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Autore: Aradia_    28/12/2013    1 recensioni
Si sa : "Chi disprezza vuol comprare!"
Giada lo aveva appreso ,a sue spese ,quando si era ritrovata vittima di quel circolo vizioso che lei stessa aveva etichettato come un patetico cliché.
Ma distanza di qualche anno, una nuova conoscenza, potrà farle cambiare "direzione"?
-Ti va un gelato?- mi chiese.
-Certo!- gli sorrisi allegra; adoravo il gelato.
-Facciamo tre.-
Mi voltai ,con un sopracciglio alzato e un’espressione vagamente seccata verso Christian,espressione che si accentuò maggiormente quando vidi anche Andrea insieme a lui.
(Estratto dal secondo capitolo.)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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I-L'inizio dei giochi

Quella mattina mi destai intorpidita;mi girai e il suo corpo era ancora accanto al mio,quindi dedussi che fosse ancora presto per alzarsi,tuttavia la pioggia che da poco aveva iniziato a cadere incessante mi rendeva difficile il sonno e anche se ,quella notte ,non avevo dormito per niente decisi che un buon caffè mi avrebbe aiutato ad abbattere la stanchezza.

Feci per alzarmi,ma la sua stretta mi bloccò -Ti sei svegliato adesso?- gli chiesi ,ricevendo in cambio un'occhiataccia e una risposta “velatamente”accusatoria : -Si,come sempre ti muovi troppo.- Risi e cercai di liberarmi, solo per ritrovarmi maggiormente serrata tra lui e il letto;tenendomi braccia e gambe ancorati al materasso ,mi sovrastava con un ghigno dipinto in viso e uno sguardo bramoso che già lasciava intravedere la danza di possessione che di lì a poco avremmo consumato insieme.
Ne ero stata innamorata ,un tempo ,di quegli occhi chiari e penetranti,di quelle labbra sottili rese gonfie dai miei baci,da quei capelli castani spettinati all'insù ad arte;ricordo ,persino , di aver amato quell'orrenda barbetta ispida che al terzo anno aveva iniziato a portare e di cui ora ,per fortuna, non ne era rimasta che l'ombra.
Mi avvicina-per quanto la sua morsa mi permise- e gli morsi il punto del collo che la sera prima avevo vezzeggiato con la bocca e con la lingua per ricordargli che in quel gioco di seduzione io non ero l'unica preda. Non dovette apprezzare molto a giudicare dal gemito sommesso che udì e mi appuntai mentalmente di fare attenzione ad un'eventuale vendetta. Portò una mano al mio capo e con una carezza appena accennata mi portò verso le sue labbra che baciai dapprima lentamente ,assopendo la passione che come un fiume in piena stava arginando il mio autocontrollo e, successivamente ,con un tale trasporto che lo infiammò definitivamente portandolo a sfogare la sua bramosia dentro di me,mozzandomi il fiato.

Era passata quasi un'ora ormai. Il tempo di vestirmi e di rendermi anche solo vagamente presentabile e si sarebbero fatte le undici perciò gli dissi:
-Dobbiamo sbrigarci; non vorrei che tua madre tornasse prima e ci-mi-vedesse in questo stato- calcai con molta enfasi l'ultima parte ,per fargli intendere quanto quella possibilità mi inorridisse e preoccupasse allo stesso tempo.
-Sei sempre la solita rompi palle-si interruppe solo per una breve risata,e poi continuò:- Non tornerà prima di pomeriggio,vedrai!-
Le ultime parole famose.
Vedere non vidi nulla,ma ebbi il tempo di sentire ,chiaramente, la chiave infilata nell'uscio girare per aprire quella dannatissima porta. Lo fulminai con lo sguardo mentre recuperavo i miei vestiti sparsi alla rinfusa per la stanza e prima di chiudermi in bagno potei vedere di sfuggita le sue mani alzate in segno di resa e pentimento; mi vestì in fretta cercando di dare un senso a quel ciuffo ormai troppo lungo,mi passai un po' di burrocacao sulle labbra e dopo aver emesso un respiro profondo sgattaiolai piano nel corridoio prendendo il primo libro che mi capitò a tiro.
Scesi giù in salotto dove lui in pigiama guardava tranquillo la tv.-Bene Christian; io ho trovato il libro che cercavo. Ci vediamo a scuola-mentì sorridendogli grata, ricevendo in cambio un grugnito scazzato ;beh se non altro si era sforzato di mettersi qualcosa addosso e scendere giù.
Arrossì leggermente quando dalla cucina si affacciò sua madre che rimproverò suo figlio di essere più civile,per poi chiedermi cordialmente se mi andasse qualcosa. Riuscì a farfugliare qualcosa del tipo: -La ringrazio signora,ma ho già fatto colazione a casa. Arrivederci e scusi il disturbo- prima di dirigermi a passo spedito verso la porta che fortunatamente era lì vicino. Sull'uscio ispirai nuovamente sollevata quando un -Ehi- mi fece sobbalzare nuovamente; decisamente avrei dovuto smetterla con tutti quegli spaventi già di prima mattina.
Arriccia il naso quando una sbuffata di fumo mi colpì in pieno il viso e alzai lo sguardo superba -Lo sai che...- mi bloccai non appena i miei occhi incontrarono i suoi,e non certo perché il suo sguardo mi mozzò il respiro,ma perché era dannatamente simile a quello del coglione che avevo salutato poc'anzi.
-E tu saresti?- gli chiesi
-Andrea.-
Lo pronunciò con tono roco ,avanzando lentamente e prima che entrasse in casa,dopo un'ultima occhiata intesa, io fui certa che quello sarebbe stato un anno davvero interessante.

Le informazioni verranno snocciolate capitolo per capitolo,perciò non temete :)
Baci.
   
 
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