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Autore: Yu_Kanda    26/12/2013    1 recensioni
Da quanto tempo fissava quella macchia lassù, sul muro della sua prigione? Quante ore erano trascorse? Quanti giorni, da che era stato rinchiuso lì dentro? Aveva cercato di tenere il conto delle ore, ma non era servito; il dolore, i ricordi, i sogni tormentati che lo perseguitavano se si addormentava, gli avevano fatto perdere ogni riferimento temporale.
Perché non poteva semplicemente smettere di pensare? Il modo in cui li avevano arrestati, il disgusto nei loro occhi nel trovarli teneramente abbracciati, nudi sotto quelle lenzuola impregnate dell'intenso odore di sesso e sudore, l'umiliazione del processo, la disperazione della condanna.
Riviveva tutto quanto a ciclo continuo.
[YAOI, LaviYuu]
[Fanfiction Classificata 1° al Contest “In Direzione Ostinata e Contraria” indetto da darllenwr sul Forum EFP]
[Fanfiction Classificata 1° al Contest “Scegli il tuo Prompt” indetto da Fabi_ sul Forum EFP]
[Fanfiction Classificata 1° al Contest “Everything Good” indetto da Akira Haru Potter sul Forum EFP]
[Fanfiction Classificata 1° al Contest “La Tavola Periodica delle Fanfiction” indetto da Midori_chan sul ForumEFP]

[Fanfiction Classificata 2° al contest "Beating of your heart” indetto da My Pride sul ForumEFP]
[Fanfiction Classificata 2° al "Prompt's Contest” indetto da Lady Athena sul forum]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: non possiedo alcun diritto su D. Gray-man, ma ho una bella bambolina woodoo... prima o poi funzionerà!

ATTENZIONE YAOI - se non sapete cosa questa parola voglia dire, o se non gradite le relazioni uomo/uomo questa storia non fa per voi, siete avvisati! Come si dice, se non vi piace NON LEGGETE!





Speranza Senza Redenzione

 


Capitolo 7 : Finalmente Riuniti

 

 

Quando fu trascinato per le scale e sbattuto contro la porta in modo piuttosto brutale, Lavi ebbe più di qualche dubbio sulle reali intenzioni di Kanda nei suoi confronti. Gemette di dolore, massaggiandosi il collo non appena fu lasciato libero di muoversi.

- Yuu, ora piantala, a nessuno importa quel che facciamo qui dentro. - si lamentò sotto voce, il tono leggermente risentito per l'ingiusto trattamento appena ricevuto.

- Apri la porta. - gli ordinò Kanda per tutta risposta; il giovane sospirò e infilò la chiave nella toppa. Un istante più tardi fu spinto dentro e l'uscio sbattuto dietro di lui.

Non ebbe nemmeno il tempo di protestare che dita esperte gli si intrecciarono fra i capelli, costringendolo a chinarsi verso chi l'aveva afferrato, e labbra impazienti catturarono le sue con foga. Una lingua altrettanto ansiosa affondò fra di esse, sorprendendo Lavi anche di più. Yuu non era solito mostrare il proprio desiderio; non era mai stato a suo agio nell'ammetterlo, tanto meno nell'accettarne le conseguenze dopo che vi aveva ceduto.

Vederlo così deciso in ciò che voleva, così ansioso di ottenerlo e soprattutto pieno di passione, faceva sperare a Lavi che la lunga separazione gli avesse infine fatto capire quanto profondo fosse il sentimento che li legava. Quanto in errore fossero coloro che li avevano condannati a etichettarlo come abbietto e perverso.

- Mi sei mancato così tanto... - mormorò nel riprendere fiato, sciogliendo i lunghi capelli corvini di Kanda con una mano, mentre con l'altra lo premeva contro di sé. - Immagino questo voglia dire che ti sono mancato anche io. - aggiunse; Kanda riprese subito a baciarlo, con ancora più ardore per i suoi canoni, il che voleva dire parecchio per Lavi.

- I love Yuu...

- Ai shite ru...

Non si erano mai confessati apertamente i sentimenti che nutrivano l'uno per l'altro, e ora la lunga separazione li aveva portati a farlo contemporaneamente, perché sapevano che poteva non esserci un'altra occasione; perché sapevano che quella poteva essere la loro ultima volta insieme.

E l'avevano fatto nella lingua che per ciascuno aveva più significato, così che l'altro capisse quanto importante fosse quella confessione.

- Yuu... - sussurrò Lavi all'orecchio del giovane, piazzandogli una catena di baci lungo il collo, le sue mani che lavoravano alacremente per sbottonare la giacca di lui e i pantaloni di entrambi.

- Ho sognato così a lungo di poterti avere di nuovo... - rispose Kanda con voce roca al suono del proprio nome. - Non voglio aspettare, prendimi, qui e ora.

Lavi interruppe ciò che stava facendo, sorpreso, sollevando il viso per guardarlo negli occhi: Yuu gli aveva espressamente chiesto di fare l'amore. Ammettendo anche di averlo desiderato per tutto il tempo durante il quale l'aveva creduto morto.

Questo sì, era incredibile. Gli sorrise, sollevandolo di peso, a tradimento. Anche lui aveva atteso esattamente lo stesso tempo

- È giusto ciò che contavo di fare, Yuu. Alle mie condizioni però. - lo informò adagiandolo sul letto. Kanda sollevò un sopracciglio, aspettandosi quel che Lavi avrebbe aggiunto. - Dolce e lento, Yuu.

Così, l'idiota rifiutava l'approccio violento; per una volta, l'avrebbe lasciato fare. Kanda non gli rispose, si limitò ad attirarlo a sé e baciarlo di nuovo. Sembrava avessero un accordo quel giorno, dopotutto.

Fece scivolare le dita sotto gli abiti di Lavi, impaziente di poterne finalmente toccare il corpo nudo, dopo tutto quel tempo che aveva dovuto limitarsi a immaginarlo o a sognarlo.

Il fremito che lo scosse incoraggiò Kanda a spingersi oltre; mosse lentamente le mani verso il basso, finché s'insinuarono dentro i pantaloni del giovane. Aprì bottone e cerniera e li forzò lungo i fianchi di lui.

Lavi si separò un attimo dalle labbra che tanto appassionatamente stava baciando per guardare negli occhi il loro proprietario; Yuu non dava l'impressione di volersi spogliare, però era impaziente di denudare lui. In risposta alla sua muta domanda gli afferrò le mani, portandosele al ventre e infilandole sotto la divisa dritte sull'allacciatura dei pantaloni, un chiaro invito a slacciarli e toglierglieli.

Voleva per caso essere preso con l'uniforme addosso, in spregio a ciò che l'Ordine aveva fatto loro? Quello sarebbe stato proprio da Yuu...

Lui però voleva toccarlo, baciarne il corpo, sentire il contatto della propria pelle su quella di Yuu. Quindi gli sganciò la spilla con la 'E' di Esorcista e sbottonò anche la giacca dell'uniforme, infilando le mani sotto la maglietta nera che trovò. La sollevò più che poteva, disegnando il nome dell'amante con la lingua sul torace muscoloso di lui, cosa che Kanda apprezzò particolarmente, inarcando la schiena in risposta.

I suoi pantaloni finirono in terra insieme a quelli di Lavi, che dopo averlo liberato da quella restrizione già si stava dedicando a ciò che essa celava sotto di sé. Kanda chiuse gli occhi nel sentire il fiato del giovane contro la propria pelle e poi il calore della sua bocca avvolgere una certa parte di lui, che bramava quel contatto fin dall'inizio delle loro effusioni.

Durante gli interminabili mesi in cui l'aveva creduto morto, rivivere nella propria mente ogni amplesso che si erano concessi era stata l'unica cosa a tenerlo in vita, a impedirgli d'impazzire. Per così tanto tempo aveva creduto che non gli fosse rimasto altro, ormai, della persona che amava; solo quei ricordi...

Adesso, averlo vivo sopra di sé, a baciare così il suo corpo, a toccarlo, succhiarlo, fino a fargli perdere la ragione, gli faceva raggiungere l'estasi con una rapidità inaudita. Afferrò le lenzuola con entrambe le mani, ansimando pesantemente.

Entrambi cercavano di mantenere sotto controllo i gemiti che si lasciavano sfuggire, ma divenne piuttosto difficile dopo che Lavi ebbe preso la piccola fiasca d'olio poggiata sul comodino.

Kanda lo riconobbe immediatamente, quell'olio galeotto che li aveva uniti per sempre; fissò con desiderio Lavi mentre lo spargeva sul suo corpo e sul proprio.

Accolse le dita che lo portarono anche dentro di lui mordendosi le nocche di una mano, chiusa a pugno, nel tentativo d'impedirsi di gridare.

Oh, quanto aveva giocato con quel momento nella sua mente in quei due anni, quante maledette volte, ognuna più dolorosa dell'altra. Adesso era reale, Lavi entrava in lui lentamente, carezzandogli i fianchi per tenerlo in posizione mentre affondava sempre di più nel suo corpo.

Kanda gli allacciò le gambe attorno alla schiena, facendo leva per dargli migliore accesso, e quando la prima spinta lo penetrò completamente si lasciò sfuggire un lungo gemito di apprezzamento.

Lavi gli sorrise, chinandosi per sfiorargli le labbra mentre insieme consumavano la loro prima, vera, notte d'amore.

Soltanto nel momento in cui sentì di essere nuovamente sul punto di venire Kanda volle togliersi del tutto gli abiti, lasciandoli sotto di sé mentre Lavi l'afferrava più saldamente e aumentava la forza delle spinte.

Giacquero ansimanti uno sull'altro per diversi interminabili minuti prima di decidere che era tempo d'infilarsi sotto le lenzuola e dormire almeno un poco.

 

 

Lavi gli stava carezzando i capelli con gesto meccanico da un tempo che normalmente l'avrebbe fatto rigirare come un cane idrofobo, ma quella volta Kanda proprio non si sentiva di rinunciare né a quello, né all'abbraccio nel quale era stretto dal medesimo tempo.

Al diavolo il suo orgoglio. Il letto in cui giacevano era comodo e soffice, a dispetto dell'impressione che dava il resto della stanza; andava bene così.

- Che facciamo adesso? - chiese dopo un silenzio interminabile. - Ci staranno cercando. Prima o poi ci troveranno.

La mano di Lavi si fermò per un istante, poi riprese a pettinare con le dita la chioma del giovane fra le sue braccia. Era tempo di dirgli cosa progettava di fare, anche se sapeva non gli sarebbe piaciuto affatto.

- Lo so, - rispose - non possiamo scappare per sempre. Non è mai stato il mio piano. Bookman sarà qui molto presto, gli ho lasciato un messaggio.

Kanda s'irrigidì di colpo nell'udire la notizia; si liberò dalle attenzioni di Lavi e scattò a sedere, fissandolo con aria incredula.

- Cosa hai fatto?! - esclamò, incerto se prenderlo a pugni subito o dopo aver ascoltato la sua spiegazione.

Lavi sorrise, afferrando la mano che Kanda involontariamente aveva chiuso a pugno, sollevata a mezz'aria sopra di lui, e se la posò sul petto, all'altezza del cuore.

- Questa volta combatteremo per restare insieme, Yuu. - rispose in tono serio. - È vincere o morire. Il vecchio lo sa.

Certo, non c'erano dubbi che Bookman conoscesse ogni sordido dettaglio della situazione in cui si trovavano, tuttavia Kanda era molto scettico sulla reale necessità di coinvolgerlo nella loro piccola guerra privata.

Il vecchio tirava l'acqua al suo mulino, che garanzie aveva Lavi sul fatto che stesse dalla loro parte? Si sarebbe ripreso il suo apprendista e avrebbe sacrificato lui, Kanda ne era più che convinto.

- Bookman... ci aiuterà? - chiese in tono sospettoso, aggrottando la fronte in modo molto eloquente circa i sentimenti che nutriva a riguardo.

- Oh, non come pensi tu; e non vorrebbe, credimi. - Lavi sospirò, scrutando il viso di Kanda per capire quanto fosse contrariato dalle sue decisioni unilaterali; strinse forte la mano di lui, che teneva ancora premuta sul proprio cuore, quindi continuò. - Tuttavia, sono certo che, una volta qui, dopo aver gridato contro di me, ci condurrà davanti al Consiglio come gli ho chiesto.

- Davanti al... Consiglio? - Kanda spalancò gli occhi nell'apprendere quale fosse la tanto geniale soluzione escogitata dal suo amato idiota. - Sei impazzito? - sibilò, tirando via la mano da quella del giovane e colpendo con essa le lenzuola in preda alla frustrazione. - Ci imprigioneranno di nuovo!

Lavi si sollevò a sedere, circondandogli la vita con un braccio e attirandolo di nuovo a sé nel tentativo di calmarlo. Si aspettava quella reazione, era logico che Yuu non avrebbe avuto fiducia né in Bookman né tanto meno nell'abitudine dei vertici dell'Ordine Oscuro di perseguire solo il proprio tornaconto.

- Hanno bisogno di noi, Yuu. Un disperato bisogno. - disse, e gli prese il viso con la mano libera, con delicatezza, voltandolo in modo che lo guardasse nell'unico occhio. - Gli faremo capire che se ci separano li combatteremo per poterci riunire. Non avranno scelta, o ci uccidono e perdono due dei migliori Esorcisti che hanno, oppure cedono e noi torniamo a caccia di Akuma per loro. Insieme.

Kanda non cercò di liberarsi, né distolse gli occhi da quello di Lavi. Semplicemente, si lasciò sfuggire a sua volta un sospiro rassegnato.

- Quindi questi sono gli ultimi giorni che abbiamo... - commentò, come se quella fosse una condanna a morte. Un brivido lo percorse e allontanò la mano di Lavi dal viso, voltandosi di lato.

Conosceva fin troppo bene i metodi dell'Ordine Oscuro per permettersi di sperare che si dimostrassero ragionevoli; o più semplicemente opportunisti, riconoscendo di non poter rinunciare a due preziosi Esorcisti in nessun caso. E Lavi conosceva bene lui. Parve leggere esattamente le emozioni che stava provando e gli posò un bacio sulla guancia.

- Non essere così pessimista, Yuu. - lo rassicurò. - Cederanno, gli serviamo vivi e collaborativi.

Kanda inspirò a fondo, quindi lasciò lentamente uscire il fiato, tornando a guardarlo.

- Forse. E forse no. - rispose tetro. - Per cui non sprecherò l'ultimo tempo... - s'interruppe per sfiorargli le labbra con le proprie prima di terminare la frase. - con te.

Lavi ricambiò il contatto, appoggiando poi un dito su quelle labbra e spingendo dolcemente il loro proprietario sul cuscino sotto di lui, come a dire: "Shhh, ora dormiamo."

 

 

La luce del mattino penetrava in lame sottili attraverso gli scuri dell'unica finestra presente nella piccola stanza, facendo brillare il pulviscolo che catturava nel suo percorso, per poi fermarsi sul pavimento polveroso.

Lavi si mosse appena, cullato dal brusio che proveniva dalla strada; riluttante, aprì il suo unico occhio, sbattendo più volte la palpebra per farlo adattare alla penombra. Stringeva ancora a sé il corpo addormentato di Kanda, la testa di lui reclinata contro il suo petto, l'espressione per una volta serena.

Gli posò le labbra sui capelli e inspirò a fondo, lentamente: odoravano ancora entrambi di biancospino. Sorrise appena, accingendosi a richiudere l'occhio e pretendere di dormire finché anche Kanda non si fosse svegliato, ma l'idillio fu interrotto dalla porta che si apriva bruscamente.

Il rumore improvviso di quell'ingresso non annunciato li fece sussultare e scattare a sedere all'istante, pronti a difendersi.

La figura che apparve sulla porta era inconfondibile e persino controluce Lavi poteva distinguere l'espressione accusatoria che aveva sul volto.

Bookman era arrivato prima del previsto e si dimostrava piuttosto furioso per la fuga del proprio apprendista, esattamente come Lavi aveva predetto; ma più ancora per averli trovati a letto insieme. Per quanto il vecchio l'avrebbe negato, le sue parole lo tradivano.

- Non potevate proprio aspettare? - borbottò, mentre attraversava la stanza a grandi passi diretto verso la finestra. Aprì gli scuri, inondando tutto di luce. - Vi sembra questo il momento di gingillarsi a letto? - continuò, compiaciuto di ricevere in risposta solo il loro silenzio colpevole. - Rivestitevi - ordinò, lanciando sul letto un involto di abiti che colpì Lavi - con le vostre uniformi. Non abbiamo tempo da perdere.

Lavi scambiò uno sguardo eloquente con il compagno di letto, offrendo un sorriso imbarazzato. Il vecchio Bookman li aveva strigliati per bene, trattandoli come se non avessero in testa niente altro che il loro rapporto perverso.

Strano a dirsi Kanda non aveva replicato, limitandosi a rivolgere al vecchio un freddo sguardo di sfida mentre ne ascoltava le parole. Sguardo che Bookman aveva commentato con un grugnito. Kanda non era cambiato di una virgola, nonostante tutto. Lavi sorrise fra sé: lo preferiva così com'era, il suo Yuu.

Scansò le lenzuola e scese dal letto, iniziando a rivestirsi come gli era stato ordinato. Kanda lo guardava con aria severa, la fronte corrucciata; un colpo di tosse del vecchio Bookman lo fece voltare, incontrandone nuovamente lo sguardo.

Kanda sbuffò con insofferenza e sollevò le lenzuola anche da quel lato; si alzò a sua volta, andando a recuperare la propria uniforme dal pavimento dov'era stata gettata la notte prima. In silenzio, si accinse a indossarla.

Lavi l'osservava di sottecchi, perfettamente conscio di stare subendo lo stesso trattamento da parte del mentore. Tuttavia, non poteva fare a meno di preoccuparsi continuamente dello stato d'animo di Kanda, considerato il tormento che aveva passato e ciò che stavano per intraprendere.

Abbottonò la giacca e sostenne lo sguardo indagatore di Bookman.

- Assumo che partiremo subito. - constatò, ricevendo un cenno affermativo. Era certo che anche Yuu li stesse osservando, sebbene non ne udisse nemmeno il respiro disturbare la conversazione. - Sanno che torniamo all'Ordine? - chiese poi per precauzione. Voleva essere certo di cosa aspettarsi al loro arrivo. Non li avrebbero colti impreparati, non di nuovo.

- Ho preso accordi con Leverrier, come mi hai chiesto. - gli confermò Bookman, il tono chiaramente di disapprovazione. - Ti pentirai di questa decisione, Lavi. Cinque membri del Consiglio vi aspettano a Londra già adesso.

No, non si sarebbe pentito. Sapeva a cosa andavano incontro, era un rischio calcolato. Una scommessa col destino che non potevano perdere.

- Sono pronto. - disse, appena Kanda gli fu accanto, la piccola valigia nera in mano.

Bookman rivolse loro un lungo sguardo corrucciato; espirò, un breve sbuffo aspro, come se anche con quello continuasse a rimproverargli quanto aveva fatto, il guaio in cui si era cacciato.

Lavi non l'aveva mai ritenuto un 'guaio'; nemmeno una volta, nemmeno mentre giaceva in catene nelle segrete dell'Ordine Oscuro.

Bookman lo sapeva; di certo la prospettiva di sostenerlo in qualcosa che non approvava e che soprattutto l'avrebbe privato del suo prezioso apprendista non gli sorrideva affatto.

Però lo stava aiutando, quindi una qualche speranza di riuscita dovevano averla, il vecchio non faceva niente per niente.

- Molto bene. Prendi le tue cose e andiamo. - disse, e con un cenno della mano invitò entrambi a seguirlo mentre usciva a passo deciso dalla stanza.

 

 

Kanda camminava in silenzio accanto ai due Bookman, chiedendosi cosa di preciso avesse in mente il vecchio. Avrebbero utilizzato uno dei portali? Il codice di Lavi era certamente ancora valido, visto che la missione affidatagli risultava in corso, il suo...

Un ghigno amaro gli si disegnò sul volto a quel pensiero. Certo, anche il suo doveva essere ancora attivo, alla Sede Centrale non vedevano l'ora che usasse un portale per poterlo localizzare!

Ormai però non doveva più nascondersi; aveva ritrovato Lavi, erano di nuovo insieme e intendeva far sì che vi rimanessero.

Quando gli era stato detto della sua morte aveva perso ogni speranza, desiderato mille volte di morire... non voleva che si ripetesse. Una volta era stata anche troppo.

Inconsciamente, si portò una mano sopra il cuore, lasciando che le dita afferrassero la sua divisa con movimento convulso.

Lavi parve notarlo, perché gli posò una mano sulla spalla, sussurrandogli all'orecchio con voce gentile: - Yuu? Qualcosa non va?

Kanda scosse la testa, notando solo allora la posizione della propria mano. Emise un debole sospiro.

- Non è niente. - rispose piano. - Sto bene.

Due labbra tiepide gli si posarono sulla fronte, solo un istante, per poi ritrarsi così com'erano venute e Kanda rimase muto e immobile a fissarne il proprietario.

- Anche l'impassibile Yuu Kanda sente la tensione, ogni tanto. - disse questo, regalandogli uno dei suoi radiosi sorrisi. - Abbi fiducia.

Abbi fiducia. Per quanto si sforzasse, Kanda non ci riusciva.

- Vorrei che evitaste questo tipo di comportamento in pubblico - sottolineò Bookman senza voltarsi a guardarli - non depone certo a vostro favore per le trattative.

Lavi emise una risatina imbarazzata, annuendo con aria colpevole; Kanda gli lanciò un'occhiataccia, ricevendo in risposta la medesima espressione contrita.

- Tch. - sbuffò, incrociando le braccia al petto.

Non ci volle molto perché raggiungessero la chiesa che conteneva il portale d'accesso all'arca, attraverso il quale sarebbero giunti direttamente alla sede Europea dell'Ordine Oscuro.

Bookman afferrò uno dei pesanti battenti d'ottone e sferrò due colpi, allontanandosi poi di un passo, e dopo meno di un minuto la massiccia porta si socchiuse.

Un prete dall'aria timorosa fece capolino dallo spiraglio, riconoscendo subito il vecchio e uscendo fuori per accoglierli, ormai rassicurato sulla loro identità.

- Sai perché siamo qui. - disse Bookman. - Facci passare.

Il sacerdote tese la mano aperta, palmo rivolto in alto, in attesa. Il vecchio Esorcista vi disegnò sopra qualcosa con movimenti rapidi delle dita e passò oltre, varcando la soglia della chiesa, quindi i suoi due accompagnatori fecero altrettanto.

Una volta all'interno furono condotti in un grande salone sul cui pavimento era disegnata una serie di cerchi concentrici; i tre vi si fermarono davanti e il prete rimase con loro a qualche passo di distanza.

- Quando è prevista l'apertura del portale? - chiese d'un tratto Kanda, con voce dura. Lavi gli scoccò un'occhiata in tralice, ma non commentò.

- Siamo in posizione. - disse Bookman, rivolto verso il suo golem.

Quartier Generale, ricevuto.” gracchiò il bizzarro apparecchio svolazzante. “Apertura del portale in tre minuti. Vi aspettiamo.”

Bookman annuì, voltandosi poi verso Kanda, che si sforzava di mantenere un'espressione neutra e fredda.

- Questo risponde alla tua domanda. - affermò.

Quando, esattamente tre minuti più tardi, il portale si aprì, Kanda trattenne il fiato. La resa dei conti era vicina, sarebbero riusciti davvero a spuntarla, come diceva Lavi?

- Grazie di tutto, padre. - stava dicendo il giovane, dopo che Bookman si era accomiatato con un cenno del capo.

- Andiamo. - ordinò, attraversando senza esitazione il varco fra le dimensioni.

Lavi sorrise al prete, prese per mano Kanda e si lanciò a sua volta dentro il portale, trascinandolo con sé. L'ultimo pensiero di Kanda prima di sparire nella luce fluttuante fu la preghiera che Lavi avesse ragione.

 

 

Quando apparvero dall'altro lato, al Quartier Generale, lo scienziato di guardia rimase a bocca aperta, paralizzato dallo stupore. Bookman gli rivolse appena un cenno e passò oltre, seguito a ruota da Lavi e, giusto un passo indietro, da Kanda.

- Non li hai informati? - chiese Lavi, perplesso dalla reazione del poveretto.

- Non loro. Sono irrilevanti. - precisò Bookman, passando davanti a un altro gruppetto di scienziati allibiti. - Chi di dovere ci aspetta, non temete.

Attraversavano i corridoi della sede londinese dell'Ordine Oscuro, la loro supposta nuova casa, diretti a incontrare il proprio destino, con gli occhi di tutti puntati addosso.

Commenti sconvolti corsero da una bocca all'altra, pronunciando il nome di Lavi come se avessero appena visto un fantasma. Scienziati, Finders, Esorcisti, tutti entrarono in agitazione neanche il Quartier Generale fosse sotto attacco e la notizia si sparse a macchia d'olio: Lavi era vivo.

Kanda era tornato. I due erano di nuovo insieme.

Komui e Leverrier comparvero qualche minuto dopo, accompagnati da un folto numero di loschi figuri che Kanda indovinò essere Crow nel loro abito rituale. Indossavano una palandrana nera che gli arrivava fino ai piedi e il viso era coperto da un pesante cappuccio bordato con tre bande dorate.

Lo stesso tessuto bordava anche le maniche, ampie e svasate, e dalla punta delle fasce che rifinivano il cappuccio pendevano, lungo petto e schiena, due cordoni con una grossa nappa alla fine. Al posto del viso, altre fasce dorate erano disposte in coppia a formare una specie di rombo, che decorava il fronte del cappuccio, anch'esso di pesante stoffa nera.

Lavi al contrario li conosceva molto bene, aveva già assistito a un interrogatorio con loro presenti. Avrebbero reso inutili le loro armi Anti-Akuma; sarebbero stati poco più che inermi.

Uno degli incappucciati si fece avanti, sbarrando loro la strada, e al suo fianco apparve l'Ispettore dalla cui sorveglianza Kanda era fuggito.

- Consegnate le vostre armi. - ordinò.

- Non è necessario, siamo qui per parlamentare; come d'accordo. - si oppose Bookman, facendo ben capire che non avrebbero acconsentito. Leverrier dette un cenno affermativo e i Crow si fecero da parte, lasciandoli passare.

- E così avete avuto la faccia tosta di ritornare! - li apostrofò con disprezzo. Kanda ricambiò con un'occhiata velenosa. L'uomo sogghignò, facendo strada. - Pregate che il consiglio ceda al vostro disgustoso ricatto.

La sala dove furono condotti era scura, fatte salve due singole torce ancorate alle pareti davanti e dietro di loro; i Crow che li seguivano dappresso gli si disposero intorno, formando un cerchio. Da uno scranno arroccato su una pedana alta un metro buono li scrutavano i cinque alti papaveri inviati dal Consiglio, comodamente seduti. A colpo d'occhio sembravano tante mummie dall'età indecifrabile.

- Bookman, vieni avanti. - invitò il primo. - Grazie per aver riportato questi due traditori nelle nostre mani.

Il vecchio avanzò di un passo, sotto lo sguardo preoccupato di Lavi; Kanda invece era pronto ad agire, la mano stretta attorno a Mugen. Potevano tentare di fermarlo, lui avrebbe comunque opposto fiera resistenza prima di farsi catturare un'altra volta.

- Ricordate il nostro accordo, il mio apprendista... - iniziò Bookman, ma il secondo Consigliere lo zittì bruscamente.

- Nessun accordo, Bookman. Saranno puniti come meritano. Separateli! - ordinò ai Crow che li sorvegliavano.

Kanda estrasse immediatamente la sua spada, posizionandosi vicino a Lavi, pronto a difendere entrambi.

- Indietro! - intimò agli incappucciati con rabbia. - Questa volta non siamo impreparati, combatteremo!

- E morirete. - promise il terzo Consigliere.

   
 
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