Illusion

CHAPTER 1:
The bad that is in the good

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Era un normale pomeriggio primaverile, il clima era mite e all’esterno spirava una lieve brezza che provocava il fruscio dei ciliegi ormai in fiore; Kise aveva sfidato Aomine nell’ennesimo one-on-one e i due liceali si trovavano al campo da basket situato nella periferia della città. Dopo il terzo scontro consecutivo, Aomine non sembrava affatto scalfito dalla fatica mentre Kise appariva visibilmente spossato.
Mancava poco alla conclusione dell’incontro, Aomine si impossessò del pallone e si mise sulla linea dei tre metri pronto a mettere a segno il punto che avrebbe certamente decretato la sua terza vittoria consecutiva.
Kise si mise sotto al canestro e scrutò con attenzione il suo avversario sorridendo.
Aomine sembrava sorpreso dal suo strano comportamento, ma non si fece distrarre e saltò pronto a tirare a canestro.
Kise deglutì e, attirando la sua attenzione, pronunciò delle parole in un sussurro a malapena udibile, che tuttavia giunsero subito all’orecchio del destinatario tanto ambito.
Ti amo, Aominecchi.
Aomine si voltò di scatto verso Kise. Tornò a terra, la palla rimbalzò sul tabellone del canestro per poi rotolare sul terreno.
Mantenendo un profilo basso, il ragazzo deglutì. Sapeva che ben presto avrebbe pagato le conseguenze dell’avventato gesto appena compiuto, ma sapeva anche di aver fatto ciò che si sentiva di dover fare da troppo tempo ormai. Tuttavia, non osò guardare Aomine per osservare la sua reazione.
Senza sollevare lo sguardo, sospirò e aggiunse:
So che le mie parole potranno sembrarti sbagliate. In fondo io sono un uomo, e lo sei anche tu. sentenziò in fretta. Tuttavia questi sono i miei sentimenti e non…
Il ragazzo non poté terminare la frase, in quanto interrotto dalla roca voce di Aomine.
Taci.
Kise sbarrò gli occhi: si aspettava una reazione simile, ma solo in quell’istante si accorse di non poter reggere realmente un simile trauma. Il rumore dei passi di Aomine che si dirigeva verso l’uscita del campo alimentarono la paura cresciuta nel cuore del ragazzo. Dopo diversi istanti di panico, Kise tornò con i piedi per terra.
Sul suo volto comparve un sorriso arrendevole, accompagnato da una risata malinconica. Abbassando ulteriormente lo sguardo verso il terreno i suoi occhi si fecero lucidi e -quella finta risata di circostanza- si tramutò presto in lacrime. Aomine non si voltò verso di lui nemmeno udendo i suoi disperati singhiozzi, i suoi folti capelli bluastri e la sua imponente figura si allontanarono gradualmente da lui sino a scomparire. Kise sollevò lo sguardo: le lacrime sgorgavano lungo le sue guance come mai prima di allora, le sue tremanti ginocchia si lasciarono andare portandolo a cadere rovinosamente al suolo. Ormai nulla aveva più importanza per lui, aveva messo in gioco ogni cosa e, per la prima volta nella sua esistenza, aveva perso. Lasciandosi andare, chiuse gli occhi.