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Autore: SinisterKid    24/12/2013    2 recensioni
“Buon Natale, maritino mio”, gli sussurra all’orecchio canzonandolo.
Phil sorride beatamente e trattiene a stento le lacrime. Non si è mai sentito tanto pronto ad iniziare un nuovo capitolo della sua vita come lo è adesso.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Agente Phil Coulson, Clint Barton/Occhio di Falco
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Forever can never be long enough for me

È stata una Vigilia da dimenticare allo S.H.I.E.L.D. Phil è mentalmente a pezzi e infreddolito e non vede l’ora di ricongiungersi al suo secondo amante preferito: il letto.
Ovviamente il primo è Clint Barton.
Quando torna a casa dal lavoro, Phil è al settimo cielo. Un enorme e luminoso sorriso si fa spazio sul suo volto e spazza via le tensioni accumulate durante la giornata. Estrae le chiavi dalla tasca del cappotto e le infila nella serratura. Un brivido gli corre lungo la schiena e sente le guance infiammarsi quando apre la porta e vede il suo compagno accucciato sul divano.
Le mani poste sotto la guancia sinistra e le ginocchia al petto, Clint indossa ancora l’enorme maglione rosso con le renne che Phil lo aveva obbligato ad indossare per entrare nel vero spirito natalizio. Ha un’aria così dannatamente serena e deliziosa che Phil non esita ad avvicinarsi a lui, senza fare troppo rumore, e a stampargli un leggero bacio sulle labbra. Gli passa delicatamente una mano tra i capelli e ascolta l’adorabile mugolio che Clint, continuando a dormire, produce. Phil, sorridendo, sospira e accantona la possibilità che stanotte possano dormire insieme.
Dopotutto, armi così letali come lui è meglio tenerle a distanze.
Phil prende ai piedi dell’albero di Natale una piccola scatola rossa – che Clint avrà certamente fissato per ore – e la apre. Fissa brevemente ciò che contiene al suo interno, nervoso ed eccitato allo stesso tempo. Non è stato affatto semplice per lui giungere ad una decisione tanto importante come quella che ha preso: non si decide di spendere il resto della propria esistenza con qualcuno in un batter d’occhio, soprattutto nel momento in cui le priorità e le aspettative della propria vita sono sempre state rivolte al lavoro e a nient’altro all’infuori di esso.
Phil distoglie lo sguardo dalla scatola e lo sposta sul suo compagno. Clint, il suo Clint, tanto giovane e imprevedibile quanto maturo e consapevole su cosa sia davvero la vita e di quanto possa essere dura. Il suo Clint, cittadino del mondo, eterno vagabondo dalla battuta pronta e quel sorriso spezzato per cui Phil farebbe la più impensabile delle pazzie. Clint, colui per cui ne varrà sempre la pena.
Tira l’anello fuori dalla scatola e lo mette all’anulare di Clint che, nel frattempo, si è steso a pancia in su con le braccia incollate ai fianchi. Phil trema e sente il cuore palpitare mentre compie questo piccolo e amorevole gesto. Pensa già al momento in cui Clint si risveglierà e la prima cosa che i suoi occhi incroceranno sarà quell’anello. Non ha la più pallida idea del modo in cui potrebbe reagire a questa sorpresa, sa solo che non accetterà nient’altro di diverso da un sì.
Barton, malgrado la sua stessa irrequietezza e il gesto di Phil, sta ancora dormendo. Phil ride: non ha mai conosciuto nessuno dal sonno tanto pesante, ad eccezione del Capitano Rogers naturalmente. Si sfila il cappotto e lo stende come una coperta sul corpo di Clint, cercando di coprirlo e scaldarlo il più possibile.
Quest’ultimo, come ringraziamento, grugnisce e si volta dall’altro lato, dando le spalle al compagno. Ha gli occhi impastati dal sonno e probabilmente non è nemmeno cosciente di cosa stia accadendo.
“Piantala di fare la mammina, Phil. Va’ a dormire, diamine”, riesce a brontolare.
Phil non potrebbe esserne più persuaso: sì, è questo burbero dormiglione colui che ha scelto. È Clinton Francis Barton l’uomo a cui ha deciso di donare tutto se stesso, senza riserve, ripensamenti o rimpianti.
“Non c’è di che, Barton”, dice ridendo. “Prendo la tua affermazione come un sì, allora”.
Clint sbuffa e, esasperato, porta le mani al volto e si nasconde. Spalanca gli occhi smarrito quando si accorge di cosa porta al dito: ora sì che è perfettamente sveglio.
“È quello che penso?”, chiede non riuscendo a nascondere il tremolio che pervade la sua voce.
Phil annuisce convinto tamburellando le dita sulla coscia. Teme di aver sbagliato tutto.
“Oh”.
L’agente Coulson coglie una nota di delusione nella sua voce. Forse non è lui l’uomo che Clint ha scelto o forse semplicemente non ha scelto il momento giusto. Non c’è da disperarsi.
Non ancora, almeno.
Clint appare inebetito. Si toglie di dosso il cappotto e siede sul divano, la testa tra le mani e un’espressione titubante, amareggiata.
“È quello che vuoi davvero?”, domanda arrogantemente.
Phil non esita. “Sì”.
“Un cane randagio da tenere al guinzaglio? Signore, potrebbe avere il meglio da questa vita … dico sul serio, ci pensi su”.
“Ci ho già pensato. Abbastanza, aggiungerei”, sostiene Phil trattenendo i tremolii che vorrebbero scuoterlo. “E sono giunto alla conclusione che … diamine, sei tu la persona che voglio al mio fianco”.
Clint soffoca una triste risata e gli sorride appena. Ecco il famoso sorriso spezzato farsi avanti. “Che razza di idiota. Cosa aspetti che ti dica?”
Phil non ne può più: i suoi nervi sono così tesi che potrebbero spezzarsi da un momento all’altro. “Magari un sì?”
Clint scrolla le spalle e muta espressione: sulla sua faccia si dipinge un’aria divertita atta a schernire Phil per qualcosa di misterioso che quest’ultimo ha compiuto inconsapevolmente.
“Oh, signore. Ma io le ho già dato una risposta … ancor prima che mi ponesse la domanda”.
Le luci dell’albero di Natale che hanno addobbato insieme continuano ad accendersi ad intermittenza mentre l’agente Coulson, confuso, si rende lentamente conto di essere la vittima dell’ennesimo scherzo architettato da Barton. Peccato che non abbia capito di che si tratti.
“Controlla la tua mano”, suggerisce Clint maliziosamente.
Phil sgrana gli occhi, sbalordito: potrebbe giurare di non aver mai visto quell’anello sul suo anulare. Come diavolo è finito lì? E’ impossibile che non sia accorto di averlo avuto con sé da chissà quanto tempo, impossibile. Guarda a bocca aperta il suo compagno – troppo impegnato a ridere a crepapelle per formulare frasi di senso compiuto - e pretende una spiegazione ragionevole per quanto accaduto.
“Sorpreso, Phil?”, chiede impertinente Clint.
“Come … ?”, balbetta Phil quasi più sconvolto che felice. “Figlio di … come hai fatto?”
Barton si alza dal divano e zittisce l’agente Coulson ponendo un dito davanti le sue labbra. Gli lascia un bacio sulla fronte e lo fissa dritto negli occhi, l’unico porto sicuro che può chiamare casa. Non può smettere di tremare, non può smettere di pensare che avrà presto una famiglia tutta sua, non può smettere di sorridere guardando l’uomo a cui donerà la sua vita e al quale prometterà di prendersi cura per sempre. Teme che se smettesse di farlo, tutto questo si rivelerebbe solo un bel e fugace sogno e Clint di sognare non ha più voglia. È tempo di vivere adesso.
“Buon Natale, maritino mio”, gli sussurra all’orecchio canzonandolo.
Phil sorride beatamente e trattiene a stento le lacrime. Non si è mai sentito tanto pronto ad iniziare un nuovo capitolo della sua vita come lo è adesso.




Note: E con questa piccola storia, auguro a tutti un felice Natale ♥
   
 
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