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Autore: Luly Love    28/12/2013    1 recensioni
Seconda missing moments riferita alla mia mini-long "Il mio grande, grosso matrimonio".
Protagonista Roxas alle prese con una depressione post rottura e con tutto ciò che ne consegue.
Dal testo:
Semplice fu anche essere felice per Axel e Naminè; in fin dei conti, non era geloso, non li odiava affatto. Gli unici sentimenti che provava erano un immenso senso di vuoto, una fastidiosa pena per se stesso e un caldo amore per Naminè. D’altronde, non si smette di amare una persona da un giorno all’altro e lui dubitava fortemente di essere l’eccezione che conferma la regola.
[...]
E inghiottiva lacrime, soffocava agonie, abbandonava piani di fuga.
Ma tutto ha un limite, ci si può girare attorno e fingere di non vederlo per lungo tempo, ma non per sempre.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Roxas, Sora
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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(Un)Forgotten love
 

 
 
Era riuscito a tenere duro quando si erano lasciati la prima volta. Aveva stretto i denti quando si erano lasciati la seconda, e definitiva, volta.
Lo shock del vedere lei e Axel insieme, nove mesi dopo aver rotto, non era stato poi tanto tosto; facile da digerire era stata anche la consapevolezza che quei due facevano sul serio.
Poi, l’annuncio del matrimonio; anche dopo quello era riuscito a rimanere in piedi, fisicamente illeso, psicologicamente un po’ meno, ma non aveva ceduto.
La coppietta felice aveva dato la lieta notizia durante la cena di Natale, a casa di Aqua e Terra; dopo l’iniziale stupore, tutti si erano congratulati, qualcuno si era anche commosso. Sora, dopo aver battuto le mani insieme agli altri, si era voltato a guardarlo, le sopracciglia aggrottate, gli occhi seri, ma Roxas sorridendo gli aveva fatto l’occhiolino, mentre il sangue colorava di rosso le rocce della sua anima.*
Semplice fu anche essere felice per Axel e Naminè; in fin dei conti, non era geloso, non li odiava affatto. Gli unici sentimenti che provava erano un immenso senso di vuoto, una fastidiosa pena per se stesso e un caldo amore per Naminè. D’altronde, non si smette di amare una persona da un giorno all’altro e lui dubitava fortemente di essere l’eccezione che conferma la regola.
Fu fiero di accettare la proposta dei futuri sposi di fare loro da testimone; era quasi una consolazione: almeno, si disse, avrebbe continuato ad avere un ruolo di rilievo in una storia d’amore in cui Naminè era uno dei protagonisti.
Durante i mesi che li separavano dal fatidico sì, era stato forte, non si era concesso nemmeno una lacrima, solo qualche stizzoso pugno contro un muro o un cuscino; gli era capitato spesso di sentirsi oggetto delle occhiate patetiche e pietosamente compassionevoli degli altri, ma aveva tirato dritto a testa alta, il sorriso sulle labbra.
Nessuno si era accorto che più si avvicinava la data delle nozze più le sue occhiaie si facevano evidenti e i suoi vestiti larghi. Quella cosa lo stava svuotando perché lui non si decideva a vuotare il sacco.
Fortunatamente (e paradossalmente) a un mese dal matrimonio i suoi problemi vennero sostituiti da quelli dei futuri sposi, tutto grazie all’iperattività delle tre temibili organizzatrici: Aqua, Kairi e Larxene lo facevano correre a destra e manca insieme a Sora e Riku. Quel matrimonio stava diventando un misto tra un affare di stato e l’evento pubblico più atteso dell’anno.
Vai in comune a prendere i documenti, parla col prete, accertati che il coro sia disponibile, contatta la band, controlla la lista degli invitati, prendi lo smoking...
Lo assillavano e questo era un bene, perché così la sua mente era talmente concentrata da dimenticare il dolore.
E inghiottiva lacrime, soffocava agonie, abbandonava piani di fuga.
Ma tutto ha un limite, ci si può girare attorno e fingere di non vederlo per lungo tempo, ma non per sempre.
Fu così che, a nemmeno due ore dalle nozze, si ritrovò a piangere come un bambino sulla spalla di suo fratello, con lacrime grosse e luccicanti come perle e singhiozzi simili a risucchi, il corpo scosso da tremiti incrollabili. Sora non disse nulla, non prima che tutto il dolore lo abbandonasse; solo dopo che Roxas si fu liberato lo abbracciò.
– Sono qui, Rox, ci sono sempre stato. –
– Dimmi che andrà tutto bene, Sora, dimmelo anche se è la bugia più grande del mondo, anche se sarebbe più credibile dire che Vanitas è vergine. Dimmelo, anche se non ha senso, ora come ora. Dimmelo, e dimmi anche che devo essere felice per loro, nonostante io lo sia già. Dimmi che domani è un altro giorno e che quando mi sveglierò sarò felice sia per loro che per me stesso.
Andrà tutto bene, vero? –
E Sora glielo disse, una volta, due, cinque, dieci, fino a che quella bugia non mise radici nel cuore di suo fratello, portando una rassicurazione che, indipendentemente dalla sua concretezza, scaldò l’animo di Roxas.
 
 
*The color of my blood is all I see on the rocks” My blood, Ellie Goulding
 
 
 
Angolo autrice:
Di nuovo io, potreste anche fingervi felici. Ma in ogni caso, non vi biasimo.
Avevo detto che questa sarebbe stata l’ultima mia fic, almeno per il 2013, ma ormai avrete capito che della sottoscritta non ci si può fidare.
Se avete letto questa saprete già il perché di tutta questa allegra depressione; se non l’avete letta, vi basti sapere che per problemi sentimentali al momento non sono molto in vena di “e vissero per sempre felici e contenti”.
Duuunque, siamo alla seconda e penultima missing moments legata a tale mini-long. Non ho commenti in particolare da lasciare, piuttosto i commenti lasciateli VOI, che dite? State tranquilli, non vi succederà niente di brutto se scrivete anche solo quindici parole. In caso contrario, piuttosto...
Minacce velate a parte, serio, recensite, non contribuite anche voi a mettermi di malumore!
Per la terza e ultima missing dovrete aspettare, primo perché ho Mors-Amor da finire (credo che antocharis potrebbe diventare pericolosa se la faccio aspettare troppo, vero amica mia?) secondo perché sono molto indecisa su chi e cosa scriverla. Le mie proposte sono:
- una robetta comica su Sora;
- una rossa su Larxene e Vanitas;
- una comica su Vanitas, Axel e Riku.
Voi cosa preferireste? Vi avverto: non è detto che io terrò conto del vostro parere (ammesso che mi siano dati pareri).
Ora devo proprio andare a prendere a pugni un cuscino. Con permesso.
Un saluto e buon 2014,
Luly
 
 
Ps: Oh Zeu kai alloi theoi, recensite!

 
  
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