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Autore: Nice Doll    26/12/2013    0 recensioni
volevo scrivere, volevo solo scrivere quello che sento visto che non riesco a dirlo. volevo ammetterlo.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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sai cosa?
su di lui ci avevo basato tutto, ci avevo scommesso me stessa,
lui aveva il mio cuore, sembrava esserselo guadagnato.
non ho mai provato un sentimento tanto forte verso qualche altro amico,
era come se mi capisse alla perfezione, senza bisogno di tante parole,
come se tutta la mia felicità dipendesse da lui...e in effetti era proprio così.
era l'unica cosa di cui avevo bisogno, e quando è andato via..
mi sono sentita persa. Persa e insicura.
riguardo qualsiasi cosa: l'amore; l'affetto; l'amicizia; la fiducia... me stessa.
non avevo mai pensato a come sarebbe stato senza lui,
e se l'idea mi attraversava il cervello restava tale,
perché mi rifiutavo anche solo di prenderla in considerazione.
finché, lui l'ha fatto davvero.
se ne è andato, così come se ne vanno tutti.
l'unico mio rimpianto forse è proprio quello di non averlo abbracciato in quell'istante che tu sai, perché se l'avessi fatto forse avrei potuto fargli capire quanto bene possa volergli.
e il fatto che magari non sono stata sincera quando lui mi ha chiesto come stavo, non importa, no? Che me ne facevo dell'onestà in quel momento?
che senso avrebbe avuto dirgli la verità?
già..la verità.

 
"da quando non ci sei più tu, mi sento sola anche tra una miriade di persone, mi sono accorta di quanto fragile io sia in realtà, di quanto si ci possa sentire stupidi,
per le cose che si fanno e per le cose che si provano.. piangevo tutte le notti, scuse su scuse per nascondere il mio stato d'animo, tutte lontanissime dalla realtà,
tutte con l'unanime scopo di farmi da scudo per l'unico male che avevo, tu.
e non so dirti di quanto questo mi sia sembrato assurdamente senza senso, perché tanto lo sapevo.. tu non saresti tornato.. eppure continuavo, continuavo a farlo. illudendomi che questo bastasse a tenere sotto chiave quelle lacrime che non avevo pianto, quelle parole che non ti avevo detto, quel bacio che non ti avevo dato.
ma le cose non sono sempre come uno vorrebbe, anzi, non lo sono mai.
poi tu mi ti sei presentato davanti, a scuola, sbattendomi in faccia quello che mi stavo negando,
ne eri addirittura inconsapevole e come la maggior parte delle cose che non sai, in quel momento mi sono sentita morire.
tu eri lì e io non ero con te, non c'ero capisci?
non c'ero perché tu non mi hai voluto.
ed è stato lì che mi sono sentita sola più che mai, mi sono sentita non abbastanza, mi sono sentita come quella sbagliata.
ma te l'avevo detto no? che non avresti dovuto definire i tuoi sentimenti ..guarda a cosa ci ha portato.
ma no mi sbaglio, altre scuse. tu te ne sei andato a causa mia, sono stata io l'errore, e lo so.
non hai neanche detto di voler aggiustare le cose, ma come biasimarti? come avresti potuto? e poi, cosa c’è da aggiustare?
niente si aggiusta. perché quando qualcosa si rompe non tornerà mai com’era. ed inesorabilmente, cambia.
hai mai provato ad aggiustare qualcosa, come un vaso di ceramica, se mancano troppi pezzi non sarà mai possibile. perché non basta avere pazienza,
mano ferma o quello che vuoi, se i pezzi non bastano come si fa?
non si fa.
di fatti, tutto quello che ci rimaneva era insufficiente per sistemare le cose.
avevamo solamente i resti di un’amicizia finita, di un legame che non ci apparteneva più.
come se quei due ragazzi che avevano parlato finora non si conoscessero affatto,
su quella maledetta panchina quella sera di inizio dicembre hai detto di non conoscermi e lì, io non ti ho conosciuto più.
non ti ho riconosciuto più.
eppure rifarei tutto, a partire dal nostro incontro, quel giorno che non ricordiamo, ci era sembrato insignificante.
tutte le emozioni che mi hai fatto provare sono meravigliose. e tu lo sei.
e comunque io ti avrei portato solo problemi lo sai, quindi che dirti, hai fatto bene amore mio.
mi mancava chiamarti così, mi mancava davvero.
e se mai lo leggerai, non avere paura, non essere triste, non sentirti in colpa ma ascolta me, io ti ho amato così come tu hai amato me.
ma non te l’ho detto perché quel genere d’amore non andava bene, era un amore malsano, tu non meritavi quello. tu meritavi di meglio, tu lo meriti ancora.
tu meriti l’amore vero.
e per quel che mi riguarda, si va avanti, si va sempre avanti.”

Giulia gli ho mentito ancora, non è vero che si va avanti!
ad un certo punto si ci deve fermare per forza, si rischia di finire contro qualcosa, o di cadere. 
e come ti rialzi se sei da solo?
ma lui, lui dov’era? 
lui non è così, non può esserlo.
perché se quello veramente è lui, devo dargli ragione, perché non lo conosco!
e allora a cosa è servito tutto?
mi ha fatta sentire così me stessa da non poterne fare più a meno,
eravamo così simili, talmente simili che non ci distinguevo neanche più.
era bello. era la cosa più bella di sempre ed è stata la cosa più brutta di sempre.
mi ha fatto riscoprire la persona che sono, tutto daccapo.
ogni certezza prima di lui, diventava dubbio.
quella sua mania di piacergli i miei occhi, e quella mia mania di piacermi il suo sorriso.
la sua fissazione per quelle canzoni, così tanto vecchie che i cantanti sono morti,
tutte le volte che mi ha stretta a sé, la scritta che gli ho fatto sul muro della sua cameretta,
il camminare vicini… molte volte ci ho fatto caso.
eravamo sincronizzati e lo so,se si cammina vicino a qualcuno per un po’ allora si ci sincronizza naturalmente. ma questo non valeva per noi.
come si sincronizzano i sentimenti? 
non avevamo bisogno di chiedercelo perché non avevamo bisogno di far assomigliare niente,
era tutto così somigliante.
mi ha chiesto tanto e ho risposto poco, gli ho chiesto poco e ha risposto tanto.
ed io ho fatto lo stesso di lui e lui di me.
ho ricominciato a scrivere, con questo ho ricominciato.
mi ha portata a questo, io sono questo.
Io sono scrittura, sono emozioni, sono lacrime, sono sorrisi e sono amore.
tu dici, rifatti una vita, dici che passerà, dici che starò bene e quando ti dico che è così mi chiedi come ho affrontato la cosa. e che potrei dirti?
l’unico modo con il quale si poteva affrontarla, o meglio,
il solo con il quale io potevo affrontarla.
lasciarsi consumare dentro. perché lo sai come va, te l’avrò detto un milione di volte.
all’inizio fa male, ma male di un male che non si può ignorare, prepotente al punto che non ti lascia pensare, che non ti lascia respirare, che non ci sono soluzioni.
però, quando alla fine, non rimane più niente da consumare, che altro male può fare?
ma non farlo mai, non farlo perché questa è la cosa più sbagliata che si possa fare.
perché non ti porta a stare bene sul serio,
e sto mentendo anche a te, io voglio lui, Giulia,
e anche se tu me l’hai ripetuto fino all’esasperazione di non dirlo io lo dico,
lo dico perché è vero, anche se tu mi hai portata al non poterne più col sentirmi dire 
che i tempi erano sbagliati, che avrei dovuto dire “era” e non “è”,
che il passato è passato e io ho un futuro, che tu ci sarai, che andrà tutto bene,
mi dispiace, ma io lo sento ancora e perciò lo dico lo stesso,
lo dico come tu dici che è sbagliato, come tu dici che non si dice,
e non volermi male, non arrabbiarti, perché tanto non lo rileggo.
perché lo so, che se lo faccio poi cancello tutto, e se cancello non avrò concluso niente e poi,
si tratta di sincerità. e voglio essere sincera, per questo lo dico:
Lui è tutta la mia vita.
  
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