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Autore: Ari Youngstairs    26/12/2013    8 recensioni
L'unica cosa che chiedeva, era solo di poter dormire.
Ma se hai un parabatai che ti getta secchiate d'acqua gelida in pieno volto pur di svegliarti....non ti resta altro che far finta di nulla e andare dalla persona che ami.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se c'era una cosa che Alec odiava, era essere svegliato in malo modo mentre sognava.
Era un dormiglione di prima categoria, di quelli che se dovessero salvare una cosa sola al mondo sceglierebbero il proprio letto.
Tanto che la settimana precedente, dopo una caccia, era andato a dormire alle quattro del mattino sperando in una dormita leggendaria, di quelle che dovrebbero essere ricordate nella storia.
Purtroppo il Nephilim non ebbe fortuna.
Stava sognando Magnus, che gli dava uno di quei baci unici e speciali che riservava solo e unicamente per lui. Si era ormai convinto che nessuno baciasse come lui.
Tutto si interruppe quando sentì l'acqua gelida colpirgli il viso come una cannonata.
«SVEGLIA SVEGLIA BELL'ADDORMENTATO!»
Sobbalzò e cadde dal letto, facendo scoppiare a ridere Jace che teneva un secchio (ormai vuoto) nella mano destra.
«Jace!» Gridò Alec asciugandosi il viso con le coperte «Potrei ucciderti per quello che hai fatto, lo sai!? Che ore sono!?»
Sperava disperatamente in un orario fattibile, le nove magari.
«Le sei»
Fu come un pugno nello stomaco: aveva riposato a malapena due ore, e quando non dormiva abbastanza diventava non solo intrattabile, ma anche incapace di fare qualsiasi cosa richiedesse il minimo impegno.
Con un uno scatto fulmineo afferrò il biondo per il colletto della camicia, cogliendolo di sorpresa.
«Spero davvero tanto per te che tu abbia una buona ragione per avermi svegliato! Con un secchio d'acqua per di più!»
Ricevette soltanto una risata da parte del suo parabatai, e gli venne voglia di prenderlo a schiaffi.
«Il tuo caro stregone ha telefonato...e dato che tu stavi nel mondo dei sogni bofonchiando parole smielate, ho risposto al posto tuo...» Trattenne a stento altre risate «All'inizio pensava che stesse parlando con te...non mi avevi raccontato di cosa fate la sera, Magnus ti sta intrattenendo bene a quanto pare!»
Alec era di un colore indescrivibile, un misto si rosso e viola che colorava le sue guance e metteva in risalto i suoi occhi celesti come il cielo. 
«JACE!» Lo scosse violentemente per la camicia su cui stava affondando le unghie, lasciandone i segni «Quanto avete parlato?!»
«Quel che bastava...ma ora muoviti fiorellino, Magnus non vede l'ora di vederti»
Dopo quel duro colpo e un sonoro insulto a Jace, fece l'unica cosa che si sentiva di fare: si cambiò velocemente ed uscì. Destinazione Brooklin.


                                                                               ~§~


L'atrio dell'edificio era come al solito coperto da un velo di polvere e tempestato dagli avanzi di pizze e pop-corn.
Salì di malavoglia le scalette a chiocciola che portavano al piano di sopra, fortunatamente più pulito del precedente, e si ritrovò davanti alla porta del loft.
Fece indugiare la mano nella tasca sinistra dei jeans, finché le dita non incontrarono il freddo metallo di una chiave: una piccola e sottilissima chiave argentata decorata da tante piccole scritte che Alec non comprendeva.
Gliel'aveva data Magnus qualche mese prima, in modo che potesse entrare in casa sua quando volesse. 
"Perché si fida di me"
Pensò prima di inserire la chiave nella serratura, facendo apparire uno spicchio di luce sul pavimento di ebano scuro.
Ormai quell'appartamento così stravagante e disordinato gli era familiare, così come il gatto che gli stava facendo le fusa strusciando il musetto sui suoi jeans.
«Ormai è ufficiale, anche il Presidente si è innamorato di te Alexander...devo preoccuparmi?»
Riconobbe subito quella voce maliziosa e vellutata che amava, e subito puntò lo sguardo negli occhi della persona che aveva parlato: due grandi iridi dorate, falciate in due da un paio di pupille feline.
Come al solito aveva i capelli neri cosparsi di glitter variopinti e un pigiama giallo canarino che metteva in risalto la sua pelle ambrata.
Alec gli si avvicinò e gli lasciò un bacio leggero sulla guancia.
«Certo che no...» Sussurò «Però te la farò pagare per quella faccenda di Jace, sappilo»
Sentì le braccia di Magnus avvolgergli i fianchi e il suo respiro caldo sul collo, prima che cominciasse a baciarlo lentamente ma con sempre più intensità.
«Mi farò perdonare, vedrai...» Si interruppe all'improvviso, ed il suo viso assunse un'espressione seria e preoccupata «Alec, quanto hai dormito stanotte?»
«Il solito...» Un lungo sbadiglio lo tradì brutalmente, tanto che con uno schiocco di dita lo stregone fece apparire uno specchio davanti al suo volto.
Impossibile non notare le profonde borse sotto gli occhi, più spenti e meno vivaci del solito.
«Vatti a riposare Alec, non voglio e non ti vedrò in questo stato»
«È inutile» sentenziò il cacciatore «Anche se sono stanco, dubito che riuscirò a riaddormentarmi in piena mattinata»
«Risolviamo subito, ammali estremi estremi rimedi!»
Così detto il Nascosto trascinò di peso Alec in salotto ordinandogli di mettersi seduto sul divano, sparì e ritornò dopo un po' con un enorme volume antico e impolverato.
Si mise seduto vicino al cacciatore e aprì il libro in una pagina ben precisa, tempestata da frasi indecifrabili.
«Anche io avevo qualche problema a dormire» Disse «Allora mia madre cantava alcune di queste ninnananne...ma non fraintendere, sono piuttosto potenti»
Alec stava per controbattere per non farlo cominciare, ma Magnus comincio ad intonare una melodia lenta e ipnotica, che subito cominciò ad annebbiargli i pensieri, rendendoli sbiaditi e confusi.
Sentì una profonda stanchezza in tutte le ossa, ormai l'unica ancora di salvezza per continuare a ragionare era la voce dello stregone....non sapeva che fosse così suadente.
Nel giro di pochi secondi era già nel mondo dei sogni, con la testa appoggiata sulle ginocchia di Magnus che cominciò a giocare con una ciocca dei suoi capelli corvini, pensando che fosse era semplicemente adorabile quando dormiva.
Però si era dimenticato qualcosa...
"MA CERTO!"
Pensò, mentre con uno schiocco delle dita, fece in modo che dall'altra parte della città un Nephilim biondo venisse travolto da cinque secchiate d'acqua, venute praticamente dal nulla.
Forse era solo una sua impressione, ma nel sonno Alec sorrise dolcemente e mormorò un confuso e sommesso "ti amo".




Angolo della nullità


Ok, se volete uccidermi, potete farlo...sul serio! 😖
Penso che mi sia venuta una schifezza....è un insulto a tutti gli shippatori di MALEC, lo so...non ha senso! 😪
Insomma, non so neanche perché l'ho pubblicata....me TAPINA!
Mi farebbe davvero un immenso piacere ricevere qualche recensione...potete dire quello che vi pare...vorrei migliorare ☺️
Grazie per chi leggerà/recensirà.
Alla prossima!



Bacioni,
Ari
   
 
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