Anche
se un giorno dovessi lasciarti sola e partire
Anche
se quello che pensi non lo vorresti mai dire
Io
amor mio non potrei mai farti soffrire
Tu
dentro me sei la musica che voglio sentire
Dire
che l’intera New York è in attesa di questo giorno da mesi, è riduttivo, sono i
nuovi Brangelina e oggi allo scoccare della
mezzanotte per loro non inizierà solo il nuovo anno, ma pronunceranno il
fatidico sì. Per lo scrittore Richard Castle sarà il terzo, sarà finalmente
quello giusto?
Martha spegne
la televisione per poi voltarsi verso il figlio che con naturalezza, come fosse
un giorno come tutti gli altri, sorseggia il caffè caldo dalla sua tazza
preferita.
«Ehi perché
hai spento?» chiede lo scrittore corrucciando la fronte rivolto alla madre.
«Stavo ascoltando le notizie».
«Richard,
tesoro, lo sai vero che oggi ti sposi?». Castle alza gli occhi al soffitto,
storce la bocca e appoggia al mento sul dorso della mano fingendo di pensare
intensamente. «Richard!».
«Sì, credo di
averlo segnato nel promemoria dell’iPhone. Ah quasi dimenticavo: buon ultimo
dell’anno madre». Si allunga verso la madre e la bacia sulla guancia
sorridendo, che istintivamente gli porta la mano alla fronte. «Oggi è proprio
una bella giornata».
Con un
biscotto in bocca lo scrittore sparisce
nel suo studio, ma non prima di chinarsi per farsi baciare dalla figlia
appena alzata.
«Quello era
mio padre?» chiede Alexis a sua nonna sbalordita. «Ma lo sa che oggi si sposa,
vero?». Martha annuisce senza spostare lo sguardo dalla porta dello studio del
figlio. «Ma al suo ultimo matrimonio lo abbiamo quasi dovuto sedare talmente
era agitato».
«E non l’hai
visto al matrimonio con tua madre» ricorda Martha. «Alexis, fattelo dire da una
donna che nella vita ha visto molte cose, credo sia la volta giusta». Alexis
sorride abbracciandola. «Sì, è lei quella giusta».
***
Dire
che l’intera New York è in attesa di questo giorno da mesi, è riduttivo, sono i
nuovi Brangelina e oggi allo scoccare della mezzano…
«Papà spegni
la tv ti prego!» lo implora Kate in preda ad un attacco di panico. «Io non ce
la faccio, mi viene da vomitare». La detective si porta la mano all’altezza
dello stomaco mentre il padre spegne il televisore come richiesto.
«Questo lo
prendo io». La mano di Lanie le toglie la tazza di caffè da davanti e le porge
una di decaffeinato. «E non storcere il naso, tu oggi non toccherai caffeina,
sei già abbastanza su di giri».
«Dammi il mio
caffè, immediatamente» dice Kate scandendo parola per parola. «Lanie non
scherzare, dammelo». La dottoressa scuote la testa e versa il contenuto della
tazza nel lavandino. «Me ne posso fare un al..». La dispensa è vuota, lo
scaffale dove tiene il caffè è vuoto. «Non puoi averlo fatto davvero, io muoio
se non lo bevo, fa parte del mio organismo».
«Tesoro stai
leggermente dando i numeri, ora tu ti bevi quel buonissimo decaffeinato, poi ti
vai a fare un bagno per rilassarti giusto un po’».
«Lanie non mi
posso rilassare, io stasera sposo Rick. Lo sposo, capisci “si, lo voglio” e
passo la mia vita con lui» dice gesticolando con le mani, come per specificare
la cosa.
«Neanche
dovessi andare al patibolo… Però lo immaginavo e per questo sono la tua
migliore amica». Dalla borsa tira fuori una busta. «Caso irrisolto di qualche
anno fa, così ti distrai».
«Lanie sei
sicura che stia facendo la cosa giusta sposando Rick? Non l’ho mai vista così
agitata» chiede Jim preoccupato.
«Proprio
perché è così agitata sono sicura di cosa sta facendo, le uniche volte che l’ho
vista agitata era perché sapeva cosa stava per fare ed erano scelte giuste».
***
Alexis bussa
alla porta aperta dello studio del padre. «Posso?».
«Vieni
tesoro». Lo scrittore sorridente si sta rigirando sulla sua sedia come un
bambino sulle giostre. «C’è qualcosa che non va?».
«No, volevo
semplicemente chiederti come stavi» risponde posizionandosi dietro il padre e
massaggiandogli dolcemente le spalle. «Non ti ho mai visto così rilassato e
felice».
«Perché non
dovrei? Sposo Kate mica mi butto dal ponte di Brooklyn». Rick ride mentre gode
del massaggio della figlia. «Sei brava».
«Io voglio
solo che tu stia bene, e mi sembra che oggi tu stia alla grande, ma sono tua
figlia credo sia normale preoccuparmi» ribadisce la rossa appoggiandosi con il
mento alle spalle del padre. «Ti voglio bene papà».
«Anche io Pumpkin e ora vatti a mettere il vestito, sono curioso di
vedere come sono vestite le damigelle».
«No,
assolutamente no, Kate me l’ha vietato, ma ti posso dire che non ha niente a
che fare con quello di Gina» sospira
ringraziando Kate. «Sembravo una meringa con quel vestito, tra poco rotolavo
al posto di camminare». Castle ride al ricordo di sua figlia lungo la navata,
che controvoglia spargeva petali di rose. «Non ridere! Era imbarazzante».
«Eri stupenda
tesoro». Le da un veloce bacio sulla guancia. «Ma si sono sicura che Kate sarà
più sobria».
***
Le luci della
città iniziano ad accendersi, dei ragazzi lanciano dei petardi lungo le vie e
le madri, negli appartamenti vicini iniziano ad apparecchiare la tavola per il
cenone dell’ultimo dell’anno.
«Respira». La detective
se lo ripete in continuazione mentre Lanie le intreccia i capelli. «Respira». La
dottoressa sorride divertita, lo sa bene che una volta che vedrà Rick le
passerà tutta questa ansia. «Papà, dove sei?».
«Sono qui
Katie» dice comparendo dalla stanza vicina e prendendole la mano tra le sue.
«Stai tranquilla, non ti farò inciampare lungo la navata, non piangerò troppo e
l’anello di tua madre, ho appena controllato, è stato fissato dentro il
corpetto. È tutto perfetto, tu sei perfetta. Vorrei che Johanna
fosse qui». Gli occhi di Jim si velano leggermente dalle lacrime di gioia miste a quelle di dolore, le manca ogni
giorno sua moglie. «E comunque nel caso conosco degli ottimi avvocati
divorzisti».
«Signor
Beckett!» lo rimprovera Lanie voltandosi verso di lui e poi verso la faccia
sconvolta di Kate.
«Scherzavo,
scherzavo. L’atmosfera è troppo tesa qui, ci vorrebbe Rick almeno vi farebbe
ridere un po’. Vi sposate, dovreste essere felici e non terrorizzati» specifica
sedendosi sulla poltrona. «Io il giorno in cui ho sposato tua madre tra poco
non toccavo terra con i piedi mentre camminavo, era quella giusta e volevo solo
che fosse mia».
«Papà io lo
amo». Jim annuisce. «Solo non amo il suo mondo».
«Katie secondo
te lui ama tutti quei cadaveri? No, ma ama te»
***
L’attico è
pronto, dalle finestre si vede l’Empire State Building illuminato per il nuovo
anno, gli addobbi nella sala sono stati posizionati in maniera perfetta, quasi
maniacale. Gli invitati iniziano ad arrivare, chi sottobraccio chi da solo. Il capitano
Gates accompagnato dal marito si siede in prima fila come segnalato dal
biglietto, vicino a lei c’è Jenny con la bambina in braccio, il capitano svela il suo lato materno
facendole delle smorfiette, la piccola ride insieme
alla madre. Anche Perlmutter è stato invitato e con
stupore di Castle aveva accettato l’invito, quasi l’intero dodicesimo aveva accettato l’invito.
Esposito e
Ryan sono in attesa di una risposta appoggiati al muro, Castle è davanti a
loro.
«Allora chi
scegli come testimone, me o il paparino “per me esistono solo più pappe e pupù”?»
chiede Esposito ricevendo una fulminata da parte del proprio patner. «Ehi amico, è vero».
«Nessuno dei
due» risponde lo scrittore sorridendo terrorizzato, convinto che l’avrebbero ucciso.
«Hai bisogno
di un testimone. Senti ti togliamo il peso e scegliamo noi. Lo faccio io».
«Ragazzi,
davvero vorrei che fosse mio padre il mio testimone di nozze» dice indicando l’uomo
seduto sulla poltrona. «Ne hai voglia, papà?».
«Io? Ma…
Richard forse è meglio se scegli uno di loro, io non merito tanto».
«No io voglio
te». Hunt annuisce. «Grazie».
«Bro andiamo a
prendere le damigelle che è ora. Io entro con Lanie». Kevin alza gli occhi al
cielo. «Che c’è? Guarda che Alexis è una bella ragazza, mica fai brutta figura
con lei…».
«Lasciamo
stare, andiamo».
***
Il quartetto d’archi
inizia a suonare, con lo stupore di tutti non è la solita marcia nuziale, ma
bensì una canzone pop “ In my veins”.
Richard entra sottobraccio a sua madre, sorride come un bambino la mattina di
Natale, suo padre lo aspetta già all’altare improvvisato.
Esposito e
Lanie entrano sorridenti, quasi come se fosse il loro matrimonio, loro non lo
sanno ma l’intero distretto ha scommesso che loro saranno i prossimi, li
seguono qualche passo dietro Kevin e Alexis, Castle sorride vedendo sua figlia,
nessuna meringa questa volta, ma una giovane donna con un vestito lungo e blu
che la fa apparire ancora più bella.
Tutti gli
invitati si alzano appena intravedono l’orlo bianco del vestito di Kate, Castle
si sforza di non voltarsi, vuole vederla solo una volta vicino a lei. Jim tiene
sua figlia stretta, ma è quasi lei a sorreggerlo, nonostante la detective
riesca appena alzare gli occhi da terra, un abito fiabesco, un abito che la fa
sentire speciale.
«Sono qui»
sussurra Kate e Rick si volta, sul suo volto la meraviglia, è come se davanti a
sé avesse un angelo. Jim gli porge la mano di sua figlia e bacia la sua Katie.
«Ho voglia di
baciarti e portarti via di qui» sussurra lo scrittore alla sua musa. «Dobbiamo
per forza sposarci ora? Non possiamo farlo dopo?». Kate ride e scuote la testa.
«Okay».
«Siamo oggi
qui riuniti per celebrare e festeggiare l’unione di due anime».
***
«Kate oggi si
conclude un altro anno, un altro anno con te, un altro in cui entrambi abbiamo
rischiato di morire e un altro in cui non ho passato giorno senza amarti. Sei
la mia musa, sei il mio tutto, sei il mio primo pensiero al mattino e l’ultimo
la sera, sei la mia eroina e allo stesso tempo la mia principessa da salvare, e
io ti amo. Voglio alzarmi ogni giorno
con te al mio fianco portandoti il caffè, o nel mezzo della notte per un
omicidio e comunque portarti il caffè, perché io lo so che tu non hai sangue
nelle vene ma caffeina. Io ti amo Kate e si oggi ti sposo e non ti lascio più
scappare da me, voglio urlare al mondo che sei mia. La mia Kate». La fede d’ora
bianco scivola sopra all’anello di fidanzamento, Kate sorride.
«Sono felice
di sapere che almeno una persona qui si sia accorta della mia necessità di
caffeina». Si volta verso Lanie che le fa la linguaccia. «Siamo qui insieme e
fidati lungo questi anni non credevo ce l’avremmo mai fatta, abbiamo passati
molti momenti brutti e notti insonne per proteggerci a vicenda, ma è questo che
voglio fare nella mia vita, voglio proteggerti, voglio stare con te, voglio
ridere di e con te. Te l’ho detto quella sera di metà estate, e lo ripeto “ho
rischiato di morire, lui è scappato, ma non m’importa, sei tu l’unica cosa che conta”.
Ti amo Rick, ti amo qui, ti amo quando mi porti il caffè, quando sono sopra una
bomba o quando mi porti a casa bambini sconosciuti o semplicemente quando
camminiamo lungo la spiaggia negli Hampton. Ti amo». Kate si zittisce. «Ah beh
certo che ti sposo, lo voglio e tutto il resto. Scusate non mi ricordo più cosa
dovevo dire».
«Va bene cosi»
dice ridendo Castle. Le porge la mano e lei gli fa scivolare l’anello all’anulare
sinistro. «Posso baciarla o devo aspettare mezzanotte?». Gli invitati ridono.
«Dieci
secondi» urla Kevin guardando l’orologio al polso. «10… 9… 8… 7… 6… 5… 4… 3… 2… 1…». Rick la bacia, la
stringe forte a sé, è sua finalmente sua. «Viva gli sposi! Buon Anno!».
«Chi sta
insieme a capodanno, sta insieme tutto l’anno» sussurra lo scrittore appoggiando
la sua fronte a quella di Kate.
«Solo tutto l’anno?
Io pensavo di passare la vita con te».
«Always?»
chiede Castle.
«Always!»
risponde Kate baciandolo.
Toc Toc… Chi è? Sono il nuovo anno!
Ce l’ho fatta! Ho scritto una storia dove non muore nessuno!
Voglio dedicare questa storia al Made of che ha fatto molto quest’anno per me, tipo non farmi
sentire un’emarginata sociale vittima delle stranezze di Marlowe.
E con queste due mila parole vi auguro un 2014 piena di bambini e
matrimoni, tanti Always e sogni realizzati, tante risate e lacrime di gioia.
Grazie.
Grazie di aver letto, e buon anno anche a te che non fai parte del Made of.
Bacioni Becky