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Autore: Dorobestiola    30/12/2013    2 recensioni
Non preoccuparti.
Non me ne vado.
Non più.
Resto qui.
Dentro il buio.
{Come detto in precedenza, la Percnico e l'angst vanno a braccetto. Quindi- ta-dà. La mia nuova fatica.
La storia non ha un contesto preciso. Viene prima dell'inizio de "Gli Eroi dell'Olimpo" , ma in un momento indefinito. Probabilmente prima del bagno nello Stige.
No H8. Io vi voglio bene, guise, quindi accetto tutte le vostre recensioni/commenti/vasi.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Percnico | Here lies my feels'
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Non puoi morire così, Jackson.
Non provarci.
Non azzardarti.
Non lasciarmi.
La voce gli muore fra le labbra e il palato. La sente agonizzare, spirare. Giace inerte sulla sua lingua.
«Percy... ?»
Non gli risponde neanche il mugolio che, fino a pochi secondi prima, gli dava la prova che fosse vivo. Non c’è più niente, niente.
«Percy!»
Ha perso tutto. Aveva già perso in partenza, ma adesso-
«Non farlo. So che sei ancora qui. Mi senti, Percy?»
Gli afferra una mano. La sente gelida contro le sue dita. Autosuggestione, si dice. Ha una capacità meravigliosa di fuggire dall’ovvio.
Sta piangendo. Si è portato la mano del moro al petto, all’altezza del cuore.
«Tranquillo, non vado via. Mai più. Te l’ho promesso, no?»
Tranquillo, sono qui. Ti seguirò. Non vado via.
Si china sul viso cereo del maggiore. Gli occhi che ha imparato ad amare sono chiusi. I capelli sono sparsi sulla fronte. Un sottile rivolo di sangue cola dal labbro inferiore, unica nota di colore in quel deserto di nivea ossidiana. E’ bellissimo, Percy.
L’ha perso, l’ha perso.
«Non morirmi addosso, Jackson. Non puoi. E’ contro le regole.»
Lo abbraccia, e lo sente.
Gli scivola via dalle braccia, cade verso il basso. Non può aiutarlo, non l’ha fatto mai. Gli ronzano le orecchie. Percy Jackson se n’è andato.
«... Percy.»
Ed è qui che grida. Posa la testa sulla sua maglia sporca di sangue e urla, finché la gola non gli fa male. Grida contro la stoffa arancione che gli ferisce gli occhi, contro l’imboscata che gli ha strappato l’unica cosa bella da tre anni a questa parte, contro suo padre.
Grida perché non può fare altro.
Non preoccuparti. Posso seguirti ovunque. In fondo al Tartaro. Nelle Isole dei Beati. Tu sei un eroe e meriti l’Elisio. Non rinascere, aspettami. Sto arrivando.
Le rive dello Stige sono silenziose. Neanche un suono turba la quiete immobile del Regno dei Morti, non un filo di vento, nulla.
Un respiro, quello sì. Forse. Un ragazzo steso accanto a un morto.
«... Nico?»
Non si muove. Non è mai stato così pallido.
Percy si tira su. C’è sangue ovunque, non capisce.
Nico sta sorridendo. Le sue labbra sono congelate in quell’eterna espressione di scherno, l’ultima presa in giro, il suo fallimento.
Cos’hanno mai fatto per meritarsi questo?
Non me ne vado.
Non più.
Resto qui.
Dentro il buio.
   
 
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