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Autore: Irina_89    20/05/2008    6 recensioni
“Cosa farai, ora?” sussurrò Riku, rompendo il silenzio.
“Non lo so…” rispose sinceramente Sora.
“Forse dovresti -”
“Lo farò…” lo anticipò lui, sapendo bene cosa volesse dire. “Non è giusto tenerla all’oscuro di tutto…”
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kairi, Riku, Sora
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Hearts Sacrificed

 

Hearts Sacrificed

 

 

 

“Ci troveremo laggiù.”  La sua voce era decisa, sicura, ma lasciava trapelare note di tristezza. Era cambiata a tal punto da quando aveva ricevuto quella lettera.

“Sì, anche secondo me è la soluzione migliore.” Convenne l’altro ragazzo nella stanza, ma la sua voce non tradiva nessuna espressione.

“Va bene…” era un assenso straziato. Dalla sua voce era possibile capire quanto quella decisione potesse costargli.

La conversazione venne interrotta dal pesante silenzio che cadde nella stanza. I due ragazzi si guardarono, ma i loro sguardi emanavano un’aura di spossatezza mista a malinconia.

Quella decisione aveva determinato, senza possibilità di tornare sui propri passi, il futuro di tutti. Di Sora e di Riku, ma soprattutto – ed entrambi questo lo sapevano – di Kairi.

La lettera con la richiesta di andare al palazzo del Re per una missione della massima importanza, aveva cambiato tutto e tutti.

Lui per primo.

“Cosa farai, ora?” sussurrò Riku, rompendo il silenzio.

“Non lo so…” rispose sinceramente Sora.

“Forse dovresti -”

“Lo farò…” lo anticipò lui, sapendo bene cosa volesse dire. “Non è giusto tenerla all’oscuro di tutto…”

“Già…”

E ancora una volta, il silenzio sovrastò le loro parole. Quelle parole che non osavano più uscire dalle labbra dei due ragazzi. Ma, dopotutto, cosa c’era da aggiungere? I fatti erano così. Non c’era più niente da fare. La decisione era stata presa. Non era ammissibile tornare indietro, come non era ammissibile tirarsi indietro da tale compito. Ne andava della salvezza di tutti i mondi e di tutte le creature.

Un brivido, poi, percorse la schiena di Sora. Un brivido che era rabbia, frustrazione e sofferenza. Un brivido che lo avvolse completamente.

Avrebbe avuto la forza di volontà necessaria per portare a termine la missione?

Doveva.

Eppure, non riusciva a convincersi. Portare a termine la missione voleva dire…

“Sei sicuro?”

Era la quarta volta che Riku glielo domandava. Già la terza aveva pensato che la prossima gli avrebbe portato un attimo di vacillamento sulla sua fermezza, ma si era sorpreso della risposta risoluta che era stato in grado di dargli.

Questa volta, tuttavia, era più difficile. Sembrava quasi che l’amico stesse facendo di tutto per fargli abbandonare quel gravoso compito.

Fu proprio in quest’attimo di incertezza, di insicurezza, che la risposta tardò a venire.

“Riku…” deglutì. “Cosa vuoi che ti risponda?” mormorò.

“Lo sai cosa vorrei…”

“E tu sai cosa vorrei io, ma cosa posso fare altrimenti?” lo guardò negli occhi. Il suo sguardo era impaurito, pareva quello di un bambino, ma lui non era più bambino da un bel po’ di tempo e, soprattutto in questa situazione, non poteva dimostrarsi bambino.

“Niente…” ammise crucciato. Il suo tono lasciava capire la rabbia che aveva iniziato a provare per la condizione in cui si trovavano. Avrebbe voluto fare qualcosa, ma cosa mai avrebbe potuto aiutarlo da un tale destino?

Niente…

“Allora non chiedermelo più. Non hai idea dello sforzo che mi costa risponderti.” Lo zittì.

“E lei?” insistette Riku. “Come fai a non pensare a lei?”

“Credi che non ci pensi?” esplose. Non voleva, ma successe. “Credi che non me ne importi niente di lei?” urlò. “Credi che non pensi a cosa potrebbe provare, sapendo quello a cui andrò incontro?”

L’amico lo guardò triste e subito Sora si pentì delle due parole. In fondo lui non aveva colpa se tutto questo stava accadendo. Non poteva rifarsela con lui.

“Scusa, non volevo…”

“Tranquillo… ti capisco…”

“Riku, non penso che tu possa capire. Non credo che tu sappia cosa vuol dire sacrificarsi. Morire…”

E proprio in quel momento, quella persona oltre la porta che aveva ascoltato l’intera conversazione, non riuscì più a trattenere le sue lacrime e le lasciò, quindi, scendere lungo le guance, imperterrite.

Il suo pianto non fu più silenzioso, ma i singhiozzi si impossessarono di lei violentemente, risuonando per l’intera stanza.

“Kairi…?” mormorò Sora con voce flebile.

Ecco. Proprio ciò che non avrebbe mai voluto succedesse, era inevitabilmente successo.

Ora, lei sapeva.

Il ragazzo si avvicinò alla porta e l’aprì, scoprendo quell’esile figura seduta per terra sulle ginocchia, quasi priva di forze.

“Kairi…” sussurrò ancora, il tono addolcito.

Lei serrò gli occhi per impedire alle lacrime di continuare il loro percorso, ma il gesto si rivelò inutile. Quella notizia l’aveva sconvolta.

Aveva già da tempo sospettato l’inizio di una nuova battaglia, ma non si sarebbe mai aspettata qualcosa del genere. Sì, la lettera che ricevettero tempo fa era decisamente preoccupante, visto che richiedeva l’intervento improvviso di Sora a palazzo, ma tutto questo era troppo.

“… perché?” non ebbe la forza di guardarlo negli occhi.

Sora si inginocchiò accanto a lei e le accarezzò una guancia umida dalle lacrime, per poi prenderle il viso tra le mani, costringendola a guardarlo negli occhi, quegli occhi azzurri e profondi che da sempre avevano suscitato in lei un’attrazione irresistibile.

Xemnas è tornato…” spiegò serio il ragazzo, aggrottando la fronte. “Il Re aveva già mandato due cavalieri e Roxas a contrastarlo, ma hanno fallito. Ci vuole anche il potere della mia chiave.”

Kairi chiuse nuovamente gli occhi e il suo corpo venne scosso da alcuni brividi, accompagnati da singhiozzi silenziosi.

Perché? Perché proprio lui?

“Io sono l’unico che può avere una possibilità di sconfiggerlo definitivamente…” disse lui, ripetendo testualmente le parole del Re.

Riku si avvicinò ai due e posò una mano sui capelli rossi della ragazza.

“Abbiamo cercato altri modi per distruggerlo per evitare il suo sacrificio, ma purtroppo non ce ne sono…” E detto questo, strinse le mani a pugno e si allontanò, lasciando i due ragazzi soli.

“Kairi…” sussurrò Sora. Non sopportava vederla piangere. Lei era una ragazza sempre allegra, malgrado tutto ciò che aveva passato, non era possibile vederla piangere, o meglio, lui non riusciva a vederla piangere.

L’abbracciò.

Un abbraccio stretto, sincero. Un abbraccio capace di far comprendere sentimenti nascosti.

Non erano state molte le volte in cui un tale gesto li aveva uniti, ma quando era successo, era stato per entrambi una sensazione stupenda. Proprio come questa.

La ragazza ricambiò l’abbraccio, intrecciando le braccia intorno al collo di Sora, come per non farlo più alzare, come per non farlo andare via. Lo voleva vicino.

“Sora…” mormorò tra i singhiozzi.

“Sono qui, ora…” la rassicurò lui, massaggiandole la schiena dolcemente.

Lei si strinse maggiormente a lui, lasciando che il silenzio prevalesse ancora una volta, accompagnato dolcemente dai loro respiri. Potevano sentire l’uno il respiro dell’altra. Proprio come i battiti.

Petto contro petto.

Cuore contro cuore.

Poi si allontanarono lentamente, per guardarsi negli occhi, entrambi tristi, consapevoli che il futuro non sarebbe stato più lo stesso… che il futuro non sarebbe stato più insieme.

Ora non potevano esserci promesse che potessero essere mantenute. Tutto sarebbe cambiato drasticamente.

“Non andare via…” sussurrò tra le lacrime la ragazza, stringendo la maniche del giacchetto di Sora.

“Lo sai che non sta a me decidere…”

Il corpo di Kairi era scosso dai singhiozzi che cercava di reprimere.

Quella visione era insopportabile.

Sora portò nuovamente le mani sul suo viso ed osò fare ciò che per lui era inosabile.

Avvicinò il proprio viso al suo, finché le loro labbra non furono alla distanza di un soffio.

“Scusa…”

E unì le loro labbra in un bacio. Un bacio delicato, ma intenso.

Lo sapeva che non doveva, Kairi avrebbe sofferto maggiormente dopo tutto questo, ma non era riuscito a reprimere questo suo desiderio. Proprio come lei. Non le importava se in futuro avesse sofferto, niente avrebbe potuto spezzare quel delicato gesto che entrambi avevano tacitamente sempre cercato.

Fu proprio con quel casto ed innocente bacio che i due si dissero addio.

Un addio che avrebbe segnato per sempre le loro vite.

I loro cuori.

 

***

 

Thinking of you, wherever you are.

We pray for our sorrows to end,

and hope that our hearts will blend.

Now I will step forward to realize this wish.

And who knows:

Starting a new journey may not be so hard

or maybe it has already begun.

There are many worlds,

but they all share the same sky…

one sky,

one destiny.

 

***

The End

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Nd Autrice: Spero vi sia piaciuta, anche se non è che tratti molto la trama. Inizialmente avevo intensione di scriverne proprio un inizio ed una fine molto più dettagliata, contestualizzandola meglio, ma la mancanza di tempo materiale mi ha fatto cambiare idea, ma se mai mi venisse un attacco di ispirazione improvviso, mi piacerebbe proprio tanto approfondirla.

In questa one shot ho cercato di spiegare la lettera arrivata da Re Topolino alla fine del secondo episodio e, soprattutto, il video segreto. Per molti forse non lo è, ma secondo me uno dei tre cavalieri è proprio Roxas, pronto a combattere insieme ad altri due individui contro quello che potrebbe essere un 'nuovo' Xemnas.

Il fatto che questo strappo in questa storia, ancora tutta dentro la mia testa, finisse con la partenza di Sora per sacrificarsi e sconfiggere quindi definitivamente quella creatura (per quanto irreale possa essere), mi sembrava l'ideale per far accadere questo triste episodio di amore corrisposto, ma sempre celato.

Accetto volentieri delle recensioni.

Vladimia

  
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