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Autore: B Rabbit    26/12/2013    1 recensioni
La voce avvizzì sulle sue labbra.
Il ragazzo si era inginocchiato dinanzi a lui.
Ringraziando la frangia disordinata e gli enormi occhiali che nascosero il suo stupore, ritornò ad osservare i due uomini del libro discutere fra loro in un vicolo triste, ignorando la presenza dell’altro.
«Posso farti una domanda?»
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Elliot Nightray, Leo Baskerville
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Tu come una petunia





Rafforzò la presa delle mani, quasi temesse che quei battenti di una realtà immaginaria lo chiudessero fuori.
Accelerò il passo, catturato, balzando e assimilando ogni singolo concetto che, ordinati da una forza trascendentale, creavano nella sua mente uno spettacolo in continuo movimento, narrandogli storie e avvenimenti di un mondo lontano.
Si fermò alla fine della pagina, rimuginando per un instante sulla situazione.
La carta si impressionò della forza delicata con cui le stringeva.
In che situazione sei, David?
Si fermò dall’intraprendere la nuova via e voltò lo sguardo, fissando, da dietro le lunghe ciocche scure, la porta che, cigolando appena, si aprì, rivelando la figura di un ragazzo.
Gli occhi sorrisero, lasciando immutata l’espressione tranquilla del volto.
«Leo, sei qui?»
«Si» rispose e abbassò di più la testa sul libro, riversando però tutta la sua attenzione sull’altro.
«Siediti sul letto, l’uniforme potrebbe sciuparsi!»
Girò la pagina.
«Come sei noioso» lo stuzzicò.
Si divertì nel veder manifestarsi l’irritazione sul viso immaturo del compagno, ma si interrogò subito sull’assenza di eventuali controbattute.
«Elli-»
La voce avvizzì sulle sue labbra.
Il ragazzo si era inginocchiato dinanzi a lui.
Ringraziando la frangia disordinata e gli enormi occhiali che nascosero il suo stupore, ritornò ad osservare i due uomini del libro discutere fra loro in un vicolo triste, ignorando la presenza dell’altro.
«Posso farti una domanda?»
Sospirò afflitto. Elliot proseguì.
«Come fai a leggere?»
«Non te l’hanno insegnato a scuola?»
Leo trattenne una risata. Adorava provocarlo quando erano soli.
«Mi riferivo agli occhiali e al resto» ringhiò il padrone, aggrottando le lunghe sopracciglia.
Il moro osservò il suo viso chiaro offuscato da ciocche e fili scuri.
E’ molto permissivo oggi
«Ci ho fatto l’abitudine» ma prima che potesse rituffarsi in quel mondo cartaceo, l’altro gli abbassò il libro con la mano sinistra.
Alzò lo sguardo e rincontrò quei brandelli di cielo.
«Perché ti nascondi?»
Quella domanda – semplicemente ingenua e intrisa dell’irrefrenabile curiosità del giovane – gli alterò per poco il battito cardiaco, provocandogli un senso di irrequietezza.
Nascose l’immagine di Elliot dietro le palpebre.
«Te l’ho detto perché» rispose indurendo la voce. «Non voglio vede-»
«Ma ora hai me davanti»
Leo sussultò nel profondo; riaprì gli occhi e si impressionò dello sguardo risoluto ma rassicurante del ragazzo, capace di sconvolgere la forza interiore con cui aveva accettato quella specie di voto che si era scelto.
«Non vuoi guardare neanche me?» continuò, avvicinandosi di più a lui.
Il moro indietreggiò quel poco che bastasse ad incontrare la parete vicina e si strinse nelle spalle, quasi potesse sparire in quel modo.
«Non voglio vedere nulla…» quelle parole sussurrate stranamente lo ferirono.
Elliot rimase in silenzio ad osservarlo. «Quella volta ci siamo stretti la mano… e ho scorto un po’ il tuo viso»
Leo volse di lato lo sguardo basso.
«Siamo diventati pari, compagni» fece una pausa. «Non siamo solo “servo e padrone”»
Lo scrutò cercando di carpire magicamente l’origine di ciò dal suo silenzio. Sospirò.
«Ma se non vuoi, non ti costringerò» disse infine, e si alzò dal pavimento.
Se avesse insistito di più, quella smorfia di sofferenza incompresa sarebbe sicuramente riapparsa a deturpare il suo viso. Non lo voleva affatto.
Raggiunse la porta della stanza ed uscì.
Leo sospirò.
«Che ragazzo testardo»
Si abbandonò totalmente contro la parete e notò il lieve tremore delle mani.
Adagiò il libro aperto sul pavimento e alzò lo sguardo.
Il bianco del soffitto si riflesse nel viola raro ed intenso delle sue iridi lucenti, mentre la luce del giorno gli carezzava le guance imporporate, finalmente libere dalla sopraffazione dei capelli.

















Questo non era nel programma.
Questo è solo uno sclero picciò.
Non pensavo di tornare con una robina del genere, mmh… =/
Spero che almeno vi abbia fatto passare un minuto piacevole.
Per il titolo… è un po’ imbarazzante >>”
Leo ed Elliot conoscono il significato dei fiori e la petunia ne racchiude uno che, secondo me, Leo prova nei confronti di quello tsundere scorbutico.
Il significato che ho usato io è “Presenza consolatrice”, però può avere anche il significato di un tipo d’amore.
Come al solito, non sapevo che genere mettere.
Beh… buon Santo Stefano a tutti =D


  
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