Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: boobsrauhl    28/12/2013    1 recensioni
Gli avrei voluto gridare “Addio”, ma non era un addio. Lo avrei rivisto ogni giorno a scuola, seduto accanto a me, nella stessa comitiva, nello stesso locale, in ogni fottuta festa organizzata dalla scuola. L’avrei rivisto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Scooter Braun
Note: Lime | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Quindi…non lo avete ancora fatto?” Esclamò nel bel mezzo di un discorso. Mi sentii avvampare le guance e improvvisamente desiderai di essere completamente invisibile agli occhi di tutti.
“Ehm…no.” Risposi trattenendo il respiro e guardandomi freneticamente intorno. Eravamo in un luogo pubblico, poteva avere la decenza di abbassare la voce o non parlare di cose del genere?
“Ma che stai aspettando? La sua prima volta è stata a tredici anni e adesso ne ha diciassette. Dio, Anne, sei così imbranata.” Feci finta di non essermi offesa a quella sua dichiarazione e giocai con i pollici evitando in tutti i modi possibili di incrociare il suo sguardo.
“Un giorno dice che gli piaccio e l’altro…a stento mi saluta. Sono io la strana, Ginny?” Sbuffai e cercai a tastoni la mia borsa. Ero stanca di continuare a parlare di questi inutili discorsi con la mia migliore amica, ero stanca persino di lui.

Mi baciava un minuto prima e un minuto dopo neppure esistevo più. Ero io? Era il mio aspetto banale la mattina? Erano i miei capelli troppo rossi? Era che forse non amava le lentiggini? O preferiva quelle con più tette e più culo? Parlavo troppo? Avevo delle labbra troppo grandi? Dio, era così irritante.

“Falla finita, allora.”
“Cosa?” Esclamai d’un tratto, bloccando il mio braccio e cercando di far entrare nella mia testa quel pensiero.

Non avevo mai pensato ad una cosa simile, perché avrei dovuto? Io adoravo essere con lui, anche se venivo considerata poco e niente. Adoravo accarezzare i suoi capelli, anche se di solito non lo facevo mai perché a stento aveva il tempo di raccontarmi qualcosa delle sue splendide giornate. Adoravo baciarlo, anche se di rado assaporavo per bene il sapore delle sue labbra perché ero troppo presa da tutti quei complessi che mi girovagavano su per la mente.

“Ho detto che devi farla finita.” Ripetette prontamente Ginny. E più sentivo che il suo tono di voce era forte e deciso, più mi rendevo conto che aveva ragione. Che tutto doveva finire. Che nulla aveva più senso.
“Ginny, perché per una volta non posso essere io quella amata?” Non ci pensai neppure al peso delle parole che avevo appena pronunciato, mi erano uscite tutto d’un fiato, senza problemi, come se Ginny fosse stata la mia unica ancora. E forse lo era per davvero.
“Tu non devi solo essere amata, Anne. Tu devi essere apprezzata. Saresti sprecata per tutti. Sei troppo, Anne.” Sorrisi senza volerlo e mi diressi verso l’uscita del locale, salutandola dolcemente. Adesso ero molto più decisa su quello che avrei dovuto fare, mi sentivo completamente diversa e avrei messo fine a tutto.

Lo avrei lasciato con un messaggio? No, dannazione, troppo banale.
Con una cartolina? Ma che cosa stavo dicendo? Oh, santo cielo, quel ragazzo mi ha davvero portato a questo?
E se lo avessi lasciato su facebook? Non ce l’avevo proprio per niente il coraggio di mollarlo di persona.

Alla fine, non so come, ma mi ero ritrovata sotto casa sua e proprio mentre stavo per bussare il campanello, fui bloccata da una mano che si insinuava proprio tra i miei capelli.
“Cercavi me, mh?” Mi accarezzò delicatamente i capelli e fui costretta a girarmi verso di lui. La sua voce, dio, l’avrei riconosciuta tra mille. Ma dovevo eliminare quel pensiero sdolcinato dalla mente. Dovevo essere forte, dovevo essere decisa e precisa.
“Sì.” Ossantocielo non guardarmi così, non farlo, non farlo, non alzare la mano, no, perché il tuo braccio accarezza le mie guance? “Sì, cercavo te.”
“Mi hai trovato. Sali?” Mi disse poi, sorpassandomi di poco ed entrando nel piccolo portoncino che portava verso casa sua.
“Senti ti devo parlare urgentemente e proprio non posso perdere altro tempo.” Tirai giù tutto e iniziai a sentirmi a disagio, come sempre. Ero col mio ragazzo e temevo persino a definirlo tale. Che razza di relazione era mai quella?
“Anch’io devo parlarti. E devo farlo ora.”
“Mi stai mollando?” Dissi stupidamente e con un po’ di pena verso me stessa perché avevo provato, in quel momento, un leggero senso di desolazione. No, dannazione, non potevo dargli questa benevolenza. Non poteva mollarmi lui. Non proprio quando mi ero decisa a farlo io. Che stronzo!

“C-cosa? Ma che ti fumi?” Lo guardai sbalordita e poi cercai di riprendere fiato. “Ah…e…allora? Qualcosa che non va?”
Tutt’un tratto vidi le sue mani circondare la mia vite e in un lampo fui tra le sue braccia. Lo guardai dal basso –colpa della sua altezza e della mia che non era delle migliori- e sentii ogni minimo lembo di pelle scoperto in quel momento. Non importava il fatto che indossavo vestiti anche abbastanza pesanti, ogni suo tocco era così delicato e deciso allo stesso tempo. Era…assurdo.

“Voglio solo stare con te.” Tossii di poco e mi strinsi forte alla tasca dei suoi jeans. Perché proprio ora? Perché necessiti di me solo quando io sento che non posso più volerti?
“Perché solo quando siamo soli hai bisogno di me? Che mi dici di quando sono caduta, ieri per la precisione, dalle scale e tu non hai fatto altro che ridere con mezza scuola vicino? E che mi dici di quando Ryan continuava a provarci con me e tu eri accanto a me e non hai fatto assolutamente nulla per fermarlo? Mi ha anche toccato il culo. Dio, Justin, ma ti importa qualcosa di me?”

La stretta delle sue mani si fece sempre più leggera fino a scomparire. Adesso le sue mani erano nelle tasche dei suoi jeans. Mi allontanai anch’io e presi le dovute distanze. Non doveva provare a distrarmi di nuovo.

“Ci pensi ancora ad Elizabeth, eh?” Gli dissi poi senza alcun rimpianto e senza alcuna compassione.
“Se solo sapessi cos’è successo davvero tra me ed Elizabeth, non oseresti neppure nominarla.” La sua faccia divenne uno scudo, come tutte le altre volte in cui cercavo di aprirmi con lui e di far aprire lui a me. Non chiedevo nulla se non di conoscere quello che era per davvero.
“Buona giornata, Justin. E visto che ci siamo, buon proseguimento di vita.”
Mi girai di spalle e cercai di trattenere ogni emozione possibile ed immaginabile. Sapevo che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrei avuto una vera conversazione con lui. Sapevo che, dopo quel giorno, tutto sarebbe cambiato.
Gli avrei voluto gridare “Addio”, ma non era un addio. Lo avrei rivisto ogni giorno a scuola, seduto accanto a me, nella stessa comitiva, nello stesso locale, in ogni fottuta festa organizzata dalla scuola. L’avrei rivisto. E questo non faceva altro che darmi la forza necessaria a superare tutto questo.
 
Spazio d’autrice.
Salve a tutti! Oggi ho avuto ispirazione per scrivere ed…eccomi qui. Il capitolo è davvero breve e mi dispiace, ma l’ho scritto in pochissimo e poi riserverò le più belle soprese nel capitolo successivo. Ehm…che dire? Mi lasciate un vostro commento\parere di questa storia? Ne ho bisogno. Spero solo che vi piaccia.
Un grande bacio,
Maria.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: boobsrauhl