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Autore: Psiche_delica    27/12/2013    4 recensioni
E' festa e in casa Gandy ci sono i preparativi per un primo Natale.
Amici e famigliari si riuniscono sotto uno stesso tetto per scambiarsi abbracci, baci e regali.
"Era un continuo ridere e pieni di felicità David ed io ci unimmo a loro.
Pieni di felicità e di amore passammo così il nostro primo Natale.
Il nostro primo Natale come una famiglia."
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'E' l'Amore che ci guida...'
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Il nostro primo Natale



Psiche_delica*



 
 
 
 
 
“Non posso farcela!”
“Sì, che puoi”
“David ma ti sei guardato intorno?” dissi indicando con la mano l’intera sala pranzo. “E’ tutto in disordine e come se non bastasse Mia ha continue coliti che non la fanno smettere di piangere!” urlai isterica.
Un pianto di neonato riecheggiò per tutta casa.
Guardai David come per dirgli “cosa ti avevo detto io?”. Lui, come era suo solito, mi sorrise bonariamente e si avvicinò a me.
“Emy, sapevamo che avere un figlio non sarebbe stata una passeggiata” disse per poi baciarmi sulle labbra e lasciare la sala da pranzo per correre da sua figlia.
Mi portai le mani tra i capelli e scossi la testa, i genitori di David insieme a quelli di Cassie e Noah sarebbero arrivati a momenti e io non potevo presentar loro la casa in quello stato. Soprattutto non potevo presentare quella stanza a Cassie! Ero sicura del fatto che mi avrebbe presa in giro a vita.
Anche Miss Perfettina non sa gestire un figlio, una casa e un marito.
Brontolai e mi affrettai a concludere l’opera di restauro.
Odio le feste!
Con una velocità che avevo dimenticato di possedere riordinai la stanza rendendola quasi presentabile, apparecchiai la tavola e mi scappò un sorriso guardando la tavola imbandita.
Annusai l’aria e l’odore di David mi invase completamente, come sempre.
Mi voltai e lo trovai sulla porta con Mia in braccio, era così piccola da scomparire tra quelle braccia possenti.
“Qualcuno qui vuole la mamma” disse lui, porgendomi nostra figlia.
Il mio viso si illuminò, come il giorno in cui partorii e me la poggiarono sul petto la prima volta. Il visetto tondo e paffuto era reso incantevole da due paia di occhi come la neve. Non avevo dubbi che sarebbe stata bella come il padre. Le sue manine chiuse a pugni si poggiarono sui miei seni e capii che reclamava un po’ di cibo.
David ci guardava pieno d’amore e mi sporsi a baciarlo.
Le sue morbide labbra erano un toccasana contro il nervoso e mi aiuto a sciogliermi.
“Continuerei a baciarti per ore se solo non avessimo degli invitati e una figlia affamata” mi disse scostandosi un po’.
Sorrisi e gli chiesi di andare in cucina a controllare la situazione, mentre io mi sedevo su una sedia pronta per allattare Mia.
Pensai di prendermi due minuti in tranquillità con mia figlia quando il campanello di casa suonò, ripetutamente, ed esisteva solo una persona davvero rompiscatole che suonasse così: Noah Mills.
“Amore vai ad aprire, tanto sappiamo già chi sia” dissi mentre continuano ad allattare.
Sentii la risata felice di David e uno schiamazzo dato dalla voce squillante della mia amica Cassie.
Il vociferare aumentava man mano che si avvicinavano alla sala da pranzo, così come uno scalpitio frenetico.
“Tia Emy!”
Voltai il capo e mi trovai di fronte James.
“Amore di zia!”
Sorridendo al piccolo James attesi che arrivassero gli altri.
Cassie entrò con passo sicuro e non mi stupii della sua bellezza. Il vestito a tubino rosso che indossava la rendeva perfetta.
“James non dare fastidio a zia, vieni qui” e prese in braccio il figlio di ormai un anno e mezzo. “Allora, vedo che mangia per tre la piccola” mi disse venendomi accanto.
“Non me ne parlare! La notte non ci fa più dormire” dissi e accarezzai il capo alla bimba.
“Dormire certo… forse non mi fa più trom…”
“Cassie!” strillai strabuzzando gli occhi. Ma era diventata scema?
Noah sentendomi strillare si avvicinò e sorridendo diede un bacio a Cassie.
“Cosa stavi per dire bricconcella? Non ti ho insegnato le buone maniere?” gli disse dandole poi una pacca sul sedere.
Lei rise di gusto e rise ancora di più quando vide le facce sorprese dei genitori di David e di Noah.
Meredith, nonché mia suocera mi salutò con un sorriso e si defilò in cucina. Era troppo per lei sorbirsi quelle scene da maniaci, che solo Cassie e Noah sapevano mettere in atto. Jhonny e Arthur, uno il padre di Noah e l’altro di David, si posizionarono subito davanti il televisore, perché non potevano perdersi il torneo di Tennis ad Abu Dhabi.
Lucy, la suocera di Cassie si avvicinò a noi e tirò un orecchio al figlio.
“Sei sempre il solito esagerato” disse, facendomi l’occhiolino.
“Mamma ma se le piace!” disse mentre si toglieva il giaccone.
“Lo so, ma fallo in camera da letto. Non davanti a terze persone, maleducato” e così dicendo uscì anche lei, forse per raggiungere Meredith in cucina.
Stavo per rimettermi a posto la maglia con il reggiseno quando arrivo David che diete uno schiaffo dietro alla nuca di Noah, cosa che fece ridere il piccolo James che si strinse di più alla madre.
 “Potresti togliere gli occhi di dosso alle tette di mia moglie?” chiese David prendendomi Mia dalle braccia. Sorrisi e mi guardai complice con Cassie.
Non sarebbero mai cambiati!
“Noah, perché non prendi James così aiuto Emy?” lui annuì e i due omaccioni si allontanarono con i figli in braccio.
“David ricordati di farle fare il ruttino” dissi e sparii in cucina con Cassie.
 
 
“Il pranzo è pronto!” urlò Cassie mentre portava in tavola una grande teglia di lasagne al forno. Gli uomini presero subito posto. James volle sedersi tra il padre e la madre e siccome era figlio di Noah e non poteva essere altrimenti iniziò a toccare il seno alla madre, sotto lo sguardo divertito del padre.
“Ma si può sapere che cavolo gli insegni?” disse Cassie posando la teglia nel centro del tavolo e facendo sedere suo figlio, che voleva stare in piedi sulla sedia.
Mentre Meredith e Lucy prendevano posto vicino ai mariti io mi guardai intorno per cercare la culla di Mia.
“E qui” mi disse David prendendomi una mano e facendomi avvicinare a lui. Aveva messo la culla proprio vicino alla sua sedia, di modo che potesse controllare la figlia. Il cuore mi si strinse e gli baciai la fronte.
“Ti amo” gli sussurrai ad un orecchio.
“Mai quanto me” mi disse e mi fece segno di sedermi vicino a lui, ma scossi la testa e sorridendo iniziai a riempire i piatti dei nostri ospiti, che insieme a noi stavano passando il nostro primo Natale.
 
 
 
“Emiliana era davvero tutto ottimo!” esclamò Arthur mentre sorrideva al figlio orgoglioso.
“Sono felice che tu abbia gradito Arthur” dissi posando una mano sulla coscia muscolosa del figlio e sorridendo di rimando.
“Ma hai preparato tutto da sola cara?” mi chiese Lucy mentre cercava di far star buono suo nipote che non ne voleva sapere di pulirsi la faccia sporca di cioccolata.
“Be’, in realtà mi ha aiutata David” dissi e gli baciai una guancia.
“Oh oh Gandy ai fornelli. Sai, ti ci vedo con il grembiulino amico! Aspetta che lo dica a tutti!” disse Noah ridendo, mentre Cassie gli pizzicava un braccio.
“Almeno lui la aiuta a cucinare” gli disse lei facendogli una linguaccia e facendo ridere i vecchietti.
“Hai dimenticato l’Irlanda?” le disse e negli occhi di Cassie passò un’onda di imbarazzo e le sue guance si colorarono. Noah si sporse a baciarla e le sussurrò qualcosa che la fece arrossire ancora di più.
“Che ne dite se inizio a sparecchiare?” dissi alzandomi, ma il pianto di mia figlia mi bloccò.
David mi posò una mano dietro la schiena e mi consigliò di andare in camera nostra.
Annuii e presa in braccio Mia chiesi a David se poteva occuparsene lui, ma Cassie lo bloccò e gli vietò di sparecchiare.
Ci avrebbe pensato lei.
 
 
Nella camera matrimoniale, dove notti di fuoco e di veglia assoluta si intrecciavano, io cercavo di far addormentare la piccolina.
I suoi occhietti non ne volevano sapere di chiudersi però.
Cominciai a cantarle la ninna nanna ma il suo pianto non si arrestava, sconsolata mi sdraiai  a letto e mi misi mia figlia sul petto e finalmente si calmò.
Guardai il soffitto della camera e mentre cercavo di far addormentare mia figlia nella mia mente si susseguivano tutti i momenti passati con David, momenti che mi avevano portato lì. Con in braccia nostra figlia.
La porta della camera si aprì e un David pensieroso entrò.
Gli feci segno di fare piano e con delicatezza si sdraiò vicino a me.
“Non credi che dovremmo portarla da un dottore?”
Scossi la testa e gli sorrisi. I pianti, i dolori al pancino erano tutte cose normali, ci voleva solo un po’ di pazienza.
“Dovremmo scendere”
Lui annuì ma prima di farmi muovere mi bloccò.
Aprì un cassetto del comodino e quella scena mi sembrò quasi familiare.
“Non voglio dartelo davanti agli altri” disse lui e mi porse una scatola rivestita di velluto blu. Con molta lentezza mi alzai dal letto e prima di prendere la scatola che David mi stava porgendo portai Mia nella sua culla.
Tornai da David e mi sedetti di fronte a lui.
“David ci eravamo promessi di non farci regali” gli dissi dispiaciuta. Non avevo niente per lui. Lui mi baciò le labbra, poi scese verso il collo e stavo già per ansimare ma lui si staccò.
Con un fare un po’ impacciato aprii la scatola e all’interno vi trovai una collana d’oro bianco con un ciondolo portafoto.
“Aprilo” mi disse e lo feci.
Nel ciondolo era racchiusa una foto di David che teneva fra le braccia Mia, il giorno in cui nacque. Aveva il braccialetto d’ospedale al polso e David indossava un camice verde, questo perché aveva voluto assistere al parto.
Una lacrima mi uscì e mi gettai tra le braccia di mio marito.
“Non ti amerò mai abbastanza” dissi in lacrime.
“Penso che debba smetterla di dire queste idiozie signora Emiliana Gandy”
 
 
 
Quando tornammo in sala da pranzo, trovammo gli invitati che giocavano al bingo, mentre James tirava fuori i numeri dal sacchetto e passandoli al padre che poi li avrebbe detti ad alta voce. Era un continuo ridere e pieni di felicità David ed io ci unimmo a loro.
Pieni di felicità e di amore passammo così il nostro primo Natale.
Il nostro primo Natale come una famiglia. 



Anche se con un po' di ritardo, la OS è arrivata. Spero che sia stata di vostro gradimento e che vi abbia fatto, almeno in parte, divertire.
Io mi sono divertita molto a scriverla, ma sapete siccome sono Psiche e non posso essere altrimenti ho dovuto concludere la OS con dolore, perchè fosse stato per me, sarei stata capace di tirare fuori un'altra storia!
Detto questo... vi rinnovo gli auguri e chissà... magari ci sarà una OS per Capodanno!

Baci!

Vostra Psiche*
   
 
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