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Autore: Silvi_MeiTerumi    30/12/2013    1 recensioni
Hanna è una ragazza come tante, vive con la madre e il fratellino Danny.
Ha un' amica, Ellie con cui condivide tutto.
A Sydeny conoscerà quattro ragazzi che le scombusseleranno la vita, sopratutto uno di questi.
Ognuno ha dei segreti che alla fine vegono a galla, riuscirà Hanna a tenerseli stretti?
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton, Irwin, Calum, Hood, Luke, Hemmings, Michael, Cliffors, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TOWERS

 
Sadness.
 
La tristezza è uno stato d’animo difficile da descrivere.
Quando la tristezza prende il sopravvento, non hai voglia di fare niente, ti angosci per ogni cosa, non sai come affrontare i problemi della vita, non hai una persona su cui fidarti, ti si chiude la gola e il cibo non arriva allo stomaco, la malinconia è il tuo pensiero fisso.
Piangere è tutto ciò che sai fare, ti rinchiudi nella tua corazza e scivoli contro il muro portandoti le mani sopra gli occhi. Nessuno deve vederti cosi debole.
Le giornate di Hanna iniziano con lo sciacquarsi gli occhi pieni di dolore e ricoprirli di una gioia finta, tira un sorriso per non far preoccupare la madre intenta a prepararle una colazione che lei non toccherà. Saluta con un bacio il fratellino Danny a capotavola intento a mangiare i suoi cereali al cioccolato.
Prende il secondo bus che passa a pochi passi da casa e si siede nelle prime file, guarda il cielo in cerca di speranza.
E Hanna è cosi, una ragazza che ha la tristezza nell’anima. Da quando si è trasferita a Sydney con la madre e il fratellino, la sua vita è cambiata.
Sono due mesi che abita nel centro trafficato e passa le giornate a casa a leggere.
Non esce spesso perché non ha amiche, a parte una ragazza conosciuta nei primi giorni in cui aveva varcato la soglia della scuola. Ellie è una delle poche persone che ha osato avvicinarsi a Hanna, non perché ella fosse spaventosa, era una ragazza normale.
Aveva i capelli biondi e gli occhi verdi di una felicità spenta, ma con il suo carattere tendeva ad allontanare le persone, troppe delusioni, troppe prese in giro.
Quel giorno d’autunno Ellie si avvicina a Hanna e la travolge con il suo sorriso, la trascina in classe perchè non possono mancare a matematica.
Hanna sbuffa e non fa a meno di alzare gli occhi al cielo sentendo i commenti della mora riguardo al professore Jason, che a detta della amica è un bell’uomo.
Le due tenendosi a braccetto si dirigono verso l’aula in fondo a destra.
 
Le lancette scorrono lente e il picchiettare del gesso sulla lavagna non fa altro che annoiare Hanna che cerca di capire ogni singola parola del professore.
Deve prendere la sufficienza nella prossima verifica, non può deludere le aspettative della madre.
Storce il naso e mastica la matita, ci rinuncia, deve chiedere aiuto a Ellie, senza dubbio.
-Pss, Ellie- la chiama sussurrando il suo nome – dopo devi aiutarmi in matematica, non ci ho capito un tubo – sbuffa cercando di non farsi beccare dall’uomo girato di spalle.
-Ovvio, ti aiuto io – le promette la compagna di banco prima di riprendere a scrivere sul quaderno lilla.
Hanna è solita a perdersi nei suoi pensieri quando è distratta. Pensa a come sarebbe magnifico non essere lei, pensa a come può rivoluzionarsi, vuole essere diversa, vuole poter essere felice.
Il padre ha abbandonato mamma per una nuova compagna, il classico. Certo, non è l’unica a cui succede, però per capire il dolore che si prova devi passarci sopra.
Pensa ai pianti di Danny quando voleva papà, a quando voleva giocare a calcio con lui che era capace e non con lei che non sapeva nemmeno centrare la porta.
Pensa a mamma, a quanto ha pianto. La sente di notte quando si alza e va di sotto per svuotare l’ennesimo cartona di latte, sente quando accende la tele e guarda quei film romantici che non le piacciono nemmeno, li guarda solo per deprimersi.
Pensa alle sue vecchie amicizie, a quanto sia stata stupida a fidarsi di quelle persone che si definivano sue amiche.
Serra i pugni e posa lo sguardo sul quaderno ancora bianco.
Prende un respiro e all’udire della campanella si alza e sorride a Ellie, non facendo trasparire la sua tristezza.
 
-Come ti sembra la pizza? – le chiede Ellie mentre si sporge a guardare il cibo esposto in attesa di una riposta della bionda.
-Oggi mi sembra invitante- risposte prendendo una mela e un succo. Deve restare in linea.
E le due dopo si dirigono al loro tavolo, si siedono e parlano delle novità, ma che di nuovo non hanno proprio niente.
-Dylan mi ha scritto ieri – se ne esce la mora attirando l’attenzione di Hanna.
-Ma no dai, è un cazzone Ellie! – ed è veramente così, non le è mai stato simpatico. Troppo sicuro di sè.
Un sospiro le fa capire che è meglio tralasciare e cambiare argomento.
-Comunque oggi pomeriggio devi uscire con me e Calum – gli occhi verdi di Hanna si alzano dal suo piatto e inarca un sopracciglio e un – mi prendi in giro? – esce dalle sue labbra.
-No. E poi ti diverti, sai che lui ti fa sempre ridere – e l’ennesimo pensiero.
Calum Hood era un diciassettenne dagli occhi dolci che aveva conosciuto grazie ad Ellie a una settimana arrivata a Sydney. Il sorriso del moro l’aveva colpita, era simpatico e anche se le sue battute erano squallide lei rideva per non offenderlo. Amava le caramelle gommose e non le condivideva con nessuno. Era buffo e amava i Blink 182, anche il gruppo preferito di Hanna.
Accettò, non voleva stare rinchiusa in casa.
 
Le tre erano scoccate da cinque minuti e le due amiche aspettavano il ragazzo sedute sulle panchine del parchetto immerso nel verde.
-Salve bellezze – le salutò il moro prima di abbracciarle e scompigliare i capelli a Ellie che in risposta le si colorò il viso di rosso.
-Ciao Cal – salutò Hanna soridendogli.
-Sei venuta finalmente, pensavo fossi morta nella tua stanza – ridacchiò prima di ricevere un leggero pugno.
-Andiamo all’Happy?- propose Ellie per poi ricevere conferma dai due.
Si incamminarono e dopo dieci minuti si ritrovarono seduti nell’accogliente bar dove erano soliti andare per studiare o per prendersi un thè.
-Devo raccontarvi una cosa!- se ne uscì Calum esultando e guardando le ragazze.
Incuriosite le due lo invitarono a continuare e tesero le orecchie.
-Oggi Emma mi ha chiesto d’uscire! – non finì la frase che –Anche Dylan me l’ha chiesto – di Ellie lo fece imbronciare.
-Ma è un cazzone – dichiarò Calum esasperato portandosi una mano nei capelli.
-L’ha detto pure Hanna, ma anche Emma lo è! Al femminile ovviamente – dichiarò la mora sorridendo compiaciuta.
Hanna ascoltava in silenzio e si domandava cosa avessero quei due al posto del cervello, erano sempre indecisi sui loro sentimenti.
E dopo battute non molto carine sugli uscenti di entrambi l’argomento cambiò.
-E tu?- accennò Calum rivolgendosi alla bionda intenta a bere il suo bicchiere di frullato.
Inarcò le sopracciglia non capendo quando – A Hanna non piace nessuno – rispose amareggiata Ellie scuotendo la testa.
-Non trovo nessuno che sia interessante- si cercò di giustificare guardando fuori della vetrata.
Dei risolini la fecero sbuffare e rivolse ai due uno sguardo omicida.
 
Il sole stava calando e i tre amici camminando vicino passarono per le vie illuminate della città che quel giorno erano meno trafficate.
Il silenzio venne rotto da un saluto inaspettato da parte di un biondo che si fermò di fronte a Calum.
-Luke – si sorrisero e lo sguardo azzurro di Luke si posò sulle due ragazze che lo fissavano.
-Ellie e Hanna lui è Luke, un mio amico – li presentò e Hanna poté sentire i brividi attraversarle il corpo quando il ragazzo biondo sorrise, e pensò che i piercing fossero diventati sensati tutto d’un tratto, quel sorriso la fece imbarazzare.
-Sabato sera c’è una festa in discoteca, venite? – propose Luke poggiando una mano sulla spalla di Calum, il quale annuì energicamente.
-L’invito è anche per voi- continuò poi guardandole in attesa di risposta.
Per una volta Hanna pensò che divertirsi l’ avrebbe fatta stare bene e – Si, verremo – di Ellie la fece sorridere.
-Ottimo, vi aspetto. Alle nove – confermò il tutto prima di salutarli con un cenno di mano.
-Come hai detto che fa di cognome? – chiese Ellie dopo che Luke sparì dalla visuale.
-Non l’ho detto – esclamò Calum guardando spaesato la mora ma non ricevendo segni di vita dall’amica incantata a fissare un punto indefinito – Hemmings, è in classe con me – a queste parole Ellie alzò gli occhi al cielo e cominciò a canticchiare qualcosa.
Hanna scosse la testa divertita e seguì i due che avevano ripreso a camminare verso casa.
Forse la tristezza era destinata a scomparire, pensò la bionda.
 
 
Che dire, eccomi qui con questa nuova ff sui 5 Seconds of Summer :)
Cosa ne dite? Fa schifo, vero?
Devo dire che non so spiegarmi il perché ho deciso di scriverla, forse perché avevo bisogno di ‘sfogarmi’ scrivendo.
In questa long il personaggio di Hanna si ispira a me, e nel corso della storia ho deciso di mettere dei personaggi con i caratteri di alcune persone che conosco.
Voglio mettere un po’ della mia vita in questa storia.
Ok, a voi non può interessare :’)
Ma ci terrei molto che recensiste per farmi sapere se devo continuare o no, altrimenti cancello la storia e faccio prima lol.
Un’ultima cosa, i personaggi verranno analizzati meglio nei seguenti capitoli e Michael e Ashton entreranno in scena :)
Non preoccupatevi ahaha :)
Alla prossima ( spero ) <3

 
  
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