Il tessuto della mia coperta si sta aderendo al mio corpo ormai caldo, i miei piedi però rimangono freddi come se fossero lontani da me. Il braccio possente di Peeta, pieno di lividi e di graffi resi poco visibili dal tempo è qui vicino a me, pronto a difendermi. La mia stanchezza si fa sentire e quindi mi addormento, sognando mia sorella Prim che esplode d’avanti ai miei occhi, da quella bomba creata (forse) dal mio migliore amico. Quel sogno dura un intera notte. Difatti quando mi risveglio la luce del sole mi tormenta gli occhi e un odore di pane mi pervade le narici ,mescolato con un altro odore per ora illeggibile. Cullata da questi odori dolci mi infilo le pantofole per recarmi nel bagno a farmi una doccia calda, mi spoglio ed entro nella doccia, quando accendo con un bottone l’acqua, mi vibra il corpo per il calore gelido che ricopre il corpo. Appena ho finito di lavarmi prendo nel cassetto una maglia e dei pantaloni neri, accompagnata ancora da questi odori vado nel salotto dove trovo Peeta indaffarato nel sistemare un vassoio, mi avvio verso di lui abbracciandolo, lui al mio contatto fa un sussulto e si gira di scatto, la sua faccia è rigida ma appena mi vede si rilassa in un sorriso bellissimo, uno di quelli che solo lui sa fare. Appena ci stacchiamo lui mi porge la sedia con eleganza, mi ci siedo, e con la mia finta eleganza prendo dal vassoio un piatto di uova e salsicce. Inizio a mangiare come quando Effie si mise a dieta per 2 settimane, per poi smettere perché non ci vedeva più dalla fame. La giornata passa in fretta e come sempre io ritorno nel mio amato bosco, per annusare quell’ odore fresco e di casa mentre mi riposo sotto un albero mi viene in mente il ricordo di quando nei primi Hunger Games dovetti andare a cacciare con Peeta, che non stava affatto bene per la sua gamba, infatti faceva tanto rumore per cui la selvaggina non era facile catturarla, e i miei nervi che scoppiavano. A quel pensiero mi scappa un sorrisetto. Dopo mi accorgo che è l’ora di tornare a casa da Peeta, appena entro vado a farmi un’altra doccia per lavarmi via il sudore, appena ho finito mi vesto e mi reco in salotto dove Peeta sta apparecchiando la tavola, l’aiuto e ci sediamo comodi sulla sedia per mangiare lo stufato, il mio piatto preferito! La stanchezza inizia a farsi sentire allora insieme a Peeta mi reco nella nostra camera da letto, mi sdraio e faccio finalmente una dormita senza quegli incubi finti ma spaventosi che ti tormentano per quegli attimi che sembrano infiniti. ANGOLO AUTRICE Spero che la storia via sia piaciuta. Questa è una specie di introduzione per farvi vedere come sono le giornate di Katniss prima di quell’arrivo, Che si vedrà poi.