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Autore: Himmie    30/12/2013    1 recensioni
Tom, Bill, Gustav e Georg, e qualche personaggio inaspettato, nella notte più lunga dell’anno.
Gli intrecci non mancano: brinderemo felici ad un lieto fine?
Piccola one shot, per il trentuno dicembre. :3
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Sorpresa, Tom Kaulitz
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Midnight Memories 

 
 [ Ci rivediamo in fondo, spero!
Voglio salutarti, o lettore! :3 ]
 
 
Bill
“Mi annoio a questo party…” pensai, guardando Kathe, mia amica praticamente da sempre, chiacchierare con lo sciame di ragazzi che le ronzava intorno da ore.
Non ne ero affatto stupito, comunque: era bellissima, un semplice vestito nero attillato, in pizzo, a maniche lunghe e con una profonda scollatura sulla schiena, davvero di classe.
I tacchi neri decorati con un fiocco di velluto in punta, la rendevano alta almeno quanto me.
La musica si fermò per qualche secondo, la voce del Dj annunciò: “Mezz’ora alla mezzanotte!” e il caos ripartì più forte di prima, tra gli schiamazzi generali.
Kathe mi si avvicinò senza che quasi me ne accorgessi. “Annoiato, Billie? - chiese, porgendomi un bicchiere di spumante, che accettai ben volentieri. -Tutto solo, in questo angolo…”
Annuì, cercando di sovrastare con la voce il rumore: “Tom è impegnato, Georg è sparito e ho perso di vista anche Gustav. Che tristezza. - sorseggiai un po’ di liquido dolciastro. - ah, e la mia migliore amica è troppo impegnata ad essere corteggiata per stare con me.”
Kathe rise, sbuffando. “Stai scherzando? Quelli sono solo una palla al piede – indicò con lo sguardo i ragazzi a qualche metro di distanza – sei molto meglio tu, diva lunatica del mio cuore!”
“La smetti?” la fulminai, non nascondendo un sorriso che si andava formando sul mio volto.
Non avrei mai ammesso che adoravo quando ci lanciavamo insulti, litigare era il nostro miglior passatempo.
“Che ne dici di andarcene?” propose lei, quasi improvvisamente, dopo qualche attimo di silenzio tra noi.
La guardai stranito, poi sorrisi, ed ebbi un’idea.
“So anche dove. Vieni con me.” Le presi una mano, e scansando la miriade di gente uscimmo da quell’attico affollato.
 
 
Tom
“Amore?”
Mi risvegliai dai miei pensieri, e smisi di fissare lo champagne che avevo ancora in mano da dieci minuti.
“Potresti finirlo, almeno.” Mi sorrise lei, alludendo al bicchiere praticamente pieno.
Annuì, confuso, ed bevvi tutto d’un fiato.
“Questo è il Tom che riconosco. - Ria prese a sistemare il colletto della mia camicia, e mi sorrise:  - Perché mi hai portato sulla terrazza, almeno questo posso saperlo? Fa fresco qui…”
Senza pensarci la strinsi a me, e lei rise.
“Ci pensa Tomi a tenerti al caldo!”
Continuò a ridere, circondandomi con le sue braccia nude.
“Ed il panorama è bello.” Aggiunsi, guardando Amburgo illuminata.
“E’ bellissimo - confermò Ria, soffermandosi a guardare tutte quelle luci - Ma è tutta la sera che sei davvero strano.” Riportò il suo sguardo su di me.
“Io, strano?” feci un sorrisetto sbieco, staccandomi un po’. “Che dici? Sono tranquillissimo!”
Cazzata, Tom. E lo sai.
Tossicchiai: “In realtà – racimolai coraggio – ti devo dire una cosa importante.” appoggiai il bicchiere vuoto sul cornicione del balcone, e tossì ancora.
Mi stavano tremando le mani.
Ria increspò le sopracciglia: “E cioè?”
 

Georg
Giungemmo in un angolo della casa lontano dal party, per precisione in una stanzetta che pareva essere un salottino, con grandi vetrate che davano su Amburgo.
Non potevamo litigare nel bel mezzo della festa, mi ero detto.
Quell’attico era enorme, trovare una stanza lontana dal rumore non era stato difficile.
“Non si può andare avanti così...” mormorò lei, spezzando il silenzio.
Spalancai gli occhi, per poi ridurli a due fessure.
“Si può sapere che stai dicendo?” quasi urlai, non sarei più riuscito a controllarmi, e l’alcool di quei due bicchieri di prosecco non aiutava.
“Abbassa la voce – mi riprese lei – vuoi che ci sentano tutti?”
“Che sentano!” sbottai, accecato dalla rabbia. “Tanya, che stai dicendo?” ripetei una seconda volta.
“Io…”
Sospirò, come se stesse cercando le parole giuste.
Cercai il suo sguardo, e i suoi occhi chiari erano quasi inondati dalle lacrime.
“Mi dispiace, Georg. Non ce la faccio ad andare avanti così: litighiamo ogni giorno, tu sei sempre stressato, ed io non so se riesco a portare avanti tutto questo.”
Ascoltai in silenzio tutto ciò che aveva da dirmi, perdendo un battito ad ogni parola.
“Da quando vi siete messi ad incidere il nuovo album…- si portò una ciocca bionda sfuggita dalla coda dietro le orecchie – voi…tu, passi la vita lontano da casa. Pensavo ce l’avremmo fatta come sempre, ma non è così, Geo: io non ce la faccio. Credevo sarebbe stato come quando ci siamo messi insieme, anni fa, ma ho capito che non ce la faccio, io non ce la faccio.”
Scoppiò a piangere silenziosamente, ed io la fissavo senza fare nulla.
Nell’ultimo anno, avevamo ripreso seriamente ad incidere per il nostro nuovo album, e molto spesso ero lontano da lei, da casa.
Ma anche quando era uscito Humanoid, qualche anno prima, quando abbiamo iniziato a frequentarci, la mia vita non era altro che essere impegnati e lavorare praticamente sempre; eppure ce l’avevamo fatta, io e lei.
Qualcosa era cambiato, ma io non potevo accettarlo.
“Georg… - sospirò. – mi dispiace, ma…”
 

Sallie
“Finalmente!” gioì Andreas vedendomi entrare nell’appartamento – sei in ritardo, e mi stavo preoccupando!” mi riprese.
“Lo so, lo so!” risposi ancora col fiatone. “E’ che ero di turno all’ospedale fino ad un quarto d’ora fa, e quindi…”
Il ragazzo mi afferrò per un polso, ed iniziò a trascinarmi per la sala, evitando la folla.
“Sì, lo so: la brava infermiera che salva vite anche nella notte di Capodanno; ma adesso devi pensare alla tua di vita!” mi disse, sovrastando il rumore.
“Da quando sei così saggio, Andi?”
“Da quando ho bevuto un sacco di drinks, credo.” Borbottò.
“Lui dov’è?” chiesi, quando arrivammo all’inizio di un corridoio poco distante dalla stanza dove si teneva quell’enorme festa, ma dove finalmente riuscivo a sentire i miei pensieri, siccome era molto più silenzioso.
“Terza stanza, a sinistra.” indicò. “E non entrare in nessun’altra, potresti trovare strane sorprese…”
“Non voglio sapere come i tuoi ospiti usano le stanze di casa tua, Andi!” esclamai.
Lui rise: “Se tutto va bene, tu farai la stessa cosa tra poco!”
Gli tirai uno schiaffetto sul braccio, divertita.
“Comunque, sei bellissima, Sallie.” mi disse dopo poco, sorridendomi.
Guardai timidamente il vestito bianco comprato nei saldi nel negozio vicino casa.
“Ti adorerà. Anche se sei senza trucco!”
“Ho appena finito di lavorare!” lo ripresi “non avevo tempo anche di truccarmi, è già tanto mi sia cambiata d’abito!”
“Dai, scherzavo! – ridacchiò – e adesso vai!” mi spinse verso il corridoio.
Mi voltai un’ultima volta mentre mi incamminavo: ‘Buona fortuna’ mi mimò Andi con le labbra, e sorrisi, non nascondendo il mio nervosismo.
 
 
Bill
“Adesso mi dici dove siamo?” mugugnò Kathe.
Roteai gli occhi. “No, mai! - le risposi – tanto lo vedrai!”
La sentì sbuffare.
“Quando fai così ti odio, Willheim.”
“Ed io odio quando mi chiami così – risposi a tono – ed adesso rilassati e lasciami guidare!”
Grazie al cielo, essendo la notte di Capodanno, non c’era nessuno per le strade, ma erano tutti rintanati in qualche festa.
Io, la mia Audi A7 e lei, ci avviavamo in periferia.
Frenai un po’ bruscamente, dopo una decina di minuti.
“Eccoci.” Annunciai solo.
La trascinai dentro all’edificio, andando verso un punto ben preciso, conoscevo quel posto come le mie tasche.
“Ma questa benda sugli occhi era proprio necessaria, Bill?”
Ridacchiai; “Ovvio, Kathe!” ammiccai, anche se lei non poteva vedermi.
La spinsi con delicatezza dentro l’ascensore, e schiacciai il cerchio luminoso contro la parete indicante il numero 25.
“Dove siamo?” mi chiese, ancora, forse un po’ spaventata, percependo il pavimento tremare a causa della salita.
“Tu non ti preoccupare.” feci un sorrisetto, pregustando la sua espressione quando le avrei finalmente svelato la sorpresa.
 
 
Georg
“Tra noi è finita.” Mi disse Tanya, decisa.
Cercai di formulare una frase con un senso, di chiedere perché, ben sapendo comunque il motivo.
Chiusi gli occhi, sospirando.
Non potevo credere succedesse davvero.
“Un quarto d’ora a mezzanotte!” Sentì una voce, ed un boato in lontananza.
La vidi oltrepassarmi, e correre fuori dalla stanza, in lacrime.
Mi portai le mani tra i capelli, e preso dall’ira rovesciai un tavolino e il vaso su di esso con un calcio.
Avrei voluto urlare, e lo feci, ma non mi sentì meglio.
Non  ero dispiaciuto, solo arrabbiato: sapevo sarebbe finita.
Ma non pensavo così, ecco tutto. Non pensavo in quel modo, e così presto.
Merda.
Uscì da quella stanza maledetta, e qualcuno mi venne addosso.
“Che cazzo fai?!” urlai, coi nervi a pezzi.
Abbassai lo sguardo, ed una ragazza mi fissava spaventata.
“Pensavo ci fosse il bagno, scusami…” mormorò terrorizzata.
Era minuta, con dei lunghi e lisci capelli castani, una curata frangetta e splendidi occhi marroni.
Un vestito azzurro cielo fasciava il suo corpo ben proporzionato, ma…sul petto e sulla pancia, c’era una strana macchia: sembrava vino, vino rosso.
“Oggi continuo a fare casini…” mormorò ancora, distanziandosi da me ed andandosene.
Qualcosa in me, mi disse di non lasciarla andare.
“Aspetta!” la richiamai.
Una forza sconosciuta mi attirava verso quella ragazza.
Lei si voltò.
Mi scusai, ero stato troppo brusco.
“Il bagno comunque è dall’altra parte della casa. Vuoi…vuoi che ti accompagni?”
Lei mi guardò stranita, ma accettò.
“Mi chiamo Claire, comunque.”
“Ed io sono Georg.”
 
Sallie
Non bussai.
Presi un sospiro ed entrai.
La stanza era al buio, ma vidi la sua sagoma contro le vetrate: stava guardando Amburgo illuminata.
Aveva le mani in tasca, e sembrava rilassato.
“Ehi.” Mormorai, nel silenzio.
Si voltò di scatto.
“Sallie?” chiese, riconoscendo la mia voce.
“Sono io, sì.” Risposi, avvicinandomi.
“Cosa…cosa ci fai qui? Non lavoravi, stasera, e -”
Presi coraggio, e senza preavviso posai le mie labbra sulle sue, in un lungo bacio, che lui ricambiò.
Ci staccammo per prendere fiato.
Percepì il suo sorriso, mentre mi stringeva a sé.

 
Bill
L’ascensore si fermò con un trillo, e le porte si aprirono.
Una ventata di aria fredda ci investì.
“Bill?!” chiese Kathe, quasi spaventata.
La presi per mano, e lentamente iniziai a camminare davanti a noi.
Ringraziai il cielo che indossassimo qualcosa di pesante che ci tenesse caldo.
“Siamo allo studio di registrazione.” mormorai, avvicinandomi a lei, che indossava ancora la benda. “Sul tetto.” precisai.
Il suo volto si aprì in un sorriso.
Quello era il posto dove ci eravamo conosciuti, anni prima, durante le registrazioni di Zimmer 483, addirittura!, essendo lei figlia di uno dei nostri produttori
“E perché mi hai portato qui?” chiese beffarda.
“E’ quasi mezzanotte…” le slegai lentamente la benda. “e tra poco, vedrai.”
 
 
Georg
“…e così mi ha rovesciato addosso tutto il bicchiere, quel cretino!”
Claire terminò il racconto, ed io non potei non trattenermi dal ridere.
“Ti sembra divertente?” chiese, ridendo a sua volta.
“Molto!” precisai, tenendomi la pancia con le mani.
Lei scosse la testa, e guardò in basso.
“La tua idea di metterci l’acqua ha completamente rovinato il vestito, Georg!” piagnucolò.
Continuai a ridere, mentre lei mi fissava.
Quella ragazza non era timida come mi era sembrato all’inizio, ma vivace e solare.
Dopo essere arrivati in bagno, le avevo proposto di bagnare il vestito con dell’acqua, e lei mi aveva ringraziato.
Stavo per andarmene, ma lei mi aveva chiesto di rimanere. “Almeno non passiamo la mezzanotte da soli.” aveva detto.
“Georg…” mi chiese, mentre si puliva alla meglio con della carta per asciugarsi le mani – ho visto una ragazza correre via dalla stanza…e sentivo urlare…”
Serrai le labbra.
“E’ la mia – indugiai – è la mia ex. Abbiamo litigato, e ci siamo lasciati.”
“Oh.” Soffio Claire.
“Ma non fa nulla, tranquilla. Doveva succedere, insomma, me lo aspettavo.”
Ci fu un attimo di silenzio.
“Il mio ex mi ha lasciato nel giorno del mio compleanno, pensa.” parlò.
“Deprimente…proprio un cretino; forse più di quello che ti ha macchiato il vestito!”
Scoppiamo a ridere entrambi.
“Sei simpatico, Georg.” Mi sorrise.
“Lo sei anche tu, Claire.” Contraccambiai il sorriso.
Ci guardammo per qualche secondo, e la distanza tra noi diminuiva.
Ci fermammo, consci che non era il momento.
“Che ore sono?” mi chiese, tornando solare.
Guardai l’orologio: “Pochi minuti a mezzanotte.”
“Dici che…se corriamo, torniamo in tempo, alla festa?” chiese.
“L’ultimo che arriva…beve un intero bicchiere di vino rosso!” sghignazzai.
“Smettila!” mi riprese, divertita.
E già aveva iniziato a correre.
 
 
Tom
“Allora?” mi chiese ancora la rossa di fronte a me.
Recuperai dalla tasca dei miei jeans, stranamente attillati, una piccola scatolina in velluto nero.
La vidi portarsi le mani al volto, e gli occhi si spalancarono. “Oddio.”
Mi inginocchiai, non senza fatica: non ero abituato a quel genere di cose!
“Tom, cosa stai facendo?” mi chiese, la voce tremante per l’emozione.
Sorrisi, ed alzai lo sguardo su di lei, che aveva le lacrime agli occhi.
“Ria - esordì – stiamo insieme da qualche anno, ormai. Ne abbiamo passate di tutti i colori: fans che ci hanno odiato, e dicevano stessimo insieme per pubblicità, o qualcosa di simile – scossi la testa, scettico – paparazzi, litigate, decine servizi di porcellana rotti… - lei sorrise – ma tu mi hai accettato per quello che sono, anche in questi anni in cui non sono più stato sotto le scene. Non sono ‘il chitarrista dei Tokio Hotel’, ma solo Tom. Il Tom che si sveglia tardi, che non mette mai in ordine; il Tom che insiste a portare Bill ai nostri appuntamenti; il Tom che fotografa insetti, e che posta un video dove fa suonare la chitarra a Scotty… - lei rise, e fu la risata più bella che sentì nella mia vita.
“Ma per farla breve, Ria – presi fiato – tu ci sei sempre stata, ed ora voglio esserci anche io per te, sempre. Questa è la mia promessa.”
Aprì la scatolina: l’anello lo avevo scelto con Bill, e dall’espressione che lei fece, direi che avevamo azzeccato.
“Ria – feci una pausa – vuoi sposarmi?”
 

Sallie
Io ti amo, Gustav.” Dissi, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
I suoi occhi nocciola si illuminarono.
“Avevo paura, a dirti di sì, quella sera, e di metterci insieme. Ho il mio lavoro, voglio fare carriera, e tu nell’anno che sta per iniziare ricomincerai ad essere un batterista a tempo pieno…”
Rimase in silenzio, vicino a me.
“Ma ora mi sono convinta. Ti amo. E non c’è null’altro da dire.”
Mi schioccò un bacio sulle labbra.
“E grazie ad Andreas, finalmente ti ho trovato da solo, ed abbiamo potuto parlare.” ammiccai.
“E sono contento che tu abbia parlato. Ti amo. Ti amo, Sallie.” Mi mormorò.
Ed io, in quel momento, non avrei potuto essere più felice.
 
Un minuto alla mezzanotte!
 

Tom
Avevo il cuore in gola, le ginocchia iniziavano a tremarmi, avevo freddo.
Ria mi aiutò ad alzarmi, rimanendo in silenzio.
Temetti per il peggio, e continuai ad osservarla in ogni suo movimento.
Sul suo volto, dopo qualche secondo, apparve un sorriso emozionato e felice.
“Si.” Mormorò tra le lacrime.
“Eh?” chiesi incredulo, ben avendo capito la risposta.
“SI!” gridò lei saltandomi al collo, ed io la strinsi più forte che potevo.
“Ci sposiamo.” Dissi incredulo “Il Sexgott ha trovato moglie!” annunciai, felice, prendendola in braccio.
“Che fai?” mi chiese divertita, dimenandosi. “Mettimi giù, Tom!”
“Andiamo a festeggiare!” gridai, entrando dentro all’attico.
 
 
Dieci! Gridò Andreas nel microfono rubato al Dj;
 
Nove… mormorò Tanya, osservando Georg entrare nella stanza tutto trafelato;
 
Otto! sorrise Gustav sulle labbra di Sallie;
 
Sette! rispose lei, sorridendogli;
 
Sei! gridò Ria, stringendo la mano di Tom, col suo nuovo anello al dito;
 
Cinque! gridò più forte Tom;
 
Quattro! urlò Georg, col poco fiato rimasto;
 
Tre! disse Claire, stringendosi al ragazzo;
 
Due, mormorò emozionata Kathe
 
Uno…sussurrò Bill
 
Gli champagne furono stappati, la musica tornò a far tremare l’attico, mentre tutti si davano alla pazza gioia per celebrare il nuovo anno.
I suggestivi fuochi d’artificio partirono, ed illuminarono il cielo di Amburgo coi loro colori sgargianti: rosso, blu, giallo, verde, bianco!
 
“E’ bellissimo!” urlò Kathe, stringendosi a Bill.
Bill rise di cuore, mentre sul tetto più alto della città si godevano quello spettacolo meraviglioso.
“E’ la cosa più bella che abbia mai visto, da quassù si vede tutto benissimo!” continuò entusiasta la ragazza.
Bill come risposta la strinse a sé, felice come mai prima d’ora.
 
 
Il nuovo anno era appena iniziato, e molti altri inizi c’erano stati.
Alcune altre storie erano finite, ma non tutto era perduto.
Il nuovo anno avrebbe portato tante novità, e i ragazzi erano curiosi di conoscerle tutte: Tom e Ria, Gustav e Sallie, Georg e Claire, guardavano al futuro con speranza, insieme.
 
e Bill e Kathe?
 
 
Poco dopo
 “Sei sicura che non ci stia, un bacio di mezzanotte?”
“Bill!” trillò Kathe “Io e te siamo solo amici!”
“Dai, avanti, un bacino piccolo piccolo!”
“No.” Rispose categorica, ma divertita, la ragazza.
“Sei cattiva!”
“E tu sei una diva lunatica.”
“La smetti?”
“Smettila tu!”
“Sai che ti dico, Kat?”
“Cosa?”
“Ti voglio bene.”
Kathe si voltò verso di lui.
“Io no!” rise.
“Possibile che devi rovinare ogni momento romantico?” chiese Bill, infastidito.
“Ovvio!” rispose lei ammiccando.
Scoppiarono a ridere, Kathe appoggiò la sua testa sulla spalla del ragazzo.
“Ah, Bill?”
“Mh?”
“Buon anno. E…ti voglio bene. Tanto.”
Bill sorrise, stringendosela a sé.
“Buon anno anche a te, Kathe.”
 
 
 
 
 
Ed eccomi qua!
Se siete arrivati fin qui, meritate un premio ahahah
Questa one shot è per celebrare la fine dell’anno, anche se un po’ in anticipo, e per pubblicare l’ultima cosa del 2013 - aw -.
E’ stato un parto scrivere lol soprattutto perché avevo tutte le idee in testa, ma metterle giù e cercare di far quadrare la tempistica non è stato facile!
Spero che il risultato non sia molto male :)
 
Piccola nota su Ria: molte non la possono vedere, quindi beh…spero non abbia dato fastidio a nessuno!
Se lo ha fatto, immaginate che la ragazza di Tomi in questa storia sia…hm, Ludo? Ahah ok, meglio di no
E seconda piccola nota sul titolo (?): ho dovuto rubare un titolo degli One Direction, ma solo perché calzava a pennello lol
 
Ora, auguro a tutte voi Aliens un fantastico 2014 :3 e questo deve essere il nostro anno! Quei crucchi torneranno! #YES
 
Un bacio a tutte/i, vostra,
 
-m;
 
  
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