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Autore: Ale Villain    27/12/2013    0 recensioni
STORIA IN FASE DI REVISIONE (Aprile 2020)
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Michelle non era così, per niente. Michelle, pur di vedere il ragazzo felice, avrebbe ribaltato il mondo; Ambra, invece, avrebbe ribaltato il mondo per ottenere ciò che voleva, proprio come lui. A Jimmy sarebbe decisamente piaciuta.
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Sentiva dannatamente la mancanza di Zacky in casa: non sorridergli, non uscire con lui, non scherzare, anche non litigarci. Erano tutte cose che erano svanite nel giro di un’ora e mezza, da casa sua all’aeroporto. Lei, comunque, continuava a sperare e a credere in quel meraviglioso chitarrista, che l’aveva attratta subito, e si domandò, con tutta sé stessa, se davvero il ragazzo non le avesse mentito.
Ambra, che di nascosto l’aveva seguita, osservò la scena dallo stipite della porta senza farsi vedere e sorrise amaramente, nel vedere la sua bionda preferita stare così in pena per un ragazzo; anche se lei, di sicuro, non era messa molto meglio.

AGGIORNAMENTI INTERROTTI FINO A DATA DA DESTINARSI
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10 Aprile 2010, H 06.34
 
- Non ce la posso fare –
- Giorgia, ti prego, non… -
- Non ce la posso fare, cazzo! – ripeté esasperata la bionda, sull’orlo delle lacrime.
Sia lei che la sua coinquilina, che tra poco sarebbe ritornata ad essere l’unica, si erano svegliate alle sei del mattino, all’incirca, per poter accompagnare i tre ragazzi all’aeroporto per passare con loro le ultime due ore che restavano da condividere tutti e cinque insieme. I ragazzi, però, si erano svegliati ben mezz’ora prima di loro per andare a fare un’abbondante colazione, per cominciare bene quella che sarebbe diventata una malinconica giornata e per comprare provviste per il lungo e stancante viaggio che li attendeva, trovando, con tanta fortuna, qualche bar aperto già a quell’orario del mattino.
Le ragazze li stavano aspettando da una mezz’oretta circa e non erano ancora tornati e ciò fece allarmare la bionda, già sconvolta per il fatto che Zachary la stesse abbandonando lì (da sola, se non ci fosse Ambra) per la terza volta, per ritornare, poi, chissà quando. Anche Ambra era abbastanza tesa e giù di morale per questa situazione e gli dispiacque tantissimo dover lasciare andare Synyster che, a differenza di quanto avesse pensato inizialmente, gli stava davvero simpatico; ma il ragazzo gli aveva promesso che avrebbero continuato a tenersi in contatto anche a distanza, perciò era inutile deprimersi in quel modo.
- Facendo così di sicuro non lo convincerai a rimanere – le disse in tono calmo l’amica; avrebbe potuto benissimo urlarle contro di smetterla di fare la bambina, ma la forza di gridare, alle sei e trenta del mattino, non l’aveva per niente.
- Non stanno ancora tornando! Pensa se sono già andati all’aeroporto convinti che noi due li avremmo raggiunti lì –
- Certo e avrebbero anche lasciato tutto qui, vero? – le disse Ambra con un sopracciglio alzato, che ormai stava raggiungendo tranquillamente l’attaccatura dei capelli, accennando al fatto che i tre americani avevano lasciato le loro valigie pronte in casa loro  – Giorgia basta, tra poco saranno qui. Anzi, eccoli  – aggiunse subito dopo, osservando la maniglia della porta d’ingresso abbassarsi lentamente.
- Eccoci – fece Zacky – Scusate se ci abbiamo messo un’ora intera – aggiunse subito dopo, entrando nel salotto con un sacchetto di quelli usati per la spesa in mano, ripieno di qualcosa che le ragazze ipotizzarono fosse cibo.
- Volete una mano con le valigie? – domandò Ambra, una volta che furono entrati tutti.
- Tranquilla, Am – le disse cordiale Matthew, sventolando una mano – Facciamo tutto noi –
- A che ora avete il volo? – chiese subito dopo Giorgia, osservando tutti e tre.
- Alle nove, mi sembra -  rispose ancora il cantante.
- Allora è meglio se iniziamo a muoverci – irruppe Ambra – Bisogna arrivare minimo con due ore di anticipo –
- Sì, infatti siamo saliti solo per prendere le valigie – specificò Synyster – La mia dovrebbe essere di là –
Continuò, per poi sparire nel corridoio adiacente alla sala. Ambra sorrise: il chitarrista avrebbe trovato una tenera sorpresa nella sua valigia, una volta aperta, in America.
- Abbiamo preso tutto? – fece Zacky, rivolto ai tre, guardandosi intorno per controllare di non aver dimenticato niente. Poi si toccò le tasche per accertarsi di avere cellulare e soldi.
- Ho preso le chiavi, possiamo andare – disse Ambra, facendo tintinnare il mazzetto di chiavi davanti agli occhi.
I ragazzi annuirono e uscirono di casa.
Quando arrivarono all’aeroporto, una massa di gente era già lì in attesa del check- in e dei voli: e menomale che erano solo le sette del mattino!
- Matthew, metti tu le valigie sul rullo, io pago i biglietti – fece Zacky che, insieme a Synyster, stava ponendo le valigie al diretto interessato.
- Ti va un’ultima sigaretta? – domandò dolcemente Synyster alla rossa che annuì sorridente. Nessuno dei due era seriamente allegro in quel momento: si erano trovati così bene insieme, in quel mesetto, che dispiaceva a entrambi lasciarsi così, di colpo.
- Ricordo quando abbiamo fumato la prima volta insieme – iniziò Ambra.
- Sì, ti sono venuto a trovare in biblioteca – annuì sorridente, tirando una boccata dalla sua Marlboro.
 
26 Marzo 2010 H 15.00
Ambra sbatté l’ultimo libro ritirato, che aveva da poco preso dalla mano di una signora appena andata via, sul tavolo in legno e si levò gli occhiali neri dalla montatura squadrata.
- Non ce la faccio più – sussurrò, evitando di farsi sentire dalla sua collega.
Qualcuno davanti a lei tossicchiò e la rossa si rimise all’istante gli occhiali, controllando la lista dei libri sul computer al suo lato con fare professionale.
- Mi dica – disse educatamente subito dopo, senza alzare lo sguardo. La persona tossicchiò di nuovo.
- Mi di… - stava per ripetere la ragazza quando, finalmente, alzò gli occhi – Synyster? – domandò sconcertata, guardandolo da sopra gli occhiali.
- Sì piccola – fece lui, poggiando l’avanbraccio sul piano sporgente sopra la scrivania della ragazza – E ‘sti occhiali? –
- Solo per leggere – specificò lei.
- Quando hai la pausa? – domandò subito lui.
- Non ti basta vedermi a casa? – chiese lei, sistemandosi gli occhiali sulla testa.
- Ma a casa tua non si fuma mai! – si lamentò lui scherzosamente. La ragazza rise, poi rispose:
- Dalle quattro alle cinque ho pausa – spiegò – poi ancora un’ora e finalmente a casa –
- Sono qua sotto – disse lui, lasciandola sola.
- Chi è quel bellissimo ragazzo che ti ha appena parlato in inglese? – sussurrò la sua collega, seduta alla sua destra.
- Ehm… un amico – fece lei vaga.
 
10 Aprile 2010, H 7.09
 
- E’ vero – confermò lei ridendo.
Synyster sospirò e diede un ultimo tiro alla sigaretta, prima di lanciarla per terra, insieme a quella della ragazza. In quel momento, Ambra teneva le mani nella tasca della felpa nera che aveva indossato quella mattina, presa alla rifusa dall’armadio, mentre Synyster teneva le mani nelle tasche dei jeans e indossava un giubbotto di pelle beige: quegli attimi furono di completo silenzio in cui nessuno dei due seppe cosa dire, fino a quando Ambra tentò di fare conversazione. La loro ultima conversazione.
- Cosa farete quando tornate di là? – chiese a bruciapelo.
- Penso che continueremo con la stesura del nuovo album – disse vago – prima di venire qui abbiamo fatto un concerto a Long Beach, in California. Ma era tanto per “tranquillizzare” i fan, diciamo –
- Capisco – rispose annuendo.
- Tu, invece? –
- Niente di nuovo, continuerò con la  biblioteca – disse, facendo spallucce.
- Non hai un ragazzo con cui passare il tempo? – domandò il chitarrista incuriosito, osservandola.
Ambra scosse la testa lentamente: - No, non mi serve un ragazzo. O almeno non ora – si affrettò a dire, anche se credeva che Synyster sapesse già che lei fosse single.
Le storie romantiche della rossa italiana non erano mai state nulla di particolare: si ricordava ancora la sua prima vera storia, a diciotto anni, e durata fino ai venti; ed è stato a quel ragazzo che si era concessa per prima e quello, soprattutto, non lo avrebbe mai dimenticato. Ma dopo uno dei classici motivi per cui le coppie litigano, anche a loro due era successo lo stesso e così si erano lasciati; chissà che fine aveva fatto, il ragazzo.
- Te? – domandò Ambra – Zacky mi ha accennato ad una tua ex, ma non so altro –
- Ti avrà detto di Michelle – disse lui, serrando le labbra. La ragazza annuì: - Immaginavo . Ti dico solo che sono un uomo cornificato –
- Oh, mi dispiace… - disse la ragazza, passandosi una mano sulle labbra.
- Lascia perdere – continuò Synyster, sospirando – Non ci do più peso. L’unica pecca è che è successo tutto in questo periodo –
- Posso capire come ti senti –
Una voce all’alto parlante annunciò qualcosa con calma, ma nessuno dei due ci prestò attenzione.
- Giorgia starà più distaccata da Andrea, ora che Zacky sarà dall’altra parte del mondo? – domandò Synyster, osservando l’italiana e indicandole, con l’indice, “l’altra parte del mondo”.
- Sei davvero preoccupato per Zacky, vero? – Synyster annuì con decisione.
- Certo che lo sono. E spero solo che Giorgia non si dimostri immatura, altrimenti non merita l’affetto di Zacky – continuò lui, con serietà.
- Ha la testa sulle spalle, non preoccuparti – lo rassicurò Ambra, sorridendogli, ma distogliendo lo sguardo.
- Per che ora arriverete in California? – domandò lei, subito dopo.
- Penso… per le otto di sera – disse il moro – Come quando siamo arrivati qui –
- L’Italia è bella, vero? –
- Decisamente – iniziò – Ma soprattutto sono belle le persone – fece, osservandola sorridente con la coda dell’occhio. Lei arrossì leggermente e iniziò a muovere le braccia avanti e indietro, non avendo altro da fare.
- Sai una cosa? – domandò lui osservando il cielo, quel giorno particolarmente limpido – A Jimmy saresti piaciuta –
- Cosa? – fece lei – Io? –
- Sì, tu – rispose Synyster, tranquillamente – A parte il colore di capelli, che lui ama, sei una ragazza particolare… come lui –
- Mi sarebbe piaciuto conoscerlo – ammise lei, sorridendogli rassicurante.
- E a me presentartelo –
- Adesso stai tornando da lui – mormorò Ambra – Salutamelo -
Synyster le sorrise e poi le fece segno di rientrare, vedendo, dal vetro dell’aeroporto, che gli altri tre erano spariti.
- Muoviti Syn, che il volo lo hanno anticipato! – esclamò Zacky, facendo segno all’amico di raggiungerlo più rapidamente, una volta che il chitarrista li ebbe notati.
- L’hanno anticipato? – domandò Synyster raggiungendo il gruppetto con una piccola corsetta, seguito a ruota da Ambra. Zack annuì.
- E a che ora è? –
- Tra meno di un’ora – sbraitò Matt – Ma che problemi hanno i voli italiani? – continuò, agitando le braccia.
Giorgia guardò Ambra ad occhi lucidi e lei le sorrise amorevolmente e dicendole di stare tranquilla.
- Accompagnateci fino all’aereo – fece Synyster iniziando ad incamminarsi con gli altri due e vedendo le ragazze rimanere immobili.
- No, io non… -
- Sì, arriviamo – la sorpassò Giorgia.
- Così è peggio
- Almeno li salutiamo per  bene – spiegò lei e la trascinò con loro.
L’aereo era già lì, pronto per accogliere la gente che stava salendo e i ragazzi arrivarono ai piedi delle scalette.
Matthew abbracciò calorosamente sia Giorgia che Ambra, che ricambiarono affettuosamente e sorridenti la stretta: menomale che c’era lui!
Zacky poi si diresse da Giorgia, che non resistette e gli si gettò tra le braccia piangendo.
- Ehy, Gio… -
- Zack… Zacky – disse, tra una lacrima e l’altra – E’ solo che… ho paura di non rivederti –
- Stupida! Certo che ci rivedremo – le disse dolcemente, stringendola forte.
Ambra osservò la scena intenerita e con le lacrime che minacciavano di uscirle dagli occhi verdi, resi ancora più verdi dal  lucido dalle lacrime, quando qualcuno la girò, prendendola per i fianchi, dall’altra parte.
- Guai a te se piangi, okay? – le disse Synyster, per poi portarsela al petto e stringerla convulsamente. Ambra, inizialmente non si mosse, poi liberò le braccia dalla sua presa e gli strinse la schiena possessivamente.
- Non sto piangendo – disse con voce un tantino incrinata.
- Ehy piccola, guarda che torno, lo prometto – la rassicurò lui. Poi si voltò verso l’aereo, dal quale vide uscire il pilota per accertarsi che non mancasse nessuno – Mi sa che devo andare –
- Syn… -
- Ssh – disse sottovoce, con le labbra posate sui suoi capelli rossi, lasciandole un tenero bacio sul capo – Ci sentiremo – continuò dolcemente - Io ci sarò sempre. Conto in un tuo messaggio –
- Certo – disse lei, tirando su col naso. Ma nessuno dei due era intenzionato a lasciare la presa.
- Syn muoviti, se ci lasciano qui ti lincio! – gli urlò Matthew, l’unico che non vedeva l’ora di andarsene per poter riabbracciare la sua Valary.
Synyster rise e lasciò lentamente e di malavoglia la ragazza che gli sorrise e lo incoraggiò ad andare, evitando di fargli perdere il volo e così fecero Giorgia e Zacky.
- Ciao piccola, alla prossima volta – fece, donandole un ultimo sguardo, prima di salire definitivamente sui gradini dell’aereo.
- Ciao Syn – biascicò lei, sentendosi particolarmente felice di sentirsi chiamare piccola in quel modo così dolce, come non aveva mai fatto prima di quel momento.
Pochi secondi dopo video l’aereo decollare e rimasero ad osservarlo, una di fianco all’altra, fino a quando non lo videro sparire nel cielo.
- Sono andati – disse Giorgia.
- Sono andati – sospirò Ambra.
La bionda le poggiò delicatamente la testa sulla sua spalla e si lasciò coccolare dalla mano della ragazza che le percorreva teneramente il braccio, mentre la rossa continuava ad osservare il cielo, come ad aspettare qualcosa. L’immagine di Synyster che le sorrideva simpaticamente era ancora lì, impressa nella sua mente e non se ne sarebbe andata fino a quando lui non sarebbe ritornato, come promesso.
 
 
Oceano Atlantico, H 13.02, Orologio di Zacky
 
 
- Buongiorno Syn –
- ‘Giorno Zacky – bofonchiò lui, stropicciandosi gli occhi – Ho saltato il pranzo? –
- Esatto – disse l’altro, osservando Matthew alzarsi dal sedile per andare da qualche parte – Dove vai? –
- In bagno – disse lui frettolosamente, per poi sparire oltre gli altri posti a sedere.
- Sono sfinito – continuò Synyster, posizionandosi meglio sullo scomodo sedile – Non ne posso più di alzarmi presto –
- Ma se è successo solo due volte! – protestò divertito il chitarrista.
- Due volte bastano e avanzano – rispose l’altro, sospirando – Mi passi quello? – chiese poi, indicando un panino avvolto in pezzo di Scottex. Zacky lo prese e glielo lanciò in malo modo.
- Da quanto siamo in viaggio, quindi? – domandò, tra un boccone e l’altro.
- Quasi cinque ore – fece Zacky, incrociando le braccia al petto.
Quella prima parte del viaggio era stato un trauma per il chitarrista acustico: Matthew aveva passato le prime tre ore a dormire, poi si era svegliato e aveva deciso di ascoltare un po’ di musica dalle cuffiette, col cellulare, perciò si era isolato dal mondo per la seconda volta; Synyster aveva passato tutta la mattina, fino a qualche istante prima, a dormire, russare e andare in bagno. Zacky era quindi rimasto, come al solito, l’unico sveglio e senza niente da fare e il fatto che avesse la mente completamente svuotata era stato anche un modo per autoconvincersi a chiudere un occhio, ma non era servito, perché, stranamente, non avvertiva alcun senso di stanchezza, a differenza degli altri due. Sentiva la lontananza da Giorgia che aumentava sempre di più e non riusciva a capacitarsi del fatto che quei venticinque giorni fossero già passati; ma non era l’unico a non rendersi conto di tutto ciò. Infatti, anche a Synyster sembrava impossibile che quel mesetto fosse passato, anzi, fosse volato, in pochissimo tempo: si erano davvero divertiti tantissimo insieme a quelle due ragazze italiane, con due caratteri diversi, quasi opposti, ma che sapevano colpirti, dritto nel petto.
- Non hai sentito Giorgia? – domandò Synyster, dopo aver divorato il panino al prosciutto e fontina.
- No – fece lui, leggermente rammaricato – Le ho inviato dei messaggi, ma non mi ha risposto a nessuno. E menomale che reputavo una fortuna il wi-fi dell'areo... –
- Sarà ancora sotto shock – spiegò lui, alzando le spalle – Ho visto com’era ridotta all’aeroporto – Zack annuì, convincendosi di ciò.
- Tu, Ambra? –
- Non ho il suo numero – rispose Synyster, con tutta la calma che possedeva, mentre Zacky sgranava per pochi attimi gli occhi.
- E perché non te lo sei fatto dare? – chiese, abbastanza sconcertato mentre divaricava leggermente le braccia e osservava l’amico.
- Calmo Zack, le ho dato il mio – lo tranquillizzò l’altro chitarrista – Le ho detto che doveva scrivermi lei –
- Secondo te lo farà? –
- No, non lo so – confessò Syn, mordicchiandosi l’unghia dell’indice della mano sinistra, sopra a cui vi era tatuata la lettera B. La ragazza, all’aeroporto, le era sembrata abbastanza giù di morale per la sua partenza e gli aveva anche promesso che gli avrebbe scritto, ma ciò non confermava nulla, quindi, a Brian, non restava che aspettare e sperare che la rossa si facesse sentire, il più presto possibile.
Zacky riprese a guardare fuori dall’oblò e Synyster ritornò a sonnecchiare poco dopo.
Le partenze sono sempre peggiori degli arrivi, pensarono all’unisono.
 
 
Eccomi! scusate il ritardo di un mese, ma mi sono ammalata D:
Questo capitolo, devo ammetterlo, mi ha fatto un certo effetto scriverlo. Non so perché, ma l’idea che i protagonisti si debbano lasciare ha commosso persino me, la scrittrice lol xD
Però sono felice delle tante visualizzazioni di questa umile storia che io, personalmente parlando, amo tanto e a cui tengo davvero!
Un grazie a tutti e ci sentiamo presto, al prossimo capitolo!
 

 
 
 
  
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