhi nocciola
brillanti, quelle labbra
così morbide, di un colore così invitante. Quei
lunghi rasta biondi che gli
scendevano sulle spalle. Ne prese uno giocandoci.
“
perché no ? “ chiese riferendosi a quello che
voleva
fare da tutta la sera
“
perché finirei nell’elenco spuntato che ha come
titolo
– fatte – “
Gli
teneva il viso tra le mani mentre diceva quelle
parole, mentre se le imponeva
“
se lo dici tu “ obbiettò lui scettico
Lei
sospirò e controvoglia disse :
“
allora buona notte chitarrista “
Lo
sussurrò al suo orecchio. Lui si chinò cercando
ancora
di baciarla ma l’unica cosa che ottenne fu lo sfiorare lento
e pericoloso della
bocca di lei contro il suo piercing.
“
buona notte Nick“ disse
E
la lasciò salire in macchina. Rimase fermo
sull’asfalto
fino a che non la vide sparire lungo la strada, fagocitata dal buio.
Che
ragazza.
Tornò
verso Bill, verso l’auto in cui David, il manager
li attendeva.
“
baciata ? “
“
no “
Bill
sorrise con Georg e Gustav.
“
Tom ha trovato pane per i suoi denti “
“
e tu invece zuccone ? “
“
Claire è carina ma … muta, capisco
l’emozione ma … due
parole in croce contro le mie migliaia
…
sarò logorroico però
… “
Tom
sorrise
“
andiamo a dormirci su, sarà meglio “
E
salirono sull’auto.
In
macchina le arrivò un messaggio.
“
bello Bill Kaulitz ma quanto parla ! tu con il maiale
da palcoscenico ? scusa se sono andata a casa prima ma sai che mi
piglio sempre
male per ‘ste cose. Non sono tagliata per questi
corteggiamenti limite ! Tifo
per te. notte “
“
mi spiace che te ne sei andata presto ma stai
tranquilla, sono stata bene senza esagerare. Pare che voglia chiamarmi
anche se
ci credo poco. Sai cosa si dice su di lui no ? pazienza per te e Bill,
metterò
una buona parola con mio fratello : ) “
Poi
un altro messaggio. Non è di Claire .
“
mi stavo domandando … dopodomani hai da fare ? “