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Autore: perfectlouis    28/12/2013    2 recensioni
"Se un giorno dovessimo lasciarci perché siamo lontani, sappi che tu rimarrai la persona che ho amato di più in assoluto."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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7  maggio 2013.
 
Fine.
Ho finito, finito di sperare. Basta. Basta illudermi di trovare l’amore vero, che poi.. esiste davvero l’amore vero? No. Tutte stronzate. Tutte stronzate quelle dei film, dei libri, delle fan fiction, dei racconti della Disney.
L’amore vero non può esistere in questa società. Una società in cui i “ti amo” vengono messi a caso alla fine di ogni frase, in cui ragazzine di dodici anni non sono più vergini, in cui si critica dalla mattina alla sera, in cui non si accetta nessuno a meno che tu non sia figa, magra e abbia tante tette e un bel culo. Come può in questa società esistere “l’amore vero”?
Impossibile, non può esistere.
O sono io? Forse sono io che sto dando la colpa agli altri senza pensare che forse il problema sono io. Sono troppo romantica, all’antica, sentimentale per questa società. Sì, può essere.
Probabile.
Sono quel tipo di ragazza circondata da amiche e da amici. Mi faccio voler bene subito, sociale e amichevole come sono. Sì, mi piace essere al centro dell’attenzione, ma non in tutti i casi. Alcune volte voglio solo stare chiusa in me stessa, da sola. Tuttavia amo le feste, i compleanni, il divertimento, la musica a palla, le discoteche anche se non ci sono mai stata.
Sono davvero così complicata?
Forse.
Sono così piena di dubbi e di incertezze. E perché adesso sto facendo questo viaggio dentro di me? Ah sì.
Ho chiuso con lui.
Non ce la faccio più. E’ una pressa assurda. E pensa solo a quello. No. Tra noi non sarebbe mai durata nonostante i suoi “mi piaci”. Non so neanche perché continuavo a scrivergli. Forse perché lui era il primo ragazzo che, a modo suo, si interessava a me. E’ un’ipotesi. Però adesso basta.
Gli devo mandare un messaggio e gli scrivo qualcosa tipo:
-Smettila di scrivermi, ne ho le palle piene di te.-
Dai Anna, su. Premi invia.
No, non posso. Non così. Insomma, anche lui avrà un cuore, no?
Cosa gli scrivo allora? Inizio a digitare parole confuse sul tastierino del Lumia 610 che odio tanto.
-Senti, so che ci siamo sentiti per molto però ho capito che non può funzionare. Davvero. Sono stata bene con te però adesso fai parte del mio passato. Scusa.-
Sì, può andare. Spero.
Premo rapidamente il tasto “invio” prima che cambi idea e aspetto. E’ online in questo momento.
 
Ecco, ha visualizzato. Sotto il suo nome mi compare la scritta “sta scrivendo …” e l’ansia inizia a farmi mancare l’aria. Spero di essere stata abbastanza buona.
 
Dio, mi ha risposto.
-Ma noi stavamo così bene assieme.-
Ecco che inizia.
-Sì, stavamo. Comunque non voglio parlarne. Non scrivermi più e basta.-
Cazzo come sono fredda, ma mi sembra che questo sia l’unico modo per allontanarlo da me.
La sua risposta è immediata:
-Okay.-
Spero davvero che questa sia la fine. Ma la fine di cosa? Non c’è mai stato nulla tra di noi. Cioè, è sempre stato un tira e molla continuo. Però gli piacevo, ma lui mi piaceva?
No. Mi piaceva il fatto di piacergli. Dio, che egoista. Comunque, qualsiasi cosa sia stata questa nostra “relazione”, è finita.
 
Guardo l’ora. Sono le cinque. Ho un po’ di tempo per cazzeggiare al computer.
Entro su Facebook.
Ecco le solite troie. Gesù. Proprio non le sopporto. Con le loro pose da papera investita da un trattore, gli occhi pieni di trucco, le labbra arricciate in una specie di smorfia squallida, le tette all’aria, le cosce prontamente scoperte e i loro milioni di mi piace. Le odio. Ma penso di odiare di più i loro commenti. Cazzo, quelli sì che sono da odiare. E soprattutto le citazioni che pubblicano.
Basta Anna. Scorri giù, scorri giù.
Sì, scorro ma sempre troie vedo. Basta, andiamocene ed entriamo su Twitter. Qui si che si ragiona. Inizio a retweettare qualcosa e ad aggiungere ai preferiti.
 
La noia mi massacra e ho voglia di fare qualcosa di più “divertente”.
Omegle.
Sì, dai. Vediamo cosa ha la gente da raccontare.
Entro. Scelgo la lingua italiana e parto.
-Ciao, sono m cerco f vogliosa.-
Cambio chat. Già, mi ero dimenticata che qui tutti voglio fare ‘sta specie di “sesso scritto”.
-Sei f?-
Cambio.
-M, 46 anni.-
Dopo avergli detto di cercarsi un lavoro al posto di stare qui cambio.
-Cercami su skype sono “vivailsessoestremoinwebcam”.-
Dio, che vergogna.
Capisco che questa storia andrà avanti a lungo, tuttavia cambio chat e decido di scrivere io per prima sta volta:
-Hey girl, I’m waiting on ya, I’m waiting on ya. C’mon and let me sneak you out.-
Magari questo allontanerà i pervertiti.
 
Oh, mi è arrivata la risposta.
-And have a celebration, a celebration. The music up the windows down.-
Aw, ma è il continuo! Forza Anna, vai avanti.
-Yeah, we’ll be doing what we do. Just pretending that we’re cool. And we know it too.-
Perché lo sto facendo? Dio, mi diverto troppo.
-Yeah, we’ll be doing what we do. Just pretending that we’re cool. So tonight.-
Sono convinta di aver trovato una Directioner, così smetto di scrivere il testo della canzone e inizio un discorso serio.
-Hey bella. Sei una Directioner?-
 
La risposta mi sconvolge, in bene.
-Ehm, non proprio. Sono un  Directioner boy. ((*bello))-
Rido. Grande figura di merda.
-Scusami, non me l’aspettavo.-
-Tranquilla.-
Sorrido. Non avrei mai immaginato di trovare un Directioner boy. Non oggi.
-Che ci fai qui?-
Voglio iniziare una specie di dialogo normale.
 
-Cazzeggio, tu?-
-Anche.-
Sento l’urlo di mia mamma che mi chiama per mangiare. Ma porca puttana troia, proprio adesso?
-Mi spiace ma devo andare a mangiare. Mi sono divertita a parlare con te.-
Non è giusto, fanculo. Mi stavo divertendo sul serio.
-No, che peccato. Senti, aspetta un attimo. Vorresti darmi il tuo numero? Puoi fidarti.-
Sbam! Dovevo aspettarmelo.
-No, scusa. Non ci conosciamo neanche.-
Non posso dargli il numero. Ma forse? No Anna, no.
 
-Fidati.-
Groppo alla gola.
-No, mi spiace.-
Chiudo tutto e vado a mangiare.
 
Sono distratta mentre mando giù la pasta al ragù di mia mamma. Penso al ragazzo di prima. Perché lo penso? Non va bene. Forse avrei dovuto dargli il numero.
Oi? Riprenditi. Non puoi dare il numero ad un perfetto sconosciuto.
Giusto.
 
Che ora è? Sono le nove meno qualche minuto. Decido di fare un’altra scappatina su Omegle e riuso la tecnica di prima.
 
Okay, ho inviato la prima frase.
 
-Hey, ma sei di nuovo tu? Sono il ragazzo che prima ti ha chiesto il numero.-
Che cazzo di stronzata è mai questa? Lui? Di nuovo?
-Destino.-
Destino? Perché gliel’ho scritto?
-Allora me lo dai il tuo numero? Per favore.-
Respiro profondamente. Si è puntato sul mio numero.
-Dimmi qualcosa di te prima.-
Dai, vediamo cosa mi dice.
-Mi chiamo Davide, ho sedici anni e sono di Torino. Sono Directioner boy e Sheerio e tu puoi fidarti di me.-
-Okay, ecco il mio numero.-
 
Gliel’ho mandato sul serio? Cazzo mi è preso?
 
  
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