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Autore: Jadis96    26/12/2013    7 recensioni
Nella grande tenuta di Pemberley, qualcuno è inquieto la sera della vigilia di Natale. Una tempesta di neve incombe, violenta e terribile.
Ma Darcy non ha paura. Dopotutto... ha già affrontato tempeste peggiori.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Bennet, Fitzwilliam Darcy
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno e buon Natale a tutti. E’ la prima volta che scrivo in questa sezione, e sono certa che non sareste qui a leggere questa breve one-shot se non fosse stato per una persona speciale che mi ha fatto scoprire Orgoglio e Pregiudizio. Questa fanfiction è scritta per lei, come regalo di Natale. Spero che vi piaccia.
 
 
Una tempesta di neve incombeva su Pemberley.
L'imponente tenuta dei signori Darcy era circondata da ghiaccio, mentre le grida del vento sovrastavano qualsiasi altro suono. 
Elizabeth Darcy osservava la furia della tempesta attraverso la finestra del salotto. La stanza era piacevolmente riscaldata dal caminetto e illuminata da numerose candele; gli unici rumori udibili erano lo scoppiettare del fuoco e il ticchettio dell'orologio che segnava l'imminenza della mezzanotte. Elizabeth aveva congedato il personale di servizio, e pertanto era sola in casa. Le uniche presenze erano i due cani che dormivano accanto al camino. Erano stati un regalo di
Fitzwilliam Darcy, suo marito da appena tre anni. Uno di loro era un cane da caccia bianco, che nelle giornate di primavera amava inseguire lepri. L'altro era un piccolo cane da compagnia dal pelo riccio color albicocca e lo sguardo sempre attento.
Elizabeth diede una rapida occhiata all’orologio: mancavano otto minuti alla mezzanotte.
Suo marito era uscito di casa nel primo pomeriggio per sbrigare delle faccende in città. Aveva detto ad Elizabeth di non aspettarlo sveglia, ma probabilmente sapeva che lei lo avrebbe fatto comunque.
La tempesta infuriava, violenta e brutale, trasformando le tranquille campagne del Derbyshire in un inferno di tuoni e ghiaccio.
Elizabeth era inquieta. Sapere che Fitzwilliam era da solo nel mezzo della tempesta la intimoriva.
 
"Non temere, mia dolce Lizzie. Ho affrontato tempeste ben peggiori di questa", le aveva detto prima di partire, quando lei aveva espresso le sue preoccupazioni.
"Domani è Natale", aggiunse in seguito. "Prepareresti il necessario per festeggiare mentre sono via?".
"Non vorrai dirmi che hai intenzione di seguire quella strana moda che va diffondendosi a Londra di celebrare il Natale attorno ad un abete decorato*?".
"Giammai! L'unico elemento che renderebbe perfetto il mio Natale è già qui accanto a me. Non mi occorre altro".

Lizzie sorrise al ricordo di quella breve conversazione. Ricordò anche come, solo pochi anni prima, era convinta di essere destinata a non trovare mai l'amore.
"Pensavo che tutti gli uomini fossero arroganti o stupidi. Probabilmente avevo ragione, ma sono riuscita a trovare una rara eccezione".
Darcy si era rivelato essere un'eccezione in tutto. "Mi ero ripromessa di odiarlo per l'eternità...e non molto tempo dopo ho promesso di amarlo per l'eternità". Eppure, mentre odiarlo si era rivelato impossibile, amarlo era la cosa più facile del mondo. Era come l'aria di primavera, come l'acqua limpida di un fiume.

Un rumore s'insinuò tra le grida della tempesta, interrompendo il flusso dei suoi pensieri. I cani furono i primi a sentirlo. Scattarono in piedi e corsero al piano di sotto, verso il portone d'ingresso, il più grande con passo felpato, mentre il più piccolo saltellava per stare al passo. Elizabeth aguzzò la vista, fino a scorgere un cavallo che percorreva il viale al trotto. Impiegò un attimo per riconoscere la sagoma dell'uomo che lo cavalcava. La stretta allo stomaco che l'aveva tormentata fino a quel momento si allentò mentre attraversava il labirinto di corridoi che conduceva all'entrata.
Il portone si aprì con un cigolio, riversando all'interno il gelo e la neve portati dal vento. Fitzwilliam Darcy entrò, subito accolto con esuberanza dai cani. Era bagnato ed evidentemente affaticato. Lizzie rabbrividì.
<< Buonasera, signora Darcy >>, disse con un sorriso.
Elizabeth percorse di corsa la distanza che li separava e gli gettò le braccia al collo. << Bentornato, signor Darcy >>, gli sussurrò all'orecchio. Fiocchi di neve gli erano rimasti impigliati tra i capelli e sui vestiti, e si stavano lentamente sciogliendo in una pozza sul pavimento. "È bellissimo", pensò Lizzie, trattenendosi dal dirlo ad alta voce. << Ero preoccupata >>, ammise.
Il sorriso di Darcy si allargò, arrivando ad illuminare il suo sguardo. << Sei adorabile quando ti preoccupi >>.
<< Non era la risposta che volevo sentire >>.
Darcy le prese la mano e vi depositò un lieve bacio. << Farvi cosa grata è un onore per me. Vi prego, consigliatemi ciò che vi farebbe piacere udire >>, disse, ripetendo con ironia le parole che le aveva rivolto tanto tempo prima, durante il loro primo ballo insieme.
Un istante dopo, i rintocchi dell'orologio risuonarono nella casa semivuota. Era mezzanotte.
<< Felice Natale, Lizzie >>.

<< Buon Natale anche a te, Will >>.
Darcy rise al sentire quella versione estremamente abbreviata del suo nome. Fu un suono puro e cristallino, splendido nella sua rarità. E solo allora Lizzie si rese conto di essere completamente, innegabilmente felice.
 
 
*Ho fatto delle ricerche su come era festeggiato il Natale a quell’epoca e, con un pizzico di delusione, ho scoperto che solo vent’anni dopo nascerà la tradizione di addobbare la casa e scambiarsi regali. Pertanto, per accuratezza storica, ho fatto in modo che i signori Darcy celebrassero il Natale con semplicità, senza troppi orpelli.
   
 
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