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Autore: Loreparda    28/12/2013    9 recensioni
Paola e Luca, due ragazzi, un sogno.
Dal primo capitolo:
"Capelli biondi, occhi azzurri, corpo esile e slanciato: il prototipo di una ragazza oggettivamente figa, quella che le donne vorrebbero imitare e gli uomini vorrebbero scopare."
Dal secondo capitolo:
"Capelli neri, occhi verdi, aspetto efebico e gracile: la personificazione del sostantivo “sfigato”, quello che gli uomini insultano e le donne evitano."
Genere: Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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A Paola,
ai nostri discorsi seri
 e anche a quelli sciocchi.

 
CAPITOLO UNO: PAOLA.

Capelli biondi, occhi azzurri, corpo esile e slanciato: il prototipo di una ragazza oggettivamente figa, quella che le donne vorrebbero imitare e gli uomini vorrebbero scopare.
"Figa", però, è soltanto il primo dei numerosi aggettivi attribuibili a Paola; tra gli altri, "popolare", "estroversa" e spropositatamente "ricca" completano la sua descrizione.
Vi domandate da dove provenga questa energica canzone? È "Every teardrop is a waterfall" dei Coldplay, la suoneria che la bionda ha impostato come sveglia nel suo I-phone ultimo modello.
Dimenticavo, Paola ha anche ottimi gusti musicali.


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Prima che la voce di Chris si unisca alla base suonata da Guy, Will e John, muovo la mano destra in direzione del comodino e agguato istintivamente il cellulare, sfiorandone lo schermo con le unghie fresche di manicure.
Sollevo la mascherina nera che fino a questo momento ha protetto i miei occhi da qualsiasi fonte di luce e, nella penombra, distinguo le cifre che indicano l'orario sull'avanzato dispositivo elettronico: le sei in punto.
Scosto la calda coperta ed infilo i piedi, con diverse dita fasciate da garze e cerotti, nelle pelose pantofole ai piedi del letto.
Inizio così a seguire i quattro passaggi che, nel corso di un'ora, mi permetteranno di avere un aspetto quantomeno decente: lavaggio, pettinatura, trucco ed abbigliamento.
Entrata nel bagno annesso alla mia camera, allargo le sottili spalline e lascio cadere sul tappeto la sensuale sottoveste in pizzo e la biancheria intima del medesimo tessuto, per poi infilarmi nella doccia.
Quando la mia pelle risplende e profuma di vaniglia, stretta nell'accappatoio, asciugo, spazzolo e piastro i capelli annodati e crespi fino a trasformarli in lisci e setosi e li raccolgo in un ordinato chignon aiutandomi con forcine e lacca.
Passo al make-up che comprende uno strato sottile di crema colorata sul viso, mascara nero waterproof e rossetto idratante di una tonalità chiara; infine, mi dirigo verso il vasto armadio che copre un'intera parete della stanza.
Quando apro le ante, appaiono centinaia di indumenti, ma, dopo un'attenta analisi, opto per un completino intimo bianco, una camicia celeste stretta sotto il seno da una cintura bianca, degli aderenti jeans del medesimo colore e delle converse basse anch'esse celesti.
Completo l’accostamento con degli orecchini turchesi, che si sommano a due punti luce, e mi spruzzo del profumo Chanel.
Con un ultimo sguardo compiaciuto allo specchio che riflette la mia figura, afferro il borsone griffato che ho preparato la sera precedente e mi avvio fuori dalla camera.
Ritorno sui miei passi e, con una penna nella mano sinistra e un sorriso sul volto, traccio decisa una "X" sulla data di oggi, l'ultimo segno rosso di una lunga fila.
Percorro di nuovo il corridoio deserto - come d'altronde il resto della villa - e chiudo a chiave la porta.
***
«Amore!» Un cespuglio di capelli rossi corre all'improvviso verso di me, costringendomi a frenare bruscamente, e mi stritola; subito le mie narici vengono inebriate dall'odore della schiuma impiegata in quantità spropositata nel tentativo di domare quell'ammasso informe di ricci.
«Calma, lasciami almeno parcheggiare lo scooter!» Sbuffo infastidita, cercando di nascondere lo stupore di fronte all'energia sprigionata alle sette e quindici da quella ragazzina alta un metro e mezzo.
«Scusa, ti abbiamo tenuto il posto accanto ai nostri.» Saltella, entusiasta, indicando due scooter dall'aspetto identico a quello che ho guidato per un quarto d'ora; ora i tre veicoli, uno bianco, uno rosso e uno nero, ricevuti come regalo in occasione dei nostri sedicesimi compleanni, sono vicini.
«Bella!» Mi saluta una ragazza dai capelli castani, appoggiata sul mezzo nero di cui è proprietaria, e ci scambiamo due veloci baci sulla guancia.
«C'è poca gente.» Faccio notare loro, dopo aver scrutato il parcheggio vuoto: non devono aver faticato a riservarmi uno spazio.
«Le audizioni cominciano alle nove. Perché ci hai costretto a venire qui così presto?» Si lagna la rossa.
«Per riscaldarci, ovviamente.» Alzo gli occhi al cielo, devo spiegarle tutto io? «Piuttosto, dov' è finito...?»
«Arriva.» Mi precede la castana sistemandosi un ciuffo ribelle e alludendo al ragazzo in moto che sfreccia poco lontano da noi.
A circa un metro, si toglie il casco da motociclista rivelando capelli rossi, occhi verdi e labbra carnose, che ben si adattano al corpo muscoloso che si intravede sotto i jeans strappati in prossimità delle ginocchia e la maglietta interamente bianca ad esclusione del coccodrillo verde della lacoste.
«Sei in ritardo.» Sentenzio, senza neanche salutarlo.
«Ciao anche a te, tesoro.» Mi risponde lui, con espressione beffarda. «Stavo comprando dei dolci per rendervi meno acide.» Si giustifica così, mostrandomi la sua lingua e un vassoio proveniente dalla migliore pasticceria del centro.
«Sai che ti voglio bene, fratellone?» Esulta la mia piccola amica traditrice, mirando al prezioso pacchetto.
Se non fosse per le innegabili somiglianze fisiche, stenterei a credere che Carlotta e Alessandro siano fratelli, gemelli per giunta: lei è solare, ingenua e dolce, lui malizioso, ironico e fissato col sesso.
Attratta dalle gustose paste  o dal fascino di Alessandro, anche l'altra mia amica, l'enigmatica Elisa dagli occhi nocciola, abbandona la sua postazione - e il proposito di perdere qualche chilo - per ricevere un cornetto al cioccolato e ringraziare con un sorriso civettuolo il ragazzo.
«Tu non hai fame?» Mi chiede Alessandro lasciando il cibo nelle mani della sorella, la quale continua ad ingozzarsi, e sventolandomi sotto il naso una sfoglia alla crema, la mia preferita come ben sa.
«No.» Mento, il mio stomaco è vuoto perché se stamattina avessi mangiato qualcosa l'avrei vomitata all'istante a causa dell'agitazione.
«Sei nervosa?» Ora è serio, il suo sguardo privo della solita allusività, l'atteggiamento degno del migliore amico qual è.
«Un po'.» Sussurro, ma mento ancora, sono nervosa più di "un po'". «Andiamo a prepararci, dai!» Ordino con un tono di voce maggiormente alto, in modo che la frase giunga fino a Carlotta e Elisa.
Stefano mi mette un braccio sulle spalle, un gesto amichevole mentre mangia la mia sfoglia, e ci dirigiamo verso l'imponente edificio; a me brontola la pancia, perciò, approfittando del fatto che sia sovrappensiero, mi alzo sulle punte e do un morso al dolcetto.
«Ehi! Prima non lo volevi e adesso me lo rubi?» Mi domanda sorpreso e geloso della crema di cui l'ho privato.
«Mi è venuta fame.» Mi giustifico, scrollando le spalle e sorridendo innocentemente, consapevole di aver ingerito la parte migliore.
«Dai, non fare la faccia da cucciolo abbandonato!» Quell'espressione farebbe sciogliere chiunque come un ghiacciolo al sole d'agosto.
Mi sollevo di nuovo sulle punte per avvicinarmi a lui che mi tende la guancia convinto che voglia farmi perdonare con un bacio; io, invece, gli blocco il viso con le mani e, quando i nostri nasi oramai si sfiorano, gli pulisco con un polpastrello l'angolo della bocca in un gesto fulmineo.
«Eri sporco di rossetto.» Informo uno Alessandro allibito dalla velocità con il quale si sono susseguiti gli eventi, sfilandogli dalle mani ciò che resta della pasta e fuggendo via.
Ha fatto tardi per comprare i dolci, sì, sicuramente!
Ciao a tutti! *rotolano delle balle di fieno*
Leggendo le storie di 
Bertu e di IlaPerla, mi sono appassionata alle originali e ho colto l’occasione delle vacanze natalizie per concretizzare l’idea di scriverne una.
Mi impegnerò ad aggiornare ogni due domeniche, ma i tempi di pubblicazione potrebbe variare in base ad impegni ed ispirazione.
I primi due capitoli si incentreranno sulla presentazione dei protagonisti, evidenziando le loro differenze caratteriali e si capirà di più sull’audizione a cui stanno per sottoporsi.
Ho lasciato qualche indizio, se qualcuno ha idee, suggerimenti e critiche sarei lieta se me le comunicasse con una recensione o con un messaggio.
SPOILER SECONDO CAPITOLO (aggiornamento domenica 12 Gennaio 2014):
Capelli neri, occhi verdi, aspetto efebico e gracile: la personificazione del sostantivo “sfigato”, quello che gli uomini insultano e le donne evitano.
Ringrazio la mia paziente Atarassia_ per aver betato il capitolo.
   
 
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