Eccomi qui, nascosta dietro un cespuglio, perfettamente mimetizzata a osservare un altro gruppo di tributi che stanno lottando contro degli ibridi di Capitol City (per la precisione delle scimmie molto aggressive e feroci), tra questi tributi ci sono Peeta Mellark e Katniss Everdeen, il ragazzo del pane e la ghiandaia imitatrice, coloro che salveranno i dodici distretti dalla crudeltà del presidente Snow.
Io invece sono una disgraziata  ragazza morfinomane del distretto 6, ormai in crisi astinenza, naturalmente nell’arena non posso trovare la morfina, e dubito di avere abbastanza sponsor con le possibilità economiche di mandarmi la mia dose giornaliera, dopotutto la dipendenza è l’ultimo dei miei problemi in questo posto maledetto. Sto morendo di fame, ho sete, ho una gamba ferita… l’unica cosa che posso fare è mimetizzarmi e sperare un una fine veloce e indolore.
Dopotutto nella mia vita non ho avuto altro che disgrazie tra cui la vittoria dei 53° Hunger Games che mi hanno portato soltanto dolore… avrei preferito morire perché già a quel tempo non avevo più nessuno disposto ad amarmi.
Nessuno conosce la mia storia, nessuno a parte il presidente Snow, che di sicuro non si ricorderà di quella bambina a cui ha strappato la famiglia, gli amici, i parenti e tutte le persone a cui teneva di più.

Il dolore mi offusca la mente, per sbaglio ho urtato la gamba ferita contro un ramo spinato, trattengo un urlo per evitare che qualcuno o qualcosa scopra la mia posizione; a quel punto riaffiorano nella mia coscienza alcuni ricordi così dolci e pieni d’amore che mi fanno lacrimare gli occhi: mia madre…
Un’immagine del suo volto, così bello, così chiaro, così pulito da sembrare reale. Faccio per tendere le mani verso di lei che all’improvviso un’altra fitta di dolore mi riporta alla realtà “devo stare più attenta se non voglio essere scoperta” penso. Oltre alla gamba ora ho anche il cuore a pezzi. Non riesco a scacciare dalla testa il ricordo della mia vecchia vita con mio padre, mia madre e il mio fratello maggiore Joan … un ricordo che solo con la morfina potevo dimenticare, ma ora non è possibile.

Direi che ora sono pronta a raccontare la storia della mia vita, perché ormai tentare di opprimere il dolore che ho portato con me per così tanti anni è impossibile.



   NOTE DELL' AUTRICE
ripeto che il primo capitolo è solo l'introduzione perciò è un po' breve, comunque spero vi piaccia, ho in mente di pubblicare il seguito molto presto.
un saluto :)