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Autore: Kagome_    30/12/2013    11 recensioni
ElsaxJack
Crossover ispirato ad una storia d'amore tra Jack ed Elsa, che tutti noi shipper di questo paring non potremo vedere mai c.c
Era già da cinque giorni che il vento del nord lambiva incessantemente le finestre della mia camera da letto, come del resto una coltre grigia e carica di neve abbracciava e faceva suo il lontano cielo azzurro del mio Regno.
Lui stava arrivando.
Stava tornando.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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… Un senso
 

Nuvole in lontananza.
Lentamente l’autunno stava cedendo il passo all’inverno.
Un sorriso increspò le mie labbra.
Era già da cinque giorni che il vento del nord lambiva incessantemente le finestre della mia camera da letto, come del resto una coltre grigia e carica di neve abbracciava e faceva suo il lontano cielo azzurro del mio Regno.
Lui stava arrivando.
Stava tornando.
Come quelle nubi scure e così vive anche il mio umore andava a pari passo con il loro avvicinarsi: spaziava da momenti in cui piombavo in uno stato catatonico a momenti di vera e propria euforia.
Pensiero fisso: Jack.
O meglio, il vuoto che quel semplice ragazzo aveva lasciato nel mio cuore; un spaccatura di proporzioni smisurate, non calcolabili ad occhio umano, che si espandeva indisturbata in tutto il mio petto. L’unico intralcio di quel suo avanzare erano i resti di un cuore distrutto e martoriato. Un anno prima quando se n’era andato, mi ero ripromessa che l’avrei dimenticato per sempre, cancellandolo dalla mia vita e dai miei ricordi, ma erano stati tutti sforzi vani. Dopo 365 giorni ero ancora qui attaccata alla finestra, guardando instancabilmente l’orizzonte, alla ricerca della sagoma indefinita di Jack che si divertiva a giocare tra i fiocchi di neve fluttuanti. I miei occhi spasmodicamente catturavano ogni più piccolo movimento nel cielo, nella speranza di rivederlo; ero come una bambina che si trova davanti all’albero di natale e cercava eccitata tra i regali posti ai suoi piedi il suo, ricevendo sempre più delusioni nel leggere sui bigliettini nomi altrui.
Come minimo qualcuno avrebbe potuto riderci sopra, insinuando che era stata una sciocchezza innamorarsi di uno delle cinque leggende, come dargli torto? Non sarebbe stato forse tutto più semplice scegliere uno dei pretendenti che in quegli anni si erano ripresentati alla porte del castello?
Mi ero data più e più volte della stupida per quella mia debolezza, quella fugace pazzia che mi aveva colto alla sprovvista facendomi cadere in un baratro di scintillante neve e ghiaccio: un piccolo mondo felice creato appositamente per noi.
Ma come diceva il famoso detto “al cuore non si comanda” e il mio non aveva intenzione di ascoltare proprio nessuno, men che meno la mente. Dal nostro primo incontro ero rimasta attaccata a dei semplice brandelli, che erano fumo nelle mie mani, di una storia d’amore impossibile.
Un sorriso mi increspò nuovamente le labbra.
Che sciocca che ero, continuavo ancora a definirla in questo modo. Quegli occhi così chiari, azzurri e vivaci mi avevano rapito, trasformando la mia esistenza in qualcosa di freddo che allo stesso tempo era caldo, caldo come il mio cuore che batteva in sincro con il suo.
 
Innamorarsi…
 
Un barlume di speranza l’avevo avuto. “La speranza è l’ultima a morire” mi continuavo a ripetere.
La mia, però, era definitivamente morta quella sera, quella dannatissima sera.
Il mio amore in cambio di cosa? Un “grazie”.
Un misero ringraziamento, che come un uragano prendeva a schiaffi i miei sentimenti più profondi, si burlava del mio amore incondizionato, del mio piccolo universo felice.
Grazie. Due semplici sillabe che facevano crollare le mie fantasie più sfrenate… il mio futuro con lui.
 
Let it go, let it go
Can’t hold you back anymore
Let it go, let it go
Turn my back and slam the door
 
“L’inverno è finito Elsa” mi aveva detto quella maledetta sera “ …devo andare”.
Un bacio sulla fronte ecco cosa mi rimaneva di lui, un flebile gesto che aveva scatenato un susseguirsi di immagini felici, che si erano spente come la fiamma di una candela nella neve.
Da quel giorno la speranza di rivederlo, di sentirlo accanto a me era morta. Ma la sua ombra, il suo ricordo, le aspettative che aveva creato vivevano ancora in me e si ripresentavano come un uragano in quella data: 21 Dicembre.
 
The snow blows white on the mountain tonight
Not a footprint to be seen
A kingdom of isolation and it looks like I’m the queen
The wind is howling like the swirling storm inside
Couldn’t keep it in
Heaven knows I try
 
I ricordi alimentavano un fuoco che da tempo non si voleva estinguere. Il tuo viso, il tuo sorriso ritornavano incessantemente ogni notte nei miei sogni, tu eri il mio sogno.
Un fiocco di neve squarciò il cielo, illuminando il mio viso di stupore. Il mio cuore dalla sorpresa sobbalzò. Un tempo questo battere così frenetico nasceva dalla tua vista, dal tuo odore… ora nasce dalla trepida e folle attesa del tuo ritorno.
Il vetro freddo a contatto con la mia fronte era un toccasana, riusciva in qualche modo ad acquietare quel subbuglio di ricordi che da troppo tempo invadevano la mia mente esausta di tutto e di tutti. Un torpore temporaneo che mi permetteva di ragionare, forse a mente lucida, sulla mia situazione disperata.
 
Don’t let them in, don’t let them see
Be the good girl you always had to be
Conceal, don’t feel, don’t let them know
Well now they know
 
Con la mano destra stringevo prepotentemente il ciondolo a forma di fiocco di neve, regalatomi da Jack, ormai bagnato dalle consuete lacrime versate per un amore impossibile.
Come un flash la sua voce, il suo viso, la sua solarità invasero la mia mente, presentandosi come un balsamo contro ogni male, ogni dolore. Ma in realtà l’unica cura era la sua presenza accanto a me. In quei pochi mesi era stato l’unico punto fisso di una vita mutevole, sempre in completo movimento… ma alla fine anche lui se n’era andato, proprio come i miei genitori.
Strinsi i pugni, guardando la miriade di fiocchi di neve che stavano iniziando a cadere nel cortile del castello. Come uno schiaffo una domanda si materializzò nella mia mente
 
“E se Jack non mi avesse più voluto?”  
 
Iniziai a respirare affannosamente, avevo vissuto quell’ultimo anno per rivederlo, per stringerlo nuovamente tra le mie braccia, per sentirlo accanto a me, ma il solo pensiero che lui mi avesse dimenticato mi faceva impazzire. Le lacrime spingevano prepotenti contro i miei occhi, le ricacciai indietro cercando di calmarmi. Era inutile stare qui a piangersi addosso, dovevo prendere la mia vita in mano, dovevo vederlo a tutti i costi e finalmente avevo la possibilità di farlo.
 
It’s funny how some distance makes everything seem small
And the fears that once controlled me can’t get to me at all
Up here in the cold thin air I finally can breathe
I know left a life behind but I’m to relieved to grieve
 
 
Con una nuova motivazione negli occhi mi legai il ciondolo al collo e con un rapido gesto diedi le spalle alla finestra dirigendomi fuori dalla mia stanza.
All’esterno i fiocchi si erano fatti sempre più grossi, assomigliando più a dei grossi batuffoli di cotone… era vicino. I corridoi del palazzo erano vuoti e silenziosi, i miei passi rimbombavano tra le mura fredde. Non dovevo farmi vedere da nessuno.
A passo veloce attraversai alcuni saloni, fino a raggiungere le scale che conducevano alle guglie del palazzo e quindi al terrazzo centrale; il vento e la neve rendevano difficoltosa la visibilità, sembrava di essere piombati in un universo parallelo dove ogni immagine era sfocata e ogni suono ovattato, quasi surreale.
Un rumore nell’aria.
Una risata. Quella risata.
Due braccia che mi avvolgevano saldamente dal dietro.
Una voce familiare...
-Elsa…-
Il cuore perse un battito.
-J-Jack…- mi voltai di scatto.
Spalancai gli occhi dalla sorpresa, guardando quel ragazzo che aveva popolato così tanti miei sogni; alzai una mano carezzandogli una guancia per assicurarmi che non fosse un miraggio.
-Sei qui…- riuscii a sussurrare, il nodo in gola si fece sempre più stretto, e le maledette lacrime iniziarono nuovamente a spingere contro i miei occhi per uscire.
Abbassò lo sguardo. I nostri occhi si incatenarono in una strana atmosfera, qualcosa di irreale ma allo stesso tempo palpabile, percepibile. La neve creava un turbinio di sfumature che andavano dall’azzurro al bianco candido, avvolgendoci in una spirale e isolandoci dal mondo intero: come a concederci quella privacy tanto agognata.
-Tu…- sibilai a fior di labbra.
-Sono tornato… per te- con un gesto spontaneo Jack appoggiò la sua fronte alla mia. Un movimento semplice, quasi banale che però ebbe delle ripercussioni insolite sul mio corpo.
 
And here I stand
And here I’ll stay
Let it go, let it go
The cold never bothered me anyway
 
Il costato mi faceva male. Non un dolore struggente, disperato. Il cuore riniziò a battere, come un volo di mille farfalle, un suono che da tempo non sentivo, misto al grido disperato della voragine che avevo nel petto e che rivendicava il suo posto da oppressore, ma che inesorabile ritirava la sua avanzata. Coma la più prorompente delle bufere, riuscivo finalmente a scorgere quella forza e quell’amore che mi avevano convinto ad aspettarlo fino a quel momento; spingeva dall’interno, voleva uscire a manifestarsi con tutta la sua energia.
 
Inaspettatamente Jack avvicinò il suo viso al mio, sentii il suo respiro caldo sulla mia faccia. Era come nei miei sogni, spazzava via ogni mia incertezza.
-Mi sei mancata- sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra, accarezzandomi delicatamente una guancia.
-Finalmente sei qui…- riuscii finalmente a rispondere dopo un attimo di silenzio; istintivamente annullai quel poco spazio che ancora ci divideva.
Le nostre labbra finalmente si incontrano, il vuoto non c’era più; le neve tutt’attorno a noi iniziò a turbinare mista a dei piccoli cristalli di ghiaccio che facevano risplendere quel bacio tanto aspettato, illuminando la mia esistenza.
Ora mi sentivo completa, ora tutto quell’aspettare aveva un senso…
 
Ora la mia via aveva un senso.



*Angolino privato*
Ciaaauuu a tutti/e...
bè che dire eccomi qua (di nuovo) con un ulteriore orrore letterario *coff coff*
io vi ricordo che siamo ancora nella "vacanze di Natale" e quindi bisogna essere tutti più buoni v.v ergo mettete via forconi e torce c.c
oltre e chiedere venia per questo compliazione degna di un film dell'orrore, voglio "ringraziare" le mie due polle che amo taaantissimissimo <3 e che condividono con me questo SHIP SELVAGGIO da alcuni giorni (e che soprattutto mi hanno spinto con paroline dolci -_- (mi hanno minacciato D:) a scrivere questo crossover)
ringrazio già in anticipo chi avrà il coraggio di leggere e di recensire <3
alla prossima e ricordate...
la JELSAAAAAAAAAAAAAAAAA domina v.v
un bacione 
Kagome_

 
   
 
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