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Autore: AlessiaPerni    25/12/2013    1 recensioni
Sono passati anni dalla morte del presidente snow, e dalla caduta del regime di Capiol City. Gli hunger games non esistono più. Ma Peeta ritorna nella capitale, per parlare, per ricordare e per raccontare come lui ha vissuto davvero gli anni degli hunger games, della guerra e della liberazione
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caesar Flickerman, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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scoppio in una risata intervallata da lacrime, i pensieri fanno a gara per sovrastare l'uno sull'altro.
Inizio a sorridere anche se le lacrime scendono incontrollate.
 
Caesar mi guarda e mi incoraggia a continuare.
Il suo sguardo è comprensivo e muta in un sorriso sincero, ma attento.
Non sono venuto qua per parlare delle solite cose, dei momenti che tutti si aspettano che io racconti. 
Sono deciso a stupire il pubblico, come quando ho ammesso davanti a tutta Panem di essere innamorato di lei, o quando 
ho rivelato una finta gravidanza.
Faccio un piccolo respiro di incoraggiamento, anche se so esattamente di quale momento voglio parlare.
E' stampato nella mia mente. Chiaro e pronto ad essere condiviso attraverso le mie parole.
 
I finti baci per Capitol City, la commedia degli innamorati sventurati era cominciata di nuovo. Ricordo che da un lato ero 
davvero felice, essendo molto più vicino a lei. Dall'altro invece sapevo che era solo un gioco per Capitol City e a lei non
importava nulla di me. Mi fingevo arrabbiato e distaccato, ma in realtà avrei solo voluto dirle quanto l'amavo, senza 
rischiare di ricadere in un pianto. Durante il nostro primo bacio per le telecamente sentivo il calore delle sue labbra, lì
davanti a me, bruciare di passione. Al contrario del suo cuore, freddo come sempre. "che bella interpretazione".
Era inevitabile, la notte le lacrime bagnavano puntualmente il mio cuscino. Ero entrato nella rete del ragno
e non ero più in grado di uscirne, aspettando che qualcuno venisse a liberarmi. Aspettando di morire, forse.
Ricordo che Gale era stato picchiato il giorno prima, avevo lasciato Katniss a badare a lui, vista la sua insistenza.
Fu circa in quei giorni che mi resi conto di quanto ero un peso nella sua vita. Lei amava Gale, e avrebbe voluto davvero stare
con lui. Se non fosse per me, per i giochi e per la messa in scena degli innamorati sventurati.
Passavo le notti a pensare che forse sarebbe stato meglio morire lì. Sapevo di amarla, ma quando dicono "se ami qualcuno, lascialo
andare" hanno ragione. Sarei dovuto morire nell'arena e non le avrei complicato la vita.
Mi ero alzato all'alba e scesi subito da Katniss per vedere come stava Gale e per lasciarla riposare un po.
E' vero, Gale sarebbe dovuto essere mio rivale, ma non ho mai smesso di dispiacermi per lui, e invidiarlo perchè ha sempre
avuto ciò che io non avrò mai : il fascino, il carisma e il fuoco dentro. 
Sapevo come stavano andando le cose e avevo deciso di non illudermi più. L'amavo, certo. Ma cosa potevo fare? Sarebbe stata
lei a decidere.
 
Aprii la porta lentamente, senza fare troppo rumore. Katniss era appoggiata al braccio di Gale, disteso sul tavolo.
Avanzai lentamente, mentre Katniss si svegliò e mi salutò gentilmente.
Sapevo la verità, sapevo anche cosa aspettarmi ma vederla davanti ai miei occhi era una cosa diversa. Lei avvinghiata a Gale.
Lei amava Gale, l'unica cosa che sono certo di sapere su di lei, apparte che sa usare l'arco in maniera magristrale.
Si alzò per infilarsi gli scarponi di pelle marrone che credo fossero appartenuti a suo padre. 
Mi disse qualcosa che non riuscii a capire. Forse, "mi dispiace" ma non ne sono troppo sicuro. Per cosa avrebbe dovuto 
dispiacersi? Del fatto che il mio cuore era in frantumi già da giorni? Cercavo di pensarci meno possibile.
Mi voltai verso la porta, Katniss stava uscendo. Il suo passo felpato degno di una grande cacciatrice, i capelli marroni,
lunghi e leggermente mossi le cadevano sulle spalle come delle onde marine, distese e limpide come quelle che
avevamo ammirato al distretto quattro. 
 
Sono spacciato, pensai. Ancora più spacciato di quando la mia gamba sanguinante rischiava di uccidermi. anche più di quando rischiai
di affogare nell'arena. No. Questa volta sono davvero spacciato. Perchè nemmeno la morte potrà salvarmi, nemmeno la morte
riuscirà a farmi dimenticare.
Perchè non siamo in grado di dimenticare l'amore. E' una cosa che ti rimane dentro per sempre. E katniss Everdeen
mi ha appena ucciso, anzi, mi ha appena condannato per l'eternità. Da un male che non può guarire, da un'amore che non 
potrà mai scomparire.
  
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