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Autore: vagabondspirit    20/05/2008    3 recensioni
Un domani anche per te... Io ti salverò! Il destino ci farà incontrare in questa circostanza... Tu mi salverai! Tu che non vuoi più vivere... Un domani anche per te, oltre che per me...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un_domani_anche_per_te_01
Eccomi qua con una nuova storia... Non sarà lunghissima, al massimo tre-quattro parti. Una cosa: i nomi delle protagoniste... Se avete letto "Pub & Poesie" non confondetevi... i nomi sono gli stessi (Alex e Michelle) ma non centrano nulla con l'altra fanfiction. Purtroppo per i nomi non ho fantasia, scusatemi.
Bene e adesso buona lettura. Se vi va di lasciare un commento... questo è sempre gradito!
 
 
Un domani anche per te
 
 
Prima parte
 
C’è una porta socchiusa…
Silenzio…
Si avvicina all’entrata dell’appartamento…
Appoggia la mano sulla maniglia della porta e la apre un po’ di più…
«Ehi… Tutto bene qui?»
Sangue…
C’era tanto sangue sul pavimento…
«Cosa?!... Dannazione… Ehi, mi senti? Andiamo rispondimi…»
C’è una ragazza per terra… Cerca di scuoterla ma non ottiene nessuna risposta.  Prova a sentire il battito cardiaco: è debole. Cerca di bloccare l’emorragia e poi raccoglie la ragazza in braccio e si precipita, per quanto possibile, verso la macchina per poi portarla in ospedale.
Corre…
Teme di non fare in tempo…
Ma corre comunque…
Ce la deve fare…
Forse doveva chiamare un’ambulanza…
No, ci avrebbe messo troppo ad arrivare e quella ragazza era in fin di vita. L’emorragia era tamponata, per il momento… Doveva sbrigarsi però…
Pigiò il piede sull’acceleratore e cercò di arrivare il più in fretta possibile all’ospedale…
Doveva fare in fretta…
 
 
…Finalmente era arrivata davanti al pronto soccorso. Fermò la macchina e chiamò aiuto…
«Aiuto… Qui c’è una ragazza che ha bisogno d’aiuto…»
Un dottore che era lì fuori a prendere una boccata d’aria fece portare una barella per caricare la ragazza
«Che cos’è successo?»
«Non lo so… Ho trovato questa ragazza e c’era tutto quel sangue… ho cercato di fermare l’emorragia… io… io…»
«Ok… Adesso ci pensiamo noi…»
Un’infermiera si avvicina alla soccorritrice vedendo il suo stato d’agitazione
«Vieni. Forse è meglio che ti siedi un attimo qui. Sta tranquilla vedrai che se la caverà»
L’accompagna ad una sedia lì nell’atrio. La gente seduta là vicino è incuriosita da tutto quel trambusto e la fissano… La loro curiosità, in un altro momento, le avrebbe dato fastidio, si sarebbe arrabbiata… ma in quel frangente lei non ci fa nemmeno caso… Non si accorge nemmeno che la stanno fissando e hanno cominciato a bisbigliare tra di loro… Solo per curiosità…
 
«Vuoi un bicchiere d’acqua?»
Le chiede l’infermiera con tono gentile
«Si grazie…»
«Te lo vado a prendere»
L’infermiera si allontana un momento
«Ecco qui.»
Le porge il bicchiere d’acqua e le si siede accanto
«Va un po’ meglio adesso?»
«Si…»
Beve un sorso d’acqua
«…È successo tutto così in fretta… io… io ho sentito urlare e poi sbattere la porta… dopo un po’ sono passata davanti all’appartamento e ho visto la porta socchiusa… Non sapevo se era successo qualcosa… era tutto così stano.. quel silenzio… Non la conosco nemmeno quella ragazza… Si salverà?»
Guarda in faccia per la prima volta l’infermiera. Sa che è sciocco chiedere a lei ma ha bisogno di essere rassicurata.
«Non lo so. Bisogna vedere quanto sangue ha perso… Comunque tu ti sei comportata bene. L’hai soccorsa… Vedrai che andrà tutto per il meglio»
Le poggia una mano sulla spalla per rassicurarla
«Già… speriamo bene…»
 
 
«È debole per il momento ma se la caverà. Sei arrivata in tempo…»
Ci sono due persone in un corridoio dell’ospedale… C’è un dottore con barba e capelli grigi che parla con una ragazza seduta su una delle sedie posizionate nel lungo corridoio dove si trovano
«…Ti hanno già parlato i poliziotti?»
«Si…»
«Bene. Allora adesso puoi ritornare a casa. Sarai sfinita dopo questa esperienza…»
Le fa un sorriso e le dà una pacca sulla spalla
«Beh, in effetti… Però io vorrei…»
Tenta di dire quando viene interrotta…
 
All’improvviso si sente un trambusto… È arrivato di corsa un ragazzo. Ha l’aria sconvolta… Si precipita subito da un’infermiera
«Dov’è? La prego mi dica dov’è mia sorella?»
«Calma, calma… Mi dica chi sta cercando?»
«Mia sorella, si chiama Michelle. Mi hanno detto che è stata portata in questo ospedale… la prego…»
«Un momento… ecco, si trova nella stanza 528… guardi lì, dove c’è quella ragazza e il medico…»
«Grazie…»
Si precipita verso i due
«Lei ha curato mia sorella?»
«No. Ma comunque stia tranquillo adesso è fuori pericolo. Aspetti qui un momento. Fra poco dovrebbe uscire il medico che la sta seguendo… Io sono Mark, piacere»
«Mi scusi… Non volevo essere maleducato ma…»
«Non si preoccupi, è normalissimo in una situazione del genere»
«Si… Io… io mi chiamo Albert»
Gli porge la mano che Mark stringe
«Quasi dimenticavo. Questa è Alex, mia nipote. È lei…»
«Nonno lascia stare… Piacere…»
Lei si alza dalla sedia, impedendo a Mark di finire ciò che stava dicendo e stringe la mano del ragazzo.
 
Non vuole dirgli che è stata lei a trovare la sorella. Non vuole dirgli lei che la ragazza ha tentato il suicidio… Non se la sente… Non è una cosa che deve fare lei.. un’estranea.  Saranno i medici a parlargli. Loro sapranno quali parole usare. Lei non si deve intromettere, è una questione personale…
 
 
Dopo un po’ escono due persone dalla stanza di fronte ai tre: un medico e una donna. Appena la donna vede Mark va verso di lui per salutarlo
«Dottor Mark, è un piacere rivederla»
«Dottoressa Elisabeth è un piacere anche per me…»
Si stringono la mano. Poi Mark sposta l’attenzione sul ragazzo che è rimasto in silenzio
«Elisabeth, James, lui è Albert, il fratello della ragazza. Il dottor James si è occupato di tua sorella»
Albert ha un attimo di esitazione… Ha il timore di chiedere al dottore come sta la sorella
«Ehm, dottore.. come.. come sta mia sorella?»
«È fuori pericolo. Adesso ha bisogno di riposare. Abbiamo appena finito di parlare con lei… A proposito lei è la dottoressa Elisabeth. È una psicologa…»
«Una psicologa?»
«Si. Vede, sua sorella ha cercato di suicidarsi…»
«I-io…»
«Non si preoccupi riusciremo a risolvere la situazione. Sarà meglio avvisare i vostri genitori però»
«No! Avete detto che ne avete appena parlato con lei, giusto?»
I medici si guardano un attimo confusi. È la dottoressa Elisabeth a riprendere a parlare
«Le ho fatto alcune domande. Effettivamente non abbiamo approfondito il motivo del suo gesto. Non ritenevo fosse il momento adatto…»
«Il motivo… Lei ha cercato di…»
Fa un respiro profondo
«…Mio padre. Lui oggi è andato a trovarla. Lei vive in quel appartamento da poco più di una settimana. L’ho aiutata io ad andarsene di casa.. Lei…»
Comincia a piangere
«…Lei si era innamorata di una ragazza e… la mia famiglia è una di quelle famiglie “bene”… mio padre le ha proibito di rivederla… la voleva rinchiudere in qualche istituto per questo… e poi… quella ragazza è sparita… lui l’ha pagata per andarsene e lei l’ha fatto. Se n’è andata e ha lasciato Michelle senza una spiegazione… da sola.. contro tutti…»
Tutti i presenti non riescono a credere alle loro orecchie. È una storia così assurda che non sanno nemmeno cosa dire. Sono rimasti tutti senza parole.
 
«Vi prego… non fatelo avvicinare a lei… È  colpa sua se Michelle ha cercato di uccidersi… lui non può capire… non ha mai amato nessuno… Vi prego, non chiamatelo…»
La ragazza che fino a quel momento era rimasta seduta da una parte in silenzio si alza di scatto. Stringe i pugni… Vorrebbe dire qualcosa ma si rende conto che non sarebbe opportuno. Sente la rabbia crescere in lei. È una situazione talmente assurda… Non può…
Mark le posa una mano sulla spalla. Lei lo guarda per un attimo e sembra capire quello che sta pensando suo nonno. Rilassa un po’ i muscoli. Deve calmarsi
«Tua sorella è maggiorenne. Se lei non vuole vedere vostro padre lui non può obbligarla.»
Albert la guarda. Ma chi è quella ragazza?
«Già… ma non conosci mio padre. Lui può tutto…»
«Conosco molto bene i tipi come lui. Sono arroganti e prepotenti solo perché gli è permesso esserlo. Comunque fossi in te mi preoccuperei per tua sorella e basta… qui troverai tutto l’aiuto che ti serve.»
«Giusto Alex. Se ci saranno problemi basta che chiami un’infermiera e lei avviserà la sicurezza. Adesso vorrai andare a vedere tua sorella… vieni ti accompagno dentro»
Mark fa strada ad Albert verso la stanza della sorella…
 
 
Dopo un po’ Mark esce dalla stanza.
«Brutta situazione»
Dice il dottor James
«Poveri ragazzi... Più tardi proverò a parlare con tutti e due. Adesso però devo andare. È stato un piacere rivederti Mark. Ciao Alex.»
La dottoressa Elisabeth si incammina lungo il corridoio.
«Vado anch’io.»
Dice il dottor James così rimangono lì Mark e Alex. Sono entrambi pensierosi.
«Allora Alex… Cosa ne dici se ce ne ritorniamo a casa? Tua nonna starà già preparato la cena.»
Alex rimane ancora un attimo in silenzio a fissare la porta di quella stanza
«Ok… andiamo…»
«Domani se vuoi puoi passare a trovarla…»
«Chi?»
«Michelle… la ragazza a cui hai salvato la vita.»
«Non lo so se è il caso…»
«Beh, pensaci intanto. Credo che le farebbe piacere… Andiamo adesso.»
 
 
 
 
CONTINUA...
 
Ecco la prima parte... Che ne dite? Spero vi sia piaciuta... Al prossimo aggiornamento...
   
 
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