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Autore: LORIGETA    22/05/2008    12 recensioni
Lo stava guardando di sottecchi, seduta nel grande letto della loro elegante camera matrimoniale, con il corpo fasciato fino al seno da un sottile lenzuolo bianco. Il suo viso era pallido, tirato, segnato da profonde occhiaie scure e come se non bastasse sentiva un grosso peso sullo stomaco. Bulma fece un lungo respiro per cercare di rilassarsi, ma bastò che ripensasse al sonno agitato di lui, per avvertire una stretta al cuore.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Goku, Trunks, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Per un molare…

 

Di

 LORIGETA 

 

Lo stava guardando di sottecchi, seduta nel grande letto della loro elegante camera matrimoniale, con il corpo fasciato fino al seno da un sottile lenzuolo bianco.
Il suo viso era pallido, tirato, segnato da profonde occhiaie scure e come se non bastasse sentiva un grosso peso sullo stomaco.
Bulma fece un lungo respiro per cercare di rilassarsi, ma bastò che ripensasse al sonno agitato di lui, per avvertire una stretta al cuore.    
Troppi pensieri le correvano nella testa e uno in particolare stava mettendo a repentaglio la sua stabilità mentale.  
A fatica si sporse leggermente, accese la luce sul comodino e rimase in silenzio per fare il punto della situazione, che purtroppo non era affatto confortante.
Era passato tanto, tantissimo tempo, da quando ricordava di aver visto Vegeta così nervoso: da giorni i suoi occhi sembravano più cupi, come velati da una profonda angoscia ed evocavano in lei vecchi e dolorosi ricordi.   
Non riusciva a capire cosa stesse accadendo al suo uomo ed era una vera e propria tortura non potergli essere di conforto.
Doveva fare qualcosa: non sarebbe andata al lavoro quella mattina. Le sembrava molto sconveniente lasciarlo solo in quello stato, valeva la pena di mandare al diavolo la riunione con i dirigenti della società per stargli accanto.     
Il principe stava infilando con lentezza la tenuta da combattimento, era taciturno e assorto e nell’accorgersi di essere osservato fece una leggera smorfia muovendo appena le labbra sottili, si poteva quasi considerarlo una sorta di sorriso.
“Tutto bene?” Domandò lei con un filo di voce, cercando di non guardare quei pantaloni che aderivano perfettamente alle cosce muscolose. 
Era innegabile che trasudasse sex appeal da ogni poro della pelle.
Vegeta reagì con indifferenza, annuendo con il capo e chiudendosi poi in un silenzio tombale, ma ebbe difficoltà nell’abbottonare la cintura tradendo così un certo disagio.
Ostinata com’era la Brief non intendeva lasciar cadere l’argomento, anzi tornò subito alla carica con un’altra domanda sfidando quello sguardo enigmatico da cui non trapelava niente.  
“Stanotte mi hai svegliata. Parlavi nel sonno, ti sei girato e rigirato molte volte... sembravi sofferente.” Parlò con tono pacato, ma in risposta non udì altro che un lieve sbuffo.
Lo vide sprofondare sulla poltrona per calzare gli stivaletti e mentre guardava fuori dalla finestra la luce dell’alba, i suoi occhi erano perduti lontano.  
“Cavolo!Cavolo! Devo arrivare al nocciolo della questione!” Bulma sapeva bene quanto fosse difficile oltrepassare la barriera che Vegeta aveva innalzato.
 Soprattutto quando non voleva che lei si impicciasse di cose che non la riguardavano.
“Ma perché ti tieni tutto dentro? Forza dimmi che succede, c’è qualche nuovo pericolo per la terra?” Gli sorrideva con calore,cercando di mascherare l’apprensione in piedi accanto al letto.
Lui non fiatò e rimase immobile con una mano sullo stivale e l’altra sospesa a mezz’aria, esasperato dal troppo interessamento.  
Dunque non si era sbagliato, ne stava avendo la conferma: quella terrestre caparbia e geniale possedeva anche facoltà paranormali, sembrava potesse leggerli nella mente o, peggio, nel cuore.
Grugnì e si sollevò; era già pronto per dileguarsi, ma si volse a gettarle un’occhiata arrogante poi, però, deglutì colto da una fitta di dolore e da un crescente panico.
Come poteva dirle apertamente di soffrire di un malessere tipicamente terrestre?
Aveva vergogna, una profonda vergogna e lottava contro quel male che risalendo fino al cervello gli punzecchiava i gangli nervosi e stava divenendo insopportabile.
 “Vegeta! Sei pregato di rispondermi prima che mi metta ad urlare! Stai male, te lo leggo in faccia!” 
Bulma infilò la vestaglia e mosse alcuni passi scalza sul pavimento di parquet, dopotutto l’aveva sempre avuta vinta nelle loro dispute Senza esitazione si fermò alle sue spalle.  
“Sono preoccupata per te.” Sospirò, guardando la sua schiena e riuscì a stento a controllare l’impulso di accarezzarla, conosceva ogni cicatrice che sfregiava la sua pelle bianca.
“Ho detto che va tutto bene, sei sorda?” Il saiyan riuscì a farla zittire con l’impeto del suo carattere esplosivo, ma solo per breve durata.  
Incrociò le braccia al petto e non riuscì a nascondere un’altra smorfia di dolore, a quel punto lei evitò di insistere, era meglio concedergli un po’ di tempo senza stressarlo; era pallido come uno spettro.
“D’accordo, faccio una doccia e scendo a prepararti la colazione.” Bulma sollevò appena la camicia da notte scoprendo così le splendide gambe, ma la lasciò ricadere alle parole di lui.   
“Non ho fame, ci vediamo più tardi!”Aveva stretto gli occhi come fessure e le parve che respirasse appena, trafitto da un nuovo spasimo.
“Tu … Tu non hai fame?
E’grave, molto grave!”Sconvolta e allarmata frugò nella tasca, ed estratto il pacchetto si accese una sigaretta per evitare un imminente attacco di nervi.
“Senti mio caro saiyan, puoi darla a bere a chiunque, ma non a me! Avanti dimmi cosa sta succedendo! A quando il primo scontro?! Chi si è messo in testa questa volta di conquistare il pianeta? Oppure stai semplicemente male?” Quelle parole gli fecero male, era innegabile il sesto senso della sua compagna, ma l’orgoglio che scorreva nel suo sangue gli impose di negare ostinatamente.
“Non sto male! Sto bene! BENE!” si piegò e portò una mano alla fronte trattenendo a stento un urlo, stavolta gli faceva proprio male.  
“VEGETA!”
La voce di lei era esplosa e lo fece sobbalzare, Bulma si protese leggermente in avanti con le mani abbandonate sui fianchi, sfidando quegli occhi color pece.  
“Sto aspettando!” Esclamò con un’espressione irritata, pronta a subissarlo di domande fino allo sfinimento.
Quanto parlava! A differenza della stragrande maggioranza dei suoi simili, sembrava non conoscesse la parola: silenzio.
Vegeta, spazientito, le si avvicinò: era una femmina testarda ed era inutile tentare di nasconderle la verità e anche se ammetterla era infinitamente peggio di vivere un incubo, dovette fare un gran sforzo per parlare, cercando di reprimere quel senso d’imbarazzo.   
“E va bene, tanto è inutile, ostinata come sei non mi lascerai in pace! Ho mal di denti! E' atroce, contenta?” Emise un brontolio animalesco e poi impettito si allontanò verso la porta, lasciandola a bocca spalancata.
“Oh santo cielo e io che credevo chissà cosa …Mal di denti!” era certamente meno peggio della varie disgrazie che aveva ipotizzato, sospirò di sollievo.
“Aspetta un secondo, dove pensi di andare?” Gli era corsa dietro e dopo averlo superato ignorò i suoi borbottamenti e gli sbarrò il passaggio allargando le braccia.
“Togliti di mezzo, ho già perso troppo tempo in inutili chiacchiere.”Aveva le guance arrossate, segno evidente che stava per dare in escandescenze: una vena pulsava sulla sua tempia sudata.
“Dammi retta, risolveremo tutto e in poco tempo!” Ammiccò, prima di continuare la tiritera. 
“Il mio dentista di fiducia, il dottor Trotter rimedierà alla tua carie, sempre che non sia troppo tardi e gli tocchi procedere all’estrazione!” Non poteva immaginare quanto lui stesse soffrendo in quel preciso momento: carie, estrazione? 
Non gli andavano a genio quegli strani vocaboli.
“Tsk! Non vado da nessun dottore io, nessuno mi metterà le mani addosso, tanto meno estrarrà niente dal mio corpo! Sono stato chiaro?” 
Era arcistufo e benché fosse martoriato da quel molare, tentò di scansarla per dirigersi verso la camera gravitazionale.
Era troppo testardo e così poco malleabile, sempre pronto a negare qualsiasi turbamento.
“Ascoltami bene signor: So tutto io! Il fastidio aumenterà e ti consiglio di prendere almeno un analgesico se non vuoi ammattire!” Si era voltato di scatto e la stava gelando con lo sguardo, lei si avvolse nella leggera vestaglia.
“Anal …che? Non avrai in mente quelle assurde cose a punta che usi quando Bra si ammala? Supposte mi pare si chiamino!” Perché capiva sempre a modo suo? Bulma soffocò una risata e rimase ad osservare le sue spalle che si allontanarono in fretta.  
“Sono sicura che non resisterai a lungo caro mio!” Disse ad alta voce e i pochi secondi che impiegò per scendere la scalinata marmorea le sembrarono lunghissimi.
Con passo deciso, coprì la distanza dal soggiorno fino alla cucina e spalancò la porta, oltrepassò la soglia avanzando verso il giovane figlio, che si voltò e la salutò con un largo sorriso e la voce assonnata.  
“Buongiorno mamma, gradisci del caffè? L’ho appena fatto.”Il ragazzo prese una tazzina dalla credenza e la posò sulla tovaglia fiorata che ricopriva il ripiano d’acciaio del moderno tavolo, accanto ad un bricco di porcellana bianca.  
“Grazie tesoro ne ho proprio bisogno, sai, ho dormito male stanotte.”La donna si mise a sedere, voleva spiegargli l’accaduto per filo e per segno e pregarlo di non andare a scuola.
Un leggera risata le sfuggì dalle labbra e il giovane divenne sospettoso, il suo sguardo divertito non smetteva di osservarlo e celava di sicuro una notizia interessante.
“Che succede mamma? Dai spara!”
“Scusa, ma se ripenso …alla sua faccia!” Rispose, pensando di passare al figlio la regia di quella insolita giornata.
“La faccia di chi? Puoi spiegarmi? Sono curioso, ma...ti riferisci per caso alla faccia di papà?” Le gli lanciò un occhiata eloquente ed annuì con un sorriso sardonico sulle labbra rosate.
“Ah! E da quando l’espressione di papà fa ridere? Forse mi sono perso qualcosa.” Trunks si pulì la bocca con un tovagliolo, dopo aver gustato una fetta di crostata di more.
“Vedi, stamattina mi ha confessato una cosa, ero preoccupata perché lo vedevo molto nervoso e pensavo mi nascondesse una nuova minaccia.” Rimescolò con lentezza lo zucchero nel caffè e fu interrotta dalla voce del figlio.
“Hai ragione, da alcuni giorni è intrattabile. Ieri ha persino sgridato Bra, non era mai successo”. Solitamente le numerose marachelle della sorellina  erano ignorate e, specialmente il burbero principe, sembrava soggiogato al suo carisma, raramente le negava il perdono.
“Beh, alla fine come ti dicevo mi ha confessato di …” aveva ripreso a spiegarli, lo guardò con i grandi occhi azzurri così simili ai suoi e mettendoci tutto l’impegno di cui era capace terminò la frase in tono melodrammatico.
“Il grande guerriero ha mal di denti! Non riesce nemmeno a mangiare ed è sul punto di crollare, ma si sforza di apparire imperscrutabile come sempre del resto.” Era inevitabile che Trunks scoppiasse a ridere, ma ora la questione era seria, Bulma intanto pensava.
“Potresti tentare di convincerlo, a te darà ascolto. Prova a parlargli.” il giovane cercò di deglutire indeciso, tra la voglia di accontentarla e un non so che, che l’avrebbe spinto a fuggire.
“Devo andare a scuola e sono già in ritardo e poi non credo che riuscirei a farlo ragionare, ma solo ad irritarlo.” 
Il mezzosangue si sollevò, ma lei gli prese una mano e la strinse con forza, l’unica cosa chiara a quel punto era che non poteva dirle di no.
“Va bene...farò il possibile.” Quel pensiero lo fece rabbrividire.
“Grazie, ero certa che non mi avresti deluso, va da lui Trunks.” Era impensabile lasciarlo solo con quella pena; la scienziata accese una sigaretta, soffiò il fumo e lo guardò andare via. 
Pallido e sconvolto il giovane percorreva il corridoio, i suoi passi risuonavono decisi, ma si bloccò di fronte alla porta metallica della camera gravitazionale, poiché il suo cuore batteva in modo troppo irregolare.
“Che Dende mi aiuti, chissà come andrà a finire!” Incrociò le dita e tentò di farsi coraggio, era prossimo a dover affrontare le temute ire paterne.
L’udito fine di Vegeta riconobbe subito il respiro al di là della porta, aggrottò la fronte, mentre le tempie pulsavano e il dente gli doleva in modo terrificante, strinse il pugno temendo di dover sopportare le insistenze di lei e del figlio e poi spense la gravità in attesa di vederlo entrare.
La porta si aprì e la figura slanciata e solare del primogenito gli apparve dopo un breve istante, ci fu un gran silenzio, prima che riuscisse a proferire poche parole.
“Come stai papà?” Vegeta sbatté un colpo sul display della consolle e urlò a squarciagola.
“Cosa stai farneticando? Non ti ha detto niente tua madre? Mi prendi in giro?” Con quel tono lo fece trasalire. Era talmente arrabbiato che riuscì a gelarlo con il solo sguardo e lo ammutolì.
“Tornatene ai tuoi libri o alla compagnia di quel buono a nulla di Goten, non ho bisogno delle vostre sciocche attenzioni, non andrò mai da nessun dentista!”
“Papà, non puoi fa finta di niente, ti accompagno io se vuoi …” Trunks era tutto rosso, i begli occhi azzurri cercarono quelli di suo padre, si avvicinò a lui con lentezza, gli giungeva il suo respiro irregolare e capì che stava per cedere.

 

 

Continua …

 

Wew ^_^  ciao a tutti !

Eccomi a voi reduce da una situazione che ha portato praticamente tutta la famiglia ad un passo dall’esaurimento nervoso.

Il mal di denti di mio padre XD!

Lui ha il terrore del dentista e convincerlo ad andarci  è stata una impresa durissima.

Ecco il motivo che mi ha portata a scrivere questa fic benché ne abbia tante da ultimare…

Quando sono entrata nello studio odontoiatrico per accompagnare mio padre la mia mente (non del tutto sana) ha pensato a cosa proverebbe  Vegeta sotto quella tortura … con il tubicino dell’aspiratore in bocca!

Giuro che ridevo da sola e sicuramente le altre persone che sedevano di fronte a me nella sala d’aspetto mi avranno presa per pazza!!

Vabbè non voglio dilungarmi oltre, spero di non avervi schifato troppo, prometto di aggiornare in fretta…

Però fatemi sapere se vi interessa o se la devo cestinare

Sto scrivendo un nuovo capitolo di "Orgoglio e gelosia"  a presto la pubblicazione. ^^

Un bacione grande dalla vostra

 

LORIGETA ^^

 

 

 

 

  
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