Jong Hyun stava fissando, senza realmente vederlo, il panorama dalla grande vetrata del suo ufficio, al novantesimo piano del grattacielo, in cui lavorava. Stava riflettendo, pensando, a come fosse riuscito ad arrivare così in alto, dopotutto la sua piccola azienda in un paio d'anni era diventata una delle più importanti di tutta la Corea ed era conosciuta in tutto il mondo. Non ci avrebbe mai creduto. Ed era tutto vero, non era un sogno. 
Tutta la sua vita era perfetta, non solo nel campo lavorativo, ma anche la sua vita affettiva era perfetta. Aveva un gruppo ben assortito di amici e sopratutto, cosa più importante, aveva un meraviglioso ragazzo perfetto, Kim Kibum. Non avrebbe proprio potuto chiedere di meglio. I suoi pensieri furono interrotti da un fastidioso rumore, più precisamente dal bussare alla porta del suo ufficio.
Ebbe appena il tempo di risquotersi dal suo fantasticare e borbottare un «Avanti?» che una donna, sulla trentina, con indosso un'elegante tailleur e un severo chignon in testa, entrò nel suo ufficio. La sua segretaria teneva tra le mani vari documenti che depositò sulla scrivania di Jong Hyun, poi alzando lo sguardo e fissandolo disse «Il signor Kang ha cambiato idea sui termini del contratto, deve dargli un'occhiata, sistemarlo e rifare la presentazione.» disse in modo sbrigativo la donna prima di uscire dall'ufficio e lasciarlo nuovamente solo. 
«Che strazio» pensò Jong Hyun «É l'ennesima volta che cambia idea e ovviamente tocca a me sistemare tutto.» Sbuffò, il contratto ci avrebbe messo poco a sistemarlo, ma rifare la presentazione avrebbe preso ben più di un'ora o due del suo tempo, ma dopotutto era il suo lavoro, la sua azienda. E infondo guadagnava davvero bene. 
Sfogliò svogliatamente i documenti soffermandosi su uno in particolare. Quel foglio aveva un "odore" particolare. L'odore del suo Kibum. Kibum aveva quell'effetto su di lui. Lo faceva rilassare e lo distraeva dai problemi.
Ormai non riusciva a pensare ad una vita senza di lui.
Kibum era speciale, perfetto, era suo.
Sorrise e poi tornò a lavorare.