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Autore: Andy Black    25/12/2013    7 recensioni
La storia qui presente mi è stata commissionata dalla redazione di Pokémon Mania, ed è uscita, con qualche modifica, qualche mese fa, non ricordo su che numero. Ad ogni modo tratta della vita di tutti i giorni in redazione, spezzata da un magico evento!
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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PokéMania!


Il caldo non aiutava a lavorare, davvero no. I ronzii dei ventilatori erano ormai diventati qualcosa di normale, ed i ragazzi della redazione di Pokémon Mania erano concentrati nella produzione della rivista.
“Il 150! Un numero importantissimo!” faceva Franny. Era il capo, lì dentro tutti seguivano quello che diceva. “E non possiamo commettere assolutamente errori”
La sua voce era ricca di gioia. Avevano raggiunto davvero un grande traguardo, quel numero per loro era speciale.
“Noi non commettiamo mai errori” rispose Dr C, seduto sulla sua scrivania a braccia conserte.
“A maggior ragione, stavolta non voglio che succeda. Questo numero deve essere grandioso!”
“Ci impegneremo al massimo!” sorrise Mega.
“Benissimo. Al lavoro!” fece Franny, che poi si voltò ed entrò nel suo ufficio.
Tutti si guardarono per un momento, smarriti, e poi ognuno fu in grado di capire che per mettere in piedi quella rivista dovevano necessariamente partire dalle loro scrivanie.
Jay si sedette per primo, e cominciò a cliccare con il mouse, leggendo le mail che riceveva. “Qui uno vuole sapere il migliore set mosse per un Ninetales...”
Non stava parlando con gli altri, ma ormai era così. Ogni parola era oggetto di discussione.
“Io userei un set basato su Giornodisole” rispose Dr C, sedendosi al suo posto.
“Ninetales è proprio un bello. Molto difficile da disegnare” si aggiunse Mega al coro.
“A me non piace molto” concluse Jay.
Mega sorrise, e guardò il suo collega. “Non mi dire che se ti dessero un Ninetales tu lo rifiuteresti?”
Jay sospirò. “Il problema non si pone. I Pokémon, purtroppo, non esistono”
“Non dire così. Chi lo sa che in qualche sperduto angolo del cosmo un piccolo Pikachu sta eseguendo ora un Attacco Rapido” disse Chibi, la più piccola del gruppo.
La sognatrice.
“Spero tu stia scherzando. I Pokémon non esistono...sono solamente delle creatura inven...”
E la quiete, disturbata unicamente dalle pale dei ventilatori e dai ticchettii dei ragazzi sulle proprie tastiere, venne stravolta da un urlo.
“Franny!” esclamò preoccupato Dr C, che assieme agli altri corse verso l’ufficio del boss. Lui aprì la porta.
Franny era caduta dalla sedia, e respirava con difficoltà, come se l’aria non le bastasse. Dei fogli erano tutti sparsi per terra.
“Franny! Che è successo?!” esclamò Mega.
“È... È...” quella trovava difficoltà a parlare, e mentre cercava di riprendersi dal grande spavento, non riusciva chiudere gli occhi.
“Cosa?! Che succede, Franny?!” si preoccupò Jay, andando verso di lei. La alzò da terra, sentiva le sue mani tremare. La vedeva guardare fissa il muro senza sbattere le palpebre.
Dr C cercava di analizzare la situazione. Franny per terra, fogli per aria, urlo sovraumano. Qualcosa le aveva fatto tanta paura da averla fatta cadere per terra.
La domanda era cosa.
“Dietro... Dietro di voi” riuscì a balbettare Franny.
Tutti si girarono, e rimasero shoccati. Dieci occhi spalancati stentavano a credere a ciò che vedevano.
“Quello... Quello è Mew!” esclamò Chibi.
“Santo cielo!” Jay non si capacitava di come fosse possibile quella cosa. In fondo i Pokémon erano solo mostriciattoli inventati, niente di veritiero.
“È bellissimo” sorrise Mega.
Il Pokémon dormiva tranquillo nella sua bolla, mentre la sua coda si muoveva docilmente.
“Cioè... Questo è davvero Mew... Non è uno scherzo?” continuò la ragazza.
“A quanto pare no” rispose Franny.
“Ed ora che dobbiamo fare?”
“Beh... È un evento più unico che raro. Io direi di fotografarlo”
“Le vendite del numero saliranno alle stelle! Mi immagino già la copertina: I Pokémon esistono!” Dr C sognava ad occhi aperti.
“Già. Propongo di basare il numero 150 su Mew! Sarà incredibile!” Franny era a metà tra lo shock e l’entusiasmo.
Mega lo guardò meglio. Si avvicinò a lui, studiandolo. Non sembrava come quello disegnato. Assomigliava di più ad un animale, anche se non sapeva dire con precisione quale. Inoltre quella lunga coda, ed il fatto che fluttuasse in una bolla a mezz’aria lo rendeva speciale nel modo più assoluto.
“Dovremmo catturarlo” fece Jay. E fu a quel punto che tutti si girarono e lo guardarono.
“E come pensi di fare?! Con le tue Pokéball?! E se quello si sveglia e ci attacca?! Gli lanci Chibi contro?” rispose Franny.
“Hai ragione...” gli dolse ammettere. Ma il suo istinto non poteva stare fermo. Quella era una cosa troppo spettacolare! Allora andò a chiudere la finestra, da cui probabilmente era entrato, e poi fece lo stesso con la porta.
“Ora è chiuso qui. Cerchiamo di farcelo amico. Sai quanti problemi risolveremmo? Mai più malintenzionati. Immaginatevi qualcuno che vuole rapinarci. Noi chiamiamo Mew, e ci salva!”
Tutti ascoltavano Jay. Ad ognuno veniva un’idea differente su come utilizzare il Pokémon che avevano davanti. Dr C, per esempio, pensava che avere un Pokémon con sé avrebbe reso famosissima la rivista. Le tirature sarebbero centuplicate, e solo per via di quella specie di coniglio dal pelo rosa.
“Facciamo questa fotografia”
Franny prese la macchina fotografica e mise a fuoco. Mew continuava a fluttuare tranquillo e beato, ignaro di cosa stesse accadendo attorno a lui.
Franny cercò di far entrare tutti nell’obiettivo, quindi mise l’autoscatto e corse a mettersi in posa. I ragazzi aspettarono sorridenti, quasi rischiando la paresi, che la macchinetta li fotografasse, e fu allora che capitò qualcosa di inaspettato.
Il flash.
La luce abbagliante disturbò il sonno di Mew, che aprì gli occhi. Si guardò attorno, c’erano delle persone e ciò bastò per turbarlo.
“Fermi tutti!” urlò Chibi.
Mew volò velocemente verso la finestra, ma la trovò chiusa. Allora prese a volare velocemente in alto, seguendo le pale del ventilatore e studiando gli spettatori intimoriti.
Jay fu il primo ad avvicinarsi a lui, allungando una mano. Mew la evitò senza alcun problema, quindi tornò alla finestra.
Voleva uscire, e il fatto di non riuscirci lo innervosiva ancora di più.
“Mew...calmati” disse di nuovo Jay, avvicinandosi. Il Pokémon, guardingo, si fermò e si voltò, fissandolo.
Il ragazzo provò di nuovo ad allungare la mano verso di quello.
“Io non lo farei, se fossi in te...” Dr. C non fece nemmeno in tempo a parlare che gli occhi di Mew si illuminarono di blu, ed i fogli sparsi sul pavimento presero a girare velocemente per la stanza, seguendo il giro delle pale del ventilatore.
“Aiuto!” urlo Franny, impaurita. Adorava quel Pokémon, ma in quel momento voleva stargli il più lontano possibile. Sss
“Jay, smettila!” urlò Mega.
Mew volava, impaurito, cercando un modo per uscire, quando poi i suoi occhi incontrarono quelli di Chibi. Il vortice di fogli si fermò, ed i due cominciarono a fissarsi dritti negli occhi.
“Chibi...” la chiamava Jay, ma lei non lo ascoltava. C’era solo quel legame tra i loro sguardi in quel momento. Un passo, un altro, Chibi si avvicinò alla finestra. Quindi la aprì, e vide Mew volare via.
“Ma sei impazzita! Che hai fatto?!” urlò Jay, sgomento.
“Aveva paura. E non è giusto per niente. Se c’è un posto in cui Mew deve stare, quello non è sicuramente qui. Lui deve viaggiare, vedere cose e persone. Non possiamo intrappolarlo”
Franny sorrise, sospirando.
Almeno di quella strana avventura le era rimasta una fotografia.

 
   
 
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