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Autore: ciux_    24/12/2013    0 recensioni
Il Natale dei nostri Johnny e Sherly! Regali e Johnlock sotto l'albero!
Buona vigilia a tutti e a tutti buon Natale!!
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Molly Hooper, Sherlock Holmes, Sig.ra Hudson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era la vigilia di Natale, o meglio, la vigilia “di una festività del tutto consumistica utile solo a far spendere soldi” a detta di un certo consulente investigativo. Nevicava da quella mattina e le strade erano già state ricoperte da una patina bianca di cristalli di ghiaccio, materia meglio conosciuta come neve. La gente camminava animata per le strade di Londra, intenta a prendere il regalo per “l’amico del cugino di secondo grado, che vedrò questo pomeriggio” o per “il tipo che è un amico di mia sorella che ci ha invitati a prendere un tè, come si chiamava?”. I negozianti cercavano di fare gli ultimissimi affari e i bambini gridavano e correvano, importunando signori altezzosi, per Piccadilly o per qualsiasi altra via si trovassero. Insomma, l’intera metropoli sembrava aver preso le sembianze di uno di quei film natalizi dove tutto è perfetto e meraviglioso.

Il nostro dottore fece con comodo quella mattina, alzandosi all’alba delle dieci e mezza. Dopo essersi concesso altri dieci minuti nel letto, si era diretto con molta calma verso il bagno per darsi una rinfrescata. Andò in cucina passando per il salotto, dove notò un già sveglio Sherlock Holmes appollaiato furtivo e corrucciato sulla propria poltrona.

“Buona vigilia Love.” Lo salutò entrando in cucina per prepararsi un bel tè caldo. Come risposta alla sua frase -degna anche questa di essere una battuta di un film natalizio- ebbe una sottospecie di mugolio animalesco. Il dottore alzò gli occhi al cielo. “Tè?” Domandò allora. Un mugolio più convinto gli rispose. Okay, significava che voleva il tè.

Tornò in salotto con le due tazze classiche e, dopo aver dato la bevanda al suo detective, si accoccolò sulla poltrona accanto a lui.

“Cosa ti turba? Sentiamo.” Iniziò con voce teatrale John. Un mugolio più lamentoso e lungo uscì dalla gola di Sherlock.

“Affranto, non parlo il mugolese.” Uno sbuffo e poi il detective si decise finalmente a parlare.

“Mi annoio.” 

“Ma non mi dire! Tu che non ti annoi mai!” Rispose imitando una voce sorpresa. Come tutta risposta gli venne lanciato una cuscino in faccia.

“Idiota! Ti rendi conto! Tutta Londra sembra felice solo perché è la vigilia! Non è possibile!” Disse in un misto fra voce lamentosa e dolce.

“Bè, anche io sono felice. Sei solo tu quello così scocciato.” John gli scompigliò un po’ i ricci mori.

“Nemmeno un omicidio, Jawn! Nemmeno un omicidio da-“ 

“Da ieri pomeriggio.” Finì per lui la frase il dottore ormai rassegnato da tempo alle lamentele del suo amore.

“È passata un’eternità da ieri pomeriggio!” Rispose il detective per poi alzarsi e piantarsi davanti all’abete verde ricoperto da capo a punta di palline, lucine e festoni, e osservare con finto interesse la pallina viola a forma di teschio. [1]

Si sentì raggiungere dal dottore, il quale lo abbracciò da dietro facendo aderire il suo petto alla sua schiena.

“Che ne dici se andiamo all’obitorio? Io sto un po’ con Molly mentre tu fai uno di quei tuoi soliti esperimenti?” 

“Davvero?” Chiese Sherlock sorpreso. John gli aveva semi-proibito di fare nuovi esperimenti, a meno che non servissero per un caso, perciò la proposta del dottore gli parve insolita.

“Sì, dai, è la vigilia, si devono fare cose divertenti.” Rispose il dottore senza staccarsi dalla sua schiena. Sherlock si girò con un sorriso illuminante a trentadue denti per poi fondarsi in camera a vestirsi. John rimase qualche secondo ad osservare la stanza ormai vuota per poi ripassare mentalmente il suo piano. 

1)   Trovare un modo per far star buono Sherlock: fatto

2)   Trovare qualcuno che controlli  che rimanga occupato: Molly probabilmente

3)   Procurarsi il regalo: Okay, questa è da fare

In quell’istante John si ricordò di essere in pigiama e che se voleva uscire doveva probabilmente vestirsi. Probabilmente perché Sherlock una volta era uscito con addosso un lenzuolo ed erano andati a Bukingam Palace, perciò non era esattamente uscito vestito.

Ma il classico dottore optò per vestirsi con uno dei suoi classici maglioni natalizi.

Quando rientrò in sala Sherlock si stava già infilando il cappotto, con ancora il sorriso stampato sulla faccia.

“Non ci esco con te vestito così.” [2] Borbottò appena vide John fare ingresso nella stanza. Il dottore si era effettivamente scordato di quanto Sherlock odiasse ogni suo singolo maglione, forse l’unico che gli piaceva era quello beige, perché gli ricordava il proprietario.

“E invece sì. Sherlock è la vigilia e tu sei vestito come se dovessi andare ad un funerale.”

“Disse l’albero di natale.” Commentò Sherlock il maglione verde smeraldo di John con sopra ricami rotondi o a forma di rombo dei colori più improbabili.

“Non sembro un albero di Natale!” 

“Ma se tu e l’alberello di là sembrate gemelli!” Sherlock iniziò a ridere e dopo che il dottore si sforzò per pochi secondi di fare l’offeso lo seguì nella risata.

Si infilò il giaccone e scesero insieme le scale.

Arrivarono al Bart’s in cinque minuti, grazie ad un abile tassista che evitò tutti gli intoppi possibili. 

Si tuffarono nell’ospedale muovendosi per i conosciuti corridoi, con Sherlock che sorrideva come un bambino di otto anni che era appena entrato nel suo negozio di caramelle preferito, oppure da Hamleys [3]. Entrarono nella sala dell’obitorio dove Molly stava fra due barelle vuote.

“Ehi! Buongiorno!” Li accolse sorridendo. 

“Buongiorno Molly.” Salutò neutro Sherlock.

“Buona vigilia -guardò storto il detective- da entrambi.” Aggiunse infine. Sherlock si era già diretto a prendere un qualche corpo del quale John non voleva saperne nulla. Solo allora prese da parte Molly.

“Devi aiutarmi.” Bisbigliò.

“A far cosa?” Domandò curiosa abbassando il tono della voce imitando John.

“Devi assicurarti che Sherlock non lasci l’obitorio per due ore; nel caso lo faccia devi avvertirmi.”

“Va bene, devi andare a prendere il -si guardò in giro sospettosa e abbassò ancora di più il tono- regalo?” John annuì semplicemente per poi ringraziarla e uscire il più silenziosamente possibile.

Secondo punto del suo piano fatto, mancava solo l’ultimo e più arduo…

Si intrufolò fra la gente per dirigersi verso il gruppo di negozi più vicino che potesse trovare. Era la vigilia di Natale e non aveva davvero la più pallida idea di cosa regalare a Sherlock! 

Guardava vestiti, ma alcuni costavano troppo, mentre altri non li avrebbe mai messi; oggettini divertenti e simpatici, che il suo sociopatico iperattivo avrebbe reputato noiosi e inutili; c'era pure un negozio che vendeva gadget su Sherlock! 

Era ormai passata un’ora e mezza e lui era ancora al punto di partenza. Camminava lasciando vagare lo sguardo sulle vetrine allestite e decorate, quando gli occhi gli caddero su un preciso oggetto che sembrava avere un cartello con sopra scritto a caratteri cubitali ‘John Watson hai trovato il regalo per Sherlock!’ Si buttò dentro al negozio e in meno di dieci minuti era già uscito con il regalo incartato di rosso fra le sue braccia.

Andò a casa a nascondere il pacchetto come se fosse la prova di un delitto, per poi tornare in ospedale in taxi e velocemente entrare nell’obitorio appena in tempo per veder togliere un piede, ormai sfregiato, da una vasca di ghiaccio. 

“Che fai al povero piede?” Chiese John aggiungendo una nota di divertimento alla frase.

“Sperimento gli effetti delle basse temperature su un arto amputato da poco.” Rispose Sherlock sempre concentratissimo sul piede violaceo.

John, dopo una veloce osservazione sul piede, si voltò verso Molly, che stava appoggiata al muro bianco accanto alla porta, e le sillabò un muto ‘grazie’ al quale lei rispose con un occhiolino.

Più tardi John riuscì a convincere il detective ad andare a pranzo, non sarà stato il grande pranzo della vigilia, ma con Sherlock niente era uguale al normale; basta solo pensare alle sue abitudini, o al fatto che, solitamente, la gente non ‘muore’ per poi tornare in vita! 

Quel pomeriggio andarono in giro per negozi, unendosi alle varie persone, sacchetti e vetture che girovagavano per la città.

Sherlock continuava a fare deduzioni e John continuava a lodarlo per le sue abilità.

I due entravano e uscivano dai negozi, John pieno di meraviglia per qualche oggetto, Sherlock pieno di noia solo per il fatto di andare in giro per negozi, blaterando ogni trenta secondi “John, Jawnnnnnn, mi annoio, questo negozio è noioso, quando ce ne andiamo? Dai John usciamo!”.

Solo dopo che Sherlock ebbe dedotto la vita di diverse persone, gli hobby e i voti di un gruppetto di ragazzi e la vita di un uomo che impersonava Babbo Natale (facendo così piangere una bambina), decisero che era ora di tornare.

Rientrarono a Baker Street che erano ormai le cinque, pronti a preparare la tavola che doveva accogliere loro due, la signora Hudson, Greg e Molly. John apparecchiò, aiutato a volte da Sherlock. La signora Hudson gli portò le portate della cena, tacchino, patate, zuppe varie e l’immancabile christmas pudding, accuratamente cucinate da lei nel pomeriggio. Messo il tutto nel frigo i due (o meglio John) erano stravolti e si abbandonarono sul divano. 

“Non pensavo che preparare per una cena fosse così impegnativo.” Borbottò Sherlock contro il petto di John.

“Ma se tu non hai fatto nulla!” Protestò scherzosamente John passando le dita fra i ricci del detective.

“Sì invece, ti ho pure aiutato con i piatti e i tovaglioli!”

“Ti sei davvero sprecato! Va bene signor Ultima Parola, vatti a dare una sistemata che a momenti arriveranno gli ospiti.” 

“Noooo.” Miagolò svogliato lui.

In quel momento suonò il campanello, annunciando l’arrivo della signora Hudson, seguita da Molly, entrambe eleganti per la serata. Greg non tardò ad arrivare.

La serata procedé allegramente, accompagnata da chiacchiere, champagne, il violino e i regali. Alla fine della serata, i loro ospiti, tutti ben poco sobri se ne andarono e John e Sherlock rimasero da soli, avvolti nel silenzio della casa vuota. Solo allora John tirò fuori il pacchetto rosso dal suo nascondiglio.

Raggiunse Sherlock, che stava seduto in poltrona, da dietro e gli diede un bacio sulla chioma disordinata di capelli.

“Buona vigilia Love” Ripeté come quella mattina, poggiandogli in grembo il pacchetto. Sherlock dopo un primo momento di sorpresa dove fissò il pacchetto, si girò verso John guardandolo dolcemente per poi rivolgergli un sorriso quasi diabetico per la dolcezza racchiusa in quel gesto. 

Lo baciò con gentilezza e gratitudine, con gli occhi chiusi per rendere ancora più magico quel momento. Solo quando si separarono John sentì qualcosa di morbido venirgli messo in mano. Guardò giù scoprendo un pacchetto beige.

“Buon Natale John.” Disse Sherlock in contemporanea ai rintocchi del Big Bang che annunciavano il giorno seguente. 

Il dottore indugiò sull’aprire il pacchetto, tanta era la sua felicità. Dopo una leggera incitazione di Sherlock,  John strappò la carta rivelando un maglione morbidissimo. 

“Sher…ma è quello che…che abbiamo visto oggi insieme, come…?” Il dottore era semplicemente senza parole. Quello stesso maglione lo avevano visto quel pomeriggio mentre andavano insieme in giro per negozi, e lui se n’era praticamente innamorato. Era un maglione semplice, blu in cashmere, con qualche ricamo per arricchirlo un poco.

“Ti era piaciuto così tanto.” Rispose Sherlock sorridendo.

“Riesci sempre a sorprendermi vero? Dai, apri il tuo!” Esclamò John, eccitato di sapere cosa ne pensava Sherlock del suo regalo.

Sherlock scartò velocemente la carta scarlatta.

“John?” Chiese il detective incantato dal regalo del dottore.

“Sì?” 

“Hai per caso parlato con Mycroft?” Chiese Sherlock maneggiando il cappello nero da pirata come se fosse un tesoro prezioso.

“Può darsi…me lo dica lei Capitan Deduzione!” Esclamò il dottore prendendo il cappello dalle mani ancora incredule del moro per poi infilarglielo in testa.

“John!”

“Lo sai ti dona veramente tanto!” Disse il biondo schivando un finto attacco di Sherlock.

Pochi secondi dopo si ritrovarono sdraiati per terra sotto i rami più bassi dell’abete, Sherlock sopra al petto di John, che aveva già indossato il nuovo maglione, con addosso il cappello. 

“Grazie John.” 

“Felice ti sia piaciuto amore.” Disse prima di avvolgerlo in un nuovo e dolcissimo bacio.

 







BUONA VIGILIA A TUTTI!! BUON NATALE E BUON ANNO PER IL FUTURO!!

 

Bene, ora dopo aver detto le cose importanti passiamo alle note:

[1] Non potevo non scrivere di questa particolare pallina (che di natalizio ha ben poco) che è appesa al mio albero! XD

[2] Microminima citazione di “Sherlock Holmes- Gioco di ombre” (io amo quel film), nel film però lo dice Watson, dettagli…

[3] Hamleys è un negozio di giocattoli enorme e veramente meraviglioso, c’è da perdere la testa là dentro! (per farvene un’idea più precisa vi consiglio vivamente di vedervi qualche immagine u.u)

 

Dunque, con questo è tutto! Spero vi sia piaciuta la storia e scusate se è un po’ orrenda solo che sta mattina ho detto “Fermi tutti! Ma oggi è la vigilia! Forse dovrei mettere una storia per fare anche gli auguri!” perciò ecco il motivo della creatura! 

Ancora tantissimi auguri a tutti!!! :) :) 

 

Ciux ;)

 
  
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