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Autore: Cass_Pepper    30/12/2013    3 recensioni
Questa storia fa parte della serie I'm With You
-Grazie per l’aiuto…- mugugnò ansimando – Ehm, posso chiamarti Altair?- disse sfoderando quel sorriso smagliante che prima avevo visto.
La pioggia mi aveva appiccicato i capelli alla fronte, non respiravo ancora normalmente ed ero totalmente abbagliato dal suo sorriso, così risposi, molto titubante –Beh, Certo!-.
Lei sorrise ancora, all’ombra del suo cappuccio -Grazie Altair-.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Assassin's Creed: I'm With You'
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Over My Head


E improvvisamente divento parte del tuo passato.
Sto diventando quella parte che non dura?
Ti sto perdendo senza volerlo....
Ma non permetterò che tutto finisca
finché non saremo noi a dargli fuoco!

Non posso farcela, lei è nella mia mente!

The Fray - Over my Head

 


-Siete proprio dei cretini!-.
Una vocina sottile, ma rabbiosa, pronunciò queste parole. Mi stupii di sentire la voce di una bambina da quelle parti. Uscii dal cumulo di paglia in un cui mi ero rifugiato per leggere e mi recai alla sua ricerca.
-Ma sentitela, questa mocciosa! Non meriti di stare qui. Sei piccola e debole!- sentii un tonfo, forse l’avevano spinta e lei era caduta rovinosamente sul pavimento.
Sentii la rabbia ribollirmi dentro. Molti dei figli della confraternita erano prepotenti, ma attaccare una bambina mi sembrava troppo persino per loro.
-Io non sono debole!- biascicò – e almeno non dimostro la mia forza spingendo una bambina cinque anni più piccola di me!- per bacco, aveva dei modi piuttosto… pungenti!
Nonostante sentissi le loro voci, non riuscivo a capire dove fossero, ero vicino, ma di loro non c’era traccia. Continuai a guardarmi intorno, ma niente.
- Sei molto brava con le parole, ma a fatti scommetto che non ci metteremo nulla a farti piangere!- una voce diversa da quella di prima disse queste cattive parole e sentii gli altri ridere.
Dovevano essere più di tre!
Mi preoccupai per quella bambina sconosciuta e mi affannai ancora di più alla sua ricerca.
-Fatevi sotto, femminucce!-ghignò lei. E lì andai nel panico, forse era impazzita.
Si sentirono i rumori dello scontro, di pugni andati a segno e di altri rumori di urti.
Camminando in fretta, inciampai in qualcosa sul pavimento. Non credevo mi avessero sentito, impegnati com’erano e quando mi voltai per vedere dove fossi incappato, trovai la maniglia di una botola. Erano sicuramente lì sotto!
-E così hai bisogno di una lama per battermi? Chi dei due è una mezzacalzetta?- Lama? Mi fiondai sulla botola e l’aprii, giusto in tempo per vedere Bashir che colpiva la bambina con la lama sul viso. Lei indietreggiò, ma non urlò né pianse. Nemmeno quando sangue copioso le coprì la guancia sinistra.
-Bashir! Che diamine combini?!- urlai gettandomi giù.
Vidi che gli altri due ragazzini erano stesi per terra, evidentemente la ragazzina aveva dato loro prova di grande abilità. Mi stupii sinceramente. Io forse non ce l’avrei fatta da solo contro altri tre bambini più grandi di me. Feci dei passi in avanti, volevo aiutare la bambina a medicarsi.
-Oh, guarda chi è venuto ad aiutarti, Pel di carota, l’altro cocco di Al Mualim.- ironizzò lui, afferrandola per un braccio. –Non pensavo di poter cogliere due piccioni con una fava!-
Lei aveva il cappuccio tirato sulla faccia, ma riuscii a capire che mi stava guardando. Era come se riuscisse a… toccarmi… con lo sguardo. –Lasciala stare! Dici cose assurde- ribattei con ardore.
Lei gridò –Attento!- ma io non ebbi i riflessi abbastanza pronti e gli altri due ragazzi mi afferrarono per le braccia, immobilizzandomi.
-Spalle al muro, Altair- mi sbeffeggiò uno dei due. –Ehi Bashir, pensi sia meglio far male a lei davanti a lui o viceversa? Lui sembra piuttosto preso…- e si fecero una grassa risata.
Mi sentii in colpa e guardai la ragazzina per scusarmi di non essere riuscito ad aiutarla, mi sentivo così impotente. Lei scosse la testa, poi mi regalò un sorriso smagliante, sincero, pulito, nonostante la bocca fosse macchiata di rosso al lato. Provai sia uno strano calore nel petto che una profonda voragine nello stomaco. Probabilmente non mi avrebbe mai più sorriso così dopo quello che avevano intenzione di farci.
-Io dico di iniziare da lui… Pel di carota deve imparare la lezione- Bashir mosse la testa verso di me, sfoderando quel pezzo di lama spezzato da chissà dove. Provai a divincolarmi, ma quei due mi torsero le braccia, fino al punto che le sentii quasi scricchiolare e non riuscii più a muovermi per l’indolenzimento e il dolore.
-Oh, che non ti vengano strane intenzioni, mocciosa!- disse mollandola per terra e tirandole un calcio. La sentii rantolare, ma ancora non emise nessun grido.
-Smettila di farle male!- urlai, pieno di sensi di colpa. Il bulletto si diresse verso di me e mi tirò un pugno nello stomaco. Provai un dolore acuto, mi mancò il respiro per due buoni secondi.
-Sta’ zitto, Altair!- mi disse e impugnò forte la lama, pronto a prendermi in pieno petto.
Chiusi gli occhi, almeno per non vedere ciò che mi sarebbe successo.
Bashir urlò di dolore e si accasciò per terra, una striscia di sangue gli usciva dal naso per la forte botta che la bambina gli aveva sferrato sulla testa con un calcio dall’alto.
Probabilmente svenne.
-Hai proprio sbagliato, mocciosa!- ringhiò uno dei ragazzi che mi teneva e si buttò su di lei, cominciarono a combattere con pugni e calci e decisi che non potevo rimanere lì impassibile, mentre lei cercava di liberarci. Diedi una gomitata al ragazzo, mi girai in fretta e lo colpii al viso con un pugno. Non diedi lui nemmeno il tempo di rendersi conto di ciò che stava accadendo, che lo colpii ancora con un calcio e poi ancora con un pugno.
-Alle spalle!- urlò ancora la bambina. Io fui più svelto di prima, mi girai e riuscii per un pelo ad evitare che il colpo di lama di Bashir mi prendesse in pieno. Ma comunque non bastò, la lama mi prese sulle labbra, tagliandomi verticalmente.
Se il pugno mi aveva fatto male, in confronto a questo, diventava una piacevole carezza.
Mi portai una mano sulla parte lesa, ricoprendomela di sangue, ma decisi di pensare prima a colpire quel brutto ceffo. Fui anticipato da lei, che lo colpi alla schiena con un calcio e lo spinse verso di me, che mollai un pugno sulla sua faccia. Lei tornò dall’altro ragazzo mentre io cercavo di “sedare” Bashir. Non appena entrambi furono a terra, presi la ragazzina per mano, l’aiutai a salire per il cunicolo poi lei tirò su me con la mano, chiudemmo in fretta la botola mettendoci sopra una cassa.
I tre cominciarono a battere i pugni contro il legno, intimidendoci di aprire, ma io e lei, mano nella mano eravamo già corsi fuori dai sotterranei della torre, salendo le scale a perdifiato, aiutandoci l’un l’altra e ci fermammo solo quando arrivammo in paese.
Pioveva abbastanza forte, ma era sempre meglio stare sotto la pioggia piuttosto che rimanere dentro la torre e doversi preparare alla vendetta di quei tre.
Non ci eravamo parlati per tutto il percorso ma adesso, fiatone o meno, dovevo trovare il coraggio di dire qualcosa. Non ero un bambino a cui piaceva parlare ma, insomma…
Fu lei, comunque, a togliermi dall’impaccio.
-Grazie per l’aiuto…- mugugnò ansimando – Ehm, posso chiamarti Altair?- disse sfoderando quel sorriso smagliante che prima avevo visto. Se possibile, libero dall’ombra della preoccupazione, era ancora più rincuorante di quanto lo fosse stato prima.
La pioggia mi aveva appiccicato i capelli alla fronte, non respiravo ancora normalmente ed ero totalmente abbagliato dal suo sorriso, così risposi, molto titubante –Beh, Certo!-
Lei sorrise ancora, all’ombra del suo cappuccio -Grazie Altair-.

Fu la prima volta che mi chiamasti per nome.

Mi svegliai di soprassalto.
Vega dormiva profondamente accanto a me, le mani sotto la guancia come cuscino, le morbide labbra un po’ aperte.
Ma, nonostante amassi sempre più saggiarle o anche solo ammirarle, quella volta passarono quasi inosservate, tant’ero preso dalla cicatrice sull’occhio.
Quanto di vero c’era nel sogno? Davvero io e Vega...? Come avevo potuto dimenticarlo?
Ero davvero tentato di svegliarla e chiedere spiegazioni, sapere se anche lei ricordava o se era solo un frutto della mia immaginazione.
Ma non ne ebbi il coraggio, per tanti motivi.
Il primo, il più banale, era che Vega stava dormendo così profondamente (specie dopo la giornata estenuante che aveva passato ad allenarsi con Abbas).
Il secondo, già più accettabile, era il mio generale imbarazzo per tutto quello che riguardava Vega. E poi perché ero anche offeso... Se ricordava Bashir, di certo doveva ricordare anche me! Perché, allora, non me lo aveva detto?
Forse non voleva che io ricordassi, perché non voleva avere trascorsi con me?
E, comunque, era di certo più difficile seguire i miei sentimenti piuttosto che gli slanci... famelici... del mio corpo.
E terzo, proprio riguardo a questo, dopo averla svegliata, forte soprattutto dell’immagini del suo corpo che il massaggio mi aveva offerto, dopo averla vista inumidirsi le labbra e guardarmi un po’ assonnata negli occhi... credo proprio che del sogno me ne sarei completamente dimenticato.
Troppo preso a fare altro.

 

 

1:  I Fray, resi famosi dalla canzone “How to save a life”, che sicuramente riconoscereste ascoltandola, hanno avuto l’incarico di introdurre questo secondo spin-off.
Questa volta ho scelto di parlare dal punto di vista di Altair.

Vi consiglio di leggere la nota dopo il capitolo, perché sicuramente ci saranno degli spoiler! ^^

Avete letto? Beh, che ne pensate?
Immaginarselo bambino, più innocente, tenero e coccoloso è stato un po’ disarmante, oltre che divertente. Ma la vera botta è stato doverlo rendere quasi incapace di combattere: ALTAIR!!! PROPRIO LUI! CHE NON COMBATTE!!!
Insomma, un trauma.
Però è stato emozionante!
Certo, potrà sembrare un cliché scontato far vedere che i protagonisti in realtà già si conoscessero e bla bla...

Ma abbiate fede in me, nulla è (reale) come sembra.
Passiamo, dunque, al perché di “Over my Head”: Se analizzassimo tutto il testo, ammetto che non troveremmo una grandissima corrispondenza tra la storia e il significato della canzone, ma ho trovato in quell’unico verso il succo delle “preoccupazioni" di Altair...
E' chiaro che, scoprendo di aver conosciuto Vega prima che Al Mualim la richiamasse dalla Cina, Altair sia destabilizzato dalla coincidenza, ma uno dei sentimenti che lo attanagliano immediatamente è quello del “Perché non me lo ha detto? Non vuole che io ricordi perché...” (Sto diventando quella parte che non dura?Ti sto perdendo senza volerlo....).
Ma lui non è decisamente il tipo che lascia fare tutto agli eventi, anzi, sappiamo che un po’
prepotente... specie quando vuole qualcosa.
E ormai l’ha quasi ammesso anche a se stesso che quel qualcosa che vuole è Vega e, se anche lei avesse deciso di tacere l’avvenimento per allontanarlo, Altair di certo non si farà fermare dalla reticenza della ragazza, se è davvero deciso a conquistarla: Lui ottiene sempre quello che vuole! (Ma non permetterò che tutto finisca finché non saremo noi a dargli fuoco!)

  
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