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Autore: Vals Fanwriter    27/12/2013    6 recensioni
Sebastian/Thad | AU, angst e feelings a palla.
Dal testo: "Sì, ti osservo da un po’ e ti seguo, per sapere cosa fai e con chi sei, chi c’è nella tua vita e se appartieni a qualcuno. Sono stato attento, molto attento. E so che non ti piace la confusione in biblioteca, mentre studi; [...] e ti vedo spesso con le cuffiette nelle orecchie, soprattutto quando aspetti l’autobus, e sembra quasi che tu non riesca proprio a fare a meno di dondolarti sui talloni mentre ascolti la musica"
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Misdemeanour'
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Pairing: Sebastian / Thad.
Genere: Sentimentale / Romantico / Generale / Commedia / Triste.
Avvertimento: AU / Angst / Feelings a morire.
Rating: Giallo (per le tematiche).
Capitoli: 17/20.
Note d’Autore: Alla fine, se non morite prima. ;__;
 
mis

Capitolo 17.
 
 
 



Da: thad.ph@gmail.com
A: bite_mytongue@gmail.com
Oggetto: E dunque.
 
Quando ho letto la tua prima email, ho pensato che tu fossi un pazzo. Uno squilibrato, disturbato mentalmente, senza una vita sociale, con un senso dell’umorismo molto discutibile e con una scarsa predisposizione al dialogo civile.

Ho pensato che tu fossi arrogante, presuntuoso, pervertito e codardo. Ho pensato che ti divertisse avere in pugno le persone, che ti eccitasse sapere l’effetto che la tua presenza aveva su di esse, ho pensato che fossi viscido ed egoista, che traessi piacere dal rovinare la vita agli altri.

Poi, non so bene come, le cose sono cambiate. Io sono cambiato e forse lo sei anche tu. O forse no, a questo punto, non lo so più.

Però io sono cambiato, questo posso affermarlo con esattezza, perché è cambiato il mio modo di vederti e approcciarmi a te, è cambiata la mia disposizione nei tuoi confronti ed è cambiata l’idea che mi ero fatto della tua persona.

Ho iniziato a fidarmi, a raccontarti di me e delle mie giornate, a parlarti e ad ascoltarti, a guardare oltre quel po’ che tu mi mostravi e a immaginare cosa si nascondesse dietro la tua personalità così difficile e spigolosa.

Ho iniziato a pensarti, a pensarti tanto, a interessarmi a te e al tuo mondo fatto più di ombre che di luci; ho iniziato a domandarmi chi fossi, dove vivessi, cosa ti piacesse e affascinasse. Ho iniziato a lasciarmi affascinare da te, contro ogni logica e buon senso, ho iniziato a innamorarmi di te. Perché possiamo dirlo come vogliamo, ma alla fine era quello che provavo e non ha senso chiamarlo con un altro nome.

C’è stato un momento in cui ho davvero creduto che le cose sarebbero andate bene, che ci saremmo incontrati e che tu mi avresti chiesto scusa per tutto, che io me lo sarei fatto bastare e ti avrei confessato che non mi importava, che ti avrei sorriso come era tanto che volevo fare e poi ti avrei chiesto di ricominciare da capo. Insieme, di nuovo.

Un tempo, già. Un tempo che, disgraziatamente, è finito ancor prima di iniziare. E la colpa non è stata mia, ma queste sono cose che già sai. Sei tu che non mi hai voluto incontrare, tu che non hai voluto regalarmi la possibilità di scoprire che faccia avessi, tu che hai continuato a scappare mentre io ero lì che ti aspettavo.

E adesso non faccio neanche più tanta fatica a capire il perché. Non faccio alcuna fatica a capire il perché, in realtà.

Sei stato bravo, questo devo ammetterlo. Mi hai fatto il lavaggio del cervello ed io me lo sono lasciato fare, perché ero così coinvolto da te e da quello che stavo iniziando a provare che neanche ho fatto caso alla quantità incalcolabile di stronzate che mi stavi rifilando.

Infognato com’ero nelle tue cazzate e nelle belle parole che sbrodolavi, neanche ho fatto caso alle note stonate, ai passaggi che non tornavano, agli indizi che – non so se volontariamente o meno – mi lasciavi.

La colpa di dove siamo arrivati è solo tua, ma quella per l’esserci effettivamente arrivati è solo mia. E ne sono ben consapevole.

Se fossi stato più furbo, più attento ai dettagli, più…



No, io ai dettagli ci sto attento, sai? Lascia che ti racconti una cosa, adesso, un episodio divertente che è capitato un paio di giorni fa e che, davvero, non riesco a non togliermi dalla testa.

Ebbene, stavo passeggiando per il dipartimento, al campus, mentre aspettavo Sebastian per andare a pranzare insieme. Sì, sai, in queste quasi due settimane che io e te non ci siamo sentiti, io e lui abbiamo continuato a vederci e a uscire insieme e le cose andavano sorprendentemente bene.

Tanto bene che ho pensato “Oh, forse Lui aveva ragione, forse è davvero Sebastian quello giusto per me”.
Vero? Quanto sei sempre stato disinteressato e premuroso, tu? Toccante, non c’è che dire. Toccante e molto nobile. Lasciarmi a lui, sebbene tu stessi male per me e fossi così profondamente innamorato da sentire “un nodo all’altezza dello stomaco” – tue parole, mi permetto di citarti – quando io e Sebastian abbiamo iniziato ad uscire insieme.

Ho sempre pensato che fossi da ammirare. È evidente che non avessi capito nulla, a questo punto. Non eri assolutamente da ammirare, eri da compatire e da tenere a distanza. Cosa che io sono stato troppo cieco per fare, finendo con l’avvicinarmi inevitabilmente di più.

Ma stavo dicendo, stavo aspettando Sebastian e allora ho mandato un sms a Jeff, sai, per avere un po’ di compagnia.

E lui mi ha scritto di raggiungerlo al dipartimento di Belle Arti, perché lui era lì per la mostra con il suo ragazzo. E allora io l’ho fatto, sarebbe stato da sciocchi non farlo.

Ed è lì che è successa la cosa divertente. Quella che mi ha fatto ridere un sacco, ma davvero tanto.

Gli studenti di quel corso sono davvero eccellenti, lo sai? Certo che lo sai, ne fai parte anche tu, che domande. E forse è proprio per questo che ci sono andato, inconsciamente forse. Per cercare di individuarti, per farlo a mio modo, visto che tu non avevi voluto.

E l’ho fatto. Contro ogni aspettativa, contro ogni logica, contro ogni previsione.

Mi è preso quasi un colpo, quando ho visto il tuo disegno appeso alla parete. Quello lì, quello dell’anatomia del corpo umano che mi hai mostrato qualche tempo fa. Finito è ancora più bello, lo sai?

Hai davvero un talento innato, devo dartene atto ancora una volta.

E sai, mi ci sono avvicinato perché era lì ed io non ti scrivevo da tanto e un po’ sentivo la tua mancanza… mi ci sono avvicinato trattenendo il respiro, scioccamente. Con il senno di poi, privarmi dell’aria per quei pochi secondi, non si è rivelata una scelta saggia.

Sebastian Smythe.

Il suo nome. Sotto il tuo disegno.

Cosa ci faceva il nome del ragazzo con cui stavo uscendo, sotto il disegno di quello che mi aveva spinto ad uscirci in maniera costi disperata e ammirevole?

La risposta era talmente disgustosa e opprimente che non sto neanche a dirti cosa io abbia provato nel comprenderla improvvisamente.

Con un attimo di ritardo, però. Il tempo di percepire il familiare fischio dell’attacco d’asma comprimermi i polmoni.

Sto cercando un motivo, uno solo. Un solo motivo per il quale io adesso non dovrei sentirmi nauseato e disgustato da te. Oltre che deluso, ma quello immagino che sia superfluo da specificare.

Avevo ragione, sai? Quella prima impressione che avevo avuto di te si è rivelata veritiera. Sei davvero uno squilibrato, disturbato mentalmente, senza una vita sociale, con un senso dell’umorismo molto discutibile e con una scarsa predisposizione al dialogo civile.

E sei anche il peggiore dei codardi.

Vaffanculo, Sebastian, Lui, o come diavolo vuoi farti chiamare.
 
 




 

 
Oggi io e la mia metà ci sentiamo tanto Moffat, che rilascia quegli speciali di Natale che spappolano il cuore e poi lo calpestano mille e più volte fino a ridurlo in brandelli. E in verità, questo capitolo è un po’ uno “speciale”, è come un inframezzo che ci separa dalla fine vera e propria di questa storia, perché da qui in poi diventerà tutto insostenibile, in particolar modo per Sebastian. Per questo motivo, questo capitolo è composto solo e soltanto dalla lettera di Thad, dalla lettera infuriata e delusa di Thad. È qui che va tutto in frantumi e che, di conseguenza, inizia a sembrare tutto irrisolvibile e perduto. Sebastian ha fatto quello che ha fatto e adesso dovrà affrontare le conseguenze delle sue azioni.

Mai come oggi sento la necessità di distribuire abbracci e coccole in giro, perché serve tanto, me ne rendo conto, e dispiace a entrambe farvi soffrire in questo modo, gn. ;__;

E ormai il 27 Dicembre è un giorno sfortunato, visto che l’anno scorso vi ho postato il primo capitolo di Lake House, in cui Sebastian- Beh, lo sapete. :v

E visto che ci siamo, colgo l’occasione di festeggiare il primo anno della mia bimba. *spara i botti* ♥

Ultimo appunto e poi vi lascio: per aggiustarvi il cuoricino, dopo tutto questo angst, oggi Robs posterà la sua daddies che non potete neanche immaginare quando mi abbia fatto ridere e awware e ridere di nuovo. Quindi stay tuned, gente. ♥

Grazie a tutti, come al solito, della vostra presenza. Un bacio. ♥

 
Robs&Vals
   
 
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