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Autore: criceto killer    28/12/2013    0 recensioni
Questa è una storia che realizza il sogno di ogni ragazzo/a.. Ambientato in un contesto dove i bambini-adolescenti si sono ribellati agli adulti riducendoli ad uno stato di schiavitù, tutto sembra andare per il meglio, finalmente liberi, almeno fino a quando il nuovo governatore, un ragazzo di 17 anni fa spargere degli strani e sospetti dischetti bianchi... 5 ragazzi capiscono che c'è qualcosa che non va e stanchi della situazione partono per fare ciò per cui sono nati, ribellarsi..ribellarsi a chi li vuole controllare.. il governatore..
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci nascondemmo dietro le prime case della città, c'era puzza di fogna e spazzatura e inorridii davanti a due topolini che mi tagliarono la strada. Le condizioni della città erano davvero pessime. Ormai i ragazzi si erano spostati dalla periferia quindi potevamo agire indisturbati non che questo faceva del piano una bella idea.. Fortunatamente, durante l'attesa, aveva smesso di piovere. Il cuore mi martellava nel petto dall'eccitazione, le gambe e le mani tremavano così tanto che dovetti sedermi e stringere le maniche della felpa per non farlo notare. Sentii il rumore di un vecchio motore e quello delle ruote sulla ghiaia, sbirciai e scorsi in lontananza un camioncino, entro pochi minuti, due al massimo, sarebbe giunto a destinazione. -Ci siamo!- pensai facendo dei respiri profondi cercando gli sguardi dei miei amici, era quasi divertente vedere Matthew e Adara pallidi, sudati, e tremanti dalla paura. Era vero anche io tremavo, ma la mia era solo adrenalina, la stessa sensazione che si prova quando bisogna salire su una giostra particolarmente folle o prima di fare un'assolo in una recita. Notai una strana scintilla negli occhi di Zakir e Blake, la stessa che dovevo avere io. Per noi era come una droga, anzi no, come l'ossigeno.. Perchè noi siamo nati per questo. Il mezzo girò l'angolo dove noi, poco prima, ci eravamo fermati per ideare quel folle piano. Ci fiondammo dietro, era un camioncino bianco con graffiti fatti con le bombolette spray sui lati con colori sfavillanti. L'autista era sceso e lasciammo Adara e Matthew a fare il palo, mentre Zakir sfruttava le sue capacità teppistiche, acquisite nel corso degli anni, per aprire lo sportello della merce. -Wow Zakir sei un genio!- commentò entusiasta Adara, Blake prese il fiammifero, lo accese e.. Aspettate.. Ma Adara e Matthew non dovevano fare da palo? -Che state facendo?- sbraitò il ragazzo che solo pochi istanti prima guidava il mezzo. Senza perdere tempo, Blake lanciò il fiammifero e cominciammo a correre, ero in testa al gruppo al momento, se c'era quacosa in cui ero imbattibile era la velocità. Sentii dei colpi di sparo e, voltandomi indietro per istinto, non vidi gli zaini che avevamo lasciato a terra per tenerci più liberi e leggeri. Questa però era una fuga non calcolata e sapendo che nessuno si sarebbe fermato a prendere lo zaino lo feci io visto che ci ero caduta sopra. Feci qualche ragionamento: quello di Matthew non contenva altro se non libri e vestiti, quello di Blake sarebbe stato inutile poichè era quello più vuoto, nel mio c'era solo qualche cambio, presi i due rimanenti. Lanciai a Zakir il suo e mi misi in spalla quello di Adara che contrariamente a quello che si potrebbe pensare aveva portato più cose utili che vestiti. "Cosa me ne faccio della bellezza se muoio in viaggio?" queste erano state le sue parole. Ripresi a correre afferrando per il polso Adara che era rimasta troppo indietro, sentii Zakir urlare doveva essersi ferito, Blake gli prese lo zaino e tornarono a correre come se nulla fosse, non doveva essere niente di grave. Per il tempo di due respiri ci fu una pausa, -Deve essersi spaventato quando Zakir ha urlato..- pensai, invece ce l'ho ritrovammo davanti, ci sbarrava la strada dividendoci dai ragazzi che, non accorgendosi di nulla, proseguirono la loro corsa. Il ragazzo ci puntava contro un fucile, e se provavo a fare un passo in avanti sparava mirando ai peidi senza tutta via mirare per colpire. Adara si accucciò a terra, si era arresa. Io mi ero sempre ripromessa di non arrendermi ma quel ragazzo dagli occhi azzurri ghiaccio non era uno psicopatico scalmanato era così tranquillo che dava la sensazione che fosse perfettamente cosciente, quasi abituato, a quello che stava facendo e la sua sicurezza aveva uno strano effetto intimidatorio come se, se solo avesse voluto, non avrebbe più mirato vicino ai piedi ma dritto in mezzo agli occhi. Fu questa calma che iniziò a farmi sudare freddo e ad impedirmi di pensare ad un piano. M'imposi, quindi, come primo obbiettivo, di rimanere in vita e imitai Adara accucciandomi.
  
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