Il fuoco blu
prologo
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Erano passati ormai due anni da quando Gea era stata sconfitta. Le riparazioni dei rispettivi campi, greco e romano, erano durate alcuni mesi ma alla fine la pace era tornata a regnare, beh per quanto la vita di un semidio possa essere pacifica e tranquilla considerando che ad ogni passo si rischia di finire negli inferi per una morte atroce. Ad ogni modo, gli Dei, per premiare i loro giovani figli per l’eroica e strenua resistenza condotta contro l’esercito di mostri, decisero che ogni anno per il solstizio d’inverno e per quello d’estate, i campi si sarebbero rincontrati e che essi stessi sarebbero andati a trovare la loro progenie. Inoltre durante queste giornate si sarebbero tenuti dei giochi per tenere alta la competizione e per decretare gli eroi più forti e abili di entrambi i campi. Questi giochi si tenevano in una delle due immense arene costruite in entrambi i rifugi, sotto gli occhi degli dei e di tutti i mezzosangue. Essi per lo più consistevano in combattimenti, nei quali bisognava usare tutte le proprie abilità per vincere. I vincitori venivano premiati con una corona d’ulivo e venivano incoronati dal loro genitore divino.
Ai ragazzi non dispiacevano questi giochi, anche perché erano gli unici momenti in cui potevano stare con gli dei e dimostrare il proprio valore.
Ai ragazzi non dispiacevano questi giochi, anche perché erano gli unici momenti in cui potevano stare con gli dei e dimostrare il proprio valore.