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Autore: St Lucry    28/12/2013    1 recensioni
Scese al pianoterra, seguendo il rumore, ed entrò in cucina.
Un uomo alto e magro come una casa, con i capelli neri sparati in aria, stava armeggiando con la tovaglia, piegandola in modo complicato e formando delle figure informi.
-Hey, che ci fai nella mia cucina? Esci subito da qui!
L’uomo si girò verso Brian.
Aveva un piercing, un central, e gli occhi di un azzurro così cristallino che ci si poteva perdere.
-Ciao Bri, ti sono mancato?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Synyster Gates, The Rev, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era il 27 Dicembre 2013, Natale era appena passato e stava per arrivare Capodanno.
Ma per Brian non era più lo stesso senza lui.
Sena James.
Il giorno dopo, sarebbero stati 4 anni che mancava sulla Terra, insieme ai mortali.
Quando James era morto, una parte di Brian se n’era andata insieme a lui.
Sorrideva ancora, ma era un sorriso forzato, finto.
E ogni Dicembre, l’aria intorno a lui si caricava di tristezza e malinconia, quando Brian entrava in una stanza, era come se la felicità fosse sparita dal mondo.
E ogni 27 Dicembre, Brian era introvabile.
Se lo si chiamava al telefono, non rispondeva. Se si andava a trovarlo, era come se fosse partito per una vacanza. In quel giorno, la sua casa sembrava abbandonata.
Erano passati quasi 4 anni, e quel 27 Dicembre Syn era più depresso dell’altro.
Si era alzato dal letto, aveva fatto colazione e aveva acceso la tele.
A mezzogiorno aveva mangiato un misero panino, poi si era disteso sul divano e si era messo a dormire.
Si era svegliato poco prima delle sei, quindi aveva deciso di cucinare qualcosa, una frittata per l’esattezza.
Poi si era messo il pigiama ed era andato a dormire, per prepararsi psicologicamente alla giornata seguente, un peso che avrebbe dovuto sopportare finchè non fosse morto anche lui.
 
Un fruscio svegliò Brian, che si mise seduto sul letto e scrutò nel buio della stanza.
Guardò l’ora: 02:00
“Sarà stata Pinkly… magari ha fame ed è scesa…” Pensò, e si rimise a dormire.
Peccato che il fruscio si fece più insistente, tanto che Brian decise di alzarsi, infastidito, e andare a vedere la fonte del rumore.
Mise le pantofole ed accese la luce. Aprì la porta e si diresse verso le scale.
Scese al pianoterra, seguendo il rumore, ed entrò in cucina.
Un uomo alto e magro come una casa, con i capelli neri sparati in aria, stava armeggiando con la tovaglia, piegandola in modo complicato e formando delle figure informi.
-Hey, che ci fai nella mia cucina? Esci subito da qui!
L’uomo si girò verso Brian.
Aveva un piercing, un central, e gli occhi di un azzurro così cristallino che ci si poteva perdere.
-Ciao Bri, ti sono mancato?
Brian cadde a terra, sulle ginocchia, senza staccare lo sguardo dall’uomo che aveva difronte.
-Non ci posso credere… sei veramente tu?- Chiese, alzandosi ed avvicinandosi sempre di più al gigante.
-Mi pare ovvio, quante altre persone come me conosci?
Brian abbracciò l’uomo, le lacrime che gli colmavano gli occhi.
-Jimmy, non sai quanto mi sei mancato! Non andartene più, per favore, ho bisogno di te, tutti noi abbiamo bisogno di te!
James ricambiò l’abbraccio, poi mise una mano sulla spalla di Brian.
-Gates, amico mio, non ho molto tempo purtroppo. Vorrei restare, ma non mi è permesso.
-Ma…
-Zitto e apri le orecchie: sono 4 anni che me ne sono andato giusto?
-Esatto…
-Ecco, devi fare esattamente ciò che ti dico. Devi andare alla mia tomba, e a mezzogiorno tracciarci sopra una croce con della terra. Recita una preghiera indirizzata a me e stai a vedere cosa succede. Promettimi che lo farai, e che porterai anche i ragazzi con te. Giuramelo su te stesso Brian.
-Te lo giuro Jim.
-Bene. Il mio tempo sta per scadere, alle 3 dovrò andarmene. Abbiamo giusto un quarto d’ora per raccontarci qualcosa e saltarci per bene.
Allora Brian si sedette su una sedia, e Jimmy fece lo stesso.
Syn raccontò in breve a James della band e di quanto gli mancava, e Jimmy descrisse cosa aveva fatto per tutti i 4 anni, le cose che aveva visto e a quante volte avesse pensato alla band.
Appena scoccarono le 3, Jim e Bri si abbracciarono.
-A presto amico!- Disse James, e svanì in una nuvola di fumo azzurro.
 
Zacky, Johnny, Matt e Arin correvano dietro a Brian.
-Senti, Bri, ma dove ci stai portando? Al cimitero ci andiamo questo pomeriggio, come facciamo di solito.- Chiese Zacky, ansimando per la fatica che faceva a stare dietro a Brian.
-Non fare domande e corri!- Rispose quest’ultimo, fermandosi solo quando raggiunsero la tomba di Rev.
-Che ore sono Matt?- Chiese.
-Uhm… mancano 5 minuti a mezzogiorno, perché?
-Perfetto. Ragazzi, fate un passo indietro per favore. Matt, dimmi quando scatta mezzogiorno.
Brian prese una manciata di terra.
Aspettò 5 minuti e, appena Matt gli disse che era mezzogiorno in punto, tracciò una croce sulla tomba di Jimmy, si inginocchiò davanti ad essa e pregò per il suo amico.
Poi si alzò, si pulì le ginocchia e guardò la tomba.
-Brian, potresti spiegarci cosa hai fatto?- Chiese Johnny, ma non fece in tempo a finire la frase che delle fiamme azzurre avvolsero la tomba del Reverendo.
Mano a mano che si alzavano, dentro di esse prendeva forma un qualcosa.
Una figura fiera, alta e magra avanzò lentamente, uscendo dalle fiamme, e facendosi riconoscere.
Scrutò tutti, guardandoli uno a uno negli occhi, con i suoi che avevano lo stesso colore del ghiaccio.
Matt aprì la bocca, ed in un sussurro appena percettibile disse:
-Jimmy…
Il batterista avanzò verso i suoi amici, e l abbracciò uno ad uno.
-Ciao ragazzi.- Disse.
Un pianto di gioia generale si alzò dagli Avenged Sevenfold, che si abbracciavano a vicenda, stringendo Rev e dandogli pacche sulla spalla.
-Sono risorto, proprio come Cristo, solo che ho avuto più stile! Però non posso rimanere con voi per molto, devo andare a consolare tutti i morali che piangono per me. Ma prometto che ogni 28 Dicembre ed ogni festa e giorno libero che ho lo passerò con voi.
Brian si avvicinò all’amico e gli diede una pacca sulla spalla, sorridendogli.
-Sai perché ti ho chiesto di portare anche gli altri Brian?- Domandò Rev all’amico.
-No, perché?
-Perché solo chi ha assistito alla mia resurrezione può vedermi normalmente e trattarmi come una persona normale, per gli altri sarò un fantasma.
Tuti lo guardarono tra lo stupore e l’ammirazione.
Rev sorrise, un sorriso pieno di felicità e spensieratezza, e disse:
-Andiamo a farci un panino?
 
 
 
 
E così, anche se noi non possiamo vederlo, sappiamo che lui è risorto e, invisibile, vola di casa in casa, ci appare in sogno e ci consola.
Lui è l’angelo che ci salva dalla tristezza, perché ogni volta che lo ricordiamo lo invochiamo, e lui arriva da tutti, a chi prima a chi dopo, donando un pizzico d’allegria e della sua pazzia.

 
foREVer
 
 
   
 
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