#Moment 39
 
Tic, tac. Tic, tac.
Dodici ore. Dodici ore che Tris è chiusa in quella stanza.
Ho gli occhi gonfi e le mani ferite… l’unico modo che ho trovato per tranquillizzarmi.
Ferirmi.
“Smettila. Smettila di fare così, Peter” mi rimprovera Uriah.
È sempre così forte e razionale, soprattutto dopo la perdita di Lynn e Marlene.
“Come faccio a calmarmi? È là dentro da così tanto tempo… e io sono qui fuori, impotente e incapace di starle accanto… odio sentirmi così. È una delle mie paure. Mi sembra di essere in uno scenario della paura un bel po’ modificato, dall’ultima volta in cui ci sono stato” ribatto con voce tremula.
Non ricordo quando, di preciso, ho cominciato a piangere.
Uriah mi dà dei colpetti sulla spalla.
“Lei è forte, Peter. È più forte di quanto pensi” cerca di rassicurarmi.
“Sì, forse lei lo è… ma la bambina? Lei lo è?”
È una bambina. La mia bambina.
Ricordo quando l’abbiamo saputo… una piccola Tris da proteggere.
“È figlia di un Intrepido e una Divergente, non può non essere forte” risponde, abbozzando un sorriso.
Appena sento il rumore della serratura che scatta, balzo in piedi e mi lancio contro il medico.
“Allora? Cosa succede?” domando e nell’attesa, il cuore mi si ferma per quelli che sembrano minuti.