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Autore: berserker eagle    26/12/2013    1 recensioni
Una storia incentrata sulla caduta morte di Shirou Emiya, sulla caduta del vincitore della guerra del santo Graal.
La fine di quel ragazzo che aveva continuato ad inseguire la dama che aspetta, per l'eternità.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora, salve a tutti.
Prima d'iniziare a leggere vorrei far sapere due cose.
L'incantesimo "Unlimited Blade Works" è quello di Shirou, per ovvio motivi, e non quello di Archer.
Seconda cosa alcune parti di questa storia si basano sul Visual Novel di Fate/Stay Night e non l'anime, giusto per informarvi.
Grazie mille per l'attenzione, chiedo scusa per eventuali errori grammaticali e vi prego di farmeli notare nelle vostre recensioni se vi saranno.^^
Vi lascio con un citazione che mi piace molto e buona lettura.xD
Here I come, King of Heroes. Do you have enough weapons in stock? [Shirou, Fate/Stay Night]



Utopia

 

Quanto tempo era passato da quando aveva iniziato ad inseguire quel fievole sogno?
Cosi tanto che quasi non riusciva più nemmeno a ricordare l'inizio di quel cammino, quando nella notte gelida di Fuyuki aveva osservato la cosa più vicina ad un padre che lui aveva mai avuto acquietarsi, tranquillo, nel sonno di Thanathos, mentre lui, ancora bambino, gli prometteva che si, il suo fantasia l'avrebbe fatta diventare reale in sua vece, diventando veramente, pienamente, un eroe della giustizia.
Perfino l'incendio che l'aveva forgiato, plasmando con il fuoco le più remote e nascoste parti del suo essere cominciava ad apparire vacuo e sfocato.
Il giorno in cui Shirou Emiya apparve per la prima volta era pian piano svanito dai suoi incubi nell'oblio del tempo.


I am the bone of my sword

 

Di punto in bianco Shirou sorrise, divertito dall'ironia del destino.
Non riusciva a ricordare l'inferno bollente che lo aveva creato, ma ricordava ancora lei.
Quell'immagine era qualcosa che non riusciva a dimenticare...se Shirou Emiya era nato nelle fiamme bruciato gran parte della sua città.... allora l'eroe della giustizia era nato quel giorno, mentre guardava Arturia Pendragon scomparire nell'alba dell'ultimo giorno della guerra del santo Graal e sapeva che ormai, lui, avrebbe seguito il suo sogno, fino alla fine.
Che non fosse suo...non contava.
Che fosse irrealizzabile...era ininfluente.
Quel giorno, quando aveva rinunciato alla cosa più importante che aveva per distruggere quella coppa maledetta in procinto di corrompere ogni cosa, aveva capito che non si sarebbe mai più fermato, ormai la sua strada era tracciata e l'unica cosa che poteva fare era percorrerla con tutte le sue forze.
Ed ogni volta che aveva proiettato una lama, ogni volta che la sua pelle stessa diventava ferro e metallo per proteggerlo dai nemici, una consapevolezza brillava nella sua mente come un faro.
Lui e le sue spade erano una cosa sola.
Era la lama che aveva salvato innumerevoli innocenti.
Era il fodero affilato che avrebbe protetto il suo Re, la sua Regina ed il suo amore.
Ed ora, in quel momento, alle fine del suo viaggio, sapeva di avere ragione.
Il suo ideale non era crollato, né sarebbe caduto in quel momento, alla fine di tutto.
La luce della luna illuminava pacata la verde erba dove si trovava: un prato senza fine; non esistevano vie di fuga, non sarebbero arrivati aiuti dell'ultimo secondo.
Lui e migliaia di soldati, avvolti di nero ed armati, pronti ad ucciderlo come avvoltoi che pronti a calare sulla loro preda.
Shirou Emiya sarebbe morto il quell'ultima battaglia: il mondo intero lo voleva morto.
Con la mente priva di un ogni pensiero, il mago iniziò a cantare, lento e greve, il suo più grande incantesimo che in quelle parole conteneva l'essenza stessa di ciò che era, mentre una frase che tante volte aveva sentito nelle sue notti durante la guerra del santo Graal, mentre osservava il passato del suo Servant, iniziavano ad avere un senso
"Per incontrarsi ancora devono accadere due miracoli, uno deve aspettare in eterno, l'altro deve inseguire per l'eternità"
Parole di merlino...il più grande mago di Brittania.

 

Steel is my body and fire is my blood

 

Quelle parole gli riverberarono dentro, mentre la realtà stessa si piegava al suo volere.
Seguendo quelle parole, quel flebile sussurro nello sconfinato mare del tempo, aveva continuato ad inseguire il suo amore, mentre combatteva per il suo credo.
Non aveva mai saputo se lei lo stava ancora aspettando, da qualche parte, oppure non fosse altro che cenere e vento in quel pianeta sconfinato nel quale entrambi aveva trascorso la loro breve vita, ne gli interessava.
Per alcune cose valeva la pena di rischiare ogni cosa, ogni singolo istante della propria vita per un solo momento, per un sola occasione di raggiungere la felicità.
E quell'instante, per lui, era adesso.

 

I have created over a thousand blade

 

Le sue mani insanguinate aveva agognato questo giorno cosi intensamente che Shirou non riusciva a provare nient'altro che eccitazione.
La paura era scomparsa.
Il buonsenso era silente.
Il cuore che gli pulsava nel petto, assordante come un tamburo, era l'unica cosa che sentiva.
Il sangue gli scorreva nelle vene come fuoco ardente, mentre l'esperienza di decine e decine di anni passati combattendo fra l'acciaio ed i cadaveri per salvare anche solo una singola vita gli sussurravano all'orecchio cosa fare per combattere una battaglia che nessuno non avrebbero mai dimenticato.
Era sopravvissuto a massacri nei quale le sue probabilità si sopravvivenza erano pari all'uno percento e la sua esperienza lo aveva sempre portato alla vittoria.
Eppure in quel momento il suo stesso istinto, sublimato da decadi di lotte, era più che chiaro.
Questo sarebbe stato il suo ultimo campo di battaglia.

Unaware of loss

 

Mentre decine di proiettili volarono verso di lui la terra diventò brulla e sterile, puntellata di spade di ogni foggia e fattura, il blu del cielo notturno ormai sostituito da un eterno tramonto foriero di morte.
In un secondo Shirou venne circondato da lame, accostate una all'altra a creare un muro
impenetrabile: una barriera che nessuno avrebbe potuto sperare di oltrepassare con meri proiettili
convenzionali, i quali si schiantarono come sassolini sul cemento, senza nemmeno danneggiare i
suoi capolavori.

Un cenno e le armi, un infinità, volarono come calabroni infuriati verso i suoi nemici, menomando arti e membra, trapassando carne, kevlar e ossa come burro.

Nor aware of gain

Eppure Shirou rimase lì, su di una collina brutta e arida, circondato dalle armi che come fidate compagne lo avevano seguito per tutta la sua vita.
Davanti a se Excalibur stava fiera ed altera, la lama a formare un x con una spada ad essa simile, conficcata qualche centimetro più in la.
Calibur era il nome dell'altra arma.
Nelle sua mani invece stavano salde Kashou e Bakuya, le due lame corte che Archer preferiva usare in combattimento.
Shirou Emiya sarebbe rimasto lì, combattendo fino alla fine, senza ne cedere ne conquistare un solo passo.
Come aveva fatto per tutta la vita.

Withstood pain to create weapons

I soldati iniziarono ad avvicinarsi, passando a lame e pugnali, vista l'inutilità dei loro fucili.
L'artiglieria che avevano portato con loro era stata eliminata da lame scintillanti cadute dal cielo.
I loro razzi squarciati a mezz'aria dalle armi create in quel posto ai loro occhi assurdo e strano, frutto del demonio.
I primi soldati non capirono nemmeno cosa successe quando Emiya sfruttò la sua peculiare magia, il rinforzo, per tagliarli a meta con le sue armi ad una velocità inumana e la collina inizio a diventare rossa per il sangue dei caduti.
Poi i suoi sensi iniziarono a farsi fiacchi dopo tanto combattere ed uccidere, mentre la magia che lo animava pian piano diventata più debole con il passare dei minuti.

Waiting for one's arrival

Shirou non diede un passo al nemico, mentre i suoi aguzzini lo accerchiavano.
Le armi nelle sue mani eliminavano pian piano i nemici tanto folli da avvicinarsi, lasciandogli tempo per muoversi, trovare un posizione migliore, continuare a combattere.
Eppure egli rimase sulla sua collina di lame, dove riposavano i suoi tesori più preziosi, tanto letali quanto importanti per il suo cuore.
Quando le sue spade corte gemelle si spezzarono dopo le migliaia di affondi subiti e lanciati e decine di coltelli penetrarono nelle sue carni, Emiya lasciò i moncherini delle armi spezzate cadere a terra con un tonfo sordo, prendendo poi nelle sue mani scintillanti spade sacre davanti a lui continuando a combattere.
Fino all'ultimo uomo che poteva sconfiggere, fino all'ultimo nemico che poteva schiacciare.
Fino a quando non cadde a terra in ginocchio, troppo stanco per anche solo alzare la testa e gli venne dato, sotto quel tramonto infinito, il colpo mortale.

I have no regrets, this is the only path

 

Fra i cadaveri dei nemici, Shirou osservò il cielo azzurro privo di nuvole, nel quale un sole brillava grande e luminoso, portando calore al creato.
Sorprendentemente notò di potersi alzare, completamente guarito dalle sue ferite.
Notò anche che i corpi attorno a lui erano scomparsi, sostituiti da un infinito prato verde smeraldo, simile, eppure diverso da quello nel quale si era preparato a morire.
Quello era un prato nel quale gioire, non versare sangue.
Il ragazzo chiuse gli occhi, respirando la brezza mattutina.
Era tutto finito.
La sua lotta, la sua sofferenza, la sua speranza.
Alla fine di ogni cosa, in quel momento, avrebbe conosciuto la verità.
Quando Shirou Emiya aprì gli occhi e la vide, il suo cuore perse un battito.
Quando lei aprì gli occhi verdi, osservandolo intensamente, un sorriso compiaciuto sulle labbra,
l'eroe caduto sulla collina delle lame si senti morire di nuovo, mentre il suo animo esplodeva per la felicità.

Lei era lì, in un semplice abito bianco, non un'armatura portatrice di morte, ma in un abito che parlava di una vita semplice...e felice.
Ma sopratutto, lo stava ancora aspettando, perfino in quel momento.
Alla fine, dopo tanto dolore, l'aveva raggiunta.
Avalon, ormai, non era più un'utopia.

 

My whole life was unlimited blade works

  
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