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Autore: Helie    29/12/2013    1 recensioni
{ soulsilvershipping | one shot, 925 parole | lieve OOC; AU | fluff; romantico }
«Hai dimenticato questo …» disse, freddo, allungando il braccio per porgerle il copricapo bianco.
«Al diavolo!» urlò lei, e con un gesto violento fece cadere il berretto per terra, lasciando Silver ancora più scioccato.
«Hai una gran bella faccia tosta, sai?» borbottò, mentre scacciava una lacrima appena scesa. Silver stava per ribattere, ma Lyra, inaspettatamente, si era già fiondata tra le sue braccia.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lyra / Kotone, Silver
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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                  Paura di perderti
                                  Helie


Lyra si trovava nell’appartamento di Silver, felice di vedere il suo migliore amico. Lui l’aveva chiamata nel tardo pomeriggio per invitarla da lui, aveva da rivelarle una cosa importante.
Sorrise radiosa e, portando le mani dietro la schiena, disse: «Dimmi tutto, Sil!»
«Parto.», le disse, con non chalance.
Ella sgranò gli occhi e sentì qualcosa incastrarsi in gola. Non sapeva se essere arrabbiata per il modo in cui lo aveva affermato o per il fatto di doverlo perdere.
«Quando?» si limitò a chiedere, con voce roca. La lasciava così? Con che coraggio?
 «Domani.» rispose «Volevo salutarti, dato che non ci vedremo più e …»
«E me lo dici così!» urlò, stringendo la stoffa della tuta bluastra al solo pensiero di non rivederlo più. «Allora?!».
Con gli occhi, lei cercò quelli di Silver, mentre il suo orgoglio da donna le impediva di mostrare le lacrime.
Se non fosse per lo shock che in quel momento aveva preso il sopravvento su di lei, lo avrebbe picchiato sino a farlo diventare bordeaux.
Sospirò lievemente, lasciando la presa sulla stoffa ormai pieghettata. La penombra rifletteva nei loro volti, mentre uno strano odore di chiuso si espandeva in tutta la stanza.
«Bene!» esclamò, sistemando gli shorts e avviandosi verso l’uscita «Addio, Silver.» sussurrò, senza voltarsi per guardarlo.

La porta d’ingresso della grande casa si aprì di scatto, accogliendo una Lyra in procinto di piangere.
Triste, arrabbiata, confusa.
«Quello stupido!» borbottò «Perché?» e, raggiunta la sua camera, si gettò nel suo letto immenso, piangendo tutte le lacrime a cui, fino a poco fa, aveva impedito di scenderle tra le guance.
In quel momento le venne in mente un episodio di dieci anni prima:

«Mamma, mamma!»
Una tenera bambina dalle codine all’insù si avvicinò alla madre, afferrandole il lembo della gonna.
«Tesoro, che succede?» La voce dolce della madre arrivò alle orecchie della piccola, che prese per mano. Lyra aveva solamente cinque anni, e le attenzioni che sua madre le donava erano fondamentali.
«La sorellona piange! Che le è successo?»
La donna parve capire, e allora sorrise.
«Tua sorella è innamorata, cara.»
«E cosa significa?»
Ella rise, un’altra volta. Carezzò i capelli della figlia con fare materno e le sussurrò: «Ogni cosa a suo tempo, bambina mia ….»


Forse il tempo era già arrivato. Adesso aveva capito cosa sentiva sua sorella dieci anni prima e capì che nemmeno sua madre avrebbe potuto placare la sua curiosità, perché l’amore è qualcosa di inspiegabile.
«Mamma …» strinse a sé il piccolo ciondolo adagiato sul collo che le regalò sua madre anni prima.
Sua madre era morta prima che lei avesse compiuto quattordici anni, un terribile incidente la portò via dalla giovane Lyra, ancora sofferente per la perdita della madre. Poco dopo suo padre ebbe una brutta malattia al cuore, abbandonandola a sua volta.
E non voleva perderlo.
Ed ecco che le lacrime ricominciarono a cadere impetuose, accompagnate da singhiozzi soffocati e sussurri incomprensibili.
Il trillare del campanello la fece sobbalzare e, non curante del suo aspetto, si precipitò di sotto a vedere chi fosse. Di scatto, aprì la porta e si trovò davanti Silver con il suo adorato cappello tra le mani.
Si guardarono a lungo.
Lui, con gli occhi leggermente spalancati, fissava una Lyra singhiozzante che, di rimando, lo fissava con rabbia e tristezza.
«Hai dimenticato questo …» disse, freddo, allungando il braccio per porgerle il copricapo bianco.
«Al diavolo!» urlò lei, e con un gesto violento fece cadere il berretto per terra, lasciando Silver ancora più scioccato. 
«Hai una gran bella faccia tosta, sai?» borbottò, mentre scacciava una lacrima appena scesa. Silver stava per ribattere, ma Lyra, inaspettatamente, si era già fiondata tra le sue braccia.
Il suo sguardo si fece cupo e serio, come quello di sempre. Inerme, lasciò che la ragazza si sfogasse nell’incavo del suo collo, mentre le stelle cominciavano a brillare sempre di più.

                                                                                                                 [...]



La stazione quella mattina era meno affollata del solito, qualche giovane andava avanti e indietro per passare il tempo e pianti di neonati si espandevano, rompendo l’atmosfera tranquilla delle sette e trenta. Silver guardava davanti a sé con non chalance, sbuffando e passando una mano tra i capelli, ripetutamente, mentre attendeva che il treno arrivasse.
Chissà perché si trovava lì, in quel momento, da solo. Voltò il capo verso destra e intravide il mezzo di trasporto arrivare da lontano e fermarsi proprio dinanzi a lui.
Un sorriso s’increspò tra le sue labbra, perché già sapeva.
     
      Uno...
 Afferrò le valigie, portandole con sé.
      Due...
 Si fermò un attimo, il tempo di voltarsi.
      Tre...
 Vide qualcuno correre verso di lui.

«Silver!»

Ed eccola lì, la sua Lyra. Con una grande borsa nella mano sinistra correva verso di lui, mentre con la destra teneva il suo buffo cappello, con la paura di perderlo.
«Silver …» Il fiato corto, respirava a fatica, ma sorrideva.
«Cosa ci fai qui?» le aveva chiesto, anche se aveva già previsto tutto. Era felice di vederla.
Lei lo guardò in cagnesco e affermò, sicura: «Vengo con te!»
Silver la conosceva fino in fondo. Non si sarebbe mai lasciata scappare il suo caro amico d’infanzia. Egli sorrise, alzandole il mento con due dita e pensando che non aveva mai visto i suoi occhi nocciola brillare così tanto. Con la mano libera prese quella di Lyra, incastrando le dita con le sue.
«Saliamo, o il treno parte senza di noi!»
Silver fece per salire, ma la bruna gli cinse i fianchi e poggiò il capo sulla sua schiena, provocando un lieve rossore nel viso del ragazzo.
«Ho avuto paura di perderti, Silver.» 
 


Note: Premetto che è la mia prima one shot che scrivo, in assoluto. Adoro la SoulSilver fino alla nausea e non vedevo l'ora di buttar giù qualcosa. Lo so, non è un granché ma, come primo testo, non è proprio un disastro colossale (o così credo). Fatemi sapere, perché ci tengo davvero molto! Grazie in anticipo.
  
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