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Autore: Megumi Uchiha    26/12/2013    3 recensioni
What if?, finale alternativo dopo la 1x08, la fuga di Mary. | Angst | Frary |
"Mary sorrise tristemente e vide intorno a sé tutto sparire, inghiottito dall’oscurità che lei aveva sempre temuto. Sentì le urla di trionfo dei soldati che appena la videro cadere al suolo iniziarono ad abbracciarsi e a urlare contenti. Alla fine, pare che sarebbe andata davvero all’Inferno a causa di Francis."
Genere: Angst, Guerra, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Francis, Mary Stuart
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The silence of a heartrending scream.

The words ever spoken.

«L'assenza dell'essere amato lascia dietro di sé un lento veleno che si chiama oblio.»
Claude Aveline , E tutto il resto è nulla, 1951.

«Vostra altezza, le truppe del re di Francia hanno distrutto un’altra contea.»
Mary aspettò che il servitore si congedasse e la lasciasse da sola prima di stringersi forte il petto e urlare tutto il suo dolore, la sua rabbia. Perché lei non poteva immaginare che Francis, l’amore della sua vita, potesse portarle un simile rancore anche dopo anni. Mary era tornata, calma e razionale alla corte di Francia. Finalmente aveva preso una decisione dopo mesi di ripensamenti. Voleva sposare Francis, e se la profezia era vera, almeno voleva godersi gli ultimi momenti con il suo amato.
L’ultima cosa che si aspettava di trovare era un Francis furioso che le ordinava di tornare nel suo regno perché non aveva più nessuna intenzione di sposarla. Circa due anni dopo la regina aveva avuto la sfrontatezza di invitare lei e Bash, che era rimasto come consigliere di corte in Scozia, al matrimonio di Olivia e Francis. Tuttavia aveva rifiutato cordialmente l’invito, inviando una fredda lettera alla regina di scuse per essere mancata al matrimonio. Il suo cuore non si dava pace ma aveva accettato che Francis sposasse un’altra. Era consapevole di aver spezzato il suo cuore ma lei doveva andare via perché se fosse rimasta un giorno di più alla corte francese sarebbe morta o avrebbe tentato lei stessa il suicidio.
Aveva governato da sola e con saggezza sul trono di Scozia, affiancata dal suo fidato consigliere Bash che era diventato come un fratello per lei. Non aveva più permesso a se stessa di affezionarsi ad un altro uomo o anche di guardare un altro uomo.
Nessuno era come il suo Francis o minimamente paragonabile.
Se si sforzava riusciva ancora a ricordare il palmo delicato della sua mano che le accarezzava il corpo come se fosse la persona più importante del mondo. I capelli d’oro che le solleticavano il viso quando lui le parlava troppo vicino. I suoi baci e i suoi sorrisi felici alla fine di ogni bacio. E lei amava bearsi di quei sorrisi, consapevole che fosse lei la causa di tutta quella felicità. Ogni volta che chiudeva gli occhi, però, non c’erano più quegli occhi azzurri da bambino che brillavano ogni volta che lei gli prestava attenzione o semplicemente lo guardava distrattamente persa in pensieri troppo profondi, come se il suo subconscio volesse assicurarsi che lui fosse sempre lì, che il suo Francis non l’avesse abbandonata per un’altra donna. Ora ogni volta che chiudeva gli occhi c’era il volto di un Francis più cresciuto che non riusciva a riconoscere.
Gli occhi che prima la riscaldavano infondendole sicurezza e benessere, ora erano due schegge di ghiaccio pronte a trafiggerti.
Le labbra che ogni notte le sussurravano dolcemente all’orecchio quanto lui l’amasse, mesi fa avevano urlato contro di lei dichiarando guerra a lei e al suo regno.
Mary continuava a soffocare le sue urla nel cuscino. Tutto quello che poteva fare per mostrare il suo dolore era urlare perché aveva esaurito le sue lacrime molti anni prima. In quegli anni aveva capito che non poteva confidarsi con nessuno, così iniziò a tenersi tutte le sue paure e tutte le sue insicurezze dentro di sé. Agli occhi degli altri doveva essere forte perché se lei si concedeva il lusso di esternare il suo dolore e di essere debole anche solo per pochi minuti, la Scozia sarebbe caduta con lei. Ed era l’ultima cosa che voleva.
Infondo, era per questo che lei era andata via dalla Francia. Non solo per sfuggire ad una profezia che la terrorizzava, facendole credere di poter perdere l’unico uomo che aveva mai amato da un momento all’altro. Era andata via anche per difendere la sua gente, perché lei è sempre stata causa di morte e guerra fin da piccola. Se si fosse sposata con Francis, lui sarebbe morto e al trono sarebbe rimasta da sola, rendendo il suo popolo e il suo regno debole e indifeso per i nemici. E’ sempre stato per la Scozia e la sua gente che aveva rischiato tutto.
Questo significava regnare, essere regina. Sacrificare tutto, perfino la propria felicità, per il regno.
Mary si alzò e si guardò allo specchio. Il vestito era sgualcito, i suoi capelli sfioriti e c’erano due enormi occhiaie sul suo viso. Sembrava un fiore che appassiva piano, consapevole del suo destino.
Perché Mary era consapevole del suo destino. Domani sarebbe scesa in battaglia e avrebbe combattuto, nonostante la sua poca esperienza con le armi. Sarebbe morta da vera regina, da combattente fiera e non da vigliacca rinchiusa nel suo castello. Non avrebbe mandato a morire i suoi uomini, non più. Sarebbe morta lei per loro, se fosse servito.
Il giorno dopo Mary era ricoperta di sangue ma si reggeva ancora in piedi. Era al fianco dei suoi uomini, combatteva con loro come una guerriera. Era in difficoltà perché lei si basava sull’istinto e i soldati di Francis avevano con loro anche la tecnica e l’allenamento. Tuttavia se la stava cavando, anche se con grande difficoltà.
La battaglia continuava più feroce che mai. C’erano cadaveri e sangue ovunque intorno a loro ma nessuno ci faceva molto caso perché se si fossero fermati anche solo per un secondo per ammirare il circostante paesaggio macabro, sarebbero morti.
Francis si faceva largo tra i guerrieri, passando completamente inosservato a causa della sua elevata velocità che aveva sviluppato durante gli anni. Mary alzò lo sguardo e in quel momento tutto passò in secondo piano.
Davanti a lei c’era Francis, il centro del suo mondo. Voleva correre ad abbracciarlo, baciarlo e chiedere perdono anche in ginocchio ma rimase lì, ferma, aspettando la successiva mossa di Francis. Con uno scatto colpì Mary allo stomaco con la spada.
Lei riuscì perfettamente a sentire il ferro della spada che le trapassava lo stomaco con la freddezza che solo gli occhi di Francis riuscivano ad emanare. Mary sorrise tristemente e vide intorno a sé tutto sparire, inghiottito dall’oscurità che lei aveva sempre temuto. Sentì le urla di trionfo dei soldati che appena la videro cadere al suolo iniziarono ad abbracciarsi e a urlare contenti.
Alla fine, pare che sarebbe andata davvero all’Inferno a causa di Francis.
«Ti amo.»
Tutto quello che riuscì a sentire prima che il suo cuore si fermasse furono quelle parole, sussurrate al suo orecchio con il tono caldo di Francis, proprio come faceva in passato. Quello era il Francis che aveva rubato il suo cuore, non restituendolo mai. Il Francis solare, dolce e ancora fanciullo che la baciava con le sue labbra calde. Quello che le sussurrava quelle magiche parole che la facevano sentire importante, non il Francis avvelenato dalle parole della regina, il Francis incatenato all’odio.
«Ti amo anche io.»
Quelle, invece, erano le parole che non riuscì mai a pronunciare.
  
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