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Autore: Giampi96    30/12/2013    4 recensioni
Questa storia partecipa al Contest "Leggi quel cuore e scopri l'amore" di Nede.
One shot che narra gli ultimi momenti trascorsi da C-18 con il suo amato Crilin.
Genere: Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Crilin | Coppie: 18/Crilin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era disteso sul letto, privo di forze. Aspettava solo la sua ora, ormai la vita lo stava abbandonando.
«Sapevo che sarebbe successo, entrambi lo sapevamo.» pensò la cyborg.
Quando decisero di vivere una vita insieme, entrambi sapevano che prima o poi si sarebbero dovuti separare, C-18 era immortale, avrebbe continuato a vivere per sempre, Crilin no.
Nonostante ciò, decisero di vivere una vita insieme, di avere una figlia e di vivere una vita normale.
C-18 era nella stanza di Crilin, lui era disteso nel letto, riusciva a malapena a parlare.
Erano giorni che era ridotto così, ormai era vecchio e tutti sapevano che era giunta la sua ora. Più volte aveva scampato la morte nel corso della sua vita, grazie alle sfere del drago, ma questa volta la morte era venuto a prenderlo. Per sempre.
Continuava a guardarlo, ma il suo carattere e il suo orgoglio le impedivano di piangere. Da quando lui si ammalò, lei non fece che stare giorno e notte accanto a lui, voleva stare con lui nei suoi ultimi momenti di vita.
«Ti starò accanto, te lo prometto.» sussurrò la cyborg.
Crilin si sforzò di sorridere.
Al piano terra della Kame House, c’era la figlia, Marron. La madre non la faceva entrare, non voleva che vedesse il padre in quelle condizioni.
La cyborg, continuò a stare seduta accanto al marito, ad osservarlo impassibile senza dire nulla. Guardando il marito, le vennero in mente vecchi ricordi.

I due cyborg erano davanti al terrestre, l’ultimo guerriero Z rimasto, gli altri giacevano tutti al suolo, sconfitti dai due temibili cyborg.
Ad un tratto uno dei due cyborg avanzò lentamente verso di lui.
Gli diede un bacio sulla guancia sorridendo, lui tremava. Quei due esseri, erano riusciti a sconfiggere tutti i suoi amici, e con facilità per giunta. Rimase impassibile di fronte al gesto della cyborg, finché udì delle parole.
«Vai cucciolo, ciao, ciao.» disse la cyborg divertita.
E senza aggiungere altro, i cyborg spiccarono il volo in direzione della casa di Goku.


«Che scemo… eppure è proprio di lui che mi sono innamorata.» bofonchiò lei accennando un sorriso.
Vederlo lì, disteso sul letto, senza poter fare nulla, la faceva stare male. Ma proprio in quel momento così triste, le venivano in mente vecchi ricordi, che sembravano tristi o insignificanti, eppure erano belli, perché c’era il suo amato Crilin.

«Ma si può sapere perché l’hai fatto?» chiese confusa la cyborg.
Crilin non rispose, forse in quel momento nemmeno lui sapeva il perché aveva distrutto quel telecomando, aveva solo seguito il suo cuore, non poteva farle del male.
«Quella era la tua unica possibilità di distruggermi per sempre.» Aggiunse lei, non vedendo alcuna risposta dal terrestre.
«Ecco… io non lo so!» Rispose lui tremando.
Forse era proprio quello il punto, lui era stato inviato lì per distruggere C-18 e impedire così a Cell di assorbirla, ma lui non voleva distruggerla, non voleva farle del male. Le voleva bene e l’avrebbe protetta, o almeno ci avrebbe provato.
«Avanti cosa aspetti, vattene via di qua, vuoi forse che Cell assorba anche te?!»
La cyborg a quelle parole, finalmente capì. Il motivo per il quale il terrestre aveva distrutto il telecomando era così semplice, era amore. Lui era innamorato di lei e non voleva distruggerla.
“Che sciocco… non posso crederci, si è preso una cotta per me.” pensò, incredula.
Senza aspettare ancora, la cyborg scappò via da lì, tentando di sfuggire a Cell, purtroppo invano.


Nonostante avesse fallito, ci aveva almeno provato, ed è questo quello che contava. Non aveva mai scordato quel gesto.
In quel momento era troppo impegnata a scappare per star a pensare a cosa passasse per la testa a quel terrestre. La prova certa che le confermò, che il terrestre era innamorato di lei, la ebbe al palazzo del supremo. Quando lui, invece di abbandonarla al suo destino, aveva deciso di portarla in salvo.

Era distesa a terra, quando aprì gli occhi lentamente e si ritrovò davanti lui. Si era preso cura di lei fin da quando Cell l’aveva sputata fuori.
«Ciao, come ti senti?» Chiese lui preoccupato. Un sorriso si elevò sul suo viso.
Lei ancora confusa si alzò di scatto.
«Calmati, ora sei al sicuro, ti trovi nel palazzo del supremo, Cell è stato sconfitto da Gohan.»
Lei ancora confusa, non rispose.
«È solo merito di Crilin, se ora ti trovi qui, si è preso cura di te fin da quando Cell ti ha sputata fuori.» Aggiunse Junior.
Sentendo quelle parole, la cyborg rimase sorpresa. Strabuzzò gli occhi.
«Ecco, io non potevo di certo lasciarti lì.» Disse Crilin arrossendo lievemente.
Proprio in quel momento qualcun altro parlò.
«Ho capito adesso! Crilin si è innamorato di C-18, è per questo motivo che l’ha salvata!» urlò Gohan senza pensare alle conseguenze.
Infatti poco dopo gli arrivò un pugno da Crilin, ancora imbarazzato.
«Se pensi di aver fatto colpo su di me, ti sbagli. Non me ne importa proprio niente di quello che hai fatto, e non l’ho chiesto io, per cui non ti devo nulla. Addio.» disse la cyborg furiosa e rossa in viso.

Con quelle ultime parole, spiccò il volo e se ne andò dal palazzo del supremo, lasciando tutti sorpresi, e il povero Crilin col cuore spezzato.

Ricordando quel particolare momento, sorrise. Non avrebbe mai immaginato che si sarebbe innamorato anche lei del terrestre, ma col tempo, è successo. Aveva perso la testa e il cuore.
Proprio in quel momento, Crilin aprì gli occhi.
«Cara, penso proprio che sia arrivata la mia ora.» Disse lui tossendo.
Lei non rispose, si limitò ad ascoltare le ultime parole del marito.
«Sono contento di aver vissuto la mia vita con te, addio cara.»
Con quelle ultime parole, Crilin chiuse gli occhi.
Entrambi lo sapevano, quando decisero di stare insieme, entrambi sapevano che prima o poi si sarebbero dovuti separare.
Proprio in quel momento entrò Marron, che vedendo il padre senza vita, cadde in ginocchio. Le lacrime scivolarono inesorabili sul suo viso.
«Papà! Torna da noi! Ti prego!»
La cyborg invece, cercò come sempre di dimostrarsi forte e di non piangere davanti alla figlia.
“Non ti dimenticherò mai.” Pensò la cyborg, mentre una piccola lacrima rigava il suo viso. 
  
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