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Autore: HandfulOfDust    25/12/2013    3 recensioni
Per la Warblers Week di Natale: una raccolta di momenti legati alle feste natalizie negli ultimi tre anni alla Dalton Academy!
● Lunedì 23 Dicembre: Regali dell'ultimo minuto.
● Martedì 24 Dicembre: Film natalizi.
● Mercoledì 25 Dicembre: A Warblers Christmas Tale.
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Hunter Clarington, Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: A Warblers Christmas Carrol
Pg: Sebastian & The Warblers
Prompt: A Warblers Christmas Tale
Disclaimer: questo è soltanto un remake di idee non mie :'D
Note: leggendo il prompt mi sono subito immaginata questa fanfiction, poi poco dopo mi sono resa conto che avevo letto “Carrol” anziché “Tale”, però siccome mi piaceva tanto come l'avevo pensata l'ho scritta lo stesso. Spero sia di vostro gradimento!



A Warblers Christmas Carrol

Sebastian se ne stava tranquillo nella sala studio, leggendo svogliatamente il libro di storia e sottolineando le parti più importanti. Ogni tanto si distraeva per via delle numerosissime decorazioni e si ritrovava a fissarle anziché fissare l'argomento su cui avrebbe dovuto scrivere un saggio per la settimana successiva: era impossibile ignorare tutte quelle luci sfavillanti, quelle ghirlande profumate e gli alberelli che erano situati in ogni stanza.
Gli davano ai nervi tutte quelle cose inutili, non sopportava l'intero periodo delle festività e soprattutto il detto “a Natale si è tutti più buoni”. Che motivo aveva di essere più buono per un paio di settimane? E specialmente, perché esserlo proprio nel momento in cui tutte le coppiette ti sbattono in faccia la loro felicità e le famiglie sembrano riunirsi solo per chiederti come si chiama la tua ragazza e perché non l'hai ancora presentata loro. O ragazzo, nel suo caso.
L'unica cosa buona del Natale erano i regali, da quando si era trasferito negli Stati Uniti. Un sacco di gente in Europa sogna di andarsene lì da grande, senza pensare che non è tutto come New York e lui ci era finito non volendolo affatto.
Immerso nei suoi pensieri, ad un certo punto notò una figura aggirarsi nel corridoio di fronte: pareva essere in tutto e per tutto Blaine, l'unica cosa per cui ne dubitava fortemente era il fatto che indossasse il blazer. Poi ebbe un momento di razionalità e pensò che fosse semplicemente uno studente che gli somigliava, altrimenti stava diventando pazzo.

 


La sera andò a letto presto, poiché era rimasto molto turbato da ciò che aveva visto nel pomeriggio, ma non fece altro che rigirarsi tra le coperte e pensare anziché dormire. Ad un certo punto iniziò a sentire degli strani rumori provenire dal corridoio, dei passi e dei colpi sul muro, un lieve scampanellio e alla fine un boato assordante di qualcosa che andava in frantumi.
Sebastian si alzò di corsa e uscì in pigiama dalla porta della camera, credendo di trovare tutti gli altri lì a vedere cosa era successo, ma si ritrovò soltanto faccia a faccia con il ragazzo che aveva intravisto nel pomeriggio.
- Oh, eccoti finalmente.
Oddio, ha anche la stessa voce di Blaine.
- Scusa? Ci conosciamo per caso?
- Sebastian, smettila di fare lo stupido e fammi entrare.
- Ti ho chiesto chi sei.
- Allora sei serio. Blaine Anderson, ricordi? O sei così sbronzo da non riconoscermi?
- Io non sono mai così sbronzo da non riconoscere la gente! - replicò indispettito il francese. - Ti sei mollato con faccia da checca e sei tornato alla Dalton? Era ora! Ma mi sembra strano che nessuno ne sapesse niente.
- Non mi sono mollato con Kurt e non sono neppure tornato alla Dalton: sono qui per aiutarti.
- Aiutarmi a fare cosa? A rallegrarmi la serata? Wow, tradimento..non credevo ne fossi capace!
- Da quando aiutare è l'equivalente di fare sesso per te?
- Da..tipo sempre.
- Okay, allora ascoltami bene. Sono qui per farti riconciliare con lo spirito natalizio che hai perduto da quando ti sei trasferito dalla Francia.
- Credo sia tu quello sbronzo.
- Stanotte ti verranno a cercare tre Spiriti: quello del Natale passato, quello del presente e quello del futuro e ti mostreranno momenti appartenenti alla tua vita. Sei sempre in tempo per cambiare e per rendere il futuro migliore.
- Sei davvero sbronzo alla grande Anderson, non ho più dubbi. O hai studiato troppo Dickens di recente?
- Non credermi se vuoi, te ne renderai conto da solo. Io ti ho avvertito: apri il tuo cuore alla gioia del Natale, prima che sia troppo tardi.
- Certo che potevi portare un bicchierino anche a me, già che c'eri..Blaine?
Sebastian si voltò e vide di essere completamente solo.
Poco male, pensò, Blaine sarà uscito di nascosto mentre ero girato. Ma chissà com'è entrato alla Dalton.
Si coricò nuovamente, sperando di riuscire a dormire stavolta e di non essere interrotto da qualcun altro in vena di scherzi.


- Sebastian? Sebastian?
Il giovane aprì gli occhi, in preda allo sconforto e alla disperazione dettati dal bisogno di dormire, ma non credette alla scena che aveva di fronte, per cui si girò a pancia giù e mise la testa sotto il cuscino.
- Sebastian? Devi venire con me, ho qualcosa da mostrarti.
Il ragazzo si girò nuovamente e vide Jeff completamente vestito di bianco, che risplendeva di luce dorata: la stessa scena di qualche minuto prima, purtroppo non era solo la sua immaginazione.
- Jeff, che diavolo vai facendo all'una di notte? E come sei entrato in camera mia?
- Io non sono Jeff, sono lo Spirito del Natale passato.
- Sì, e io sono etero. Lasciami in pace.
- Non avere paura, seguimi.
- Io ho paura soltanto di svegliarmi tardi domattina per colpa degli scherzi da imbecilli che vi divertite a organizzare tu e Blaine.
- Seguimi, Sebastian.
- Se ti seguo mi lascerai dormire poi?
Ci fu un momento di silenzio, poi lo Spirito si mosse verso la porta, invitando il ragazzo a seguirlo.
- Al diavolo, tanto lo so che ci saranno tutti di fuori o che ci sarà un altro scherzo..ma giuro che stavolta vado dal Preside! Oh sì, Smythe per una volta va in presidenza di sua spontanea volontà a lamentarsi dei suoi compagni di scuola e non!
Aprì la porta, ma quello che si trovò di fronte non era il corridoio su cui si affacciavano tutte le camere.
Era un posto che conosceva molto bene, nonostante non lo vedesse da quasi dieci anni: era la villa dei suoi nonni, nel sud della Francia.
- Che diavolo avete fatto tu e Blaine eh? Come avete fatto a creare questa illusione ottica? - domandò in preda alla rabbia il giovane.
- Non è un'illusione ottica. Non mi hai voluto credere quando ti ho detto di essere lo Spirito del Natale passato, ma ora te lo dimostrerò, vieni con me.
Spaventato come mai in vita sua Sebastian lo seguì e raggiunse il salone principale, ma non riuscì a credere ai suoi occhi. Era il giorno di Natale di molti anni prima, vide il se stesso bambino insieme ai genitori, ai nonni e agli zii a ridere e scherzare insieme mangiando un sacco di prelibatezze.
- Guardati. Era il giorno di Natale di nove anni fa ed eri il bambino più felice della Terra perché potevi finalmente passare del tempo con tutta la tua famiglia. Niente musi lunghi e niente risposte antipatiche a nessuno. Cosa ti ha cambiato così radicalmente da farti odiare questa festa?
Sebastian si asciugò velocemente le lacrime che erano sgorgate per la commozione nell'assistere a quella scena dopo così tanto tempo e con gli occhi diversi da quelli del bimbo che era all'epoca.
- Perché mi fai vedere queste cose? Che ti ho fatto di male?
- Nulla. Ti voglio solo aiutare ad amare nuovamente il Natale e a farti ritrovare la serenità...guardati, seduto al tavolo circondato dalle persone che ami nel giorno che ritenevi il più speciale dell'anno. L'avresti mai detto che da adolescente saresti diventato l'opposto?
- Smettila di chiedermelo! Le persone crescono, anche io l'ho fatto. Ed il Natale ha perso la sua vena di magia.
- Così non potrai cambiare.
- Ho mai detto di volerlo fare? Lasciami in pace! - gridò Sebastian, cercando di allontanarsi dalla presenza luminosa che lo aveva portato fin lì.
In men che non si dica si ritrovò in camera sua, sconvolto e molto confuso riguardo l'avvenimento. Non poteva essere accaduto realmente, ma i nonni, la casa, i profumi! Dio, sembravano così veri, gli avevano portato alla mentre ricordi che credeva di aver cancellato ormai da tempo.
Raggiunse il letto a tentoni e si infilò nuovamente sotto le coperte, pregando di non ricevere altre visite inaspettate.


Probabilmente era passata soltanto poco più di un'ora, ma già un'ombra era di fronte al letto di Bas per mostrargli qualcos'altro.
- Trent, no. Anche tu? Credevo che tu non fossi il tipo da fare cose del genere. E perché sei vestito da Babbo Natale? Ma soprattutto, dove hai trovato un costume verde? Non credevo esistessero.
- Ancora non ti sei convinto della nostra natura?
- Mai! - mentì il francese.
- Io non sono Trent, sono lo Spirito del Natale presente. Sono qui per mostrarti ciò che accade intorno a te, ma che tu sei troppo cieco per vedere.
- Bla bla bla. Mi lascerete mai in pace stanotte? Se dovevate farmela pagare per qualcosa avrei preferito le botte a questo strazio notturno.
- Seguimi e apprenderai.
Conscio che se fosse rimasto a letto avrebbe soltanto protratto la cosa, il ragazzo si fece coraggio e si avventurò ancora una volta nel corridoio, per finire stavolta in una via che ben nota a lui...quella di casa sua. Osservò disgustato le luci intermittenti e gli alberi di Natale delle ville vicine alla sua ed in seguito il suo sguardo si posò su due figure poco distanti da loro: una era la figlia dei vicini, mentre l'altro evidentemente era il suo fidanzato.
- Conosci Mindy, vero?
- La biondina? Sì. Se devo assistere a questa scenetta romantica preferisco tornare a dormire..Jeff ha fatto di meglio di te, Trent.
- Uno: non sono Trent. Secondariamente, ho altro da mostrarti. Volevo soltanto dirti che quel ragazzo è innamorato di Mindy da mesi, ma fino a pochi giorni fa non aveva avuto il coraggio di chiederle di uscire. Sono andati a pattinare, perché per questo Natale lei si era ripromessa di non giudicare troppo in fretta le persone e dare loro una possibilità prima di catalogarle come aveva fatto finora..e guardali ora! E' sbocciato un amore grazie allo spirito di questa splendida festività!
- Oh, fra poco scoppio a piangere dalla gioia. - commentò Bas sarcastico.
Erano arrivati a casa sua, entrarono come se nulla fosse e raggiunsero la sala da pranzo: lì i suoi genitori stavano cenando e parlando concitatamente di un argomento che dava l'idea di essere parecchio interessante.
- Avvicinati pure per ascoltare, loro non ti possono vedere.
Sebastian avanzò incerto di qualche passo, il necessario per poter ascoltare meglio la conversazione.
- Non capisco per quale motivo, ma da quando è diventato adolescente ha iniziato ad odiare il Natale!
- Lo so, tesoro, lo vedo purtroppo. Credi che sia successo qualcosa?
- Qualcosa che non ci dice intendi? Non saprei, un ragazzino che ha fatto coming out così tranquillamente e così presto cosa pensi riesca a nasconderci?
- Hai ragione, ma è anche vero che a Natale si rabbuia come mai durante l'anno.
- Forse saremmo dovuti tornare in Francia per queste vacanze e stare di meno la prossima estate...magari gli avrebbe fatto bene. - singhiozzò la madre, prima di scoppiare a piangere tra le braccia del marito. - Non posso vedere il mio bambino così cupo in questi giorni di festa...ma non so come aiutarlo...mi sento una madre terribile!
Sebastian si allontanò, credendo di aver sentito abbastanza e uscì dalla sua abitazione, seguito dal Babbo Natale in verde.
- Loro si chiedono cosa ti faccia soffrire così tanto ogni Natale, e così soffrono a loro volta.
- Io...io non voglio che loro stiano male per me.
- Allora smetti di dire che non c'è nulla che non vada: ammettilo a te stesso. Poi sarà più facile ammetterlo anche agli altri.
- Ma io non posso..
- Devi! O finirà male per te!
- Cosa vuol dire?! - gridò il ragazzo, prima di vedere lo Spirito dissolversi di fronte ai suoi occhi.
Era solo, al buio e immerso nella nebbia, non aveva idea di cosa fare e neppure di dove andare.


Dopo un lungo peregrinare per quella via sommersa dalla nebbia, Sebastian scorse infine una figura incappucciata, con una lunga veste nera: quando fu vicino riuscì a scorgere Thad al di sotto del mantello. Ma ora non aveva voglia di scherzare, né tanto meno di assistere ad un'altra scena come la precedente.
- Io sono lo Spirito del Natale Futuro e sono qui per mostrarti cosa accadrà se da questo Natale non cambierai una volta per tutte.
Il ragazzo stavolta si astenne dal commentare e seguì senza indugi l'esile figura nera dalla faccia di Thad, per entrare in un'elegante abitazione in mattoncini: il campanello indicava 'Harwood', quindi doveva essere la casa del suo compagno Usignolo.
La scena fu forse la più sconvolgente tra quelle a cui aveva assistito perché non era qualcosa che aveva vissuto né qualcosa che stava accadendo in quei giorni, bensì era una serata di almeno una quindicina di anni dopo.
Doveva essere una reunion degli Usignoli a prima vista, ma cercandosi tra i presenti Bas non si trovò, quindi si insinuò tra i presenti e si avvicinò al divano centrale, dove Thad era seduto e stava parlando agli altri.
- Per chi non le avesse conosciute, queste sono le mie due ragazze: la piccola Kathy – disse indicando una bimba di circa due anni seduta sulle sue gambe – e mia moglie Melody, in attesa del nostro secondo figlio. In ogni caso, volevo dirvi che non ho invitato Sebastian per non farlo sentire a disagio: qui siamo tutti fidanzati, sposati o addirittura abbiamo figli, come nel mio caso, mentre lui è ancora da solo ed il suo carattere non fa che peggiorare di anno in anno.
- Non mi stupisce! – ridacchiò Nick – D'altronde come poteva aspettarsi di trovare qualcuno che lo amasse? In due anni non l'ho mai sentito dire qualcosa di carino a qualcuno in modo disinteressato. Se lo faceva era perché se lo voleva portare a letto!
- Hai ragione, – asserì Trent – non ha fatto altro che sminuirci. Non tanto come artisti, lì non posso dire che sia stato un cattivo capitano, tanto quanto come persone. Ha sempre creduto di essere migliore di noi e cosa ha ottenuto? La solitudine. Immagino che bel Natale starà passando.
- Ragazzi, ma chi se ne importa di Sebastian! - esclamò Flint - E' tanto che non ci vediamo e che non stiamo un po' tutti insieme, non angustiamoci e non perdiamo tempo a pensare a chi si è rovinato con le sue stesse mani.
- Io non mi sono mai creduto migliore di nessuno..io ho sempre creduto che nessuno mi potesse amare per quello che ero. Poi ho iniziato a comportarmi da sgualdrina e a maggior ragione nessuno ha creduto che potessi avere una relazione seria..è per questo che odio il Natale! Perché non ho una persona speciale con cui condividere la gioia di questa festa! - ammise Sebastian con le lacrime agli occhi, ma si rese conto che nessuno poteva sentirlo, a parte lo Spirito del Natale Futuro.
Aspettò a lungo ascoltando i discorsi dei suoi compagni di scuola in versione ultra-trentenne, ma nessuno tirò più fuori l'argomento Sebastian. Si era trasformato solo in un brutto ricordo delle superiori di cui non si voleva più parlare e a detta di tutti era rimasto solo, completamente abbandonato da ogni altra persona.
Non era questo l'uomo che voleva diventare.

Quella mattina Smythe si svegliò completamente distrutto, ma almeno era nel suo letto, tuttavia non era in grado di dire se quello che aveva visto era vero o se lo era sognato e basta.
Probabilmente se lo era sognato: come era possibile che tre spiriti con le sembianze dei suoi amici fossero entrati nella sua stanza e lo avessero portato in giro nello spazio e nel tempo? Una cosa del genere poteva accadere al massimo su Doctor Who, non alla Dalton Academy in Ohio! Si voltò per spegnere la sveglia, ma tastando sul comodino trovò qualcosa che la sera prima non c'era: un rametto di lavanda, pianta tipica del Mediterraneo, dove si affaccia il sud della Francia.
In preda al panico il giovane uscì di corsa dalla stanza e tirò un sospiro di sollievo nel vedere il solito corridoio al di fuori; mentre si guardava intorno vide Nick che si dirigeva a fare colazione.
- Nick!
- Sebastian, ancora in pigiama?
- Ehm, sì. Volevo dirti..sembri in gran forma oggi! Ci vediamo di sotto tra dieci minuti!

Nick ringraziò e vide il francese sgusciare via nella sua stanza e si chiese il perché di quella frase. Non aveva usato il suo solito tono persuasivo, perciò non se lo voleva portare a letto..forse era un commento sincero.
Che il Natale abbia fatto bene anche a lui?
Il moro ridacchiò tra sé e sé, pensando che forse a Natale veramente tutti potevano diventare più buoni.

  
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