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Autore: ringostarrismybeatle    26/12/2013    1 recensioni
Paul appoggiò delicatamente una mano sulle lenzuola. Erano calde, ruvide, diverse da quelle di casa sua. Non ce la faceva a muoversi, o forse non aveva il coraggio di farlo. Eppure c’era qualcosa di strano. Era confuso, sì, ma non ricordava di aver conosciuto qualche ragazza che lo avesse portato in una casa sconosciuta. Ricordava quel locale, ricordava a tratti anche i momenti, ricordava l’alcool. Ma nessuna ragazza. Solo lui, Ringo, George e..
No.
Non era possibile. Non poteva essere successo davvero. Non ci credeva, non voleva crederci. Eppure i pensieri e i ricordi di quella notte ora stavano lentamente tornando alla sua mente. No. Cercò di cacciarli via, pensando solo che fossero le sue stupide fantasie di quell’ultimo periodo. Pensare a lui in quel modo lo aveva fatto uscire di testa, non c’era altro da dire. Perché aveva pensato più volte che potessero essere più che amici? Era un capriccio. Era uno stupido capriccio di un ragazzino di ventuno anni. Nient’altro. E allora perché, adesso, aveva paura di voltare il viso verso quello della persona che aveva condiviso il letto con lui, quella notte?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Paul aprì leggermente gli occhi, accarezzati da un raggio mattutino. Che ora poteva essere? Le sei? Le sette? Non lo sapeva. Aveva un immenso vuoto nella mente, accompagnato da un mal di testa che non lo lasciava più riposare. Non riuscì a muovere la testa per guardarsi intorno, ma sentì un braccio caldo che circondava le sue spalle. Sorrise. Doveva essere Jane. Ma certo. Era il primo gennaio. Era Capodanno. La sera precedente aveva bevuto molto, era stato con i suoi amici e poi era tornato a casa con lei.

Un momento.

No. No, non ricordava affatto di essere tornato a casa. Jane non c’era, quella sera. Non era uscita con loro. Paul appoggiò delicatamente una mano sulle lenzuola. Erano calde, ruvide, diverse da quelle di casa sua. Non ce la faceva a muoversi, o forse non aveva il coraggio di farlo. Eppure c’era qualcosa di strano. Era confuso, sì, ma non ricordava di aver conosciuto qualche ragazza che lo avesse portato in una casa sconosciuta. Ricordava quel locale, ricordava a tratti anche i momenti, ricordava l’alcool. Ma nessuna ragazza. Solo lui, Ringo, George e..

No.

Non era possibile. Non poteva essere successo davvero. Non ci credeva, non voleva crederci. Eppure i pensieri e i ricordi di quella notte ora stavano lentamente tornando alla sua mente. No. Cercò di cacciarli via, pensando solo che fossero le sue stupide fantasie di quell’ultimo periodo. Pensare a lui in quel modo lo aveva fatto uscire di testa, non c’era altro da dire. Perché aveva pensato più volte che potessero essere più che amici? Era un capriccio. Era uno stupido capriccio di un ragazzino di ventuno anni. Nient’altro. E allora perché, adesso, aveva paura di voltare il viso verso quello della persona che aveva condiviso il letto con lui, quella notte?

Si decise. Finalmente decise di riaprire gli occhi, per rendersi conto di dove si trovasse, ma soprattutto di chi lo stesse stringendo. Desiderò di vedere il corpo di una donna vicino al suo. Non importava davvero di chi fosse: Jane, una sconosciuta, una ragazza straniera, non gli importava. Ma quando aprì gli occhi, tutte le sue speranze precipitarono.

Cazzo, no.

Il petto di un ragazzo si alzava e abbassava regolarmente accanto al suo viso arrossato. Le coperte erano scese più giù, e ora riuscivano a coprire solo le sue parti più intime. Ma Paul capì. Non c’erano più vestiti sul corpo del compagno. Non serviva davvero la prova definitiva per rendersi conto di chi fosse quel ragazzo, ma Paul volle comunque essere certo. Alzò lentamente il viso, fino a trovarsi davanti agli occhi di John, chiusi in un sonno profondo.
Il mondo crollò sotto i suoi piedi. Si sentì precipitare in un universo senza fine, come se tutte le certezze della sua vita fossero sparite. No, era impossibile. Non poteva essere successo davvero. Spostò la mano sulla propria coscia, accorgendosi di essere totalmente senza vestiti. No, no. Non poteva essere andato a letto con lui.

Non pensò molto prima di agire. Non aveva tempo da perdere. John stava ancora dormendo, era la sua occasione per andare via. Si alzò senza fare rumore, spostando le coperte. Il freddo della stanza lo fece rabbrividire, desiderò di tornare a stringersi a quel corpo caldo. No, non poteva! Vide i propri vestiti, gettati in modo disordinato a terra, ma non ebbe il tempo di avvicinarsi a prenderli. Era ancora vicino al letto, quando John allungò un braccio e strinse la sua mano, trattenendolo. Paul sussultò, senza voltarsi.

“Dove vai?”

Il suo tono non era severo. Era assonnato, era dolce. Paul non parlò, ma lui voleva una risposta.

“Dove vai, Paul?”

Paul non pronunciò una parola. Non sapeva cosa dire. Le sue dita tremavano sotto la stretta di John.

“Paul?”
“Vado a casa.”

Provò a staccarsi da quella presa, ma il compagno non lo lasciò andare.

“Perché?”
“Perché voglio tornare.”
“No. Non è vero.”

Fu in quel momento che Paul si voltò verso di lui. Lentamente, senza smettere di tremare.

“Come?”
“Vuoi tornare da lei?”

Paul lo guardò ardentemente negli occhi, ricordando piano piano ogni scena che avevano trascorso insieme quella notte.

“Sì.”

Mentì. Non poteva fare altrimenti.

“Non è vero. Tu non vuoi.”
“Come lo sai?”
“Lo vedo. Lo sento.”

Senza lasciargli il tempo di rispondere, John lo attirò a sé, facendolo ricadere su quel soffice letto che aveva cercato di abbandonare poco prima. Paul non sapeva cosa stesse succedendo. Aveva voglia di andare via, sì, doveva. Non poteva più restare lì. Ma il suo cuore desiderava altro. E John sembrava leggere i suoi occhi alla perfezione.

“Tu vuoi restare.”
“No. No, io voglio andare da Jane.”
“Perché? Pensi che tornare da lei cancellerà ciò che è successo stanotte?”

Paul continuò a guardarlo, accorgendosi che i propri battiti erano accelerati e che il proprio respiro era decisamente affannato.

“Io la amo.”

John rise leggermente, guardandolo negli occhi con uno sguardo sarcastico. Eccolo, quel maledetto sguardo. Quello sguardo a cui Paul non sapeva resistere. Senza aggiungere nulla, con uno scatto John fece stendere il compagno, ritrovandosi sopra di lui.

“Non mi sembravi così convinto di amarla quando ti ho portato a casa mia, questa notte. O quando ti ho trascinato su questo letto e ti ho tolto quei fottuti vestiti. Non mi sembravi così convinto di amarla quando hai urlato il mio nome per ore, mentre mi graffiavi la schiena.”
“Non significa niente. Non ha avuto nessun valore per me.”
“Come sei ingenuo. Pensi davvero che non me ne sia accorto?”
“Di cosa?”
“Di come mi guardi da qualche mese.”
“Io non ti guardo in nessun modo, John. Ora lasciami andare, io devo..”
“Fermo.”

Lo sguardo di John divenne ora serio. Paul non riuscì a muoversi. Non per il fatto che il ragazzo fosse su di lui, quanto per i suoi occhi. Ne era affascinato, ma al contempo aveva paura. Lo sapeva, John non stava più scherzando adesso. E quando John decideva di essere serio, voleva ottenere qualcosa. E John otteneva sempre ciò che desiderava.

“Me ne sono accorto eccome, Paul. È cambiato tutto. Il modo in cui mi guardi, il modo in cui ti comporti con me.”
“No, non è cambiato niente. Ti sbagli.”
“Mi sbaglio?”

Ecco. Le parole che Paul non avrebbe mai dovuto pronunciare. John odiava sbagliare, e odiava sentirselo dire. Odiava ammettere di avere torto. Ma questa volta non era così. Questa volta non si stava sbagliando. Paul non avrebbe mai dovuto accusarlo di nulla di simile. Perché ora il ragazzo era davvero irritato.

“Mi sbaglio, Paul? Allora perché quando ti ho baciato questa notte non ti sei tirato indietro?”
“Ero ubriaco, non conta.”
“Se mi sbaglio, dimmi come mai mi hai stretto per tutta la notte, mentre ti tenevo per i capelli e mi muovevo su di te, in ogni modo possibile.”
“È stato un errore.”
“Se mi sbaglio, Paul, dimmi perché mi hai detto di amarmi questa notte, dopo aver fatto l’amore con me. Dimmi perché mi hai guardato negli occhi e mi hai detto che mi ami, come nessun altro in questo mondo. Perché anch’io ti amo, Paul. E non ho problemi a ripeterlo adesso.”

Paul rimase senza parole. Lentamente il ricordo tornò alla sua mente. Vide John su di lui, sorridente, che accarezzava dolcemente il suo viso. I battiti del suo cuore aumentarono quando ripensò a quelle parole. Non sapeva come aveva potuto pronunciare una frase simile. Ma lo aveva detto davvero.

“Perché è vero.”
“Cosa?”
“Che ti amo. È vero, John. Io ti amo. Più di ogni altra cosa.”

John lo guardò, accennando un sorriso. Era rimasto sorpreso da quella dichiarazione improvvisa. Paul stava cercando di negare tutto, ma ora si era deciso a parlare.

“Avevi ragione, John. Non ti sbagliavi. Non potevo tirarmi indietro, quando mi hai baciato. Era la cosa che desideravo di più da mesi ormai. O forse no. No, ciò che desideravo di più era fare l’amore con te, John. Per questo ti stringevo questa notte, per questo non ti lasciavo andare. Volevo farlo, volevo averti solo per me. Volevo amarti fino in fondo. E ti ho amato. Come mai prima d’ora.”

John non aspettò di sentire altro. Avvicinò velocemente il proprio viso a quello di Paul, attaccando le proprie labbra alle sue. Il sapore di quel bacio era totalmente nuovo. Ricordava qualcosa di quella notte, ma ora era diverso. Erano coscienti, erano consapevoli di ciò che stavano facendo. Volevano farlo davvero. Si strinsero tra le coperte calde, accarezzandosi i capelli e continuando a baciarsi teneramente. Solo dopo qualche minuto si staccarono, tornando a guardarsi negli occhi.

“Io non sbaglio mai, Paul.”

Scese lentamente con una mano sotto le coperte, scivolando sul petto di Paul e poi verso le sue gambe. Il ragazzo rabbrividì, chiudendo gli occhi e abbandonandosi ai baci che John stava lasciando sul suo collo.

“E ora resta qui.”



Eccola, la mia seconda pubblicazione dopo If you were here today (http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2324813&i=1).

E' venuta fuori così, casualmente, mentre pensavo al mio Capodanno. Spero di non essere risultata banale :)
Grazie in anticipo, come sempre, a chi la leggerà.
E grazie al mio compagno, che sa sempre come rendermi felice e che resta la cosa più importante della mia vita. My inspiration.

Peace&Love,

Ringostarrismybeatle
  
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